lunedì 29 agosto 2022

Bocchetta d'Aurona


Lunga passeggiata con Bianca sino alla Bocchetta d'Aurona, il tutto partendo dal Passo del Sempione. Giornata calda. Si boccheggia sino in quota dove un refolo d'aria dona sollievo. Posti sempre bellissimi anche se in evidente e rapida mutazione (ne parlo in un altro post) a causa del cambiamento climatico generato da noi umani.
Partiti dal parcheggio dell'Ospizio, saliamo per ripido sentiero, che poi si fa piano per un lungo tratto sino alla base in pietra levigata ove un tempo scendevano i ghiacciai... ora le pietre sono solcate dalle acque del continuo scioglimento e si attraversamento con facili ponticelli in legno.
Si raggiunge la bocchetta in un ambiente lunare, molta gente a passeggio ma con spazi, distanze e silenzi adeguati al luogo. Rapido spuntino, un'occhiata verso il basso tentando di vedere i piani del Veglia e poi si ridiscende.











 

martedì 23 agosto 2022

Skialper Estate 2022


Di tanto in tanto, acquisto la rivista Skialper. Se cercate su questo sito, trovate altre recensioni. (Uno - Due - Tre - Quattro - Cinque)
La mia passione per questo genere di riviste, parte da lontano... stiamo parlando di ALP, una pubblicazione che quando uscì (era il 1985 e mi ricordo quando Pelganta, il mio compagno di classe, ce lo fece vedere lasciandoci a bocca aperta) fece subito il botto... non fosse altro perché raccontava di montagna in modo pop. 
Raccontava cioè un mondo che fino a poco tempo prima era appartenuto al compassato giudizio del CAI, altro modo di ragionare, mitizzazione dell'impresa, impari lotta con la montagna, spazio alla mitologia, un poco di sano (o insano) patriottismo eccetera eccetera...
ALP invece faceva altro. Narrava di persone che volevano divertirsi e che scoprivano (o riscoprivano) la montagna... uno spazio immenso dove mettersi in gioco, cime e pinnacoli da inseguire, natura da amare e non sconfiggere... Se vi è una cosa che va detta che l'alpinismo - se fatto senza fregole - ha il potere di trasformare un mucchio di pietre in poesia... e le singole storie in racconto corale, come affluenti di un fiume verso il mare... questo sanno fare in Skialper.
Raccontare cioè singoli episodi, seguendo il filo rosso del racconto (exploit, manie, passioni, idee, matti e pazzi di ogni tipo, tradizioni e tanto altro)... inseguendo le follie che rendono vivo il percorso che ci fa salire in cima insieme ai protagonisti... Bello? Si.



martedì 9 agosto 2022

La storia seguente


Una mattina Herman Mussert, grande erudito e amante di quella letteratura classica che ha insegnato per tutta la vita, si sveglia con sua sorpresa in una camera d'albergo a Lisbona, quando la sera prima si era addormentato nel suo letto ad Amsterdam.
Come mai, cos'é accaduto, é realtà o sogno, é davvero sé stesso oppure è un altro, quell'uomo che si alza e va a guardarsi allo specchio, un altro che ha le sue fattezze e i suoi ricordi?
E' con questo allettante inizio che Nooteboom ci introduce in una di quelle storie che, come dice Borges nell'Aleph, sono riferibili solo per metafore, perché si compiono in una dimensione in cui il tempo non esiste, in quell'incommensurabile fessura in cui avviene il passaggio dalla vita alla morte in quell'attimo che separa l'essere dal non essere.
Metafore e miti che il pane quotidiano di quel professore di liceo che somiglia a Socrate, che ha per Bibbia le Metamorfosi di Ovidio e scrive guide turistiche firmandosi Strabone.
E forse non è un caso se si trova in quella stanza d'albergo: è da lì, dove vent'anni prima ha vissuto il suo unico amore, che deve cominciare il suo pellegrinaggio nei ricordi, "come un pio uomo medievale, in tutte le stazioni in cui è passato aveva un volto": la storia della sua passione per la bella Maria Zeinstra, il tentativo di salire come Fetonte, sul cocchio della vita vera, fino a vedersi fuggire dalle mani destini imbizzarriti, le lezioni appassionate, Lisa d'India, l'allieva preferita, le passeggiate per Lisbona sulle orme di Slauerhoff e Pessoa.
E non è un caso se è da lì, da quella città che è "tutta un addio" che parte la nave del suo ultimo viaggio, per solcare le scure acque dell'oceano, verso l'aldilà.
In un onirico sovrapporsi di storie, ricordi, immagini, da borgesiano "tessitore di simboli", Nooteboom ci ripropone miti che parlano di noi, si interroga sulle metamorfosi dell'io, sull'enigma del tempo, riesce a sospendere quell'impercettibile frazione di secondo che dura la morte, raccontando la vita.

