mercoledì 30 marzo 2022

Against the ice


Basato su una storia realmente accaduta, il bellissimo film, fatto di freddo, neve, spazi bianchi e vuoti, ma anche di tenacia, un pizzico di follia e la certezza di essere sostenuti dal proprio senso del dovere, riesce a bucare lo schermo, a farci cioè vivere il senso di solitudine, straniamento e speranza che tiene uniti due uomini per anni in un territorio inospitale.
Un racconto di coraggio, sopravvivenza e tanto tanto tempo da far passare in attesa dei soccorsi a cui poter dimostrare l'inesistenza del canale di Peary, rispedendo così al mittente le aspettative americane sul grande territorio ghiacciato. 
La storia darà ragione alla Danimarca... viceversa il riscaldamento globale finirà per lasciar loro (anche se nel frattempo la Groenlandia si è smarcata anche da qui) solo sassi e desolazione... fine dei ghiaccioli.

domenica 27 marzo 2022

Un Re non muore


In una delle definizioni più celebri e precise riferite agli scacchi, il campione del mondo Garry Kasparov definì il gioco delle sessantaquattro case "lo sport più violento che esista", mirato alla distruzione mentale dell'avversario.
Per Anatolij Karpov, che con Kasparov diede vita a un'interminabile contesa per il titolo di migliore al mondo, gli scacchi sono una combinazione di arte, scienza e sport.
E non è certo un caso se Marchel Duchamp ne rimase colpito al punto di abbandonare una carriera di artista acclamato e rivoluzionario per dedicarsi agli scacchi a tempo pieno, sfidando tra gli altri Salvador Dalì, la scrittrice Eve Babitz e il compositore John Cage.
Del resto, chiunque abbia provato il piacere tattile di spostare un pezzo sulla scacchiera se che gli scacchi sono molto di più di un semplice passatempo.
Per Ivano Porpora, romanziere e insegnante di scrittura, gli scacchi non sono solo una passione folgorante, ma un filtro attraverso cui leggere la realtà.
Il matto affogato, il gambetto, l'apertura spagnola e le sue varianti diventano un simbolo, ogni strategia una metafora, ogni scelta un bivio cruciale verso l'unico destino possibile di una partita: l'ultima mossa fatale.
Dal trionfo più glorioso alla disfatta più epica, ogni partita é una narrazione a sé stante, frutto dell'unione  e dello scontro di due personalità uniche capaci di trasformare la fitta trama di combinazioni in un'opera.
Le imprese dei grandi scacchisti, le combinazioni di Tal' e le intuizioni di Fischer o Capablanca assomigliano ai versi dell'Achmatova o di Brodskij ai racconti di Salamov, alle inquadrature di Herzog.
Come i grandi artisti possono far risuonare la propria opera nel quotidiano, così il gioco degli scacchi si propaga al di là dell'ossessiva combinazione di case bianche e nere, parlandoci del possibile e dell'infinito, della nostalgia e del coraggio, ma soprattutto del nostro bisogno di provare a interpretare la realtà.

Metafore e paragoni tra vita, letteratura e il gioco degli scacchi... "Fin da quando riuscirai a far credere che le mosse che fai nella vita sono parti di un pensiero pianificato, e non colpi oscuri e speranzosi di qui e di là confidando nella mano di Dio, nel destino, nella fortuna del principiante - non nel merito, no"...

Certo è che, appena prendi confidenza con il gioco, molti sono i paragoni nella caccia al Re che, appaiono sulla scacchiera e ti fanno ricordare la vita di ogni giorno... questo testo prova a descriverlo, anche se sempre non riesce come vorrebbe.

