domenica 26 febbraio 2023

Zerocalcare - No sleep till Shengal


Il viaggio raccontato in questo libro ha avuto luogo tra la primavera e l'estate del 2021. Da allora due spinte contrapposte hanno viaggiato in parallelo. Da una parte l'autonomia si è ulteriormente strutturata per rispondere alle necessità della popolazione, nel quadro più ampio dell'organizzazione di una società più equa ed egalitaria.
Dall'altra, gli attacchi a quest'esperienza si sono moltiplicati su tutti i fronti.
I droni turchi hanno intensificato i bombardamenti contro obiettivi civili e contro personalità riconosciute dall'Amministrazione Autonoma.
Alcune delle persone disegnate in questo libro sono state uccise. Le operazioni militari dell'esercito turco contro la guerriglia sulle montagne irachene rappresentano la prima tappa necessaria e propedeutica alla invasione di Shengal e del Rojava.
Sul fronte interno, anche i Peshmerga del Kurdistan iracheno hanno tentato di rioccupare posizioni di quel territorio, finora senza successo.
Nei giorni in cui questo libro viene ultimato, tra giugno e luglio 2022, si è consumato quello che è stato definito l'ennesimo tradimento occidentale ai danni del popolo curdo. Non sono però mai stato troppo convinto dell'uso del termine "tradimento", che lascia intendere un vincolo di fiducia che in verità mi pare non ci sia mai stato...
E infatti per avere l'assenso del premier turco Erdogan all'entrata nella Nato di Svezia e Finlandia, é stata accettata una sere di condizioni che, al di là della loro applicazione immediata, sembrano essere la premessa e un via libera all'occupazione su vasta scala del Rojava nel Nord della Siria da parte della Turchia, nel tentativo di spazzare via l'esperienza del Confederalismo Democratico e di riportare indietro le lancette della Storia....

Vita difficile quella dei "comici", dei "fumettari"... costretti a svolgere il ruolo che a loro non compete... far riflettere con strumenti che dovrebbero appartenere a ben altro ambiente... eppure, poi riuscire a dimostrare di riuscirci perfettamente. Uno di questi è certamente Zerocalcare, nome d'arte dell'arezzano Michele Rech, oramai famosissimo ai più per la sua capacità di rappresentare - e far ridere - su sentimenti altrimenti scomodi... la guerra in Medio Oriente ed il dramma delle minoranze stritolate tra Stati autoritari è uno di questi.

 

Ritorno agli Orridi di Uriezzo... e oltre


Come ogni volta che mi reco dai miei, nasce l'occasione per ritagliare un piccolo spazio di divagazione. Rivedere così luoghi a me cari e da riscoprire volentieri. Tra questi, gli Orridi di Uriezzo, val Formazza, luoghi modellati dal tempo, dall'acqua nelle sue varie forme e ora valorizzate con scale e scalette che ne consentono il percorso. Ci si emoziona di fronte alle alte pareti scavate nella roccia, il silenzio, la natura che si impossessa di questi luoghi ove, il microclima permette a sottili equilibri di sopravvivere... da percorrere in silenzio ascoltando il gocciolare delle acque e il rumore del vento.



Nel pomeriggio una piccola gita in pineta a Trasquera, nella più completa solitudine, in compagnia degli uccelli selvatici, dei loro suoni e voli singolari...




 

sabato 25 febbraio 2023

Esterno notte


Diviso in episodi, ognuno con un suo distinto punto di vista, una sua azione ed un punto di riferimento, ricostruire il drammatico rapimento di Aldo Moro e la tragica conclusione.  Sicuramente un racconto su cui riflettere, alla luce delle recenti letture, su come, davvero, l'Italia avrebbe potuto avere un ben diverso destino. La nostra storia politica, sociale ed economica... altri decisero diversamente per noi, ed un sogno moderno, forse utopistico, non si materializzò. Bellissima sceneggiatura, grande l'interprete di Aldo Moro.
 

