giovedì 1 settembre 2016

Antologia di Spoon River

 
"Quando apparve in Italia nel marzo del 1943, per merito di Cesare Pavese, l'Antologia di Spoon River di Edgard Lee Masters provocò una tale risposta da parte del pubblico dei lettori, da farlo diventare il più venduto nel corso di quegli anni.
Edgard Lee Masters era un autore molto noto negli USA e in uno scritto di Cesare Pavese nell'agosto 1943 per IL SAGGIATORE, così venivano rappresentati l'opera e lo scrittore: Come non riconoscere in lui la stirpe degli Hawthorne e dei Melville, infaticati e misantropici scrutatori dei segreti del cuore e dei dilemmi della vita morale". Era la definitiva consacrazione di un'opera fra le più singolari di una letteratura prolifica come quella d'America, scritta da un autore che negli anni giovanili si era dedicato all'attività forense, nato il 23 agosto del 1868 a Garnett, in Kansas e trasferitosi poi in Illinosi.
Siamo pertanto nel pieno della provincia americana, con i suoi pregi e i suoi difetti, i suoi pettegolezzi  e le sue polemiche.
Durante il periodo della sua attività legale, maturò in lui l'idea di far narrare ai morti in cimitero la loro storia e quella del loro paese, sullo stimolo e l'ispirazione di due celebri testi: Elegia scritta di un cimitero campestre di Thomas Gray e gli epigrammi greci dell'Antologia Palatina.
Nel 1916 apparve la versione definitiva dell'opera in un volume che diventerà celebre nel tempo, in America come in Italia, e nel 1971 De André ne trasse spunto per un suo album oltre ad una citazione di Francesco Guccini.
Ognuna delle poesie racconta, sotto forma di epitaffio, la via di una delle persone sepolte nel cimitero di un paesino della provincia americana.
La prima edizione della raccolta pubblicata nell'aprile del 1915 conteneva 213 epigrafi che poi diventarono 244 con l'aggiunta de "La collina" nel 1916.
L'antologia comprendeva diciannove storie che coinvolgono 248 personaggi in grado di ricoprire praticamente tutte le categorie e i mestieri umani.
Non si trattava di figure inventate ma di personaggi realmente esistiti nei piccoli centri dell'Illinois.
Accadde che molti tra uomini e donne a cui si era riferito Masters, ancora vive al tempo della pubblicazione, non gradirono molto e si ritennero offese nel vedere le loro faccende segrete e private comparire in un testo pubblicato.
Ma la maggior parte era scomparsa e poco o nulla aveva da perdere. (tratto dal libro).
 

Cosa potranno mai raccontarci dei morti. Sepolti in un cimitero di una piccola cittadina americana? E perché poi tanto interesse intorno alle loro ancor più piccole vicende quotidiane?
A rifletterci bene, ogni persona è mondo. Ed ogni singolo episodio narrato è la storia della nostra vita, complessiva e singola, singolare e plurale. Da ogni lapide non salgono lamenti ma riflessioni sull'assurdità del vivere. Rincorrendo ricchezza, amori, potere, o semplicemente cercando di sopravvivere a se stessi ed agli altri.


Scopriamo così i più nascosti segreti degli abitanti di Spoon River. Che poi sono quelli di ognuno di noi. E allora il particolare diviene generale e l'incessante fiume della storia si fa ascoltare. Riconosciamo i sussurri, quasi flutti e squassi delle sue acque, i turbinii e le cascatelle, il fragore ed i silenzi... Questo è Antologia di S.R.
Ma prima di tutto ciò è poesia. Che narra del quotidiano e del semplice, trasformandolo in epico e straordinario. Immaginiamo quindi per un istante di salire la collina e passare tra le lapidi, immaginiamo il silenzio rotto dal vento, dalle foglie, verso sera bisbigli ci vengono incontro... e noi li ascoltiamo, ognuno secondo le proprie capacità (nel narrarle e nel comprenderle) traendone poesie, che narrano a chi vuole ascoltare cosa è stata la vita.

 

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