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venerdì 29 settembre 2023

Sette Re devono morire


 "Con quella faccia un pò così, quell'espressione un pò così..." cantava Paolo Conte tanti anni or sono.. ecco, la cifra di questo film, che non porta da nessuna parte è data dalla faccia del protagonista Alexander Dreymon, nel ruolo del Re Uhtred... ecco, la sua faccia descrive la pena di questo film che, avrebbe tutte le carte in regola per diventare un buon film in costume e invece si perde dietro boccaccesche trame sodomite, Re plagiati, la tanto decantata Inghilterra che non si riesce a fare, ma che poi forse si fa, il richiamo storico del conflitto di Brunanburh del 997 ove ci si mena di santa ragione per salvare il Re finocchietto... mi piace? No.

sabato 12 agosto 2023

Shark 2. Ovvero, ecco a voi il Megaloniente



 Ed ecco a voi, signore e signori... il secondo episodio del famoso Megalodonte, a cui doleva un dente e che per trovare requie venne in superficie a mangiucchiare umani e consimili.
Ogni anno, sono molti gli appuntamenti immancabili che caratterizzano le stagioni italiane... il cine panettone, Miss Italia, il concertone del Primo Maggio, il tormentone musicale estivo ed infine... il secondo episodio di un qualunque primo episodio fortunato.
Peccato che, salvo rare eccezioni, il secondo non si avvicina mai alle aspettative del primo...
Ed infatti "Shark 2 - L'abisso" non fa eccezione.
Ricorderete senz'altro il precedente e fortunato episodio, ove un megalodonte (un preistorico ed enorme squalo) mangiava tutto e tutti senza eccezione alcuna, dopo essere riemerso dalle profondità dell'Oceano.
Aridaje! Altra discesa nel sottosuolo. Altra esplosione, altro (questa volta altri...nel senso di tanti e vari) mostro che riemerge dal fondo e si da alla pazza gioia.
Ma togliamo per un istante gli effetti speciali. il salti ed i guizzi del buon Jason Statham che salta, balla, guizza, combatte, nuota sott'acqua a 6000 metri di profondità, combatte contro mostri immensi e piccoli dinosauri ed alla fine, eccolo lì nuovo di zecca.
E i megalo? Ovviamente di contorno, come l'insalata. A farci credere che basta avere un fisico discreto per rispedirli al mittente. Se poi si aggiunge che ognuno di loro si è mangiato un battello, dieci pedalò, un intero porto, un motoscafo, cinquanta persone, un cane e qualche gallina.. non mi stupisco che non siano morti di indigestione al termine delle riprese.

sabato 5 agosto 2023

65 milioni di anni fa (e non sentirne la mancanza)


Poteva andare peggio? Temo di no. Forse se fossero usciti cantando i 7 nani dal bosco, ecco lì sarebbe stato toccato il peggio.. oppure no, sarebbe stato un tale colpo di scena da rendere credibile il film.
Già era toccato a After Heart  fare lo schifo fantascientifico assoluto... ora, il primo posto viene, senza alcun dubbio, occupato da 65 milioni di coglioni (il numero dei fessi, me compreso che lo hanno guardato) o il numero appunto dei coglioni che si sono rotti guardandolo.
Mi ero fatto ingannare dal bel Adam Driver, attore a me gradito per altre ben migliori interpretazioni... certo non mi aspettavo la Morte Nera, ma manco questa terribile cagata.
Scusate l'uso dello scurrile (che non è né maiuscolo, né minuscolo e nemmeno gerundio)... ma davvero, quando ci vuole ci vuole. Ripercorriamo la vicenda..
Prima di noi, sulla Terra, pare ci fossero i Dyno-Sauri. Morale, prima che cadesse l'asterrrroide (come ama dire Zichichi-Crozza) che poi li avrebbe cancellati, arriva (suo malgrado, perché ci cade) l'astronave contenente dei crio-qualcosa umani, che ovviamente ci lasciano (quasi) tutti le penne... se ne salvano due.. il nostro Adam e una bimbetta linguo-compromessa.
Per salvarsi dovranno raggiungere una montagna su cui si trova la capsula di salvataggio (ma non mi dire) circondati da mostri cattivi ed affamati (ma non mi diree), con geyser pronti a soffiare acido (ma non mi direee) oltre a paludi con sabbie mobili (ma non mi direeee), alberi fragili, insetti feroci, ogni genere di insidia (ma non mi direeeee). Ed in mezzo i due che non si capiscono, non si parlano, non si rispettano. Entrambi privati degli affetti (nooooooo). Finale? Ve lo rovino? ma si dai, così evitate di buttare i soldi: arrivano sulla navetta, ma la navetta si ribalta, ma dopo, colpo di scena arrivano i tirannoqualcosa che ribaltano la navetta e quella può partire e si salvano e checcazzo potevano mica morire anche loro che la navetta poi non la guidava nessuno. Amen.