venerdì 24 febbraio 2023

il caso Moro e la Prima Repubblica


Quell'automobile traforata di colpi, quei giornali sparsi sul sedile posteriore, quel corpo coperto da un lenzuolo, quel rivolo di sangue che attraversa l'asfalto in via Fani.
Immagini, impresse nella nostra memoria, che scandiscono un passaggio d'epoca.
Quando e perché é finita la Prima Repubblica?
Per rispondere a questa domanda Walter Veltroni ricostruisce un intero, travagliato, capitolo della nostra storia a partire dal rapimento e uccisione di Aldo Moro, che mette fine al disegno politico più ambizioso del secondo dopoguerra, un'alleanza tra la DC di Zaccagnini e il PCI di Berlinguer e apre una crisi che forse non si sarebbe mai chiusa.
Attraverso gli anni del terrorismo e della strategia della tensione, degli attentati e dei servizi segreti, delle sfide elettorali e delle mancate riforme; da Andreotti a Craxi, da Leone a Cossiga, dal rischio di un colpo di Stato alla scoperta dell'organizzazione segrete Gladio, dalla P2 a Tangentopoli e oltre.
L'autore riavvolge il filo della memoria nazionale attraverso eventi e ricordi vissuti da se stesso e dai protagonisti dell'epoca: intreccia così le testimonianze di Virginio Rognoni, Claudio Martelli, Emma Bonino, Beppe Pisanu, Claudio Signorile, Rino Formica, Aldo Tortorella, Achille Occhetto, Mario Segni, ma ritrova anche una rivelatrice intervista al brigatista Prospero Gallinari, carceriere dello statista democristiano assassinato.
Un'inchiesta nel nostro passato che illustra fatti, personaggi, versioni inedite e interpretazioni politiche, riportando alla luce l'eredità di un disegno infranto che ancora grava sull'Italia di oggi.


 Ritorno sul caso Moro, per scoprire elementi che, complice l'età, allora mi erano sfuggiti. Ricordo - credo di averlo già scritto - l'episodio del lago della Duchessa ed il successivo ritrovamento della Renault 4 rossa con il corpo di Aldo Moro. Ricordo lo sdegno e la paura di quel periodo, si temevano gli attentati, un comizio politico svolto vicino a casa mia, fece chiudere tutte le tapparelle da mia madre, timorosa che potesse accadere qualcosa... si respirava un'aria strana... ricordo uno sciopero in una piccola ditta sempre vicino a casa (il mio mondo allora era piccolo e non andava oltre il mio quartiere) con ragazzi e ragazze che, occupata la fabbrica inneggiavano al comunismo... altro mondo, altri tempi. Ora è tutto cambiato. Non so dire se in meglio o in peggio. Semplicemente ci hanno sottratto i sogni.

sabato 18 febbraio 2023

Un DAE per Travedona Monate


Era da mesi che ci stavamo provando. Era un progetto a cui tutta la SOS dei LAGHI teneva particolarmente. Senza inutili proclami e grazie di singoli privati donatori, dell'amico Silvano, della Farmacia Corti eccoci qui. Risultato ottenuto! A chi ci ha chiesto: "e l'inaugurazione?" La fa chi cerca consensi, non chi lavora tutti i giorni in silenzio. Avanti così.



 

Io, Agamennone


Uomo di potere, abituato a decidere le sorti della sua gente, orgoglioso, superbo, duro, Agamennone é solo nel buio della notte mentre, oltre la prua scruta l'orizzonte.
E ricorda i dieci anni di una guerra sanguinosa che ha visto cadere sul campo di battaglia uomini valorosi e forti, sprezzanti del pericolo e del destino.
Con uno sguardo meno affascinante di quello di Ulisse e Achille ma più complesso e obiettivo, il Re di Micene ci porta diritti al centro del mondo Omerico, i suoi eroi, i suoi valori, i suoi personaggi, il suo senso della gloria e della vendetta, dell'amore e della morte.
Spinto dal gusto e dal piacere del racconto e guidato dal rigore filologico, Guidorizzi, attraverso una forma saggistica di tipo narrativo, ricostruisce la storia di una società tribale, in cui ogni uomo agisce dietro l'impulso di una sfida continua con le grandi forze dell'esistere e ci restituisce, dall'interno, il fascino di una cultura che parla a noi di noi.
"Ma chi sono gli eroi?". Molte delle loro vite sono finite nella pianura di Troia, i loro corpi sbranati dai cani e avvoltoi. Da allora non hanno più abbandonato la memoria della nostra civiltà.
Erano comandati da un uomo che regnava su una città difesa da mura gigantesche, Micene, un nido d'aquila in cii avvennero crudeli vicende.
Nessun altro portò a Troia tante navi come lui, tanti soldati e carri da guerra.
Cento navi piene dei guerrieri più forti, scelti dalle sue molte città che Agamennone guidava combattendo, avvolto nella sua armatura di bronzo rilucente nel sole.
I cantori ricordano ciò che é accaduto, il bello e il brutto insieme.
E ricordano il Re Agamennone.

