mercoledì 24 febbraio 2021

Anatomia di un omicidio


Più che il film, ottimo, suggerisco di appassionarsi al dibattito processuale da un lato e alla dinamica, chiaramente ironica, sorniona, cinica per certi versi...
Furbo avvocato difende un militare colpevole di omicidio... raptus passionale oppure omicidio a sangue freddo? Ma poi, perché la moglie del militare, che ha subito violenza e che, dovrebbe essere la causa scatenante dell'evento, viene prima trascurata e poi si cerca di trasformarla in una poco di buono... e la sua violenza? E' evidente che siamo in un altro mondo... ove ad esempio non viene dato spazio alle persone di colore, alle donne non è permesso avere sentimenti... sono al massimo proprietà personali.
Poi ovviamente c'è l'umorismo, quello dispiegato a piene mani durante la vicenda processuale e quello che chiude con una battuta il film... Difeso il colpevole, dietro ad un "impeto irrefrenabile", al momento di incassare la parcella l'avvocato trova (spoiler) la casa del militare vuota e un biglietto... "preso da un impeto irrefrenabile me ne sono andato".... mica male!

domenica 21 febbraio 2021

Resident Evile - Retribution


Altro episodio ed altra sfilza di morti ammazzati... morti già morti e morti nuovi nuovi... in mezzo tanta tecnologia e finzione, perché tanto, come la giri e la volti, è sempre la fantasia che fagocita la realtà, in un rimando di specchi in cui ognuno non sa più se è sé stesso o la brutta copia di qualcun altro... cosa che non impedisce ad ognuno di giocarsela al meglio (o al peggio)... siamo oramai alla caricatura della storia originaria, per buona pace per chi scrive i racconti e cerca di far tornare il tutto... ma se accettiamo (e il cinema bellezza) che la coerenza a volte è bandita, qui bisogna bere l'amaro calice sino in fondo.. è una storiella per ragazzini cresciuti in una buia camera a pane e videogiochi? E' la rappresentazione sexy dell'Amazzone del passato? A voi la scelta... tanto il finale non cambia... e nemmeno regge. 

sabato 20 febbraio 2021

il Manifesto di Ventotene


Per un'Europa libera e unita - Progetto d'un manifesto, universalmente noto come Manifesto di Ventotene, esce clandestinamente in versione manoscritta nel 1941 dall'isola in cui Altiero Spinelli ed Ernesto Rossi si trovano al confino.
E' scritto a quattro mani dai due amici, la cui matrice politica é diversa: Spinelli proviene dal Partito Comunista e poi ne viene espulso nel 1937, Rossi é un dirigente di Giustizia e Libertà.
Testo sobrio del federalismo europeo, il Manifesto è animato da una grande ansia di pace, che gli Stati Nazionali - siamo in piena Guerra Mondiale - non sono stati in grado di garantire, ma che si può costruire e mantenere attraverso un nuovo ordine, una Federazione europea cui spetta anche il compito di dare vita a una "Terza Via" alternativa a capitalismo e comunismo.

Sono intimamente legato a questo testo principalmente per un motivo... da Ventotene sono passati anche i miei avi, il bisnonno per l'esattezza... laureato, socialista, conoscitore di lingue, inviso al Fascismo ci venne confinato insieme alla famiglia.. lì nonna Bianca prese il vaiolo che le segnò il viso sino alla fine dei suoi giorni...
Un legame con quel sito, con quelle persone, con quelle idee, quasi dovuto... 
A questo aspetto personale vado ad aggiungere le molte cose apprese dalla lettura, l'idea che ha originato l'Unione Europea, idea poi molto disattesa nei suoi principi generali...
Dal testo ho fatto poi tesoro di altri aspetti: "Avendo individuato nel proletariato lo strumento per la realizzazione del collettivismo, Marx ha seguito la via che normalmente seguono tutti i politici pratici i quali si sforzano di conquistare le masse.
Costoro debbono esercitare con l'azione e con la persuasione tutta un'opera, grazie alla quale la suscettibilità delle masse ad essere guidate in un certo senso si cambi nella loro effettiva e volenterosa marcia in quel senso. Per ottenere ciò, occorre in primo luogo esercitare una suggestione in modo da persuadere che il fine da raggiungere non è loro imposto dal di fuori, ma sorge dalle loro più profonde esigenze.
In quest'opera di orientamento politico delle masse, si compie sempre un capovolgimento dei rapporti reali.

