lunedì 29 febbraio 2016

il cenacolo vinciano

Milano con la pioggia, domenica. Chi ha detto che non si sa che fare!? Santa Maria delle Grazie. il Cenacolo... 
Mi scuso per la qualità delle foto, scattate con il telefono. Ma la macchina si era scaricata... Resta il fascino di un opera immortale. Che ha lasciato a bocca aperta il Mondo intero. L'ultima cena di Gesù, rappresentata da Leonardo Da Vinci.
 
Quante congetture sulla figura posta alla sinistra di Gesù. La Maddalena? E allora Giovanni dove è finito? Mistero. Infittito dalla cinematografia... Intanto che cerchiamo la soluzione, godiamoci lo spettacolo.

il dottore dei matti...

Metti una sera a Taino a vedere "il dottore dei matti" riadattato e ridotto in due parti, interpretato da molto volenterosi anziani in pensione e decisi a vendere cara la pelle. Ecco, mi dico che non c'è limite alla voglia di fare se ci credi, ci metti te stesso, vuoi comunque combattere. Bravi.




domenica 28 febbraio 2016

San Ambrogio - Oggi

 Se a Milano devi andarci per forza, tanto vale (in una giornata che più di pioggia non si può) girare per opere d'arte, Musei e Chiese. E come non visitare San Ambrogio. Eccolo!




 






Whiplash

Film del 2014, vincitore (meritato) di tre Oscar.
Jazz, Musica, Aspirazioni, Sacrificio, Crudeltà, Risultato. Questi gli argomenti trattati.
Una colonna sonora portentosa, con pezzi Jazz magistralmente riprodotti, ove la batteria la fa da padrona.
Aspirazione di diventare il più grande di sempre, non uno bravo, non uno in gamba. No! Il più grande. E per farlo si accetta tutto. il Sacrificio, rinunciando all'amore, agli amici, ad una vita vicino a papà. Crudeltà: in un rapporto sadico e masochista con un feroce insegnante (Terence Fletcher) che picchia, insulta, deride i suoi allievi. Ma coglie dietro ognuno di loro il genio inespresso e lo fa uscire.
Risultato: perché il finale sarà la ribellione dal maestro e il trionfo. La crescita emotiva e della capacità di vedere la vita per quella che è.
Si è scritto di tutto in merito a questo film: trappola di gonzi di destra, piuttosto che maestri crudeli, o anche ideologicamente sbagliato. Date la lettura che preferite. Resta il miglior film di musica degli ultimi 10 anni e da l'idea della fatica, sofferenza, ma anche volontà che porta un qualsiasi ragazzo determinato a diventare il nuovo "Bird" del Jazz...
Assolutamente da vedere.

sabato 27 febbraio 2016

Dizionario della saggezza - Montaigne

Prendi un vecchio riccastro, nobile e francese. Collocalo nel '700 europeo in piena guerra di religione. Fai in modo che si isoli in un beato luogo di meditazione, senza farsi mancare nulla. Di che cosa scriverà? Di quali alti valori? Ecco a voi la raccolta delle pippe morali del buon Montaigne. Benvoluto da tutti e a mio giudizio sopravvalutato. Ogni tanto qualche perla di saggezza in un mucchio di ovvietà. Che dire poi delle riflessioni sul proprio membro? Onanismo culturale? Ombelichismo scolastico? Reminiscenze da vecchio bavoso? Scusate, ma o io non capisco Montaigne o lui non capisce me.
Amen.

venerdì 26 febbraio 2016

Reticent Wall

Per chi ama la montagna, ma soprattutto chi ama l'arrampicata su roccia, sa di cosa parlo: Big Wall, grandi pareti, ove la sfida non è iniziare a salire, ma riuscire a completare la parete, dopo giorni e giorni di totale isolamento verticale.
Reticent Wall (il muro reticente) è sicuramente la più difficile scalata in artificiale realizzata sino ad oggi. Aperta nel 1995 sul El Capitan in Yosemite Walley.
 Un filmato, quello di Valerio Folco e Tom Mc Millan, che ha quale obiettivo la rappresentazione delle difficoltà che si incontrano sulle pareti di una big. Preparazione, attrezzatura, studio del tracciato, cibo, rischio maltempo, logistica di ogni genere e ovviamente forza e resistenza.
 
