giovedì 28 febbraio 2019

Logan Lucky

Perché i Logan sono così sfigati? E come mai la loro fama li precede ovunque?
Ce lo rivela questa divertente commedia, che vede appunto, i due fratelli Logan, tentare la truffa che darà una svolta alle loro vite.
Ma, appunto, nell'America profonda, che più profonda non si può, fatta di Nascar, Pub, camionisti e birre, personaggi strani di ogni tipo… cosa porta i Logan ad essere noti (persino tra i carcerati di una vicina prigione) per la loro incredibile sfiga, al punto che non se li fila nessuno?
Divertente commedia, ove Channing Tatum, Adam Driver, Daniel Craig e molti altri visi noti del cinema americano, si cimentano in questa storia, senza tempi morti, sempre sul filo dell'umorismo, che quando deraglia lo fa apposta e per bene… e di una tensione benevola, ove il rischio non è di essere arrestato ma di farsi scoprire a ridere delle incapacità altrui: vedi la trattativa carcerati direttore, o lo scambio di battute tra guardiani del Nascar e i Logan…
E allora, giunti alla fine del film, ci chiediamo: è finalmente finita la nomea di sfigati dei Logan? il film questo non ce lo dice… o meglio ce lo fa solo intuire. E io, non volendo rovinarvi il divertimento, vi lascio con questo dubbio….

domenica 24 febbraio 2019

Autorità e Individuo

Padre della filosofia analitica, autore insieme a Whitehead dei monumentali Principia Mathematica, premio Nobel per la letteratura nel 1950, Bertrand Russell è stato una delle poche "voci della coscienza" della prima metà del XX secolo.
In Autorità e Individuo, pubblicato nel 1949, agli inizi della guerra fredda, affronta il tema del rapporto tra le libertà del singolo e la necessità di un'organizzazione sociale (troppa poca libertà porta al ristagno e troppa libertà porta al caos).
Nella sua prosa lucida, non priva di humor, Russell individua gli scopi primari di un governo - sicurezza, giustizia, conservazione -, ricordando come la sicurezza sia un fine dettato dalla paura e sottolineando i limiti della giustizia (c'é giustizia dove tutti sono egualmente poveri così come là dove tutti sono egualmente ricchi, ma sarebbe vano rendere più poveri i ricchi, ove questo non servisse a rendere più ricchi i poveri).
Analizza i meccanismi di solidarietà e ostilità (in tempi sicuri, possiamo permetterci il lusso di odiare il nostro vicino, ma in tempi di pericolo dobbiamo amarlo) e affronta il delicato rapporto tra morale individuale e morale comune (senza una morale civica le comunità periscono, senza una morale personale, la loro sopravvivenza non ha alcun valore). (tratto dal libro).
 
 
Comprato al Libraccio per 2 euro, questo libro è impagabile. Aiuta a capire, e di questi tempi ve n'é tanto bisogno, quale ruolo deve avere lo Stato, quale la libertà, l'iniziativa personale e il difficile equilibrio che nasce tra individuo ed autorità.
Benché datato - siamo nel 1949 - il messaggio resta attuale, tenuto conto che mai come oggi, tutto il - per nostra fortuna - periodo di benessere, che ha permesso all'Europa di prosperare, pare essere dimenticato da egoismi e paure… fattori che portano (tanto per cambiare) a cedere, a fronte della paura (del migrante, del diverso, dell'ebreo errante, del capitale, del vicino di casa, della povertà), a cedere libertà di fronte alle solite parole d'ordine ed al solito "uomo forte"... Vedrete che, improvvisamente, tutto apparirà chiaro. E le parole di Russell vi faranno capire che, è lo Stato che deve servire i cittadini e non viceversa… che "orgoglio" è parola buona, quando non travalica in superiorità, che la nostra società deve essere devoluta, al punto che ogni singolo può esercitare potere di rappresentanza e risolvere i piccoli problemi che danno significato al vivere in comunità (nel nostro caso complesse).