Ed ancora: "La vera e seria azione politica è sempre una lotta per il potere; anche quando si leva contro un potere, vuole in realtà solo sostituirgliene un altro".

Resident Evil - Afterlife


Il legame tra videogiochi, libri e film d'azione è sempre stato un plus... si poteva partire da uno qualsiasi dei media e cercare di riconoscere i legami e le recisioni per poi valutarne l'aspetto positivo o negativo operato nelle scelte della regia... e la fortuna o la bravura del primo episodio, non è detto che poi riesca ad essere riproposta, che la magia non si interrompa, che la voglia di certezze ad un certo punto non venga superata dalla necessità di una capace novità che sappia valorizzare la serialità della trama...
E' qui il caso del quarto episodio, che si pregia di riproporre i personaggi ed il rispetto dell'idea originaria ma che poi risulta sempre meno credibile, sempre più a corto di idee e che nemmeno la bellissima protagonista è capace di rendere avvincente... Le immagini sono comunque forti, almeno per certe riprese dall'alto (vedi l'atterraggio sul tetto del carcere) mentre i certi combattimenti si rischia l'incredibile... e non parlo di dover accettare per forza qualsiasi cosa ci venga proposta... ancora zombie direte voi! ancora la super società intenzionata a portare avanti esperimenti mortali, ancora manipolazione della realtà, ancora un mondo distrutto... ma allora perché andare avanti? E poi Arcadia, il nome della nave che dovrebbe salvare i pochi umani... è più una reminiscenza dei miti greci o meglio rifarsi ai fumetti giapponesi? E lasciandovi con questo terribile quesito, proseguo nella visione di un altro episodio. 

venerdì 19 febbraio 2021

Fargo - Stagione 4


 Ed eccoci al quarto... Siamo negli anni '50... i neri sono poco sotto il subumano.. e anche per loro la strada del crimine è doppiamente in salita... cercano così di ritagliarsi uno spazio in un mondo già occupato da altri, in questo caso gli italiani... La Mafia qui è rappresentata da siciliani e sardi... una azienda a conduzione famigliare, al punto che per sugellare il patto vengono persino scambiati i figli.
Ma il cambio al vertice di una delle due famiglie stravolge tutto... e comincerà una guerra senza esclusione di colpi... nel mezzo come al solito una famiglia mista, totalmente ignara o quasi, di quel che accade intorno a loro... con il risultato che, se da un lato subiscono gli sballottamenti del mare in tempesta, saranno loro a trovare la soluzione alla vicenda... La morale? Anche nel crimine la famiglia non è più una garanzia... meglio l'azienda... contro cui la conduzione locale non può tenere testa... é il progresso mia cara!

giovedì 18 febbraio 2021

The Founder


 Michael Keaton è l'interprete perfetto di un genio del male. Oddio, un male accettabile nella società dei consumi... figuriamoci in quella fucina di "wannabe" capitalisti che sono gli States... Dopo il superlativo "Birdman", ecco il nostro nel ruolo dell'imprenditore furfante e fedifrago... piazzista di frullatori senza successo, dopo aver visto il chiosco dei fratelli Mc Donald, capisce la potenzialità di un prodotto che doveva essere solo artigianale... ma, qualcuno ha mai letto le parole del filosofo Walter Benjamin: "l'opera d'arte dell'epoca della sua riproducibilità tecnica"? Ecco, questo fa Keaton (nel film il visionario Ray Kroc)... uno che passa sopra a tutto, persino alla moglie, persino ai soci d'affari, persino alla decenza... e vince, vince sempre... e dove sta il suo segreto? Per sua stessa ammissione, non l'intelligenza... no. La perseveranza!
In verità o conosciuto anche io personaggi così.. in scala minore ovvio...eppure si. Gente che a pesarla per capacità, intelligenza, visione... gli avresti dato Zero! E invece come la goccia sulla pietra, una cosa volevano e a forza di dai e dai la ottengono... Chapeau! 
Così è il nostro Ray... come quando soffia la moglie al povero Rollie Smith... che sa, fin dal principio di essere un perdente senza palle... Ed il film? Bello? Sicuramente molto più istruttivo di un documentario. E divertente, nel suo cinismo.
 