Nuts, friends, chiodi, cunei, sino a piccole lamelle da lavorare al momento e poi pregare perché ti sostengano... Ogni metro è conquistato, ogni tiro di corda una fatica psicologica e fisica...
La meta è lassù in alto. Per raggiungerla possono essere necessari giorni di lenta progressione. Il finale è il ritorno al mondo orizzontale... ma tutto questo verticale è quello che cerchiamo: una metafora della vita.

Vertical Limit

Film del 2000. Utilizza lo sfondo del K2 e della sua conquista (anche se le montagne utilizzate per le riprese, si trovano in Nuova Zelanda e non raggiungono i 4.000 metri) contornando così una storia di riscatto, amore, eroismo.
Reduci da un terribile incidente svoltosi durante una scalata (ove è morto il padre di entrambi), fratello e sorella si ritrovano sulle pendici del K2, nell'ambito di una spedizione, che suona più come un azione clownesca che reale.
Tutte le premesse della tragedia sono precostituite. Ed infatti una valanga travolge la squadra in salita, che si ritrova bloccata in un crepaccio.
Partono le squadre di ricerca, formata da una serie di improbabili personaggi, tra cui il fratello indomito e un alpinista (interpretato da Scott Glenn) che ha perso la moglie in una precedente spedizione e a causa dello stesso organizzatore, il riccastro (interpretato da un cattivissimo e perfido Roberto Chevalier).
Imprese eroiche, montagna al limite, solidarietà e meschinità si mescolano di continuo, sino all'epilogo finale.
Interessante nella trama, viene ridimensionato per la scelta degli esterni e per l'eccesso di polistirolo nella simulazione del ghiaccio... Piacevole.


giovedì 25 febbraio 2016

Affondate la Bismark

E' il 1960 quando vede la luce questo ottimo film di guerra.
Basato su una storia vera e veritiero nella ricostruzione, ricostruisce la battaglia dei mari dell'Atlantico, quando a fronteggiarsi sono la Bismark (corrazzata tedesca, autentico gioiello tecnologico) e l'intera marina britannica.
Solo la fortuna e l'audacia permisero agli inglesi di avere la meglio contro la potentissima corrazzata, che alla fine deve affondare.
La Storia ci rammenta che, anche a causa di ciò, Hitler, che non amava il mare, lasciò allo sbando la marina tedesca, limitandosi ai pur temibili sommergibili U-boot che riuscirono ad infliggere numerosi danni agli inglesi, sino all'introduzione del radar ed alla decrittazione di Enigma (il sistema di trasmissione dati dei nazisti).
Ben fatto e di piacevole visione, riesce ad essere "onestamente di parte" senza scadere eccessivamente nella retorica.
Bravissima Dana Wynter.

mercoledì 24 febbraio 2016

Criminal Activities

Al funerale di un ex compagno di college. Una canna tra amici, una rimpatriata, un affare economico andato male e si finisce in un pasticcio dovendo soldi ad un mafioso.
E così le cose finiscono per peggiorare: il rapimento di un delinquente che si scopre essere peggiore di quello che li minaccia; presi tra due fuochi dovranno giocare tutte le loro carte per uscirne vivi. Ma è realmente così?
Criminal Activities è realmente questo: un insieme di attività criminali, svolte da chi criminale non è, mentre loro i banditi veri, vanno avanti a fare le loro cose...
Grande John Travolta, che ancora una volta si cala nel ruolo del delinquente complessato, che beve frullati di verdura e vuole correre la maratona, ma non esita ad uccidere e far uccidere per un nonnulla.
Ben fatto e con ottimi dialoghi.
 

