domenica 31 marzo 2013

Max Fridman




Sapientemente ambientate nella Turchia (e non solo) del 1938, le storie di Max Fridman hanno un sapore d'oriente, una cura nella grafica, ed un ambientazione per nulla banale.
Interessanti le vicende narrate, ottimo il contesto storico, intrigante l'ambiente spionesco che vede contrapporsi nazisti, servizi segreti francesi, controspionaggio, sovietici e chi più ne ha più ne metta. Fridman ci appare non come un supereroe, ma come un uomo di fronte a eventi storici più grandi della possibilità di comprendere. O meglio eventi chiari a tutti ma inevitabili.
Le altre storie brevi che concludono il libro sono gradevoli intermezzi ben rappresentati.

Milano verso il Sempione

Milano ed il Sempione conservano un legame indissolubile.
Questo il contenuto del bellissimo libro scritto da più autori.
Un ottimo supporto iconografico, storie brevi e ben narrate.
L'Esposizione del 1906 a Milano e la contestuale apertura della galleria ferroviaria del Sempione sono i due paralleli utilizzati per dimostrare come, il naturale sbocco verso il nord Europa di questa bellissima città non possa non essere il Sempione.
Un legame che parte da lontano. Che attraverso la strada Napoleonica e i canali d'acqua che trasportavano il marmo per il Duomo ha reso possibile la crescita della città e la riscoperta di luoghi montani viceversa lontanissimi per storia e cultura.

mercoledì 27 marzo 2013

Il prossimo sarai tu



Perché Michael Wingate, giovane imprenditore edile dall’oscuro passato e dal brillante futuro, viene preso di mira da due killer spietati d’ignoto mandante?

Tra le migliaia – miliooooni – di possibili risposte narrative, Gregg Hurwitz ne va ad inventare una che più stramba non si può.

Ma siccome il numero di pagine che restano da leggere dopo aver fatto la scoperta è irrisorio rispetto a quelle già lette, ci si butta tutto alle spalle con un bonario machecazz… e si arriva fino in fondo. Quanto meno per scoprire se e come il nostro eroe riuscirà ad avere la meglio sui suoi potenziali aguzzini.

Scrittura efficace e già bella pronta per una trasposizione cinematografica, qualche personaggio azzeccato (l’amico Shep), altri meno (la figlioletta Kat: non ci credo che una bimba di otto anni se ne possa uscire con espressioni come le sue), un certo appeal ai sentimenti… et voilà si finisce.

Sotto il prossimo.


Questo post è un contributo di Ezia, ospite del mio Blog.

RED



Tre buoni motivi per vedere questo film: Bruce che scende (non salta fuori, non viene sbalzato, scende) da un’auto in testacoda, il fascino di Helen Mirren, la follia di John Malkovich.

E già basterebbe.

Aggiungete una squadra di comprimari azzeccati ed ecco servito una specie di pranzo della domenica con i parenti più cari: gustoso, divertente, nostalgico, appagante.
Perché con certi attori è come in famiglia… li vedi invecchiare, non ti deludono (quasi) mai, e quando credi di conoscerli ti sanno stupire.

E’ il solito inseguimenti/sparatorie, dirà qualcuno… sì, ma avercene!

Senza contare che appena dietro il pretesto narrativo dell’agente segreto che vorrebbe godersi la pensione (ma ne siamo poi così sicuri?) si nasconde una triste morale: quale che sia il nostro ruolo nella società, quando il sistema ci avrà spremuti a dovere e messi da parte, guai a chi si ritroverà solo con i propri ricordi.

Cercate di non avere solo il lavoro da rimpiangere, anche se era pirotecnico.

Cercate di avere amici e una persona da amare.

Rifletteteci.



Questo post è un contributo di Ezia, ospite del mio Blog.

sabato 23 marzo 2013

Andiamo a votare

Andiamo a votare. Andiamo a votare. Andiamo a votare. Andiamo a votare. Andiamo a votare. Andiamo a votare. Andiamo a votare. Andiamo a votare.

Di fronte a chi non rispetta niente e nessuno. Impossibile fare alcun genere di accordo.
Insulti al Capo dello Stato. Sopralluoghi al cantiere TAV che diventano ispezioni nonostante le regole dettate dal Presidente di Camera e Senato. Populismo allo stato puro. Demagogia. Insulti alle formazioni politiche ed ai rappresentati.

Perché perdere tempo?  Inutile ogni tentativo.

Andiamo a votare. Andiamo a votare. Andiamo a votare. Andiamo a votare. Andiamo a votare. Andiamo a votare. Andiamo a votare. Andiamo a votare. Andiamo a votare. Andiamo a votare.

venerdì 22 marzo 2013

La Madre






La paura, come il Diavolo, si nasconde nei dettagli.

Un’ombra percepita con la coda dell’occhio, l’anta socchiusa di un armadio, un rumore non familiare all’interno della nostra stessa casa…

Il cinema questo lo sa assai bene: appena il mostro esce dall’ombra e si rivela nella propria totalità, cessa di essere tale.
E’ qui che la storia deve fare un salto di qualità per continuare a tenere in pugno il cuore (e lo stomaco) dello spettatore, altrimenti la noia – o peggio il ridicolo – sono dietro l’angolo.