sabato 23 febbraio 2019

Chiamata da uno sconosciuto

Potremmo intitolarlo: "il film dove non succede proprio niente". Almeno sino all'ultimo quarto d'ora.
E' lì che si concentra tutta l'azione, che deve necessariamente scaricarsi come una molla, dopo tutta la tensione creata grazie a suoni e musiche, belle riprese, zoomate e ottimi effetti fotografici…
Il rischio vero è che tanta tensione finisca per distrarci, per animare i sensi oltre misura, nel tenderci nell'attesa come un gatto sulle spine, per poi non vedere appagata tanta attesa.
E dire che, il racconto parte bene… azioni quotidiane mutate in preoccupanti indizi… a dimostrare, riuscendoci, che la morte, la nostra morte, è dietro l'angolo e non ha bisogno di entrate trionfali o di "annunciaziò! annunciaziò!" come direbbero i Tre Tre (mitico trio di comici tra i quali Troisi).
Quindi, ben venga il suono esasperato, il rombo, la zumata, la ripresa che si allontana, la musica che irrompe… ogni nostro momento è passato sotto la lente di ingrandimento.
Vi è però un vero dilemma da superare, cosa che pochi registi sono in grado di fare, quello che "il troppo stroppia"... non si può vivere perennemente in tensione, non si può vivere perennemente in lutto (non a caso la società civile ha elaborato il lutto), non si può vivere sempre sulla corda… dopo un po', o si muore o ci si scoccia.
Questo è il rischio che corre, anzi in cui incappa, il film.
Ve n'é evidenza, nei momenti di tregua… la bellissima villa, circondata da lago, vento, temporale, rumori spettrali, telefoni che suonano, luci che si accendono e spengono è troppo… troppo per tutti, con il rischio di finire indigesta (cioè indigeribile, perché ingerita ma non gradita dallo stomaco) e restarci lì…  ne su, ne giù!
Lui, l'assassino, lo vediamo solo in una piccola scena, quando, finito tutto il ballare in giro (spoiler) viene portato via dalla polizia, sino ad allora è una figura scura, di cui abbiamo sentito la voce.. il respiro più che altro… e non l'alito per fortuna.
Lei, la bella babysitter, le ha fatte tutte… ha aperto, ha chiuso, ha chiamato la polizia, ha perdonato il fidanzato farfallone, ha girato per casa armata di spiedo, ha escogitato stratagemmi per fuggire, ha salvato i bambini, ha fatto zompi degni dell'uomo ragno… insomma, ha fatto la sua parte.
La storia zoppica nella trama, zoppica nei rapporti tra persone, zoppica nelle conversazioni telefoniche… insomma un'evidente zoppia che ci obbliga a giocare d'immaginazione… nel tentativo di coprire i buchi con il pensiero.. cosa che il cinema spesso ci chiede, e che anzi è la vera capacità dell'arte visiva… farci sognare, farci inserire idee, pensieri, salvo poi smentirli… i grandi registi fanno così.. Simon West no.

venerdì 22 febbraio 2019

Centomila gavette di ghiaccio

Centomila gavette di ghiaccio tratta dell'esperienza bellica del sottotenente medico Italo Serri (pseudonimo di Giulio Bedeschi) durante la Seconda Guerra Mondiale.
Inizialmente assegnato al II Battaglione dell'11° reggimento fanteria, Divisione Casale, combatte prima in Grecia.
Con questa unità, nei mesi di luglio e agosto del 1942, Serri viene inviato sul fronte russo dove partecipa alle operazioni dell'ARMIR.
Il 17 dicembre 1942 l'offensiva sovietica denominata Piccolo Saturno travolge le divisioni italiane e tedesche schierate sulla destra del Corpo d'Armata Alpino.
Per turare la falla apertasi nello schieramento, la Julia viene tolta dal Don e schierata in aperta campagna inquadrata nel XXIV C.A. Tedesco.
Verso la metà di gennaio del 1943 scatta un'ulteriore offensiva sovietica che in pochi giorni accerchia l'Armir.
Inizia così una penosa ritirata a piedi.
Si formano due principali colonne lunghe decine di chilometri che si muovono dai 10 ai 30 km al giorno, per ripararsi durante la notte nelle isbe.
Finalmente il 27 gennaio 1943 il comando della Tridentina uscì dalla sacca.
Dopo l'uscita dalla sacca, essendo il fronte ancora instabile fu necessario percorrere a piedi ancora molti km per essere infine soccorsi. (tratto da Wikipedia).
 