lunedì 4 aprile 2022

Okkio per Okkio - quarta parte


Ed eccoci qui, dopo la prima, la seconda, la terza, non poteva mancare la quarta (l'ultima? lo spero) parte di questa lunga vicenda. Vi avevo lasciato a Gennaio, con il secondo cambio di silicone e il ritorno alla normalità - dei contenuti liquidi dell'orbita, ma non della vista o della mia quotidianità...
Dopo alcune visite, mi cambiano il medico... e vabbè facciamocene una ragione e mi dicono di starmene a riposo... gli interventi uno, dopo l'altro mi hanno lasciato qualche effetto collaterale... una cataratta e una serie di cisti sulla retina. La somma delle due è che non vedo un bel niente.
Si valuterà quindi se farmi prima l'intervento per rimuovere la prima o prima una puntura per rimuovere le seconde... quindi se A:B=B:C io non vedo un C di nulla comunque vada.
Morale, passano due mesetti, mentre io in preda al nervosismo, riprendo il lavoro (molto da casa) e riprovo a rivivere come prima... impossibile però perché senza un occhio, guidare la sera o di notte, ma anche fare molte cose in cui ti occorre distinguere la profondità, diventa complicato e limitante...
Ma come tutte le cose (belle e brutte) quando meno me l'aspetto, vengo chiamato e nel giro di pochi giorni rieccomi in reparto... se è vero quel che è vero (ed è vero quel che mi hanno detto) dovrei fare la cataratta e quindi una cosina di routine, una pirlatina rispetto alle precedenti puntate... maledizione a quando ti aspetti di aver visto tutto!
Entro in sala operatoria che oramai è mezzogiorno... ne uscirò tre ore dopo... quando mi vedono in sala cominciano a ridere, ancora tu? ancora qua? cazzo ridete? Mica ci vengo di mia sponte qua! E vabbè lasciamole ridere alle mie spalle, devono sdrammatizzare pure loro.
Annuncio subito che non voglio essere bucato sulla mano, è ancora attuale il ricordo dell'ultima volta, maledizione! Ma l'infermiera, sicura del fatto suo ci riprova, due volte, e ovviamente non ci riesce. Così dopo aver cristonato mi bucano il braccio. Eccomi pronto per la puntura di anestetico nella cavità peri orbitale... un autentico devasto, un male che manco un parto... a cui si aggiunge l'impressione mentre il liquido mi riempie un seno paranasale... sti capperi.
Andiamo così sotto i ferri... oltre a rimuovermi il velo, mi aggiustano il cristallino per causarmi una lieve miopia, necessaria per rendere dominante l'occhio sano (poi capirò il perché) mi tolgono il velo, sento l'equipe parlottare a mie spese... ed infine esco in reparto letteralmente fradicio... 
Saltello per almeno un quarto d'ora nel letto, mentre cerco di tornare alla normalità.
Abbiamo finito. Se Dio vuole. Ora attendiamo l'esito e guardiamoci (letteralmente) intorno, sperando di essere fuori dal tunnel.


