venerdì 19 aprile 2024

Manuale di co-programmazione


Con l'approvazione del Codice del Terzo Settore si è aperta una nuova stagione nella costruzione degli interventi del welfare locale.
Amministrazioni pubbliche ed Enti del Terzo Settore possono sperimentare finalmente nuovi strumenti di collaborazione più adatti ad affrontare le sfide complesse della società contemporanea, sia per quanto concerne la programmazione che la progettazione operativa dei servizi e dei programmi di politica sociale.
La Co-Programmazione è l'insieme di azioni che analizzano i bisogni e individuano priorità e risposte generali congruenti.
La Co-Progettazione definisce e realizza specifici servizi e interventi volti a soddisfare i bisogni individuati dalla co-programmazione.
Mettere in pratica le cosiddette agende collaborative richiede l'acquisizione di nuove conoscenze e competenze diverse da quelle tradizionalmente utilizzate con i piani di zona, e pone i diversi attori di fronte a sfide inedite e di non facile attuazione.
Il volume, avvalendosi di strumenti operativi, esercitazioni ed esempi costituisce il primo toolkit completo in lingua italiana per gli operatori e i responsabili di servizi sia pubblici che di terzo Settore per avvicinarsi in modo efficace ai nuovi strumenti collaborativi.
Scritto con uno stile lineare e accessibile, rappresenta una guida fondamentale per sviluppare una prospettiva di welfare a carattere realmente sussidiario, inclusivo e innovativo.

domenica 31 marzo 2024

Professione Volontario


Fare il volontario è una professione?
Sembrerebbe un ossimoro, ma quando l'azienda mette il proprio Know-how al servizio della comunità, attraverso i propri collaboratori, ecco che la professione diventa anche volontariato, generando economia sociale, business etico e forme di collaborazione tra settore privato e Terzo Settore utili alla collettività.
L'Associazione Terzius, in collaborazione con la società Eudaimon e la fondazione Roche, ha realizzato un'indagine esplorativa su questa forma di volontariato innovativa e in rapida espansione, sia in Italia che all'estero, coinvolgendo dieci imprese medio grandi, attive in diversi settori economici, che hanno sviluppato programmi ed iniziative per far si che i propri dipendenti si impegnino per cause meritorie sfruttando le proprie competenze: 3M Italia, Boehrinbger Ingelheim, Chiesi, Snam, UnipolSai.
La ricerca si basa su 24 interviste in profondità a lavoratrici e lavoratori impegnati nel volontariato, su due focus group con dirigenti aziendali per capire quale cultura organizzativa e quali misure di policy possano favorire la diffusione del volontariato di competenza e su tre studi del caso per comprendere se quest'ultimo possa essere promosso anche tramite il welfare aziendale.
Il volume riporta i risultati principali dello studio ed è corredato da un inquadramento giuridico e fiscale di questa pratica sociale emergente nella legislazione italiana.

Un piano per far funzionare il Volontariato di competenza.
1, Costruire un piano con una visione chiara su strategie, Risorse, Obiettivi;
2. Attuare un progetto per allineare le motivazioni e i talenti dei lavoratori con le risorse aziendali;
3. Mettere in campo una leadership a tutti i livelli per poter rispettare gli obiettivi;
4. Creare partenariati esterni (ETS, Comuni);
5. Curare il coinvolgimento dei dipendenti e fare leva sulle loro motivazioni;
6. Misurare i risultati;
7. Comunicare a tutti, gli esiti del o dei programmi.


 

sabato 23 marzo 2024

Dare spazio


 Nell'inferno delle disuguaglianze il Terzo Settore deve aprirsi al dialogo con la politica, dare spazio a ciò che inferno non è, tutelarlo e costruire il futuro.

Il futuro non è una stanza vuota, ma il frutto delle scelte che facciamo oggi.
E un futuro diverso e migliore può essere immaginato e proposto dalle realtà che compongono l'universo del Terzo Settore solo quando queste non si limitano a gestire servizi, ma si impegnano per affermare e realizzare istanze politiche di inclusione, riduzione delle disuguaglianze, pari dignità di tutte le persone.
Solo così si può esprimere una forza politica ed etica che recepisca e faccia proprie le finalità tipiche del welfare.
Ripercorrere il cammino del Terzo Settore significa infatti restituire a chi lavora in questo ambito la consapevolezza della propria identità, portando alla luce quegli strumenti che hanno marcato importanti passaggi nelle politiche sociali: dalle prime istanze nate nella prossimità fisica alle situazioni di marginalità, fino alle piattaforme digitali che anticipano le sfide di domani.
Questo volume nasce con l'intento di affrontare in forma di dibattito attraverso il dialogo tra gli autori, ma anche dando voce a una pluralità di esperti, il rapporto tra Terzo Settore e politica e più precisamente il modo in cui, grazie al lavoro svolto dal Terzo Settore nell'arco di quarant'anni, le istituzioni hanno accolto le esigenze della società civile.
Ma è anche un'occasione per rileggere la storia del Terzo Settore e comprendere come la sua capacità trasformativa possa incontrare le istituzioni in un paese che sta mutando pelle dinanzi alle nuove esigenze e che fatica a trovare spazi di rappresentanza.
Non bisogna mai dimenticare le responsabilità politiche del Terzo Settore, nella consapevolezza che la sua vocazione politica, oggi più che mai ha bisogno di essere evidenziata, valorizzata, agita e coltivata: perché la politica è il regno dei fini, e i fini abitano il futuro.