"Centomila gavette di ghiaccio", non con questa copertina, ma con quella bianca, Edizione Mursia, fu un acquisto - presso la libreria Grossi di Domodossola - allora mia unica fonte di lettura (stiamo parlano del 1983-1984), per tale acquisto venni rimproverato da un amico, maledetto tossico, poi morto… che mi dette del militarista… io francamente non capivo di quale terribile reato mi fossi macchiato e lo mandai bellamente a fare in culo.
La guerra non è bella, ma la si legge volentieri… forse per capire quali dinamiche ci accompagnano nel momento del pericolo, quali risorse segrete riusciamo a far emergere dal nostro io più recondito, di quali nefandezze e di quali azioni di bontà facciamo sortire di fronte alla prova estrema.
Inutile nascondere poi il mio interesse per le azioni collettive, ove il genio, la fortuna, il caso, fanno la differenza tra la vittoria e la disfatta… ove migliaia di uomini dipendono da chi le comanda e, a seconda del caso, divengono eroi, forti conquistatori o semplici fantaccini sacrificabili… Tragica azione la guerra, sempre vicina all'essere umano, sin dal suo apparire, sempre più attrezzata e tecnologica, ma non per questo meno primitiva e feroce delle origini… La storia narrata mi aveva colpito, non comprendendone appieno la portata e la dimensione… capita solo recentemente grazie al libro su Stalingrado letto recentemente e qui richiamato.
La vita è costruita su molti momenti: ciò che ci aspettiamo, ciò che viviamo, ciò che ricordiamo.
L'avanzare degli anni, sostituisce il primo periodo all'ultimo… forse è un bene, forse un semplice imbroglio... forse dovremmo vivere nel mezzo… al momento, senza alcuna idea preconcetta e senza alcun ricordo… oppure no. "Centomila gavette di ghiaccio" ha segnato la mia infanzia… sia per che a causa di… forse più per quel rimprovero che a causa del contenuto… chi lo sa? scherzi della memoria.
 

Pizzo Bandiera

Al Pizzo Bandiera ero salito oltre vent'anni or sono, in una delle poche mie scialpinistiche… ci torno oggi con Max e Beppe più che volentieri.
La giornata si preannuncia calda, ma molto molto calda… al punto che dopo pochi minuti, cominciamo a sudare copiosamente, mentre la neve si trasforma in paciocco e le ciaspole affondano... Beppe finisce in una buca, ove smarrisce il cellulare… ricerche vane, poi uno sciatore ci suggerisce di farlo suonare… (fessi noi a non averci pensato) ma "sounds good, does not work" come dice Trump… finiamo per rassegnarci… e riprendiamo a salire… ma mi accorgo subito che qualcosa non torna. Beppe sembra essere stato investito da un treno… si trascina dietro i bastoncini come se fossero le ciaspole e portarlo… Max in debito di ossigeno… forse anche lui amareggiato per la vicenda. Morale, ai piani della Rossa, la carovana si ferma… sono avanti pochi metri e capisco che per oggi è finita. Mi volto e Max mi invita a proseguire. Non mi piace andare da solo ed abbandonarli così… spero non me ne vorranno... riprendo allora a salire. Ogni tanto una pausa… neve molle sino alla cima, gran fatica. Arrivo però sul colletto prima della crestina. Lì mi cambio, metto i ramponi ed aiutato dalla piccozza salgo sino alla cima. Grande panorama e soddisfazione che mitiga il malumore nell'aver lasciato gli amici in basso.
Ridiscendo velocemente, li raggiungo e scendiamo al piano, giusto per concederci una birra. Beppe non si unisce, ancora amareggiato… due chiacchiere con Max, mentre il gestore del locale ci dà una lezione di vita… rientriamo verso casa. Una giornata con bianchi e neri… ma comunque una giornata in montagna, condivisa con gli amici. Tanto mi basta.



















sabato 16 febbraio 2019

Ciao Bruno

Muore anche Bruno Ganz. Ci lascia un grande artista tedesco ed europeo. Uno dei pochi capaci di imporsi fuori dal patrio suolo teutonico per la sua capacità di interpretare ruoli diversi e sempre originali con umorismo e forza tipici di un fuoriclasse.
Mentre tutti lo ricordano per il suo ruolo ne "La caduta"... il suo Hitler che si lancia in un incredibile sfuriata prima della fine è memorabile, io preferisco ricordarlo nel ruolo di Papa, il padrino degli spacciatori serbi in "In ordine di sparizione" riesce a dare l'idea della grande duttilità di questo autore.
Ricordiamolo così, meno negativo dell'iracondo Hitler portato sullo schermo, dell'altro bellissimo film. grazie Bruno.