La guerra di Troia (e non solo) vista da un altro eccezionale interprete: Re Agamennone. Meno eroico per certi versi, ma non meno coraggioso e valente. La narrazione e le gesta sono altrettanto entusiasmanti e il percorso di vita (e di morte) di ogni interprete è ben tracciato donandoci grande emozione.

"La mente di Achille diventa nera, come se una nube di tempesta gli fosse caduta sugli oggi. Impossibile, impossibile, impossibile, Patroclo non c'é più! Afferra una manciata di cenere dal focolare e se la sparge sul capo urlando, rovescia altre manciate su tutto il corpo, si getta tra la polvere, rotolandosi e singhiozzando, stracciandosi le vesti sinché non rimane quasi nudo. Gli scudieri lo guardano sconvolti, ma così deve essere perché ciò che é orribile nell'anima deve essere reso orribile agli occhi di tutti, in modo che chi assiste allo strazio possa capire quanto profondo è l'abisso di male in cui un uomo é precipitato, perché nono si può provare sino in fondo il lutto se non rendendolo evidente".

mercoledì 15 febbraio 2023

Un'estate con Omero

 


L'Iliade e l'Odissea sono, non per caso, i più antichi longseller della Storia: la loro voce continua a parlarci di una umanità che sentiamo infinitamente più vicina dei duemilacinquecento anni che ci separano da quando sono stati composti.
Come possono rimanere così impassibili allo scorrere del tempo? Come può l'avvicendarsi delle epoche lasciare da sempre intatta la loro attualità.
Per scoprirlo, Sylvain Tesson si è ritirato per qualche mese in un isolotto delle Cicladi, immerso nella luce che riverbera sull'intonaco bianco delle case e nel vento, primo sostegno ai naviganti che solcano il mare, con la sola dell'aedo e delle sue muse.
Il risultato è al contempo romanzo, studio e viaggio, animato da eroi che sono prima di tutto uomini, divinità che scendono al fianco dei loro protetti e poi gli altri grandi protagonisti: la Hybris, la volontà di superare il limite umano; il fato, la bellezza, la forza, il lutto, la guerra, l'amore.
Tematiche universali che ci mostrano come in realtà, l'uomo sia da sempre uguale a sé stesso e che i sentimenti che agitano gli eroi in battaglia non sono diversi da quelli che sperimentiamo anche noi tutti i giorni.

Agghindati delle moderne tecnologie, consideriamo il mondo antico e anche quello recente, come qualcosa di vecchio ed inutile... dimenticando che l'animo umano non è cambiato dai tempi di Omero ai giorni nostri... troppo breve è il battere di ciglio della società dai greci a noi, rispetto alla comparsa dell'uomo in quanto tale.. con il suo retaggio di paure e superstizioni... quindi, al netto di tante inutili orpelli, come non rifarsi ai valori degli antichi? La parola data, il coraggio, il senso dell'onore e della morte, la forza, la paura... tutte cose che oggi noi fingiamo di non conoscere, ma che ci appartengono di diritto e di cui dobbiamo essere coscienti. Il mondo antico ce lo racconta.. a noi saperlo cogliere.