domenica 14 febbraio 2021

Sciatteria


 Ha suscitato reazioni indignate il documento redatto dall'ASL n. 5 di La Spezia, ove per accedere alle vaccinazioni contro il Covid 19 si finisce per includere tra i soggetti a rischio gli omosessuali. 
Ma mentre tutti si sono (giustamente) infuriati per l'evidente discriminazione nei confronti di una libera scelta sessuale, nessuno pare essersi urtato per un altro aspetto: Quando la direzione dell'ASL n. 5 ha candidamente dichiarato che, l'errore nasce dall'aver copiato pedissequamente un vecchio modulo per la donazione del sangue, nessuno, ma dico nessuno, si è seriamente incazzato per la sciatteria, per la poca voglia di lavorare, per l'assenza di attenzione per il proprio lavoro, tanto più che si rivolge a persone e non a patate... questo è il vero dramma.... il non saper lavorare.



giovedì 11 febbraio 2021

This must be the place

Cheyenne (interpretato da Sean Penn) è un ex rocker... ha smesso dopo la morte di due suoi fans e ora vive senza dover lavorare.. ma il tempo libero a volte non è un grande affare... emergono così tutti i problemi quotidiani, i rimpianti, i sogni mancati... gli affetti persi e quelli affievoliti... in particolare quello con il padre.. sarà il viaggio, l'eterno rimedio a tutti i mali e che molti film hanno usato a pretesto, per riportarlo al presente. Personaggio irrisolto, costretto a truccarsi per affermare la sua passata identità e al tempo stesso negare l'evidenza... circondato da persone che gli vogliono bene e lo rispettano... destinato a fare ordine nella sua vita. Sean Penn è geniale nel farci conoscere un personaggio lieve e lento, grottesco e a tratti bambino, un Candido rocker dei giorni nostri, un Forrest Gump con il rossetto e il chiodo... bello e lieve.


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mercoledì 10 febbraio 2021

Stoner

"William Stoner ha una vita che sembra assai piatta e desolata. Non si allontana mai per più di centocinquanta chilometri da Booneville, il piccolo paese rurale in cui è nato; mantiene lo stesso lavoro per tutta la vita; per quasi quarant'anni é infelicemente sposato alla stessa donna; ha sporadici contatti con l'amata figlia e per i suoi genitori è un estraneo; per sua ammissione ha soltanto due amici, uno dei quali morto in gioventù.

Non sembra materia molto promettente per un romanzo e tuttavia, in qualche modo, quasi miracoloso, John Williams fa della vita di William Stoner una storia appassionante, profonda e straziante. Come riesce l'autore in questo miracolo letterario? Ad oggi ho letto Stoner tre volte e non sono del tutto certo di averne colto il segreto, ma alcuni aspetti del libro mi sono apparsi chiari. E la verità è che si possono scrivere pessimi romanzi su delle vite emozionanti e che la vita più silenziosa, se esaminata con affetto, compassione e grande cura, può fruttare una straordinaria messe letteraria.

E' il caso che abbiamo davanti. La prima volta che l'ho letto sono rimasto sbalordito dalla qualità della scrittura, dalla sua pacatezza e sensibilità, dalla sua implacabile chiarezza, abbinata a un tocco quanto mai delicato. Dio si nasconde nei dettagli e in questo libro i dettagli ci sono tutti: la narrazione volteggia sopra la vita di Stoner e cattura ogni volta i momenti di una realtà complessa con limpida durezza... e attraversa con leggera grazia il cuore del lettore, ma la traccia che lascia è indelebile e profonda.

(dalla Postfazione al libro di Peter Cameron)

Come non accordarsi all'elenco di coloro che lodano questo libro? Come non condividerne la profondità? Ogni riga contiene profondità incredibili... a cui non ci si può sottrarre... "Certe volte rifletteva su com'era pochi anni prima, e il ricordo di quella strana figura, bruna e inerte come la terra da cui proveniva, lo lasciava incredulo".. scopriamo così che, non serve inseguire personaggi famosi per scoprire la profondità del vivere..."aveva nascosto un'immagine dentro di sé. Un'immagine che sembrava alludere a un luogo, ma che in realtà rappresentava lui. Era dunque se stesso che cercava di definire, via via che sistemava lo studio".