Solo. A Star Wars Story


Comunque la giri, comunque la volti, ogni avventura spaziale inizia o finisce in un malfamato bar.
Ad ogni singolo episodio di questa stellare saga, l'uomo giusto, al posto giusto, si trova nel locale peggiore ed è lì che le vicende virano.. passano cioè dalla staticità del momento alla verticalità della fiaba, dell'emozione, del dispiegarsi di ogni azione coraggiosa, di tributi di vittime e di scontri indicibili… Ma lì, sempre di lì si passa. Da quel minchia di bar.
Il cinema ci ha abituato a percorre il tempo, avanti ed indietro, con storie parallele, generando l'origine di personaggi oramai consolidati nel nostro immaginario filmico, al punto che il mito ci insegue… noi vediamo il passato di un nostro beniamino e ritroviamo tutti i dettagli che lo hanno reso tale in età adulta con un gioco di rimandi che nel quotidiano e reale nostro vivere è alquanto improponibile… ma questo è il cinema! La sospensione della realtà!
Cosa diversa è, quando la sospensione si fa tale da non capirci più niente. E' il caso di questo episodio.
Intanto, pur nell'immensità dell'Universo, le trame di tutto e di tutti passano da Corellia, su Tatooine e su sperduti pianetini situati salcazzodove…
Mi viene da pensare che, se fosse ambientato a Milano, il Millennium Falcon potrebbe al massimo sfrecciare nella zona di Quarto Oggiaro senza mai uscirne… e tant'é.
Ma la storia ragazzi! La trama! Ma suvvia, chi si è ammazzato di lavoro per scrivere una siffatta storia? Ragazzi, sviluppina! sempre peggio… se dovessi rappresentare graficamente ogni episodio di questa saga, il valore degli stessi vedrebbe una linea in picchiata X= -25Y o giù di lì.
Salviamo qualcosa? Certamente gli scenari di Savareen, la battaglia per la conquista del treno contenente il coassio… Ron Howard dirige, e fa del suo meglio… ma forse questo, a volte non basta.
 

Alla corte del Duce

Chi furono gli amici di Mussolini? E fra di loro, chi lo seguì per convinzione e chi invece, per opportunismo?
Quali donne gli furono accanto nel corso della sua esistenza e quante gli diedero un figlio?
Il fascismo non fu soltanto opera di Mussolini. Nel suo insieme fu il risultato delle azioni del capo in sintonia o in dissonanza con quelle dei suoi gerarchi Roberto Farinacci, Achille Starace, Galeazzo Ciano e centinaia di altri ras del regime e dirigenti politici - che finirono ben presto col somigliare a una schiera di cortigiani: uomini all'ombra del monarca assoluto, alcuni tanto fedeli da sacrificare se stessi, altri tanto infedeli da scavagli la fossa.
Nell'ampio seguito mussoliniano svolsero un ruolo cruciale anche i capitani della grande industria privata: Giovanni Agnelli, Alberto Pirelli, Luigi Marzotto, Giuseppe Volpi e i numerosi intellettuali che appoggiarono il credo fascista - da Gabriele d'Annunzio a Margherita Sarfatti, da Luigi Pirandello a Curzio Malaparte - molti dei quali però subirono nel tempo allontanamenti e violenze.
Un'importanza considerevole ebbero le donne: la moglie Rachele, la figlia Edda, l'amante Claretta, che con Mussolini trascorse gli ultimi atti di vita, e Virginia, Giovanna, Paolina, Angela, uno stuolo di cortigiane, vere o presunte, di cui spesso conosciamo solo il nome o lo pseudonimo - come Graziosa Bocca - che provarono per il Duce intense passioni e con regolarità frequentarono i suoi uffici per fugaci incontri.
Dall'infanzia di Benito in un lembo terminale della Pianura Padana, fino a Piazzale Loreto, Antonio Spinosa ricostruisce con ricchezza di particolare e testimonianze, una ideale biografia del regime e del suo capo indiscusso attraverso le amicizie, gli intrighi, i rapporti di potere, i tradimenti, facendo rivivere le figure più note del Ventennio, ma anche quelle trascurate dalla storiografia ufficiale.
Il Duce era una maschera che seppe tenere testa ad un balletto di ombre sino a che non cadde il sipario. (tratto dal libro).
 