Pagina 4 - "Basta fatti, vogliamo promesse". La frase paradossale e bellissima, è una scritta su un muro a Genova. La mano anonima chiede di avere promesse, di poter immaginare, desiderare, sperare in un mondo diverso, non così brutalmente ancorato ai pesi e ai vincoli del presente.. quelle promesse che la buona politica può far nascere.

Pagina 5 - La forma democratica e inclusiva del Terzo Settore é una delle poche "palestre di democrazia" rimaste: luoghi in cui si apprendono la fatica e le opportunità della partecipazione. Ha una funzione potentemente trasformativa; l'azione del Terzo Settore cambia il profilo di una comunità, ne arricchisce i servizi e le opportunità, infittisce i legami sociali.

Pagina 6 - Il futuro non è una stanza vuota: é pieno delle conseguenze delle scelte che facciamo oggi; per questo ci viene incontro intanto che lo costruiamo. Questa è la scommessa del Terzo Settore di oggi: riscoprire nella vicinanza alle persone e alle comunità lo spazio per costruire diritti e democrazia, e rifondare su questa vicinanza un patto sociale inclusivo di cui abbiamo bisogno e che ormai è scomparso tanto dal linguaggio quanto dalle agende politiche e istituzionali.

Pagina 12 - Un primo punto di crisi è lo sbilanciamento verso i trasferimenti monetari a danno dei servizi alla persona: é solo attraverso i servizi, quando sono di qualità, che una persona può ricevere le competenze e gli strumenti per provare a modificare il proprio percorso di vita.

Pagina 28 - L'elemento distintivo, quindi, non deve essere individuato nell'assenza di lucro, bensì nella destinazione imprescindibile delle risorse economiche anteponendo gli obiettivi sociali e il bene comune al ruolo del capitale, anche grazie a una governance democratica e partecipata da diversi portatori di interesse.

Pagina 67 - il think tank, invece, è cruciale per elaborare proposte: se partiamo dal presupposto che la tecnica sia l'unico modo di rendere concreti i principi, allora devi portare al decisore delle soluzioni fatte e finite. E' il concetto delle "riforme chiavi in mano", cioè proposte estremamente puntuali e precise da presentare alle istituzioni. Queste sono particolarmente necessariamente in Italia, paese in cui l'amministrazione pubblica non di rado è debole sui contenuti.

Pagina 68 - Se partiamo dal presupposto che la tecnica sia l'unico modo di rendere concreti i principi, allora devi portare al decisore delle soluzioni fatte e finite. E' il concetto delle "riforme chiavi in mano", cioè proposte estremamente puntuali e precise da presentare alle istituzioni. Queste sono particolarmente necessariamente in Italia, paese in cui l'amministrazione pubblica non di rado è debole sui contenuti.

Pagina 69 - Mettere al centro la concretezza di un tema o di una proposta (appunto "lo scopo") rende più facile trovare convergenze tra diversi soggetti organizzati, piuttosto che farlo a partire dall'identità di ognuno. Franca Olivetti Manuoukian parlava, a questo proposito, di modelli organizzativi a legami deboli, che descriveva con la metafora dei "mucchi di sabbia". Modelli capaci di aggregazioni anche consistenti ma con legami deboli al proprio interno, in cui ciascuno mette in gioco solo una piccola parte della propria identità. Sono organizzazioni che si reggono sulla convergenza minima e che al proprio interno raramente contengono elementi di conflitto; quando uno non ci si riconosce, facilmente se ne distacca senza grandi patimenti e senza che l'organizzazione nel suo insieme venga messa in discussione.

Pagina 70 - Non esistono vie di uscita: se si chiede al potere pubblico di fare "qualcosa" senza indicare in dettaglio "come" farlo, si è già perso in partenza.