venerdì 21 gennaio 2022

Okkio per Okkio - Terza parte



Dopo avervi narrato la prima e la seconda parte eccoci al terzo episodio di questa straniante vicenda. Fatto il secondo intervento, convivo con il silicone "pesante" nell'occhio e credetemi, non è una bella sensazione. Passo così altri due mesi... durante i quali, non solo non vedo un fico secco, ma la visione dell'occhio SX, affaticato da tanto vedere si appanna... stanchezza, stress, impazienza, timori di ogni tipo si accavallano nella mia testa... finirà mai questa vicenda? Arriva così il giorno dell'intervento, preceduto da un tampone molecolare... potere di Omicron... altra attesa, altra tensione, per fortuna negativo... si va in ospedale.
Non c'é niente da fare, ogni volta è diverso... a dimostrazione che non si attraversa MAI lo stesso fiume. Questa volta non è la puntura nella cavita dell'occhio a dare problemi, ma il tentativo di prendermi una vena nella mano... mai tirato così tanti accidenti... a momenti ci resto secco... per fortuna poi mi prendono il braccio, una bella iniezione di anestetico e viaggio nella pace chimica... dell'intervento non ricordo granché, questa volta, complice il silicone, niente immagini a colori... solo bianco e nero... e alla velocità della luce. Morale in quattro e quattro otto mi ritrovo in corsia... sarà la volta buona?
Riprendo coraggio ed energia, dopo un paio d'ore mi spediscono fuori dal reparto, rintronato come una campana ma decisamente felice... è finita? Pare di si.
Ovviamente come tutti i bei sogni, i momenti desiderati non sono mai come ti sei immaginato... nel sogno, nel desiderio, vedevi tutto rosa...qui colori nisba, solo pensieri... e dopo? il dopo appare poco dopo, mentre cambio la medicazione (grazie Bianca), mi accorgo che non vedo un bel niente e che anzi la vista è occupata da una bolla enorme ed il resto è grigiore totale... nebbia... è questo il mio destino? Avere una retina riparata che non serve ad un cippo? Penso di no. la visita del giorno dopo me lo conferma... tutti effetti collaterali in dissolvimento.. resistere, ancora resistere... a tra una settimana...  e intanto è un anno.


giovedì 25 novembre 2021

Okkio per Okkio - seconda parte

Eccomi a proseguire il racconto delle mie disavventure... vi avevo lasciato nella prima parte  all'esito della prima operazione, non prevista e non voluta... con una marmellata nell'occhio destro e l'attesa di una data per toglierla... nel frattempo accadono tante cose: una serie di visite intanto... in cui (pur con tutti i limiti del caso e dell'auto ironia) ne vedo di tutti i colori.
Intanto il tempo passa... giugno, luglio, agosto, settembre, ottobre... sempre con l'occhio ripieno, la vista (se si può definirla tale) che fa i capricci... l'attesa di una soluzione definitiva, fino a quando non mi fissano la data della preparazione all'intervento (15 ottobre), data che, probabilmente è colpa mia, forse l'ho caricata di troppe aspettative, viene vista come il termine ultimo di tutti i miei pasticci...
Vana speranza... passa anche il 15, la visita la faccio... certo.. peccato che poi, leggendo le carte, scopro che sono in attesa di un intervento per cataratta! Gulp! Forse complice il fatto che non mi ha visto la persona che mi segue dal principio e che quella che mi ha visitato né mi ascolta e né legge le mie carte... morale, tocca alzare la voce e farsi riscrivere l'esito... e intanto passa un altro mese... finalmente arriva la data! E' il 16 novembre... poi fatalmente saltata ad una settimana dopo... e arriviamo al 23 novembre.