Un altro libro sul Duce? Ebbene si, questo argomento, esaminato da mille punti di vista, aiuta a comprendere meglio un periodo storico.
Aiuta a capire come avviene realmente un cambio così forte da portare al regime. Dimostra che, la trasformazione si ha, ove le fondamenta della democrazia sono marce o malandate… ove la fragile ed illusoria certezza dei diritti viene a poco a poco distrutta, non con colpi fenomenali, ma per assuefazione, per accettazione del meno peggio, per vantaggi meschini, per piccoli interessi da bottega, per meri calcoli di basso livello, che portano però uno Stato a morire.
Questo insegna Spinosa, nel raccontarci la Corte di personaggi che ruotava intorno a Mussolini.
Un uomo solo, non certo un superuomo come la retorica vorrebbe descriverci… uno che ha fatto dell'azzardo la sua politica di vita e che alla fine ha pagato tutto con gli interessi… qualcun altro no. 

martedì 12 febbraio 2019

Poco o Niente

C'é una paura nuova che leggo negli occhi di molte persone.
E' il timore di ritornare poveri, di andare incontro a un futuro difficile, di non sapere quale sarà il destino dei figli.
Qualche anno fa, non era così.
Ma in questo 2011, tutto è cambiato in peggio.
La grande crisi economica e finanziaria ci ha messi di fronte a una realtà che nessuno immaginava: la nostra società é fragile e il benessere che abbiamo conquistato potrebbe svanire.
Torneremo poveri come erano i nostri genitori e i nonni?
Questa incognita mi ha spinto a ricordare l'epoca che ha visto nascere e crescere fra mille stenti mia nonna Caterina Zaffiro e mio padre Ernesto, uno dei suoi figli.
Lei era nata nel 1869 nella Bassa Vercellese, in una famiglia di contadini strapelati.
Andata in sposa ad un bracciante altrettanto misero Giovanni Pansa, rimase vedova a 33 anni con 6 bambini da sfamare.
E' la sua via a farmi da guida nel racconto dell'Italia fra '800 e '900 quello che il lettore troverà in Poco o Niente.
Era un mondo feroce, dove pochi ricchi comandavano, decidevano tutto e si godevano le figlie dei miserabili.
I poveri erano tantissimi, venivano messi al lavoro da piccoli, poi l'ignoranza li spingeva a comportarsi da violenti.
Anche con le loro donne, costrette a partorire un figlio dopo l'altro, oppure ad abbandonare una famiglia brutale diventando prostitute.
Le campagne succhiavano il sangue dei braccianti, condannati a patire la fame.
Le città erano un inferno, in preda alle malattie e, torme di bambini cenciosi vivevano sulla strada mendicando.
Poco o Niente è il ritratto del nostro passato e un monito per il futuro che ci attende, pieno di incognite.
Ci farà tremare e sorridere perché la vita è fatta così. (tratto dal libro).
 
 
Forte delle conoscenze storiografiche, derivanti dai precedenti lavori editoriali, dedicati al periodo storico a cavallo tra le due guerre mondiali, Giampaolo Pansa ci intrattiene con un ritratto di un'epoca, quella contadina, che se per alcuni appare una parentesi felice e bucolica (alla Mulino Bianco per intenderci) nella realtà dei fatti era schiavitù, ignoranza, violenza e fame.
Questo lo spunto, cui fare un collegamento con la recente crisi economica (il testo è del 2011) e farci capire cosa potrebbe succedere alle nostre fragili società capitaliste e ignave… resta interessante.
 