Pagina 71 - il pericolo che chi occupa posizioni più rilevanti nelle coalizioni sociali faccia leva sulla battaglia collettiva per avere spazi di visibilità/di rapporto privilegiato con il potere per sé o per la propria organizzazione;

Pagina 74 - Convincersi che il cambiamento di sistema possa avvenire come esito della somma di mille pratiche locali, senza comprendere che il sistema conservatore tollera o addirittura può apprezzare queste pratiche perché gli riducono le tensioni sociali, ma non per questo se ne fa passivamente contaminare; anzi, come l'esperienza di tanti di noi insegna, é ben attento a intervenire e soffocare il fermento quando le pratiche strabordano da "confini di sicurezza".

Pagina 105 - Se si resta al di qua della membrana, l'art. 55 resta ma, come dimostra la travagliata vicenda dell'art. 6 del nuovo codice degli appalti pubblici, il paradigma non muta, e con esso non muta la possibilità per il Terzo settore di rigenerarsi in virtù del proprio potere istituente piuttosto che finire di consumarsi in veste di fornitore residuale di un dispositivo istituzionale esausto.

Pagina 107 - Partecipare non interessa a tutti, non è un desiderio diffuso, richiede tempo e disponibilità a mettersi in gioco. La partecipazione è bellissima, ma anche faticosa. Per "muovere partecipazione" bisogna creare realmente le condizioni, il Terzo settore, invece, la racconta sempre in termini valoriali, come un pilastro fondamentale a cui le persone sanno di doversi ispirare per chissà quale pregresso postulato. Partecipare non è un desiderio diffuso, richiede tempo e disponibilità a mettersi in gioco. La partecipazione è bellissima, ma anche faticosa. Per "muovere partecipazione" bisogna creare realmente le condizioni. Il Terzo settore, invece, la racconta sempre in termini valoriali, come un pilastro fondamentale a cui le persone sanno di doversi ispirare per chissà quale pregresso postulato.

Pagina 108 - Il secondo caso di studio riguarda una startup che si chiama Merits: un'esperienza piccola, ma interessante per il suo potenziale. L'idea è questa: quando una persona svolge una attività di volontariato o di supporto di altro tipo riceve dei crediti, i Merits, che sono una sorta di moneta complementare che può essere spesa negli esercizi commerciali convenzionati del territorio.

Conclusioni - Abbiamo aperto con la città di Valdrada di Italo Calvino. Lo concludiamo con la nota frase con cui termina lo stesso libro, e che abbiamo scelto per il titolo di questo volume. "L'inferno dei viventi non è qualcosa che sarà; se ce n'é uno, é quello che è già qui, l'inferno che abitiamo tutti i giorni, che formiamo stando insieme. Due modi ci sono per non soffrirne. Il primo riesce facile a molti: accettare l'inferno e diventarne parte fino al punto di non vederlo più. Il secondo è rischioso ed esige attenzione e apprendimento continui; cercare e saper riconoscere chi e cosa, in mezzo all'inferno, non è inferno, e farlo durare e dargli spazio".








mercoledì 13 marzo 2024

Ultra


Michele ha una folgorante carriera da modello a Miami e New York, macchine sempre più grandi, tanti soldi per pagarsi ogni capriccio, feste tutte le sere, una moglie bellissima.
E bellissimo é anche lui, tanto che viene presentato a Madonna come "the Abs", gli addominali.
Però, una sera, si trova sul davanzale del suo appartamento al quindicesimo piano a chiedersi che farsene di tutto quel lusso e degli eccessi.
Se non è quella la strada, allora quale é?
La risposta arriva come un colpo di fulmine, nascosta dentro un libro: l'ultramaratona.
Nel giro di un anno diventa uno dei campioni più forti al mondo, ma vincere per lui non conta.
L'ultra é una sfida con sé stessi, non con gli altri: correre per centinaia di chilometri, in tutte le condizioni atmosferiche, tra i ghiacci del Canada o con cinquanta gradi nella Valle della Morte, spingendo il corpo e la mente oltre ogni limite immaginabile.
Passo dopo passo, mentre le gambe cedono e i muscoli si disfano, nella solitudine di una corsa infinita, Michele vive gli opposti: la sua fragilità estrema di fronte alla natura e la forza della sua volontà, che si libra oltre la fisicità, per esplorare cosa c'é dopo la fatica e il dolore.
In questo libro Folco Terzani racconta la straordinaria storia di un ragazzo che aveva tutto ma non era niente, e nel ritorno all'atto primordiale della corsa ha trovato la sua libertà, il suo coraggio, il suo essere più puro.
Perché alla fine l'ultra non è più uno sport: é un mezzo per arrivare alla natura e a sé stessi.