martedì 14 febbraio 2023

Le guerre perdute di Jurij Belijaev


 Quando arriva in Ucraina nel 2014 per coprire la guerra del Donbass, il ventunenne Pierre Sautreuil entra in contatto con "il gatto", tale Jurij Belajaev. 
Ex poliziotto, diventato mafioso, milionario in rovina, leader di un partito di estrema destra, militare durante la guerra nella ex Jugoslavia e accusato di aver ucciso più di sessanta bosniaci, sospettato di aver tentato di uccidere Boris Eltcin, latitante ricercato in Russia, Beljaev ha deciso di rifugiarsi sul fronte di Lugansk.
Quando Pierre lo incontra, in lui vede un uomo stanco, anziano, braccio destro di Alexsandr Bednov, comandante del battaglione Batman, milizia filo russa impegnata ad acciarparsi una parte del bottino ucraino senza guardare in faccia a nessuno.- tanto meno alle leggi internazionali.
Presto, però, il giornalista alle prime armi stringe con il mercenario incallito un legame fatto di confessioni ambigue, di fascinazione e di repulsione.
Mentre la guerra devasta il paesaggio ghiacciato del Donbass, Pierre insegue il protagonista per conoscere la sua storia: Juij sparisce, si nasconde, e nel frattempo racconta di essere sopravvissuto ad un attentato di incarcerazioni ed evasioni, lasciando l'autore in balia delle sue preoccupazioni e della sua ricerca di risposte.
Sautreuil con la storia di Jurij ripercorre gli ultimi trent'anni di storia russa dal crollo dell'Unione Sovietica alle mai sopite aspirazioni imperiali sempre più imbevute di nazionalismo sovranista.
"Le guerre perdute di Jurij Beljaev" attraverso il ritratto di un personaggio tragicamente unico e allo stesso tempo banale, a suo modo tipico del disfacimento di un impero, mediocre, come spesso è mediocre il male, è una discesa nei territori più neri d'Europa, dal Donbass a Mosca, dalla Bosnia alla Cecenia.



Libro godibilissimo, anche se narra vicende terribili, offre uno spaccato di Storia. Quella con la S maiuscola e quella dell'uomo di strada. Fatta di opportunità, occasioni, successi e disfatte, fatta per chi, senza andare troppo per il sottile, decide di disfarsi di tutte le regole per vincere.
A prevalere non sono i migliori... solo i più costanti... quelli che non hanno nulla da perdere e che capitano al momento giusto al posto giusto e non fanno domande. La banalità del male, più volte citata... è proprio questa. Personaggi tragici che potrebbero benissimo stare al parco a leggere il giornale...
 

lunedì 13 febbraio 2023

L'ultimo uomo bianco

Un mattino Gregor Samsa, commesso viaggiatore, si sveglia da sogni inquieti e si ritrova trasformato in un immane insetto; anni dopo Anders, personal trainer in una anonima palestra di una città indefinita, si sveglia e scopre di essere diventato di un innegabile marrone scuro. L'incredulità presto cede il passo alla furia omicida: Anders si sente vittima di un crimine. "Un crimine che gli aveva portato via ogni cosa, che gli aveva portato via sé stesso".

Si scaglia contro la propria immagine allo specchio, si rimetta a letto sperando che quell'uomo scuro se ne vada, chiama al lavoro per dire che é malato, molto malato, più di quanto immaginasse, si aggira per la città e scopre che le persone che lo conoscevano, non lo conoscono più, e infine telefona a Oona.

Oona, giovane insegnante di yoga, sta provando a prendersi cura di sua madre e di sé stessa, dopo la morte del fratello gemello: fra lei e Anders si è da poco riaccesa un'attrazione nata tra i banchi di scuola, ma quando Oona passa da lui dopo il lavoro rimane di stucco di fronte all'uomo che apre alla porta, e sulle prima fatica a riconoscerlo.

Ciò che Oona e Anders ancora non sanno é che la trasformazione sta prendendo piede ovunque: tutte le persone bianche stanno diventando scure, e la tensione sociale continuerà a crescere, sfociando in risse, sparatorie, suicidi e sommosse, finché l'ultimo uomo bianco verrà sepolto e la bianchezza non sarà che un ricordo.