Nonostante l'esperienza mi abbia istruito diversamente, la testa ha un suo percorso, un suo itinerario, che mi fa pensare che una cosa fatta una volta, a doverla rifare sarà uguale uguale.. quindi eccomi fiducioso nel mio lettino d'ospedale, con il mio pigiamino, con le goccine necessarie a rilassare l'occhiettino... peccato però che di gocce me ne mettano una volta sola (e tra loro se lo dicono pure...) che il primo ago della flebo si rompa, e debbano passare all'altra mano, che mi aspetta un bel siringone nell'occhio senza che ne avessi alcuna memoria (e il medico che mi dice "si ricorda vero sig. Giarola? esattamente come l'altra volta" ???? ma quale altra volta? o non ero io o stavo dormendo... morale, sto scherzo mi fa rizzare i capelli... poi la faccia si paralizza e io mi rilasso un pochino... entriamo in sala operatoria e... meraviglia delle meraviglie... questa volta assisto in differita a tutto quel che accade.
Vedo cioè quel che mi fanno nell'occhio dall'interno dell'occhio medesimo... una cosa che probabilmente nella vita va provata... la siringa che aspira, la pinza che cuce, il liquido colorato... tutto mi passa davanti per almeno due ore.... sino ai punti finali... azz... che fastidio... poi hai un bel dire a chiedermi di stare fermo con i piedi... e che diamine... almeno quelli!
Morale, esco meno devastato dell'altra volta, si ma con un olio più pesante e con una retina più leggera... e con un ulteriore intervento da ripetersi tra un mese. (continua)



venerdì 29 ottobre 2021

Okkio per Okkio - prima parte

Ed eccoci qua. Tutto prende il via il 27 febbraio... da qualche tempo non sto bene... qualche acciacco, dolori vari, quelle cose a cui non sai dare un nome.. sino a che, ecco manifestarsi un Herpes Zoster, una recidiva della varicella sotto diversa forma che, invece di presentarsi in pancia, o altrove, mi si piazza bene in faccia, proprio sopra l'occhio sinistro. Vabbè, dico io... non sarà questo intoppo a fermarmi... sono in mezzo ad un periodo di forte azione.. il lavoro, l'Associazione, alcuni corsi che voglio fare... idee e progetti... nulla mi deve fermare... per nulla mi voglio fermare... e così qualche pastiglia, ma sempre a testa bassa... e di conseguenza, quello che arriva dopo è forse logica conseguenza.

L'Herpes, dopo aver abbandonato (quasi) la faccia, si va ad insediare nell'occhio destro. Prima vedo malino, poi malaccio, poi una bella mattina non vedo più niente... la sera stessa riesco ad avere una visita dall'oculista che normalmente ci segue... brava donna intendiamoci, un piglio tosto... ma a volte non basta. 

Lei parte in quarta... impossibile il legame tra Herpes a sx e occhio dx... vabbè, ci voglio credere... è Uveite! quindi si, prendiamo i farmaci antivirali (non si sa mai), collirio e pomata e poi vediamo... mi segue bene, ogni settimana mi vuole vedere, ed intanto rinvia le analisi del sangue (quelle si necessarie) per capire cosa ho. Quando quelle le andrò a fare, e quando arriverà l'esito, cosa ho è oramai chiaro.. anzi scuro.

Un bel giorno finisco per vedere peggio. Non solo non migliora, ma peggiora sempre più. Mi rimbalza così in ospedale (sarebbe meglio il Sacco a Milano, peccato che non ti pigliano neanche dipinto)... e allora appuntamento a Varese. Oculistica, dove ottengo una visita a 72 ore (ma con in mezzo il sabato e la domenica)... finalmente arriva la visita, ove si comincia a sospettare (almeno a scrivere - sospetto Herpes Zoster) e allora avanti con Cortisone, Antivirali, Colliri Vari... ovviamente stando a casa... anche perché oramai non vedo un fico secco.