 

venerdì 18 marzo 2022

A mente fredda

Sembra quanto mai puntuale guardare questo film che ci riporta ai timori di una guerra nucleare contrapposti USA e URSS... Siamo nel 1962 e la crisi dei missili a Cuba si avvicina. Per sventarla si scatena una guerra di spie che non lascerà alcuno scampo ai protagonisti..
In mezzo a tutto ciò, ecco spuntare un campione di scacchi caduto in disgrazia, alcolizzato e rassegnato di fronte ai mali del mondo. Certo la sua capacità di analisi è rimasta intatta ed anzi, in una guerra senza esclusione di colpi finisce per apparire il più forte, quello capace di meglio interpretare fatti e nozioni per trasformarle in azione. Certamente un ottimo film di spie, un bel film sul gioco degli scacchi, uno sul clima respirato in quegli anni oltre cortina... Alla situazione di allora va solo sostituita (e non è poca cosa) la scala di valori che muoveva i due contendenti. Da un lato il capitalismo, accompagnato dalla libertà, dall'altro il comunismo e la speranza nell'uomo nuovo, libero dai legami del capitale... oggi, viceversa, una cleptocrazia assetata di potere e una serie di piccoli e grandi Stati che, pur a fatica, vogliono continuare a vivere in pace e nel benessere.. 
 

martedì 15 marzo 2022

Adam Project


Adam Reed torna indietro nel tempo per chiedere aiuto a sé stesso tredicenne. Il motivo? Fermare i viaggi nel tempo prima che siano inventati ma soprattutto salvare suo padre da morte certa e quindi riparare tutti i conseguenti problemi psicologici... ci fosse mai un film in cui il rapporto padre - figlio, moglie rimasta e quant'altro non viene rispolverato. E tuttavia mi vien da dire... ma se dopo la Grecia Antica, sul rapporto figliale oramai tutto è stato scritto, che li facciamo a fare questi film? 
Ho una mia teoria: oramai queste cose sono entrate nel nostro conosciuto. Sono mito e certezza... ce li hanno raccontati in tutte le salse che fanno parte del nostro essere, come cosa facente parte del nostro patrimonio di conoscenze dirette o indirette... ecco, quindi che parlarne consente al pubblico di rivedere un vissuto... e quindi accettare senza troppe discussioni la trama (carina per l'amor del cielo) senza farsi troppe domande... ed accettando anche che la fisica qui proprio non c'entra nulla. 

venerdì 11 marzo 2022

La misteriosa fiamma della Regina Loana


Questo romanzo, benché illustrato a colori, é dominato dalla nebbia.
Nella nebbia si risveglia Yambo, dopo un incidente che gli ha fatto perdere la memoria.
Non la memoria che i neurologi chiamano "semantica" (Yambo ricorda tutto di Giulio Cesare e sa recitare tutte le poesie che ha letto in vita sua), bensì la memoria "autobiografica", non sa più il suo nome, non riconosce la moglie e le figlie, non ricorda nulla dei genitori e della sua infanzia.
Accompagnandolo nel lento recupero di se stesso, la moglie lo convince a tornare nella casa di campagna dove ha conservato i libri e i giornalini letti da ragazzo, i quaderni di scuola, i dischi che ascoltava allora.
Così in un immenso solaio, tra Langhe e Monferrato, Yambo rivive la storia della propria generazione, tra Giovinezza e Pippo non lo sa, Mussolini, Salgari, Flasch Gordon e i suoi temi scolastici di piccolo Balilla.
Si avverte di fronte a due vuoti ancora nebbiosi, le tracce di un esperienza forse atroce, vissuta negli anni della resistenza e l'immagine vaga di una ragazza amata a sedici anni e poi perduta.
Interviene un secondo incidente.
Yambo è ora in coma, ma rivive a spirale, tra folate di nebbia intermittente, ogni momento degli anni fra infanzia e adolescenza sino a quando, in una sorta di apocalisse benevola, tra il trentatreesimo canto del Paradiso, Bing Crosby, Don Bosco e le scale di Wanda Osiris, sta per avere la visione finale. Ma....