 



sabato 9 febbraio 2019

il primo re

 
Un gruppo di uomini sporchi e vestiti di pelli, privati della loro terra e delle poche proprietà, si aggira nel bosco alla ricerca di un posto dove ricominciare. Questa è la storia. Ma, e qui sta la forza del non detto, la potenza e la capacità del film di incollarci dall'inizio alla fine, quella che scorre davanti ai nostri occhi è la nostra storia: la nascita di Roma.
E' dunque questo il motivo per cui, non possiamo fare a meno di assistere a bocca aperta, parteggiando per l'irruento Remo o per il riflessivo Romolo?
E non pare anche a voi che, Shakespeare con il suo Macbeth sia arrivato sulle rive del Tevere e ci riproponga una storia di magia, di potere, di fato, di non accettazione del destino? 
E se non è tutto questo, allora cosa fa di una strana storia recitata in un latino gutturale da uomini sporchi, violenti e nudi un vero capolavoro?
Una sola cosa: Il mito.
Quello che più di ogni altro, è stato scritto per noi.
E più potente di qualsiasi altro, perché ha generato l'impero più longevo ed immenso che la Storia ricordi.
Svelare il mito poteva dar luogo a fraintendimenti, poteva privarlo del fascino che da sempre lo agita e ci colpisce… Matteo Rovere riesce a fare il miracolo. E noi non possiamo che essergli grati, insieme agli attori, per aver creato questo piccolo grande gioiello.

venerdì 8 febbraio 2019

Outlander - L'ultimo vichingo

Un alieno cade sulla Terra del 807 d.C. e incontra una tribù vichinga. Peccato che insieme a lui sia sceso un mostro che non si fa scrupoli ad uccidere ogni essere vivente.
Alieno e Vichinghi dovranno imparare a conoscersi e lavorare insieme per cavarsi d'impiccio.
Divertente film ove la miscela fantascienza, antichità, mostri e credenze crea un buon effetto cinematografico che ci permette di vivere più mondi contemporaneamente divertendoci.
Visto a pezzetti due o tre volte, mancando sempre inizio e fine… grazie a Sky ed al fermo immagine infine riesco nell'intento… e senza rovinarmi la trama… Ah, potenza della tecnologia!!!

Stalingrado

"Stalingrado (l'odierna Volvograd) fu teatro della più lunga e sanguinosa battaglia della seconda guerra mondiale, uno scontro che durò dall'estate del 1942 all'inverno del 1943.
Il 22 novembre, per quasi trecentomila uomini della Wermacht e dei suoi alleati, chiusi in una sacca dalle armate sovietiche, iniziò un tragico conto alla rovescia.
Il freddo, la fame, la sete, le malattie, uccisero più tedeschi degli attacchi russi.
La città divenne un incubo, un cumulo di macerie, un inferno: ogni ferita era a rischio infezione, la sopravvivenza una sfida quotidiana.
Il 2 febbraio del 1943, contravvenendo all'ordine del Führer di resistere ad ogni costo, si arresero in centoventimila: di questi solo 6000 tornarono a casa dopo una lunga detenzione durata per alcuni tredici anni.
Dopo oltre cinque mesi di battaglie, il mattatoio contava più di un milione e mezzo tra morti e feriti, dall'una e l'altra parte.
Dei settantasette soldati italiani che avevano partecipato all'assedio se ne salvarono soltanto due.
Con la sconfitta di Hitler e dei suoi eserciti nella battaglia di Stalingrado, ebbe finalmente inizio il cruento crollo del Terzo Reich".
 
 
La Storia ovviamente potrà piacere o non piacere, quelle di guerra poi, ad alcuni appaiono addirittura inutili.. uno vince l'altro perde… ma a volerla leggere, anche questa storia, fatta di enormi sofferenze, milioni di uomini in gioco e molto altro, si imparano lezioni incredibili. Una delle pagine più cruente del secolo scorso e che hanno cambiato il volto dell'Europa.
 



 

mercoledì 6 febbraio 2019

The War - il pianeta delle scimmie

La saga del "Pianeta delle scimmie" è ben più longeva, anche se meno nota, di Star Wars… e tuttavia, per la sua qualità, per la credibilità della vicenda, per il tono quasi dimesso della storia, riusciamo a crederci ed immedesimarci nei personaggi, che lottano costantemente tra il riconoscimento, l'empatia, il dialogo e la paura, l'odio, l'incomprensione dell'altro.
In particolare, questo episodio, che vede ancora una volta Cesare - il leader delle scimmie - dover affrontare le complicate dinamiche della convivenza tra esseri umani e primati, non può non piacerci… nonostante alcune digressioni nel campo di "Apocalypse now" e Vietnam, con altrettanta colonna sonora… Insomma, un film che ancora una volta ci fa cogliere la difficile strada della convivenza, del voler stare in pace e non voler scegliere, quando gli altri scelgono per noi.
Bello, drammatico, a volte fuori traccia… ma pur sempre da apprezzare per la sua storia, il suo trascorso… ed il fatto che, tanto, sappiamo come andrà a finire.