Hamid in un vortice di frasi che, come i personaggi che le abitano, sembrano sorrette da un disperato bisogno di stabilità identitaria, confeziona un romanzo di commovente lucidità sulla perdita del privilegio, un'opera in cui frustrazione e violenza si trasformano nelle promesse di futuro "a volte sembrava che la città fosse una città in lutto e il Paese un Paese in lutto, e questo si addiceva a Anders, e si addiceva a Oona, dato che collimava con i loro sentimenti, ma altre volte sembrava il contrario, che stesse nascendo qualcosa di nuovo, e abbastanza stranamente anche questo si addiceva a loro.

Come nella trasformazione del povero Samsa di Kafka, qui gli uomini bianchi, si risvegliano ad uno ad uno di un bel color caffelatte... con annessi e connessi... come fare ora i conti con questa nuova condizione? Vi sarà da impazzire, da uccidere ed uccidersi o, passato lo straniamento iniziale, cogliere l'occasione?

Con sottile ironia e una narrativa avvincente, Mohsin Hamid riesce a trascinarci in una vicenda che può apparire incredibile all'inizio, ma ha risvolti e aspetti con cui prima o poi occorre fare i conti... vi ricordate "Le intermittenze della morte"? Ecco, se la gente smettesse di morire, le società starebbero meglio o peggio? La religione? l'intera struttura su cui si reggono le principali regole che ci governano andrebbero all'aria! Ecco, immaginate una società (forse quella Statunitense più della nostra) ove, il diverso, il nero, diventi la normalità... e i bianchi destinati a sparire... un bel dilemma.


giovedì 9 febbraio 2023

San Gaudenzio


Varcata la soglia di un edificio come questo, non si può che restare a bocca aperta, per la potenza delle immagini proposte. E ancor di più al pensiero di che cosa doveva essere, in mezzo a queste montagne, per un pellegrino del passato, giungere in un luogo simile. 
Il simbolismo, la potenza espressiva, le dimensioni, la stessa fisica plasticità degli oggetti rappresentati, era in grado far vivere una esperienza simile a quella che oggi, la realtà virtuale, ci promette di ottenere.
L'iconografia dei santi, degli episodi della vita di Cristo, delle vicende narrate dalla notte dei tempi (si vada ad ammirare la rappresentazione del peccato originale) ci ammaliano, ci chiamano e ci obbligano a riflettere. Una potenza difficile da dominare, a cui controbattere.. una potenza assoluta.





 

martedì 7 febbraio 2023

Dune


 Riedizione (con sicura serie a seguire) del celebre Dune del 1984 diretto da David Lynch... ritroviamo il pianeta deserto, popoli in lotta per le materie prime, cupidigia e tradimento... e valori da rispettare.
Un messia che si manifesta poco a poco, mentre una minaccia si concretizza mietendo vittime.
Immancabili i vermi giganti che solcano le pianure deserte e che colpiscono chiunque si avventuri senza precauzione.
Anche se molto onirico e in parte lento riesce a dar luogo ad un interessante crescendo narrando una fiaba senza tempo. Mi è decisamente piaciuto.


lunedì 6 febbraio 2023

Hell Dogs


Hell Dogs, nella casa di bambù. Film davvero particolare, ove la mafia (la Yakuza in questo caso) viene narrata dal di dentro e da lontano... ove manie, follie, quotidianità, orrore, morte, ma anche ricerca del bello, la fanno da padrone.
Se, per un verso, la trama può avere un senso, l'orditura si perde in filamenti che portano di qua e di là il povero spettatore, che assiste a lotte per il potere, narrate come una questione di condominio ed al tempo stesso, con tratti da tragedia greca.. Boss venerati ed annoiati, che trattano di affari come un qualsiasi CEO aziendale... vendicatori con motivi nobili e tragici, che però rimandano il raggiungimento della loro azione per godere il più possibile del potere raggiunto o raggiungibile...
Ne emerge un racconto folle a suo modo, ma originale nella stesura.. che non annoia mai perché non lascia intravedere una trama logica ed un altrettanto scontato finale. Sarà realmente così? La vendetta sarà raggiunta? Oppure, semplicemente la casualità darà fine alla sofferenza, all'amicizia, all'amore (in tutte le sue forme), alla morte procurata. Singolare, violento, ma per certi versi lontano dai canoni orientali a cui ci ha abituato un certo filone narrativo.

