venerdì 26 ottobre 2018

In viaggio con Tex

"Leggendo in anteprima il libro che avete adesso fra le mani mi sono molto divertito nel seguire la ricostruzione sul territorio fatta da Aurelio Sangiorgio di tutti quegli spostamenti che Bonelli padre studiava pazientemente su mappa (ahimè, moderna e non, come gli sarebbe piaciuto, ottocentesca), sforzandosi di calcolare - un po' a spanne - i tempi di un viaggio, di una diligenza, oppure di un treno.
E, in questo caso, il mio divertimento è stato duplice, perché - a mia volta - ho percorso tre o quattro volte le zone texiane, compiacendomi quando mi capitava di riscontrare la coincidenza di un nome come Canyon Diablo e inghiottendo amaro ogni qual volta, invece di trovare una formazione rocciosa chiamata, per esempio "il picco delle tre dita", mi imbattevo nelle pompe di un benzinaio.
Ma, a parte certi particolari come quello sopra citato, le notizie fornite da Sangiorgio sono davvero preziose e attendibili: mi auguro che molti di voi siano in grado di farne tesoro, concedendosi preziosi ricordi di viaggio da affiancare alle pagine ingiallite della vostra collezione di Tex". (prefazione di Sergio Bonelli).
 

Divertente testo che cerca di coniugare fantasia e realtà, trasportando nell'America di oggi (1998) le avventure ed i viaggi di Tex e dei suoi pards. Oltre a ripercorre le principali avventure del nostro eroe, rivediamo fiumi, cime, deserti, gole e città e ne cogliamo i principali cambiamenti o prendiamo atto della loro inesistenza… in ogni caso apprezzando lo sforzo di incastro tra reale e fantastico e certi che deformazioni dettate dalla licenza poetica (eh sì, passatemi il termine) per far tornare una storia e concludere una scorribanda, giustifichino tutto.
Interessante e assolutamente da leggere, la postfazione di Bruno Pianta, grandissimo etnomusicologo (deceduto) e la sua analisi del fumetto bonelliano.

A serious man

Fedeli al motto che "solo un ebreo può prendere in giro un altro ebreo" i fratelli Coen ci raccontano una divertente, serissima storia, fatta di cose quotidiane, piccoli disastri, grandi dilemmi (chi ha detto che la filosofia non possa essere quotidiana?), ricerche interiori e religiosi, con un finale a sorpresa e tanta morale.
Stati Uniti 1967, Larry Gopnik professore di origine ebree, vive un periodo turbolento: la moglie lo vuole lasciare per una nullità, il figlio è alle prese con le fregole della crescita, al lavoro ci sono problemi, il fratello vive nella sua casa e gli rende la vita impossibile… una vicina disinibita lo mette in difficoltà. Che fare? dove cercare conforto? Larry si rivolge a tre diversi rabbini… ma è veramente questa la strada giusta? e davvero loro hanno qualcosa da dirgli?
 
Come al solito i Coen riescono a creare una confusione senza pari, da cui estraggono magicamente non una, ma più soluzioni, idee geniali che a seconda del bisogno sanno farci ridere, piangere o semplicemente riflettere.
Vediamo così il figlio che giornalmente scappa verso casa, inseguito (senza successo e senza alcuna vera voglia) dal vicino spacciatore a cui deve dei soldi.
Il fratello di Larry viene periodicamente riportato a casa dalla polizia per reati sempre più gravi.
I colleghi di lavoro continuano ad insinuare possibili disastri lavorativi senza soluzione.. non solo la moglie lo vuole lasciare, ma cosa peggiore il nuovo compagno della moglie cerca di portare a termine una soluzione senza conflitti che però fa acqua da tutte le parti...
Ed il finale, dove, mentre tutto pare che si risolva per il meglio, il precipitare degli eventi ci fa pensare che forse, in fondo è vero l'antico adagio per cui "si stava bene quando si stava peggio" è un autentico colpo di scena.
 

lunedì 22 ottobre 2018

Seehorn

Vicino a casa, già visto più volte passando per andare in Sempione, letto nelle recensioni di amici, questo Seehorn mi incuriosiva, in particolare per la vista sull'Ossola, le Valli Bognanco e Divedro in particolare. E così, quasi per caso, in un pomeriggio che davo già per perso, eccomi qua.
La temperatura è piacevole, non c'é più il calore dell'estate, i colori sono bellissimi anche se attenutati dalle nubi in lontananza… lascio l'auto al Gabi e mi avventuro su una comoda strada che, attraversato il fiume, mi porta a salire in mezzo a boschi ben tenuti e piccole baite..
Qui la montagna è ancora sfruttata e tenuta in ordine, i sentieri marcati e non c'é spazio per rovi o abbandono… abituati al disordine italiano, questo luogo pare quasi artefatto…


Arrivo così a Furggu, il piccolo valico (o sella) che divide il Seehorn del tracciato per la catena del Laggihorn (altra cima da fare)…. incrocio qui la strada che sale da Gondo...
e sull'asfalto, trovo la direzione. subito il paesaggio cambia, bosco rado, colori accesi, e poi pietraie spoglie con in lontananza evidente l'antenna posta sulla cima.




anche un piccolo e bellissimo laghetto impreziosisce il luogo...



Ma eccomi sulla cima… giusto in tempo per ammirare i 4000 del Vallese, il Breithorn, il Leone, le montagne ossolane...


 
Dopo un veloce cambio, una bevuta, qualche foto di rito, si scende.. complice l'aria fresca che non consente di indugiare… Bellissima soddisfazione, capitata per caso e conquistata con caparbietà. 





i Macchiaioli

A Novara colgo l'occasione per visitare la mostra "Dai Macchiaioli a Segantini", rappresentante un periodo storico denso di eventi, soprattutto in Italia e colto da pittori di grandi capacità. I temi vanno dal paesaggio alla Patria, ma anche la vita quotidiana, le evidenti differenze tra molto contadino e nascente borghesia. Evidenti sono le contaminazioni dall'estero e le rappresentazioni del mondo europeo. Giuseppe De Nittis, Giovanni Boldini, Guglielmo Ciardi, Carlo Fornara, Giacomo Favretto, Silvestro Lega, Giuseppe Pellizza da Volpedo, Giovanni Segantini, Guglielmo Longoni, Federico Zandomeneghi…. Un periodo che apprezzo particolarmente, per il verismo nelle rappresentazioni, per le tecniche usate (le macchie appunto, le tele, colori e ambientazioni)… Per chi avesse l'opportunità, una mostra da non perdere.

























Manuale di co-programmazione