Edoardo Coccini - La visione di un imprenditore


In ufficio mi capita tra le mani questo bellissimo volume, dedicato alla quarta generazione della famiglia Coccini, i pronipoti di Edoardo.
Foto stupende, resa grafica di pregio, copertina e pagine di indubbio valore.
Ma veniamo ai contenuti: Edoardo Coccini, persona intraprendente, capace di cogliere le occasioni, fiutare i cambiamenti e "cavalcare l'onda" .. ha fatto parte di quel mondo milanese, capace di trasformare, a partire dal dopoguerra, il volto di questa bellissima metropoli.
Edoardo Coccini nasce da una famiglia, che già nell'anteguerra, operava con spirito imprenditoriale nel settore tessile.
Con la fine della guerra e l'avvio della ricostruzione, Edoardo intuì che il settore tessile non avrebbe avuto vita facile, come i fatti poi hanno dimostrato, e quindi si avvicinò in maniera decisa al settore immobiliare, partecipando con altri operatori alla ricostruzione di Milano.
Mentre tra le due guerre l'attività edilizia era appannaggio delle imprese di costruzione, dopo la Seconda Guerra Mondiale, compare la figura del promotore immobiliare ambito nel quale Edoardo Coccini è senza dubbio rappresentativo.
Nei primi anni '80, Coccini intuisce la necessità, pur proseguendo nelle attività immobiliari, di differenziare l'attività del proprio Gruppo.
Nasce così il marchio Mini Hotel, una catena di Hotel di piccole dimensioni che non prevedevano l'attività di ristorazione, anello spesso debole di queste operazioni.
Questa scelta è la dimostrazione della capacità di sapersi adattare alle esigenze del mercato, prevenendone in tutto o in parte quelle famose curve sinusoidali che caratterizzano il mercato immobiliare.
La sua capacità di "speculare" (cioè guardare lontano e quindi anche prima degli altri) é un sesto senso che gli ha consentito di crescere nel tempo.

sabato 2 febbraio 2019

L'Oroscopo

Il mio collega Giampaolo ha un gusto tutto suo di fare umorismo… lo fa raramente e con una tale efficacia che, quando l'ha sparata non puoi fare a meno di dire che non vi era altra logica soluzione.
L'altro giorno, a proposito dell'oroscopo, che soprattutto all'approssimarsi del Capodanno, impazza, per poi sparire nel nulla così da farci dimenticare le promesse tradite, se ne esce dicendo "si, ma come tutte le previsioni, si avvererà nella seconda metà dell'anno"... a procrastinare così il lieto fine predetto.. a quel mai che non si vuol disvelare.
Ecco, a sentire i nostri governanti, in questi giorni in cui, TUTTI gli organi finanziari dichiarano lo stop dell'economia, la recessione tecnica, il flop della crescita italiana, rispondere dicendo che, a breve arriverà il boom (Di Maio), ci sarà una ripresa (Conte), andrà tutto meglio (tutti gli altri)… mi viene da ricordare la freddura di Giampaolo… certo, ovvio… ma solo a partire dalla seconda metà dell'anno…

venerdì 1 febbraio 2019

Mortdecai

Divertente e meno surreale tra gli episodi che vedono l'apparizione del notissimo e alquanto bizzarro Johnny Deep.  Mortdecai, snob e impossibile mercante d'arte, costretto a fare i conti con il fisco di Sua Altezza Imperiale, accetta suo malgrado di inseguire un Goya sul cui retro sarebbe nascosto nientemeno che il conto cifrato dei tesori di Hermann Goering…
Tra omicidi, inseguimenti, depistaggi, magnati russi, assassini spagnoleggianti, mogli gelose e furbissime, agenti segreti vagamente babbei… non ci si può annoiare.
Mortdecai appare quello che è... un incredibile babbeo a cui va tutto bene, sia per fortuna che per audacia altrui. Detto questo il film finisce per piacere, sia per la trama, che per come è costruita la sceneggiatura, che privilegia un percorso molto simile ad un videogioco facendoci conoscere da vicino il sottobosco dell'arte e quello, confinante e colluso della criminalità di alto livello. Ci si diverte senza troppe pretese. Grandi Jeff Goldblum (che dura poco), Paul Bettany (il vero protagonista del film) e Gwyneth Paltrow, la scaltra moglie di Mortdecai.