martedì 23 febbraio 2016

Calculator

Prendi 10 detenuti, di un improbabile pianeta ove, al di fuori delle poderose mura che difendono una città impenetrabile, vi è il nulla. La loro pena è l'esilio. O meglio, la possibilità di raggiungere le isole della felicità.
I detenuti si dividono in due gruppi: da un lato un delinquente, che porta con sé il grosso del gruppo. Dispotico, iroso, ma forte.
Dall'altra parte un silenzioso ma efficace uomo a cui si unisce una delle donne del gruppo. Chi sono veramente i nostri personaggi, quali le loro colpe, cosa li attende?
Complice un panorama innaturale (l'Islanda), mostri feroci pronti ad uccidere per nutrirsi, liti e odio, un potere che vuole la loro morte, la storia si dipana in un paesaggio grigio e pregno di incognite.
Chi non ha visto o sentito parlare di Stalker, del grande maestro russo Tarkovskij? E forse non vi è similitudine tra questi due film, questi due anzi tre personaggi, questi ambienti ostili?
La cinematografia post-sovietica riesce ancora a stupirci, e lo fa con questo piccolo film diretto da Vychislitel e con alcuni volti noti anche in Occidente.
Stupore per una recitazione senza troppi fronzoli, ma che sa incuriosire e al tempo stesso fa immaginare il finale. A dimostrazione che il viaggio, in ogni sua forma, è già la meta. E il fardello che ci si porta dietro sa essere più pesante e duro del percorso medesimo.

 



domenica 21 febbraio 2016

Umberto Eco


E così se ne va anche quel grande genio di Umberto Eco.
Eco ha segnato alcuni episodi della mia vita, la Buchmesse di Francoforte nel 1988, e il libro "Come si fa una tesi di laurea" che oltre a servirmi per lo studio, mi insegnò un metodo di studio che spesso non avevo saputo afferrare.
Ci sono persone - ed Eco lo è stato - che diventano quotidiane, consuete, complementari con il vivere moderno, praticamente non si può più scinderne l'esistenza rispetto al quotidiano, sino a sedimentarsi nel nostro vissuto.
A costo di apparire scontato, anche io ho letto ed apprezzato "il nome della Rosa" e visto il film, così come ho avuto modo di incontrare sulla mia strada, suoi articoli di giornale, suoi interventi televisivi, interviste, altri libri (che posseggo).
Mi associo ai tanti che piangono questo grande italiano e lo ricordano per il contributo dato alla cultura nostra e mondiale.
Ciao Umberto.

Sette brevi lezioni di fisica

Da ragazzo, Albert Einstein ha trascorso un anno a bighellonare oziosamente.
Se non si perde tempo non si arriva da nessuna parte, cosa che i genitori degli adolescenti purtroppo dimenticano spesso.
Era a Pavia. Aveva raggiunto la famiglia dopo aver abbandonato gli studi in Germania, dove non sopportava il rigore del liceo.
Era l'inizio del secolo e in Italia l'inizio della rivoluzione industriale.
Il padre, ingegnere, installava le prime centrali elettriche in Pianura Padana.
Albert leggeva Kant e seguiva a tempo perso le lezioni alla Università di Pavia: per divertimento, senza essere iscritto né fare esami. E' così che si diventa scienziati sul serio. (tratto dal libro).
 

Con tono lieve, quasi con timore di ciò che sta per svelarci, con l'approccio dell'uomo di scienza privo delle certezze granitiche di tanti soloni religiosi e pecoroni al seguito.
Così Carlo Rovelli ci introduce alle ultime frontiere della scienza, per farci comprendere un mondo anzi un universo, totalmente diversi da come l'abbiamo o lo immaginiamo.
E la scienza si rivela per ciò che è, una grande sfida, ma anche soddisfazione nel saperci parte di un disegno incredibile, incompleto e in mutazione continua.
Relatività generale, Termodinamica, Meccanica Quantistica, Chimica, Universo, Particelle elementari, natura del Tempo. Questi gli argomenti.
Un monito finale all'uomo: siamo una specie affamata di conoscenza, bramosa di vita, ma fortemente autodistruttiva. Ci estingueremo presto, prima di farlo cerchiamo di rispettare il creato e di capirlo.