Però volevo fare qualcosa di mio. Sono quei momenti in cui ti immagini di avere davanti un fiume, e tu ci metti una pietra dentro per provare a fargli cambiare direzione.

Io non sono vegano, Ma mangio quasi esclusivamente cibi semplici, naturali e non raffinati. Prima di tutto tantissima verdura fresca, cruda,. Insalatone che sembrano fatte per un cavallo, ci sgranocchio per mezz'ora. Non la lattuga, che ha praticamente il valore nutrizionale dell'aria, ma foglie verdi scure, spinaci, rucola, cavolo nero, altamente nutrizionali. Pomodori, carote, cetrioli, zucchine, olive, magari funghetti. Sono tutti carboidrati, ma carboidrati complessi. Uova che ti danno le proteine. Avocado, frutta, specialmente le bacche, mandorle, noci e semi. Tutto molto colorato. Un po' di pesce, soprattutto salmone, più che altro per i grassi.


 

sabato 9 marzo 2024

Scuola Nazionale - Roma


La Scuola Nazionale Anpas per dirigenti è stata e resterà la mia più bella esperienza in questa Associazione. Tre giorni in cui tanto si è appreso, tanto si è riso, tanto si è parlato. Persone davvero belle, tra i discenti e tra i docenti. Persone che condividono una passione. Mi ha fatto riscoprire l'idea che si può fare tanto per gli altri non solo divertendosi, ma diventando parte di qualcosa davvero più grande. Grazie. 










 

El Conde


 El Conde è certamente un film geniale. Cosa c'é di meglio che trasformare un dittatore sanguinario in un vampiro? Sarebbe infatti totalmente errato lasciargli anche solo una parvenza umana... quella dell'umana fratellanza. Questo essere che, fintosi morto, si è ritirato nel nulla e continua a nutrirsi di esseri umani inseguito dai figli che vogliono i suoi soldi... 
Alle sue calcagna la Chiesa, che vuole ucciderlo certo, ma anche recuperare i suoi denari... intorno personaggi quantomeno discutibili... se non fossero in tutto e per tutto simili a noi.
Si ride per la capacità di umorismo, ma si riflette e parecchio su cosa è stata quell'immane tragedia vissuta dal popolo Cileno.
Quindi muori Pinochet, muori per sempre.

Spaceman


 Di fantascienza ne abbiamo vista tanta passare sotto i ponti. E tanta di questa narra di astronauti soli con i propri pensieri. Alcuni riescono a trasformare in azione il pensiero e ad attrarci al punto da diventare davvero un tutt'uno con i nostri temporanei beniamini.. altri riescono a renderci talmente antipatici i viaggi interstellari da farci odiare persino l'uscita serale del cane.
Spaceman sta in mezzo. Ha certo qualche appiglio di interesse da buttare qua e là ma alla fine cosa ci resta in mano? un alieno ragno che parla e mangia Nutella? un terreste pelle e ossa che ha lasciato la compagna incinta per l'unico suo desiderio.. scoprire lo spazio? 
E una astronave che funziona a sponsor? Ma quando mai si era vista?
Tra un pisolo e l'altro la vicenda si avvicina al finale. Eccoci in vista della nebulosa da dove ha avuto origine l'universo.. eccoci alla fine del viaggio. Ne è valsa la pena? Questo non lo sapremo mai... il cane intanto chiede di uscire.

martedì 27 febbraio 2024

Hustle


Storia di riscatto attraverso lo sport. Ma soprattutto attraverso il ritrovare il padre perso in un'altra persona. Il tutto passando attraverso il bellissimo ma feroce mondo della competizione sportiva.
Stanley, ex giocatore di basket, ora procuratore, gira il mondo alla ricerca di promesse per la squadra per cui lavora, i Philadelphia. L'operazione di scouting lo tiene lontano da casa e gli fa vivere una vita senza la famiglia. Sino a quando trova un incredibile campione... una persona fortissima nello sport ma fragile, per la provenienza ed origine... ci vorrà tutta la sua perseveranza per vincere le incredibili difficoltà per portare Bo Crux (la promessa) a diventare una stella e per lui diventare Coach riconosciuto e rispettato.
Pur tra molti stereotipi, resta sicuramente un bel film da godere sino in fondo.