venerdì 3 febbraio 2023

Cambio di Kindle


Se è descrivibile il dolore per la perdita di un amico, è difficile spiegare il dispiacere per la perdita, o meglio l'abbandono, di quello che dovrebbe essere un umile strumento tecnologico... in fondo, al netto dei costi, chi piange per un frigorifero? Eppure, eppure, eccomi qui a celebrare il cambio di Kindle... il piccolo, con la sua bellissima cover rossa e la decorazione a disegni floreali, compagno di mille avventure e di magiche letture... il grande, certo con mille optional aggiuntivi, ma con meno romanticismo.. complice l'assenza di emozioni, quelle che dovrebbero scaturire dalla lettura e non dal possesso... strana questa cosa. Dei libri, prima del contenuto, si apprezza la sostanza, la dimensione, i colori, la copertina, il peso nel tenerli in mano o in tasca, lo spazio occupato nel quotidiano... ma un libro elettronico? E il suo "contenitore"?... devi per forza ridurti all'essenziale... apprezzare l'assenza per godere del testo... un testo che scorre sotto i tuoi occhi, che non sta li per tutti, ma solo per te che fai scorrere le pagine... un testo che non esiste prima dell'aver girato la pagina, e non esisterà più dopo averla girata... questo esserci eppure no - chi non ricorda il paradosso del gatto di Schrodinger? - ecco, con questi pensieri mi commiato dal mio piccolo Kindle, grato per quanto mi ha donato. Potere della tecnologia?

il Dio disarmato


Il rapimento di Aldo Moro da parte delle Brigate Rosse e il massacro dei cinque agenti della scorta é l'evento che ha generato la più grave frattura emotiva, politica e sociale della storia repubblicana.
L'attacco dura tre minuti. Tre minuti che, a più di quarant'anni di distanza, continuano ad essere oggetto di ricerche, ricostruzioni e speculazioni.
Ma questo, va detto, non è un saggio: qui siamo nel territorio della letteratura.
E ogni scrittore, si sa, manipola il tempo, può condensare dieci anni in una frase o dilatare pochi secondi e farli durare quanto vuole, se in quei secondi si nasconde una verità su cui lo sguardo continua a posarsi.
Il metodo in un certo senso è quello del realismo traumatico, lo stesso che usava Andy Warhol nelle sue immagini seriali: mettere in scena e replicare per sfiorare la verità.
Non la verità storica, ma quella più sfuggente della percezione individuale e collettiva.
Ecco allora alternarsi nella narrazione i testimoni oculari, i brigatisti i politici, gli uomini della scorta, persino personaggi storici vissuti secoli prima.
E l'azione, gli spazi, la fuga, il congegno che scatta e che si replica all'infinito, perennemente identico a sé stesso, ma che viene osservato ogni volta da una prospettiva diversa.
A intersecare i fatti pubblici e il racconto privato delle ultime otto ore di vita di Aldo Moro prima del sequestro.
Il Dio disarmato è un romanzo senza aggettivi: storico, politico, filosofico, lirico, documentario; nessun termine riesce davvero a definirlo.
E' un libro che indaga nel profondo le scelte individuali e i disegni del destino, il territorio e lo spazio urbano, la sostanza del tempo, il mormorio segreto della vita di un uomo tra i più importanti della storia di Italia che, quando tornava a casa, si toglieva di dosso l'aggettivo "politico" per cercare di essere solo un uomo.

Del rapimento Moro, ho qualche ricordo indelebile. Stante la mia giovane età ricordo immagini televisive sgranate, un bianco e nero che mi riportava la ricerca del politico da parte delle Forze dell'ordine presso il lago della Duchessa... e poi l'altra immagine, fortissima del corpo immobile, contenuto nel baule di una Renault 4.... a posteriori ho letto della sua visione politica, dei suoi errori certo, ma anche del suo tentativo, osteggiato da molti (USA in testa) di coinvolgere i comunisti al governo del Paese... Fu certamente omicidio politico... e certamente cambiò il corso della Storia. Quella con la S maiuscola. 

Manuale di co-programmazione