Seguo il filo rosso, segnato dai precedenti testi di Oliver Sacks... in uno di questi c'é un richiamo ad un libro di Eco... casualmente presente nella mia piccola libreria, occasione in più per leggerlo. 
Ed in effetti, il primo aspetto è una trasposizione dei mali descritti da Sacks in forma romanzata, italianizzata... un uomo di mezza età che perde la memoria e per ricostruirla deve fare ricorso in parte a quella degli altri, in parte alla carta... insomma non una vita vera, ma una di carta, di dischi, di riviste, libri, giornali, quaderni di scuola... tutti utili a fargli tornare piccoli sprazzi di vita.
Ed in questo vissuto, anche il rimosso. Non è un caso che "quando si parla di morti, si parla di vivi" e viceversa... così ritroviamo un pezzo di storia passata, e velocemente rimossa... la guerra partigiana, il dopo guerra, torti subiti e vendette, i nostri topoi, fatti di cinema, televisione, radio, cultura alta e popolare... un richiamo al quesito fondamentale: "noi siamo frutto del contesto? del mondo che ci sta intorno?"... in attesa che la filosofia metta la parola fine sulla vicenda, leggiamo.


domenica 6 marzo 2022

Motherless Brooklyn


Grande, anzi grandissimo Edward Norton, e che dire poi di Alec Baldwin e di (seppure per pochi minuti) Bruce Willis? E che diamine! Tante le trame che si affollano. La malattia mentale da tenere a bada, una città in crescita che ha bisogno di un disegno, di un'idea... ma che come tutte le idee ha un costo e qualcuno che lo paghi.
E poi segreti, ricatti, potere, follia, sogni e speranze, lotta e disillusione...
Ma di cosa è fatta una città, se non della vita delle persone che ci vivono?
Uno fra tutti è Lionel  Essrog investigatore a servizio di Frank Minna. Lionel ha la sindrome di Tourette... mica facile conviverci... ma questo gli permette di avere una memoria incredibile, una grande lealtà al suo capo e una mente analitica.
Così quando Frank viene ucciso per Lionel è normale cercare di fare ordine.
E fare ordine in una città come New York significa combinare qualche disastro... soprattutto se si vanno a toccare gli interessi di Moses Randolph, urbanista e politico che vuole trasformare la città. Tra inseguimenti, ricatti, proposte, proteste e sogni infranti il buon Lionel arriverà alla verità e renderà giustizia a molte persone. Davvero bello!

Cani sciolti


 Ma dei due, chi inganna chi? E chi li inganna entrambi? Una serie di colpi di scena evidenziano che dietro ad ogni azione c'é qualcuno che trama nell'ombra.. intanto facendogli rapinare una banca che contiene il denaro sporco della CIA e non solo quello di un narcotrafficante messicano... così i nostri due si vedono costretti, dopo essersi sparati addosso, a collaborare. Non sarà facile ovvio, ma alla fine il bene trionfa. Oppure no? Un film movimentato, certo divertente ove il buon Denzel fa coppia con Mark Wahlberg. A volte si deve accettare una virata al comico che non guasta ma rischia di buttare in burla anche le peggiori situazioni.
Divertente senza dubbio lo è... se si accetta che i buoni non possono morire... al massimo prendere un sacco di legnate.

Monte Lema

Dopo tanto tempo chiuso in casa ecco uno spazio per tirare il fiato. Una camminata in montagna con Franca. Andiamo al Lema. Lei non c'é mai stata.. io una volta sola. Anche se il freddo pizzica la salita ci scalda subito e piano piano, senza quasi incontrare anima viva arriviamo sulla cima. Pianura Padana coperta dallo smog, nulla da vedere, un vero peccato. Fanno però capolino i 4000 dal Rosa in poi e tanto basta. Sulla cima pochi intirizziti compagni di salita... che però subito si disperdono.
Non andiamo oltre, per oggi è sufficiente. La discesa è lunga e perigliosa, soprattutto per le tante foglie che nascondono il fondo dei sentieri... ma rieccoci all'auto. Fantastico, ricarichiamo le batterie.








 

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