 

La società generosa


Sia il mercato sia lo Stato hanno fallito nella loro essenziale missione.
Gli Stati moderni sono diventati predatori, proteggendo la proprietà piuttosto che promuovendo l'uguaglianza.
Il mercato si è arreso a un ethos prossimo a quello che il filosofo francese Michel Foucault definirebbe barbarico.
Cambiamenti marginali in politica non saranno sufficienti a porre rimedio all'attuale crisi di fiducia.
Ciò che è necessario è un "cambio radicale dei paradigmi" un mutamento nei modelli mentali prevalenti e nei comportamenti sociali che da essi derivano.
Il fenomeno della generosità, analizzato prendendo le mosse dalle forme esplicite del dono e in maniera comparativa con il fenomeno dello scambio economico, rivela lati inaspettati, che costringono a un riesame dei valori che fanno da baricentro alla società.
La generosità, ben lungi dall'essere un fatto soggettivo e limitato alla sfera delle interazioni private, estende la sua sfera d'azione a tutto il tessuto sociale e si pone come forza gravitazionale e innesco di forme di riconoscimento e di riconoscenza, indispensabili affinché la società possa avere luogo.
Molto prima delle leggi, che regolano i rapporti tra i cittadini, e molto più estesamente dei rapporti economici che muovono le relazioni tra soggetti dotati di interesse, la generosità si trova alla base dello "stare insieme" dei soggetti civili, siano essi persone o istituzioni.
La generosità, è perciò, fenomeno originario che non ha bisogno di altro per essere giustificato, se non di essere ricondotto all'idea che per suo tramite si viene a costituire il riconoscimento dell'altro e si viene a formare il nucleo essenziale del vivere comune.

Contributi
Pagina 22 - il denaro svolge il compito di associare un valore a un rapporto tra oggetti, come il linguaggio svolge quello di abbinare i suoni a un senso.

Pagina 23 - la base della conoscenza umana sta nella capacità di unire l'eterogeneo.

Pagina 45 - le sei perfezioni: la moralità, la pazienza, lo sforzo entusiastico, la concentrazione, la saggezza, la generosità.

Pagina 86 - Questo è maggiormente valido oggi, dove sembra che lo Stato veda nella solidarietà del welfare comunitario e privato non tanto una ricchezza civile e umana, quanto prevalentemente la forma più comoda e sostitutiva dei propri doveri redistributivi.

Pagina 163 - il coefficiente di Gini. http://www.lisdatacenter.org rappresenta la misura di quanto la distribuzione di reddito sia disugualmente distribuita all'interno di una popolazione.

Pagina 194 - In quanto tale, è da rigettare anche la tesi che vorrebbe la filantropia serva dello status quo e tampone delle falle di un sistema sociale insufficiente. Chiamata in causa solo quando c'é da porre rimedio alla sofferenza sociale, valutata solo quando elargisce aiuti ai bisognosi, sollecitata solo quando i soldi mancano, apprezzata quando il numero di poveri e di emarginati cresce oltre il limite del sopportabile, viene spesso confusa con la beneficenza. Non può essere considerata né come  il rescue team da far entrare in campo quando la puzza dell'iniquità arriva alle narici delle classi benestanti, né come il portafoglio di riserva di un welfare statale in apnea, né come l'impulso bizzarro di psicologie altruistiche.

Pagina 209 - La venture philanthropy non è altro che la versione filantropica del venture capital. Anziché agire sulla promozione dell'innovazione sociale attraverso la gratuità, essa interviene economicamente nelle imprese sociali attraverso prestiti di denaro o attraverso la loro capitalizzazione.

Pagina 217 - Esiste un racconto africano che dice: tre fratelli si trovano lontano dal padre ma a ciascuno di loro il padre ha regalato un oggetto magico. A uno ha dato uno specchio con cui può vedere le cose che accadono lontano. al secondo ha regalato dei sandali che, se calzati permettono di fare molte miglia con un solo passo. Al terzo ha regalato un sacchettino di erbe magiche che guariscono dalle malattie. Ora, il padre si ammala gravemente ed è sul punto di morire. Quale dei tre fratelli lontani sarà in grado di aiutarlo? la risposta è; nessuno di loro, preso singolarmente. Perché solo l'unione dei tre oggetti magici è in grado di soccorrere il padre.

Pagina 219 - In realtà. quello che è sotto gli occhi di tutti è che i più ricchi del pianeta sono diventati tali proprio grazie all'esistenza dei più poveri, che funzionano da bacino di fornitura di mano d'opera a basso costo per un'economia di massa privilegiata.

Pagina 234 - Adam Snith; "Per quanto egoista si possa presumere l'uomo, ci sono chiaramente dei principi nella sua natura che lo coinvolgono nella fortuna degli altri e gli rendono necessaria la loro felicità, sebbene egli da essa non ricavi nulla tranne il piacere di osservarla".