Se decidete di leggere questo breve romanzo, (diviso in due parti, quasi come un film in due tempi) resterete stupiti della capacità dell'autore di portarvi dove vuole... usando sapientemente le parole, i discorsi, i bisbigli, le intuizioni, trasforma una banale storia d'amore e di corna, in qualcos'altro... in una tragedia umana, in un mito che travalica il tempo e che la morte non può comunque fermare. Poesia.

 

sabato 6 agosto 2022

Buba


 Volete ridere accettando azioni grossolane? Non vi aspettate nulla di impegnativo dalla regia? Il fatto che la trama sia magari, non troppo lineare e intuitiva, non vi spaventa? Allora questo simpatico film fa per voi. Visto in tedesco per aiutare la mia labile pronuncia, mi ha fatto divertire, accettando i limiti di una regia per nulla all'altezza di un film e di un'idea che avrebbero potuto fare la differenza.
Simpatica l'idea dei due strampalati fratelli, la mafia albanese (e quella falso-albanese), l'assenza di polizia, le storie di infanzia da accapponare la pelle e la visione buddista del mondo... si ride.

martedì 2 agosto 2022

Hold the dark


Un'esperto di lupi viene chiamato in una comunità di nativi americani in Alaska... un bambino è scomparso e la colpa è data ai lupi.. ma sono realmente stati loro?
Sotto la superficie della vita comune si nascondono segreti maledetti, ed a pagare sono i piccoli...
Difficile leggere tra le righe, ma quando il male deborda, non è più possibile fermarlo...
Alcuni film, pur di far capire dove vanno a parare hanno i sottotitoli, come le didascalie per ritardati... altri sono talmente incomprensibili da farti uscire di testa... Hold the Dark si avvicina ai secondi... anche se, ascoltando i dialoghi e cercando di comprendere cosa lega i due protagonisti, ecco la soluzione...

Saigoku- il pellegrinaggio giapponese dei 33 templi


Sulle orme di Kobo - Daishi, l'eterno viandante e fondatore del buddismo Shingon, Nooteboom affronta insieme alla fotografa Simone Sassen uno dei più antichi, faticosi e importanti pellegrinaggi del Giappone, quello di Saigoku.
Trentatré templi, alcuni nell'area di Kyoto, altri sperduti su montagne impervie, uno su una piccola isola, ciascuno dedicato a una diversa manifestazione di Kannon il Boshisattva della misericordia, che può avere undici teste, mille braccia o sembianze di cavallo.
Con il cammino a dare forma e ritmo ai propri pensieri, accompagnato dalle pagine della "Storia di Genji" di Murasaki Shiukibu, il primo romanzo della storia, che ritrae la raffinatezza estrema cui giunse la corte imperiale nel periodo Heian (794-1185) Nooteboom si muove tra paesaggi e architetture nell'incanto anacronistico di un Giappone rimasto immutato nei secoli e fatto di silenzio, leggende e riti millenari, ripercorrendo il lungo viaggio della dottrina buddista dall'India attraverso un intero continente, di lingua in lingua, da una cultura all'altra per raggiungere il Sol Levante.
E in un racconto che procede per immagini e richiami poetici, esplora l'armonica fusione di buddhismo e Shintoismo, spirito e natura, fede e superstizione che identifica il pantheon nipponico ricordando molte pratiche del cattolicesimo popolare.
Ma soprattutto si immerge nella pace ultraterrena che avvolge i templi offrendo rifugio agli abitanti delle caotiche metropoli odierne, nella contemplazione di tutti quegli imperscrutabili volti di pietra, oro e ottone che si librano sopra ogni cosa, immuni al dolore del mondo, circondati da giardini di roccia, e piante stilizzate che sembrano custodire il segreto del tempo.


Ogni tanto compro un libro. E' più forte di me. Una specie di raptus fa venir meno i miei buoni propositi e mi ritrovo l'oggetto dei desideri tra le mani, mi avvicino alla cassa, un filo di bava mi scende dal labbro...  un moto pavloviano mi tetanizza... la mano corre al portafogli... la vista si annebbia... un breve e sottile piacere mi avvolge... ed eccomi fuori dal negozio con in mano il feticcio... spesso, molto spesso, la lettura non mi consegna quanto mi aspettavo... scopro così (a quasi 60 anni... proprio vero che non imparo mai) che vi è più piacere nel possesso che nel consumo... dicevo quindi, la lettura si dimostra inferiore alle aspettative... anche in questo caso... solo qualche boccone qua e là riescono a risvegliare un interesse altrimenti sopito... piccole tracce che danno speranza... ma presto il racconto si perde... l'interesse sfuma... peccato. sarebbe potuta andare diversamente... a guardarlo sembra il racconto di un incontro con un essere umano...  macché!
 

Manuale di co-programmazione