La Madre esordisce in modo intrigante con tinte cupe e fredde che non sono solo quelle della stagione invernale, ma anche quelle ben più raggelanti dell’attuale congiuntura socio-economica.

Si prosegue con una piega della vicenda che crea le basi per classiche situazioni de paura. Qualche buona invenzione visiva non manca, seppur con molti, forse troppi, debiti verso l’horror giapponese ed il filone “pediatrico” (voi non ne avete abbastanza dei disegnini a pastello utilizzati per rendere inquietanti i titoli di testa? Io sì, ma vabbe’).

Giunti in vista del traguardo, con l’inevitabile epifania dello spettro, il regista Andres Muschietti compie il salto di cui sopra… ma lo fa verso il melodramma natalizio.
E non aggiungo altro.

Dimostrazione di come si possa rovinare un buon film anche nel finale e con l’uso eccessivo degli effetti digitali, La Madre vi farà rimpiangere il costo del biglietto soprattutto per un motivo: ma dico io, con quel popo’ di premessa pessimista e di sviluppo iper-realistico, perché cavolo non avere il coraggio delle proprie azioni fino in fondo?!
Certe storie non devono finire bene per forza. Punto. Mica siamo a Disneyland!
Inoltre, con tutte le concessioni fatte alla sceneggiatura in novanta minuti (prima fra tutte la sopravvivenza delle piccole abbandonate) venire presi per il culo negli ultimi dieci non è bello.

Riflessione finale: se rimango per cinque anni da sola in un bosco, mi garantite che dopo vengo affidata ad uno zio come Lucas/Nikolaj Coster-Waldau?
Sì?
… a me la capanna!!!



Questo post è un contributo di Ezia, ospite del mio Blog.

domenica 17 marzo 2013

Guerre Stellari

Tanto tempo fa, in una galassia molto molto lontana...
Vista in tre differenti serate con le mie bimbe, questa intrigante fiaba trasporta in un universo a noi ignoto trame note sin dall'antichità.
Se imparare a vivere fosse una semplice addizione di esperienze, tutti ne saremmo capaci, e non ci sarebbe bisogno di nessun romanzo o film di formazione.
Ma l'essere umano é fatto in maniera tale che deve sempre, per procedere in avanti, retrocedere verso il suo nucleo più essenziale.
E' quello che accade in Star Wars. Per crescere e diventare un uomo, Luke deve sconfiggere la parte malvagia del padre (una sorta di complesso di Edipo senza madre), il tutto farcito di battaglie spaziali, modi inesplorati, popoli di ogni tipo.
La storia fa immediatamente presa, perché è quella che ognuno di noi ha sempre immaginato nel percorso che dall'infanzia porta al mondo degli adulti.  Magari senza Chubeka!

sabato 16 marzo 2013

Sporcarsi le mani

La votazione, che oggi ha portato all'elezione quale presidente del Senato, l'ex Procuratore antimafia Libero Grasso deve far riflettere più di un elettore grillino e il leader (pardon portavoce unico) del Movimento 5 Stelle.
Fare politica é sporcarsi le mani. Fare politica é prendere posizione.
Se non si é capaci di fare questo tipo di equazione, é meglio lasciar perdere. Di gente che  critica e non fa nulla ne abbiamo vista e sentita già troppa! Vogliamo gente che lavora, si rimbocca le maniche e, visto che é stata eletta e viene pagata per questo, si sporca le mani.
E' difficile, complicato, fa perdere la pazienza. Ma restare immacolati e sbraitare non serve a nessuno.

venerdì 15 marzo 2013

Zagor



Il tratto grafico di Zagor deve piacervi, viceversa l'eccesso di chiaro - scuro può risultare cupo. I visi ed i luoghi sono sempre tenebrosi anche se dopo un po ci si fa l'abitudine.
La foresta di Darkwood, fa da lugubre cornice.
Tutta questa cappa oscura fa del fumetto di Zagor un noir? In parte certamente si, se non fosse per Cico, l'inseparabile compagno!

Le avventure di Zagor saccheggiano a piene mani l'immaginario collettivo! Mostri, robot, alieni, vampiri, pazzi scienziati, banditi e scriteriati. Cosa li muove? Bella domanda.
Il nostro eroe se lo chiede e quando coglie l'impossibilità di redimere il cattivo di turno, suo malgrado, lo abbatte.