 

domenica 18 febbraio 2024

Cabinet of curiosities


Otto diversi episodi con un unico tema: la paura. Otto diversi registi (e questo si coglie benissimo) che vedono la morte protagonista. Guillermo del Toro crea un piccolo capolavoro fatto di altrettanti piccoli episodi da gustare piano piano e lasciar sedimentare. Da veri amanti del cinema di nicchia.
Da "Lotto 39" (si prende in giro un certo modo di fare televisione con la vendita dei contenuti dei garage) ove appare un mostro (e non sarà l'unico) sino a "il brusio", i nostri personaggi devono fare i conti con un pregresso che li porta a fare scelte che solo raramente si risolvono favorevolmente. 
La morte li segue sin dal principio dell'episodio e la domanda non sarà, morirà oppure no, ma piuttosto, quando succederà?
Guardateli, non è detto che vi piacciano tutti. Ma uno che si adatta alla vostra idea di cinema lo troverete senz'altro.

il Pataffio


 In un'epoca lontana, ove i poveri fanno i poveri, i ricchi fanno i ricchi e gli arricchiti cercano di darsi un contegno, e come non rifarsi all'Armata Brancaleone che qualche decennio fa trasformò il cinema italiano e seppe donarci una visione allegra delle crociate?
Ecco, questa volta non è la lontana terra di Gerusalemme (liberata o meno) ad essere inseguita, ma uno sperduto, diroccato e disperato feudo, "Tripalle" terra di micragna (miseria nera) ove si dirige il neo nominato Marconte Berlocchio, un titolo già in sé tutto da ridere, insieme alla moglie Bernarda (rifilatagli dal padre suo) ed una disperata squadra di scudieri (tra cui spiccano Ulfredo e Manfredo, innamorati e accettati per quel che sono, sino ad apparire i più assennati tra i personaggi), un prete, un contabile... qui incontrano i villani, veri e propri morti di fame capitanati da Migone di Mastandrea.
E dall'incontro in poi (anzi da prima) è una sequela di incomprensioni, dispetti (non si può parlare di guerra o battaglia, ci vorrebbe un ardire) e reciproche furberie che rendono ancora più disperato e deprimente il viver nel castello (rudere) mentre il Marconte, con termini arzigogolati e inutili cerca di dare un senso all'intera vicenda, ricordandoci (se mai ce ne fosse bisogno) che anche con il peggior nemico occorre parlare perché è la parola che inganna, non le armi.
Non vi narro il finale, perché il film va visto. Ma se tutto deve tornare al proprio posto, e se esiste un ordine naturale delle cose, così sarà. Amen

martedì 13 febbraio 2024

Perché Domenica


Keplero: "Ora per la prima volta si stanno scoprendo quelle regioni celesti. E non appena qualcuno avrà insegnato l'arte di volare, fra la nostra specie umana non mancheranno i coloni. Chi avrebbe creduto un tempo che la navigazione nello sconfinato oceano sarebbe stata più tranquilla e sicura che nello strettissimo Golfo Adriatico, nel Mar Baltico o nella Manica? Siano date le navi e siano adattate le vele al vento celeste, vi sarà gente che non avrà timore nemmeno di fronte a quella immensità".

Appassionato da sempre al "Domenicale" de "il sole 24 ore" rosaceo foglio che molto ricorda la "Gazzetta dello Sport" ma i cui contenuti sono di gran lunga più consoni al mio pensiero, ho fatto anni ad attendere la domenica per leggere un inserto culturale molto lontano dai soliti canoni di sinistra che per anni avevo seguito su altri quotidiani.
Negli anni della mia giovinezza non esisteva la scelta odierna e riuscire a "farsi un'idea" voleva dire necessariamente passare da canoni che ostracizzavano alcuni autori anche solo in odore di destra o di non adesione al dogma.
Mi si apriva di fronte, una prateria immensa, ma difficile da capire, da cogliere nel suo intento e proveniente da un altrove sconosciuto. La curiosità ha tuttavia permesso di smussare gli angoli e di andare al sodo... apprendere mondi ed autori che avevano qualcosa da dire ma lo sapevano fare in modi diversi e da prospettive diverse.
Questo libro, "Perché Domenica", che cerca  di raccogliere la summa di quarant'anni di esistenza di questo bellissimo appuntamento, mi ha fatto rinnamorare con questo appuntamento.

