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domenica 14 febbraio 2021

Sciatteria


 Ha suscitato reazioni indignate il documento redatto dall'ASL n. 5 di La Spezia, ove per accedere alle vaccinazioni contro il Covid 19 si finisce per includere tra i soggetti a rischio gli omosessuali. 
Ma mentre tutti si sono (giustamente) infuriati per l'evidente discriminazione nei confronti di una libera scelta sessuale, nessuno pare essersi urtato per un altro aspetto: Quando la direzione dell'ASL n. 5 ha candidamente dichiarato che, l'errore nasce dall'aver copiato pedissequamente un vecchio modulo per la donazione del sangue, nessuno, ma dico nessuno, si è seriamente incazzato per la sciatteria, per la poca voglia di lavorare, per l'assenza di attenzione per il proprio lavoro, tanto più che si rivolge a persone e non a patate... questo è il vero dramma.... il non saper lavorare.



sabato 25 novembre 2017

Alta Voracità

Leggere questo testo del 2011, prima che il M5S diventasse quel che è, prima della Parma di Pizzarotti, prima della giravolte di questo Movimento e della Casaleggio... insomma, prima... è rivelatore di come sia facile, anzi facilissimo, dare addosso ad un cadavere (il nostro sistema politico italiano) e quando poi occorre governare, nascondersi dietro il "non lo faccio" o peggio...
Non ce l'ho con i "Grillini", ce l'ho con la gente che non capisce, che ogni volta è sempre una burla. Non esistono i dettami per cui: "noi siamo i buoni e loro i cattivi", non esistono gli onesti a prescindere, così come non esiste il rimedio esatto per tutto.
Esiste l'onestà, quella si. Quella va usata. Quella va applicata... rinunciare ai rimborsi elettorali è un bel modo di presentarsi... ma non basta. E, magari vincendo le prossime politiche, poi sarà necessario governare... e mutare in azione le tante, troppe chiacchiere... non dimenticando che la democrazia non accontenta tutti, molti forse, ma non tutti... Auguri.
 
"Siamo un Paese di terza categoria, con una economia allo sfascio e intere generazioni votate alla disoccupazione? Colpa del posto fisso, delle pensioni, della sanità, della scuola e soprattutto del fatto che mancano le grandi opere.
Questo ci ripetono politicanti incalliti e tecnici riciclati, mentre una riforma dopo l'altra ci privano dei nostri diritti fondamentali: un lavoro sicuro, una vecchiaia dignitosa, la salute e l'istruzione.
Non ci sono i soldi, ci dicono. Falso. I soldi ci sono: peccato che chi ci governa li investa in stipendi e privilegi parlamentari o in progetti senza senso.
Quante risorse stiamo sprecando in nome della loro megalomania o dei loro interessi, nello stesso momento in cui ci chiedono sacrifici, sacrifici e altri sacrifici?
Questo libro é un racconto, una denuncia, un prontuario di sopravvivenza, un grido di battaglia, per non restare soli ciascuno di fronte al proprio grane o piccolo scempio, al cantiere inutilmente aperto sotto casa propria, alla catastrofe economica incombente sui propri figli.
Perché invece il problema è di tutti.
Dalla TAV in Val di Susa, fino al Ponte sullo Stretto di Messina, passando per le spiagge devastate della Sardegna e l'incubo della Salerno - Reggio Calabria, si trivella in mare per un petrolio che non c'é, si bucano le montagne per treni che non passeranno, si inquinano falde acquifere per creare basi militari, ci si toglie l'aria con gli inceneritori.
Perché?
Per imbandire un banchetto aperto a tutti - industria, politica, e malavita - ma non ai cittadini, tenuti divisi e disinformati per poter ripetere a ciascuno "siete gli unici che si oppongono al progresso".
Non è vero! Siamo in tanti che si oppongono alle insensate vessazioni di una politica che non ci rappresenta più; difendiamo il territorio per creare benessere, bonifichiamo il parlamento per proteggere il futuro".
 
 

sabato 17 giugno 2017

Sorvegliare e Punire

"Si imprigiona chi ruba, si imprigiona chi violenta, si imprigiona chi uccide Da dove viene questa strana pratica, e la singolare pretesa di rinchiudere per correggere, avanzata dai codici moderni? Forse una vecchia eredità delle segrete medievali? Una nuova tecnologia piuttosto: La messa a punto tra il XVI e XIX secolo di tutto un insieme di procedure per incasellare, controllare, misurare, addestrare gli individui, per renderli docili e utili nello stesso tempo. Sorveglianza, esercizio, manovre, annotazioni, file e posti, classificazioni, esami, registrazioni. Tutto un sistema per assoggettare i corpi, per dominare le molteplicità umane e manipolare le loro forze, si era sviluppato nel corso dei secoli classici negli ospedali, nell'esercito, nelle scuole, nei collegi, nelle fabbriche: la disciplina".
 Il XVIII secolo ha senza dubbio inventato le libertà, ma ha dato loro una base profonda e solida, la società disciplinare, da cui dipendiamo ancora oggi.
Il libro passa dalla descrizione di un supplizio (nel 1757) a quello di un impiego carcerario (nel 1825); in questo lasso di tempo cambia tutto. Si introducono i Codici, si riforma la Giustizia, scompaiono (quasi) i supplizi, la punizione si nasconde. Perché?
Se dovessi descriverla con parole semplici, userei la descrizione data da Sant'Agostino: "il male è una perdita di tempo".
Tradotto: in una società che diviene capitalista, in cui il tempo ha un costo, diviene meno oneroso incasellare la repressione penale in un meccanismo amministrativo ed in un atto procedurale. Non si vuole che i boia assomigli (o peggio superi) il criminale, trasformandolo in un martire.
La certezza di essere puniti e non la rappresentazione della punizione deve tener lontani dal delitto. Il castigo è passato da un'arte di sensazioni insopportabili a un'economia di diritti sospesi.
Il corpo diviene forza utile solo quando è assoggettato e produttivo.
E' così che con la nascita di una borghesia commerciale (che si sostituisce al Re) il legalismo dei diritti diviene illegalismo dei beni... dalla sovranità monarchica esagerata, ma spesso inerte e soggetta a tolleranze e desuetudine, si passa ad una pena mite ma certa.
Si illustra infine il sistema carcerario, la sua finalità (il Panopticon) ed i risultati che si vogliono ottenere. Libro da leggere assolutamente per capire la società odierna.
 