martedì 12 marzo 2013

Vita e Destino - il libro

 
"Ho appena terminato un grande romanzo a cui ho lavorato per quasi dieci anni…
Scriveva nel 1960 Vasilij Grossman, scrittore noto in patria sin dagli anni Trenta (e fra i primi corrispondenti di guerra al seguito dell'Armata Rossa, nell'inferno di Treblinka).
Non sapeva, Grossman, che in quel momento il manoscritto della sua immensa epopea (che aveva la dichiarata ambizione di essere il Guerra e Pace del Novecento) era già all'esame del Comitato Centrale.
Tant'é che nel febbraio del 1961 due agenti del KGB confischeranno non solo il manoscritto, ma anche le carte carbone e le minute e perfino i nastri della macchina per scrivere: del "grande romanzo" non deve rimanere traccia.
Gli occhiuti burocrati sovietici hanno intuito subito quanto fosse temibile per il regime un libro come Vita e Destino: forse più ancora del Dottor Zivago.
Quello che può sembrare solo un vasto, appassionante affresco storico si rivela infatti ben presto, per ciò che è: una bruciante riflessione sul male.
Del male (attraverso le vicende di un gran numero di personaggi in un modo o nell'altro collegati fra loro, e in mezzo ai quali incontriamo vittime e carnefici, eroi e traditori, idealisti e leccapiedi - fino ai due massimi protagonisti storici, Hitler e Stalin).
Vasilij Grossman svela con implacabile acutezza la natura, che è menzogna e cancellazione della verità mediante la mistificazione più abietta: quella di ammantarsi di bene, un bene astratto e universale nel cui nome si compie ogni atrocità e bassezza, e che induce a piegare il capo davanti alle sue sublimi esigenze.
Libri come Vita e Destino, ha scritto George Steiner, eclissano quasi tutti i romanzi che oggi, in Occidente, vengono presi sul serio". (tratto dal libro).
 


Vita e Destino é certamente il ritratto dell'Unione Sovietica di fronte alla lotta per liberare Stalingrado. Ma é anche molto altro. E' l'identificazione del male in ogni sua forma, la cristallizzazione della lotta tra due terribili dittature: il Comunismo di Stalin e il nazismo di Hitler. Entrambe uguali e per questo destinate a sfidarsi. Che soddisfazione c'è nel vincere una guerra contro l'uno se poi governa l'altro? Questo libro coglie le debolezze umane, i desideri, le speranze e le paure, con una prosa poetica senza pari. Non é breve, ma arrivati in fondo resterete senza fiato.

sabato 9 marzo 2013

Signori si nasce

Film del 1960 diretto da Mario Mattioli. Un fantastico Totò accompagnato da Peppino De Filippo, riescono a donare oltre un ora e mezza di risate.
E che dire delle bellissime Delia Scala, Angela Luce e Liana Orfei? La commedia italiana nei suoi anni migliori. Un Principe De Curtis al meglio della forma.

Come a scuola


L'età dell'innocenza si é allungata. incredibilmente allungata! Al punto che un anziano signore over 70, credendosi ancora alle elementari non disdegna la giustificazione causa malattia per dribblare le interrogazioni.
O forse, come ben illustra la foto del post, i giudici li vuole vedere solo da lontano! 
Ed ecco la congiuntivite :)
Abbassate la luce, dotatelo di cane lupo e bastone bianco, qualsiasi cosa, ma portatelo davanti al bancone ove la frase "La legge é uguale per tutti" acquista un significato.
Oddio! non ci vedo più dalla fame...

venerdì 8 marzo 2013

Tex nell'inferno verde




Una buona grafica non tiene in piedi una storia senza capo né coda!
Tex manda il figlio nella Giungla a titolo di terapia per svagarlo - é reduce da crisi post traumatica per la morte di un amico. Poi scopre che ci sono pericoli che si addensano sulla spedizione giunglesca e allora la insegue per dare manforte. Nella giungla si scopre che gli amici sono nemici, ci sono i traditori, gli indigeni sono incazzosi e tirano frecce a tutti. Con un linguaggio melenso e una storia pietosa si arriva alla fine del fumetto. Si scopre il cattivone - che poi era l'amicone, non si capisce un cappero del motivo del tradimento ma tutto finisce a tarallucci e vino. Che spreco di carta!

martedì 5 marzo 2013

Fanculo in streaming

Scritta di getto e con la schiuma alla bocca.
Se il M5S ha deciso di affossare il Paese si assuma le proprie responsabilità.
Torniamo subito a votare e diciamo in tutte le piazze il perché dell'impossibilità di formare un Governo necessario al bene di tutti.
Poi però Grillo non ci rompa più le scatole con le sue baggianate  a fin di bene.
Dopo vent'anni di clown vogliamo decenza e non un altro clown meno simpatico dell'originale.
Voglio vedere il bluff! Voglio vedere il 51% sognato dal sindaco di Parma.
Poi però i danni li paghino loro e non sempre gli stessi cittadini.

domenica 3 marzo 2013

Capitan America - il film

Bello!
Costruito intorno al personaggio dei fumetti, reso credibile e riportato in un clima anni 40 veramente degno di nota.
Ancora una volta lo scontro tra il bene ed il male. Ancora una volta il male (ovviamente dalla parte dei crucchi nazisti) é impersonale, malvagio e sgraziato mentre lo yankee belloccio, con tutti i suoi crucci rappresenta il bene.
E' un fumettone ovvio! Guai a non accettare questo assunto. Eppure, coglie il segno per la semplicità, l'innocenza, la voglia di fare il proprio dovere, di innamorarsi della vita, di desiderare che dopo la guerra torni il sereno. Assolutamente da gustare.

Nido


Ultra