I quarant'anni di un supplemento culturale sono un traguardo davvero invidiabile.
E ripercorrere questi anni, questi decenni, significa sfogliando la collezione, imbattersi nella straordinaria qualità di interventi, idee, recensioni che "La domenica" ha proposto ai suoi lettori.
E significa dover operare, da parte di un curatore, scelte drastiche anche solo per dare un'idea di ciò che questi anni, e i tanti collaboratori passati di qui, hanno rappresentato.
Perciò, la struttura che avete tra le mani è di per sé manchevole.
Ma poiché il "domenicale", per quanto di prestigio, di livello alto e di posizionamento elevato nel mercato editoriale resta pur sempre, e prima di tutto, un prodotto giornalistico, su questo versante non ci sono difficoltà.
Quello che viene rappresentato è un modo per sottolineare che si può fare ottimo giornalismo culturale, e per ben quattro decadi unendo la forza e l'autorevolezza dei collaboratori con la tipicità del lavoro e dell'espressione giornalistica.
Un risultato credo non da poco.

 

 

domenica 4 febbraio 2024

Parole nel vuoto


Nelle pratiche dell'Architettura che dal Quattrocento ad oggi si sono richiamate alla classicità, sono presenti ben due distinti modi di procedere: da un lato la acquietante trasposizione e manipolazione di elementi, misure, rapporti; dall'altro, un percorso a rischio, alla ricerca di un principio rigenerativo della forma.
In questo secondo modo due maestri del Novecento si sono spinti più avanti di altri: Adolf Loos e Mies Van Der Rohe.
L'uso che entrambi hanno fatto delle venature fiammeggianti del marmo levigato (il Cipollino il primo, l'onice dorato il secondo) ha la portata di una dichiarazione di poetica: é un invito a scorgere la fiamma dentro il cristallo, "l'incessante agitazione interna" (Italo Calvino 1988) che nelle loro opere sorregge le forme essenziali.
Tuttavia su alcune cose i due divergono: Mies è attratto da una ricerca solipsistica dell'assoluto - l'odine dell'oggetto architettonico in sé - Loos presta attenzione alla città come luogo della convivenza .
Il mutismo delle sue case è anche un modo di stabilire relazioni un rispetto per l'altro.
Prima che su una regola estetica, la polemica di Loos contro il liberty e contro l'abuso dell'ornamento poggia infatti su un principio etico: la difesa della vita individuale e collettiva da ogni prevaricazione.
Il compito di chi progetta oggetti e luoghi è di consentire che la vita si svolga e si esprima liberamente.
Al centro dei suoi scritti é la ricerca intorno al costruire come espressione e fondamento della civiltà.
Questo spiega la virulenta polemica verso coloro che concepiscono l'architettura come una pratica separata.
Ed è quantomeno curioso che più di un fautore dell'autonomia disciplinare a partire dagli anni '60 abbia indicato proprio in Loos un riferimento cardine della propria elaborazione.
Fin dal 1898 Loos raccomanda "Buttatevi nella vita per scoprire di cosa gli uomini hanno bisogno. E quando avrete colto il senso della vita, allora soltanto ponetevi davanti alla fornace o davanti al tornio".
"L'interno delle case deve essere improntato in un senso di accoglienza mentre all'esterno l'edificio deve rimanere muto".

Un artista assolutamente geniale e quanto mai attuale.

Pagina 88 - Devo ammettere anch'io che i vecchi costumi mi piacciono molto. Questo però non mi da il diritto di pretendere che il mio prossimo li indossi per far piacere a me. Il costume, un abito fissato per sempre in una determinata forma che non ha più possibilità di trasformarsi, è sempre il segno che ci lo indossa ha rinunciato a cambiare la propria condizione di vita. Il costume è il simbolo della rassegnazione. Esso dice: chi mi indossa deve rinunciare alla lotta per conquistare nel corso della sua esistenza una posizione migliore, deve rinunciare ad evolversi ulteriormente.

Pagina 169 - (A proposito dei rischi sessuali). Non esistono i pericoli della strada. Essa è sotto la protezione della comunità. Esiste solo il pericolo della famiglia.

Pagina 253 - La casa deve piacere a tutti. A differenza dell'opera d'arte, che non ha bisogno di piacere a nessuno. L'opera d'arte é una faccenda privata dell'artista. La casa no. L'opera d'arte viene messa al mondo senza che ne sia bisogno. La casa invece soddisfa un bisogno. L'opera d'arte non è responsabile verso nessuno, la casa verso tutti. L'opera d'arte vuole strappare gli uomini dai loro comodi. La casa è al servizio della comodità. L'opera d'arte è rivoluzionaria. La casa conservatrice. L'opera d'arte indica all'umanità nuove vie e pensa all'avvenire. La casa pensa al presente. Quindi l'architettura non è arte.

Pagina 303 - Siamo diventati poveri. Ma non è un buon motivo per diventare ridicoli. Per questo dobbiamo cominciare a preoccuparci del nostro abbigliamento.