Abbiamo di fronte a noi un libro in grado di regalarci descrizioni del vivere, del soffrire, del non pretendere nulla se non ciò che arriva dal vivere e goderne, goderne appieno... "Se un libro cambia é soltanto perché siamo cambiati noi e lo affrontiamo in modo diverso, ma é sempre una soddisfazione meravigliosa incontrare di nuovo l'universo di un romanzo come questo e avere la certezza che esistono delle cose belle indifferenti alla brutale inevitabile azione del tempo. Ecco uno dei regali che dobbiamo all'arte: la sensazione che non tutto é perso, che alcune cose restano perfette e inviolabili".

Infatti: "E' un libro piccolo, dalle modeste ambizioni, ma affronta ed esplora gli interrogativi più imprescindibili e sconcertanti che ci è dato di conoscere: perché viviamo? Che cosa conferisce valore e significato alla vita? Che cosa vuole dire amare?". La risposta a queste domande ci renderà migliori. Questo libro ci commuoverà e ci renderà migliori.


lunedì 8 febbraio 2021

Vallanzasca - Gli angeli del male


Ovvero come rovinare un buon film. Trasformando cioè in simpaticone un pluriomicida che è senza dubbio un duro, uno tosto, un belloccio che sa divertirsi (un bauscia direbbero a Milano) che però sa uccidere senza scrupoli.
Merito sicuramente di Kim Rossi Stuart che si cala nel ruolo sino in fondo... al punto da renderlo il Vallanzasca ideale!
Il problema di questo film, che ha una sua trama che regge sempre, momenti di forte tensione e spazi di ironia (anche nera) è che è troppo piacione... troppo autocelebrante... trasforma polizia e carabinieri in babbei simil-messicani.. come Zorro ed il sergente Garcia...
E dire che parte bene, regge pure... gli amori di Vallanzasca, i complici di Vallanzasca, la vita di Vallanzasca, i nemici di Vallanzasca, il carcere (anzi le diverse carceri di Vallanzasca)... eccoci qua, se togliamo il Vallanzasca, finito tutto... tutti a dormire... al netto delle battute, una cosa insegna... a cosa era Milano a quei tempi... che, se paragonati ad oggi, fanno veramente tanta paura.

La democrazia che non c'é


Come si fa a proteggere il dono politico più prezioso dei nostri tempi, quello della democrazia?
Certamente non con la sua esportazione forzata, né con la difesa miope di un modello rappresentativo già antiquato, né con l'assegnazione del potere politico a una sfera separata dominata dai politici e dai partiti.
No, per proteggere la democrazia bisogna rianimarla e ripopolarla.
Bisogna creare una democrazia all'altezza del momento storico, una democrazia partecipata, di genere, economica e non solo politica, che esce dal "palazzo" ed entra nella cultura della gente.
Partendo da un confronto tra Karl Marx e John Stuart Mill, due voci che percorrono l'intero saggio, Ginsborg ci spinge ad immaginare una democrazia diversa, più quotidiana e incisiva.


Come riassumere questo interessante libretto (poco oltre le 150 pagine) da cui trarre spunti e sensazioni non particolarmente corroboranti? Che una democrazia è tale se è oggetto di continua attenzione. Va nutrita giornalmente con passione. Non si tratta di sacrificare la propria vita ad una causa, ma di diventare cittadini attivi, attenti, che pretendono attenzione e vogliono risposte. Che delegano il politico quel tanto che basta per avere sintesi, ma che al politico devono chiedere periodicamente risposte coerenti con un programma sottoscritto e condiviso. Che vogliono vedere il loro mondo "pubblico" migliorare... possibilmente non a carico del privato. Servizi, ambiente, cultura, welfare, trasporti, sanità, istruzione... Solo con la creazione di un circolo virtuoso sarà possibile raccogliere i frutti... una situazione discendente trascinerà verso il basso le aspettative, con esiti nefasti... l'interesse privato, l'egoismo, il razzismo, non sono lontani da noi, ma ci appartengono... ora più che mai i due aurighi che guidavano nell'antichità (idealmente conducendo il nostro essere verso il bene o il male) hanno bisogno di essere guidati... mai delegare questa azione all'uomo forte, al retore... Mai.