Galehorn

 
 Grande ambiente alpino quello del Sempione e quello che si vede dalla sommità del Galehorn… cima che da tempo intendevo salire, si materializza in un giorno di vento freddo e sole brillante… insieme a Max e Beppe ci dirigiamo verso l'Ossola… la meteo ci indicherà la direzione.
Dopo la pausa caffè al Gufo, un'occhiata alle webcam e puntiamo verso il Sempione. La cima inizialmente scelta, lo Schilthorn si rivela essere su un tracciato totalmente in ombra che, credetemi, in un giorno di vento freddo… non è proprio il massimo della vita. Così saliti in quota, ci spostiamo verso il Galehorn… tracciato al sole, in parte riparato, cima da cui, al netto dello strazio causato dall'uomo (antenne di ogni dimensione), possiamo ammirare un panorama unico e spettacolare.
Anche se oggi il vento non consente grandi momenti di relax, riusciamo a goderci il momento, guardaci intorno e segnare un tracciato di tutto rispetto.
 
 

 


 
 
 
 

American Hustle

Ebbene si, questo film è da vedere assolutamente. Vuoi per la divertentissima trama, vuoi perché quando la Grande Mela fa da sfondo, le storie non sono mai banali… vuoi per l'atmosfera anni '80 in cui sguazza la vicenda.. vuoi per l'ottima interpretazione di Renner, Bale e compagni… seguiamola dal principio questa storia… e incontriamo due anime gemelle… lui, Irving Rosenfeld truffatore incallito, lei Sydney Prosser, non è da meno…. ma l'agente del FBI Richie DiMaso, li incastra e li obbliga a collaborare per prendere pesci grossi… politici corrotti del Congresso Americano… peccato però che, oltre a loro, buttato l'amo, escono dal lago veri e propri barracuda, in stile mafioso..
Riusciranno i nostri due eroi (?) a non rimetterci le ossa? Se sono due bravi truffatori, una via di fuga si troverà… geniale, e profondo… sul concetto di illusione e su ciò che realmente vogliamo sentirci dire, vogliamo credere anche a costo di sapere che ci faremo molto male. Un sacco di premi e menzioni per una storia vera che ci farà divertire.

Topolino 1966

"Il 15 dicembre, sconvolge i far (tutti i bambini e i "bambini dentro" del mondo) la notizia della scomparsa di Walt Disney.
Il settimanale Epoca dedica una copertina al luttuoso evento, e così fa anche quello francese Paris Match, con un faccio di Mickey piangente disegnato da Pierre Nicolas.
Topolino parlerà più volte, nei numeri delle festività di fine anno, di Walt e della sua fantastica attività produttrice di sogni.
L'ultimo personaggio che Walt Disney porta sullo schermo è l'orsetto Winnie the Pooh, reso celebre dai libri per ragazzi scritti da A.A. Milne.
Il 4 febbraio 1966 il goloso orso esordisce nel medio metraggio Winnie the Pooh e l'albero del miele.
Come sempre, la presenza cinematografica disneyana nelle sale italiane è intensa.
Trai film più attesi, ricordiamo il thriller comico FBI Operazione Gatto". (tratto dal libro).
 

Personalmente non sono un amante del topo più famoso del mondo… gli preferisco Paperino, Paperinik ed al limite Paperone. Tuttavia, complice la ricorrenza (l'anno della mia nascita) ho deciso di leggere il libro e di ripercorrere gli eventi di quel periodo…
Riscopro così un mondo ove, udite udite, un alluvione scuote una città italiana (Firenze), una guerra sconvolge tutti (il Vietnam), i giovani manifestano (ci si prepara al 1968), il Papa lancia un appello alla pace, la Francia vuole uscire dalla Nato, Don Milani invita all'obiezione di coscienza…
Insomma, quasi un revival, n'est pas?
 

Manuale di co-programmazione