Però, però... una speranza pare (ed appare) all'orizzonte... grazie ai farmaci, in alcuni momenti raddoppiati... comincio a vedere meglio... peccato che però la speranza, dopo oltre un mese di andirivieni e di progressi, mi abbandona..  ecco che una mattina mi risveglio e non vedo nuovamente più nulla, anzi si aggiungono lampi continui... dopo scambio di messaggi eccomi al PS di Varese... infausta la prognosi: rottura della retina. Ora si che l'operazione me la becco... il lunedì mi vede il primario, scuote la testa, mi dice solo brutte cose... insomma, comunque vada andrà male... il martedì mi preparano per l'intervento e mercoledì sono il primo della lista. 

Esco dalla sala operatoria... cosa mi hanno fatto: due ore e mezza di intervento... cerchiaggio del globo oculare, ricucitura della retina legandola al cerchiaggio, sostituzione del liquido oculare con un silicone per creare un campo sterile...

E comincia così la seconda parte dell'odissea.. quella in cui con un occhio così non vedi male come prima, ma non puoi mettere a fuoco avendo il globo oculare ripieno di marmellata... riprendiamo a stare a casa... ancora farmaci, ancora visite, ancora andirivieni con piccoli miglioramenti... e intanto aspettiamo una data, una qualsiasi per rimuovere l'incongrua sostanza e provare a riveder la luce... (segue).




domenica 9 maggio 2021

Mortal Komabt

Non è la prima e non sarà l'ultima volta che il mondo dei videogiochi presta attori e trama (?) al grande schermo... la vera difficoltà sta nel trasformare in idea, storia, la ripetizione del gioco, l'avanzare dei combattimenti, la difficoltà delle mosse, ed in questo i combattimenti di arti marziali dovrebbero partire avvantaggiati... facile poi, a chi è un poco sgamato, aggiungere una pseudo filosofia, religione o idea che prenda un pizzico di Oriente, qualche idea hippy, un paio di spinelli, un cappello da mandarino e il gioco è fatto... peccato che in mezzo, non ci sia nulla! Il vuoto cosmico... non un'idea, non una trama, non un senso.. il solito pateracchio spazio temporale che dopo un combattimento del non si sa chi contro non si sa perché per non si sa quando e non si sa nulla porterebbe niente popò di meno al possesso della Terra e dei suoi ignari (ed ignobili) abitanti... ce né a sufficienza per interrompere più volte l'amena visione, fare altro, poi riprendere, poi continuare ed arrivare in fondo cancellando l'intero episodio.  




venerdì 7 maggio 2021

La settimana bianca


"Ero solo in una casetta in Bretagna davanti al computer" ha raccontato una volta Emmanuel Carrère e "a mano a mano che procedevo nella storia ero sempre più terrorizzato".
All'inizio, infatti, il piccolo Nicolas ha tutta l'aria di un bambino normale.
Anche se allo chalet in cui trascorrerà la settimana bianca ci arriverà in macchina, portato dal padre, e non in pullman come i compagni.
E anche se, rispetto a loro, appare più chiuso, più fragile, più bisognoso di protezione.
Ben presto poi scopriamo che le sue notti sono abitate da incubi, che di nascosto dai genitori legge un libro, dal quale è morbosamente attratto, intitolato "Storie spaventose", e che, co una sorta di torbido compiacimento, insegue altre storie, partorite dalla sua fosca immaginazione, storie di assassini, di rapimenti, di orfanità.
E sentiamo, con vaga ma crescente angoscia, che su di lui incombe un'oscura minaccia - quella che i suoi incubi possano, da un momento all'altro, assumere una forma reale, travolgendo ogni possibile difesa, condannandolo a vivere per sempre nell'inferno di quei mostri infantili.
Questo perturbante, stringatissimo noir è da molti considerato il romanzo più perfetto di Emmanuel Carrère - l'ultimo da lui scritto prima di scegliere una strada diversa dalla narrativa di invenzione.

Come sempre, quando si tratta di Carrère, mi sono approcciato con interesse, forte di suoi ben maggiori scritti... deluso? Peggio. Mortificato da questa lagna indescrivibile... né carne né pesce... ma l'ha scritta lui o era sbronzo? Apposta per lui ho creato l'etichetta "Spreco di tempo"...

L'economia sociale in Italia - Rivista