Pagina 325 - Educare significa aiutare gli uomini ad uscire dalle loro condizioni originarie. Quella via che l'umanità ha messo migliaia di anni a percorrere, deve essere ripercorsa da ogni bambino.

Pagina 367 - Si sa che tutti gli armeggi artistici nel campo delle abitazioni - in qualsiasi regione - non riescono a smuovere il cane dal calore della stufa....




martedì 30 gennaio 2024

Filip


Tra i mille modi per sopravvivere alla tempesta, quello di Filip, ebreo polacco che si finge cameriere francese in un ottimo albergo nella Francoforte nazista, è certamente quello con più incognite. 
Anche perché lui, complice la giovinezza e l'irrequietezza non è capace di non farsi notare... e così tra una vicenda amorosa e l'altra, finisce poi per dover fare una scelta... scappare con un vero amore a Parigi o vendicare gli amici morti a scapito dei nazisti.
Ottima trama, bravi i personaggi, il nostro Filip certamente non lesina follia e coraggio. Forse i tempi chiedevano questo, o grigiore e invisibilità o coraggio da vendere. Un modo forte per difendere la propria diversità in un mondo divenuto folle.

 

Magehorn


A distanza di lungo tempo torno sulla neve e con le ciaspole ai piedi mi avventuro, insieme a Max, nel sempre bellissimo ed immenso Sempione e le sue cime che, per vicinanza con i 4000 vallesani esprimono paesaggi e visioni speciali.
Ammetto la fatica, pensavo di essere più allenato, ma forse l'età, forse il lungo tempo lontano dai monti si sono fatti sentire. Arrivato comunque in cima e goduto dei luoghi. Speriamo di essere più in forze la prossima occasione.
Pubblicato anche su Hikr una breve relazione.
























 

giovedì 18 gennaio 2024

Avvenimenti e luoghi del 2023


Ovviamente non rispecchiano una graduatoria ma dei sentimenti, delle sensazioni, donatemi dal luogo, dalla giornata, dal contesto, dalla compagnia, dall'umore... tante piccole cose che hanno reso speciale la giornata, il luogo, il viaggio.

1) Firenze. A fine gennaio, vado a visitare il CEU, il convegno sull'Emergenza Urgenza, evento davvero molto interessante che mi regala tante informazioni utili e conoscere differenti realtà. Unico neo il viaggio, quello di ritorno... arrivo a Milano e c'é lo sciopero dei mezzi... corsa sfrenata per passare da una stazione all'altra... torno a casa sconvolto... Firenze sempre bellissima... prossima volta, però, due giorni.

2) Madonna del Sasso. Scoprire l'itinerario pedonale che dalle rive del lago d'Orta permette, attraverso boschi e borghi, di raggiungere la Madonna del Sasso, bellissima costruzione arrampicata su una rupe a strapiombo. Angoli suggestivi e giornata perfetta.

3) Bellagio. Bellissimo borgo con architettura sacra e profana davvero tutta da scoprire. Angoli che aprono sul lago. I borghi in Italia sono tutti fantastici. Questo non fa eccezione. 

4) Varallo. Non ci venivo da parecchio. Gita in moto passando per stradelle. Giornata caldissima, ma immerso nei boschi e con pranzo sotto una pianta tutto diventa più accettabile. Il Piemonte ha questa aurea di abbandono che rende tutto più affascinante.

5) Clusone. Giornata caldissima. La discesa da Clusone verso il lago d'Iseo è come l'entrata negli inferi... Clusone dicevo, partiti al mattino alle 7 ci siamo risparmiati il caldo all'andata ma non al ritorno.. posti sempre speciali per l'ambiente vacanziero, l'ordine e la pulizia che la rendono simile ad un paesino austriaco.

6) Laurea Sofia. Giornata di commozione e tanta felicità. Una laurea meritata e tanta soddisfazione nostra. Arrivati a sera cotti.

7) San Pellegrino Terme. Bellissima scoperta. Itinerario bellissimo, cittadina davvero interessante per tutte le opere, costruzioni e ambienti da visitare. Occorre tornarci.

8) Riccione. Fine anno con Anpas. Tra un convegno e l'altro si passeggia sulla spiaggia ed in viale Ceccarini. La Romagna è sempre speciale, anche in pieno inverno.

9) Terme di Premia. Bellissima scoperta. Un pomeriggio con Franca. Un gran freddo ma l'acqua scalda eccome... poca gente, poca spesa, tanto relax.

10) Vogogna il Castello. Ci vado con Bianca in una delle gite domenicali per farla guidare e trovare i miei. giornata freddissima e nebbiosa. Castello molto bello, pochissima gente, il museo merita davvero. Grande emozione, incontriamo un lupo, un camoscio... incredibile

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