 
 

mercoledì 5 aprile 2017

L'Italia dei Sindaci

 
Da Nord a Sud, da Est ad Ovest... Chiusi, Fiuggi, Messina, Airole, Ancona, Reggio Emilia, Ivrea, Bollate, Udine, Maddaloni, Marostica e poi un'intervista a Piero Fassino, sindaco di Torino e presidente dell'ANCI.
Tutto questo ed altro ancora, contiene il libro scritto e pubblicato nel 2015 da Marco Giacosa e dedicato ai sindaci italiani, alle loro tribolazioni, ai dilemmi quotidiani, al far fronte alla crisi ed ai pochi soldi a disposizione.
E' un chaiers de doléances ove le parti buie sopravanzano quelle brillanti, dove assistiamo a veri atti di eroismo da parte di italiani seri, precisi, impegnati, capaci, che mettono se stessi in gioco per la propria comunità, per il proprio comune, per dimostrare che lo Stato esiste.
Funzionari che non collaborano, programma politico da rispettare, non farsi raccontare bugie da chi tiene i conti, farsi giudicare per le cose fatte, per come le si è fatte e non per quelle dette.
E poi ancora: partiti politici che mettono il becco; in questo bisogna dirlo tutti i colori  le aree di appartenenza sono uguali, pensano solo al loro rendiconto, il Sindaco è vissuto come una necessità per dare visibilità, ma poi o lo si abbandona o lo si ostacola perché è temuto come potenziale competitor e per la sua vicinanza al territorio...
I servizi gratuiti non si possono più dare, bisogna risparmiare su tutto (dicono a Fiuggi), il project financing è fallito, ci si fissa sul cavaliere bianco che viene da fuori ma sei tu e solo tu, quello che deve creare le condizioni.
A Messina cercano di combattere l'ego e l'ignavia, il luogo più sacro della città è il Comune, non la Cattedrale, perché fedeli sono molti ma cittadini tutti e solo la cultura sconfigge la Mafia e il substrato che l'alimenta.
Ad Airole: facciamo tutto noi, anche le corone per il 4 Novebre, recuperate dai funerali, per gli eventi non chiediamo le autorizzazioni, tempo perso, costi e burocrazia. Ci prendiamo i nostri rischi, l'alternativa è non fare nulla. Quando vengono i controlli? Fate quello che dovete!
Altro problema è la Lobby dei software: per fare il bilancio serve il SW ma lo Stato non te lo fornisce e pretende il risultato a costo invariato! Ma non hanno vergogna?
Sulla difficoltà di fare le cose: Troppo dibattito? Ad un certo punto ci può essere un totalitarismo della democrazia...
Ottima lettura, per farsi un'idea dei nostri tempi.
 

domenica 18 dicembre 2016

il rovesciamento della medaglia...

Esiste un rimedio, serio, duraturo ed efficace per ridare un ruolo alla politica ed allontanare il malaffare dai palazzi? Forse.
Innanzitutto prendendo atto che, i politici non sono più in grado di far nulla.
Come diceva Max Weber, una volta che un organismo burocratico è creato, nulla potrà distruggerlo e soprattutto nulla potrà fermarlo. Esso si perpetuerà, inventandosi un lavoro che non esiste, pur di giustificare la sua esistenza.
Ora siamo oltre, la burocrazia, creata per assicurare posti di lavoro (e quindi non per svolgere un compito), si autoalimenta e non si giustifica più. Inoltre, essendo intoccabile (e poi preciserò questo aspetto) si corrompe senza remore, divenendo insostituibile sostegno al politico - a volte colluso, a volte incolpevole - ad un prezzo ingiusto per la collettività.
Prendiamo il caso Roma. Chi è finito in galera sino ad oggi? Funzionari corrotti, di cui i politici, a prescindere dal colore politico, non hanno saputo o voluto fare a meno.
Ora, hai un bel dire, voto questo, voto quello... se poi chi guida la macchina non lo vota nessuno e anzi decide lui dove andare... che voti a fare?
Se da un lato il pubblico dipendente (servitore dello Stato) deve essere ben pagato e valorizzato, in un sistema di valori meritocratico, con programmi, strumenti, dotazioni all'altezza della progettualità che si intende dare al futuro... dall'altro occorre fare in modo che i corrotti, i ladri, i furbi, debbano dare conto insieme ai politici ed essere votati... e quindi se incapaci, se ladri, se corrotti, se pericolosi, allontanati.
Viceversa assisteremo, come è sotto gli occhi di tutti, alle turpi vicende romane. Dove puoi così scegliere. Tanto non cambia nulla.

L'economia sociale in Italia - Rivista