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giovedì 7 agosto 2025

Dove sono?


Partendo dalla pandemia, Bruno Latour, il più importante filosofo francese contemporaneo, ci indica il disegno più ampio, sotteso a ciò che sta accadendo intorno a noi: il nuovo regime climatico.
Il suo è un appello appassionato e poetico a ripensare il piccolo spazio in cui viviamo, a percepirne la bellezza e l'unicità.

Dove sono? di Bruno Latour é un'opera di filosofia della scienza che esplora la crisi dell'orientamento del mondo contemporaneo. Latour, uno dei pensatori più influenti degli studi sociali della scienza, affronta il problema di come ritrovare coordinate stabili in un'epoca segnata da crisi climatica, politica e epistemologica.
Il libro sviluppa la tesi che abbiamo perso i nostri punti di riferimento tradizionali - geografici, politici e concettuali - e che questa perdita di orientamento non è casuale ma strutturale.
Latour propone di ripensare radicalmente il nostro rapporto con il territorio e con la Terra, suggerendo che la modernità ci ha fatto credere di poter vivere "da nessuna parte" mentre invece siamo sempre situati in reti di relazioni complesse.
La scrittura di Latour combina rigore filosofico e accessibilità, utilizzando esempi concreti per illustrare concetti complessi. Il testo si muove tra geografia, antropologia e filosofia politica, offrendo una diagnosi lucia dei nostri tempi e abbozzando possibili vie d'uscita dalla disorientazione contemporanea.
E' un libro impegnativo ma stimolante, particolarmente rilevante per chi si interessa di ecologia politica, filosofia della scienza e critica della modernità. Latour ci invita a "atterrare" - a riconoscere la nostra dipendenza materiale dalla Terra e a costruire nuove forme di orientamento politico e esistenziale.

Mi trovo allora tra due mondi: quello che vivo come cittadino a pieno titolo, tutelato da diritti, e un altro ambiente molto più vasto, più o meno facile da circoscrive, ma sempre più affollato e più lontano: il mondo in cui vivo.
Due ambienti vicini eppure scollegati. Allora per me la questione politica, morale, affettiva, diventa: che fare di questo secondo mondo? Che cosa significa estendere le frontiere del mio Paese, del mio popolo, della mia nazione per includere questo secondo mondo cos^ come mi si svela poco a poco? Divento forse l'abitante di un altro corpo politico? Ogni porzione del mio corpo, della mia nicchia, del mio territorio è occupata da altri, a mio vantaggio o a mio svantaggio.



 

sabato 3 settembre 2022

il tempo degli uomini


Avevo letto "Il tempo e l'acqua", bellissimo saggio di Magnason e mi ero interessato alle sorti del ghiacciaio Okjokull in Islanda. Scomparso nel giro di trent'anni, era per l'autore un punto di riferimento legato alle frequentazioni dei suoi avi e più di recente delle sue.
Potete immaginare lo sgomento, di fronte alla scomparsa di una massa di ghiaccio di venti km quadrati... e potete parimenti immaginare la mia impressione di fronte alle condizioni del ghiacciaio di Aurona, collocato sopra il Sempione di cui ho memoria sin da bambino, che avevo in parte percorso con difficoltà anni or sono e che avevo visto per l'ultima volta sei anni fa...
Al posto del ghiacciaio, sassi e terra... ed una scatoletta che una volta conteneva cibo... e che il ghiaccio ha voluto restituire... così che apparisse chiaro che se di memoria dobbiamo vivere e parlare... sarà la memoria di noi stessi, della nostra ingordigia, della miopia e della stupidità. Amen.



 

L'economia sociale in Italia - Rivista