"La proprietà privata", scriveva Marx in un passaggio che ha diretta incidenza sul consumismo odierno, " ci ha reso così ottusi e unilaterali che un oggetto é considerato nostro soltanto quando ci appartiene, e quindi quando esiste per noi come capitale o è immediatamente posseduto, mangiato, bevuto, addossato, abitato e così via, in breve quando viene da noi usato". 

domenica 7 febbraio 2021

Gli Spietati


Clint Eastwood regista ed attore principale di un western niente male... ove ovviamente, la morale si nasconde nelle pieghe dell'animo umano... e va cercata con molta attenzione, togliendo di mezzo la tentazione di parteggiare per l'una o per l'altra parte... 
Ma partiamo dal principio.
Due mandriani vanno in un piccolo villaggio di frontiera per divertirsi e uno di loro sfregia una prostituta... le altre, prima chiedono giustizia, ottenendola ma riconoscendo nella stessa un loro valore residuo (Marx parlerebbe di presa di coscienza della lotta di classe), le prostitute capiscono che agli occhi degli uomini loro valgono meno delle vacche da allevamento... così raccolgono una colletta e lanciano una taglia... i due vaccari nella realtà non sono ne peggio ne meglio di tanti altri... ma una taglia è una taglia.... e così lo sceriffo del paese di Big Whiskey (un grande Gene Hackman) che vorrebbe solo mantenere la pace, si trova a dover fronteggiare l'arrivo di balordi che vogliono riscuotere... tra questi, il raccogliticcio trio formato da un pistolero alle prime armi (e pure miope), un afroamericano Ned e il suo amico William Munny un feroce ex pistolero, famoso per la sua efferatezza... quest'ultimo, da anni ha smesso di bere e di delinquere, ma morta la moglie e dovendo crescere i piccoli figli ha bisogno di soldi...
Dopo un primo scontro con lo sceriffo, dove Munny ha la peggio, i tre riescono ad uccidere il primo dei due vaccari, ma Ned, che non riesce a calarsi nel ruolo dell'omicida lascia... verrà catturato, torturato ed ucciso dallo sceriffo... questa azione scatena la rabbia di Munny... il quale ripresosi, torna al villaggio e ... 
Un western ove la violenza è regola, l'occhio per occhio il metro, dove il perdono non esiste ed anzi la morte è l'unico giudizio accoglibile... ove le persone ottengono una presunta e temporanea giustizia, salvo accorgersi che la loro vita di stenti non è cambiata di un millimetro... forse da questi film Hume, Hobbes e gli altri filosofi del 1600-1700 avrebbero trovato linfa vitale per ribadire che l'uomo è lupo dell'uomo e che solo uno Stato forte, con regole certe, da garanzia di una vita, se non proprio felice, almeno dignitosa... e che dire poi delle prostitute? La loro presa di coscienza, il loro riconoscere come necessaria una sorta di proto-lotta di classe, come argomentato da Marx, l'esistenza di un lumpen-proletariat che vuole giustizia...tutte cose su cui riflettere... e dopo questo pippotto filosofico-politico-sociale vi lascio al trailer.



martedì 2 febbraio 2021

Uomini senza legge

C'è molto Al Capone in questa ricostruzione storica delle lotte del popolo algerino per liberarsi del colonialismo francese. Ci sono forti richiami ad una dinamica che vede le contrapposizione terrorista (buono, ma non sempre) a poliziotto (cattivo e corrotto) che lo insegue, lo placca, cerca in alcuni casi di portarlo alla ragione, in altre lo uccide... una lotta senza quartiere in cui, uomini terribilmente coraggiosi si fronteggiano, riconoscendo similitudine ma lontananza di intenti.
Dal riconoscimento (per strade diverse, la galera, la guerra, il ghetto) della diversità e della necessità della lotta, alla sua interpretazione... ma lottare per qualcosa vuol dire rinunciare al resto... e tutto ha un costo.
Così, quando i tre fratelli arrivano di fronte al baratro, ognuno dovrà guardarsi dentro e fare delle scelte... ci sarà chi saprà sacrificare la propria vita, chi il proprio futuro economico, chi la propria idea... un bel racconto. Duro, crudele ma necessario a capire sino in fondo cosa muove la disperazione e la speranza in un mondo migliore. 
 

Manuale di co-programmazione