venerdì 19 febbraio 2016

Barbari & Digitali

Natura abhorret a vacuo. La natura odia il vuoto. E' forse questo il motivo per cui, Giampiero Beltotto, fa questa lunga tirata per dirci che, al giorno d'oggi, non sapendo a che santo votarci è forse meglio rifugiarci in un bellissimo (forse per lui) passato?
Per chiedere la messa in latino? (sai che affare), la Chiesa autorevole? (io dico autoritaria, con suore che alzavano le mani e frati/preti che le abbassavano troppo), studi classici e bastonate sulle dita?
Ho letto con piacere questo volumetto, per vedere come, di fronte al nuovo che avanza (e che non deve piacere necessariamente e nemmeno convincerci) risponde una bell'anima ciellina.
Devo farvi una confidenza: preferisco il mio punto di vista.
Attrezziamoci, combattiamo e diciamo la nostra. Magari usando i super strumenti che la tecnologia ci fornisce e che Beltotto tanto abborrisce (ma che usa).
Che dire poi dell'odio per Masterchef? Se il format piace, vuoi cassarlo? Non guardarlo! Vuoi forse premiare il Maurizio Costanza Show? La catalessi mummificata?
Nessuno nega il ruolo che la RAI di un tempo ha avuto nell'immane compito di insegnare l'italiano agli Italiani. Epperò se ora è caduta così in basso, non si chiede il nostro politicizzato scrittore, come mai sia accaduto ciò? Come mai i valori sono stati svenduti? Ma dove era negli ultimi 30 anni questo signore, mentre il pentapartito, con la complicità dei comunisti ha spezzettato un'azienda che tutti ci invidiavano?
Cosa manca realmente oggi? Di fronte alla fortuna di avere tutte le informazioni a portata di mano, occorre realmente insegnare il metodo per capire e pesare le stesse, oltre a recuperare (quelli si) i valori di sempre: onestà, serietà nella parola data, schiena diritta nel denunciare abusi e soprusi, amore del lavoro e si, glielo riconosco: amore del bello. Inteso non come dice lui, nel divino (che esclude metà della popolazione) ma nel concetto laico di umano. Come solo l'uomo sa essere.

Son of a gun

JE finisce in galera e da povero pivello deve legarsi al più forte per sopravvivere: Brendan, un rispettato delinquente. In cambio dovrà aiutarlo ad evadere e gli si affiancherà nel suo percorso criminale, con l'intento di rapinare una miniera d'oro.
Girato in Australia, riesce ad intrattenere con un format quasi scontato ma che ha ancora qualcosa da raccontare.
Rapine, inseguimenti, boss e belle pupe, truffe, doppio e triplo gioco. L'amore di una bella e triste ragazza. La speranza di una vita normale (un ritaglio di giornale con moglie, auto, casa e due figli biondi).
Son of a Gun potrebbe riassumersi così se non fosse che, qualche tentativo di apparire interessante lo mette in campo.
Dalle aspirazioni dei cattivi, dal fatto che pur sparando tanto, i banditi ammazzano solo altri cattivi (una versione edulcorata della violenza al fine di non rendere invisi gli stessi al pubblico), alla speranza di una vita "normale" come viene captata dalle riviste... Insomma ci si diverte se non si esagera a cercar di capire. Al tempo stesso si capisce che anche i cattivi piangono, hanno un loro codice (almeno alcuni) e devono tirare a campare.
Un poco sminchio Brenton Thwaites (attore già conosciuto in Maleficent) nel ruolo di JR, mentre sempre piacevole il buon Ewan McGregor nel ruolo di Brendan... Anche se come Obi-Wan Kenobi e la sua spada laser era tutta un'altra musica...

sabato 13 febbraio 2016

James Maddock ... e due

Avevo conosciuto James Maddock in un precedente incontro e per questo la sua presenza ad un concerto a Besozzo è stata l'occasione per riascoltarlo ed apprezzarne la grande simpatia e capacità di allietare la serata.
 
Sempre impegnato a favore del sociale, sul palco insieme ai ragazzi della Tac Tic Band ed accompagnato da Alex Valle e David Immergluck, ha dedicato oltre due ore di bellissime sonorità, battute, smorfie e canzoni piacevoli. Grazie di tutto :)
 
James Maddock
 
 
 David Immergluck

Apes Revolution


Secondo episodio della saga, e forse nemmeno l'ultimo (siamo in attesa). Ripartiamo da dove si è interrotto il precedente (vedi): scimmie intelligenti in fuga nei boschi e un virus creato in laboratorio che infetta il genere umano.
La popolazione è decimata, mentre le scimmie hanno creato un loro spazio ed una loro società molto simile a qualcosa di primordiale (con accenni di sciamanesimo e religione).
Tutto bene (o male) sino a che le due specie non vengono in contatto. Un uomo ferisce una scimmia e queste ultime vanno in città a spiegare il loro punto di vista: "non vogliamo la guerra, ma non provocateci. Voi state qui, noi nei boschi".
Il problema sorge quando gli uomini devono tornare nei boschi per far ripartire la dinamo di una diga e riavere corrente elettrica.
In entrambe le fazioni vi è chi vorrebbe la pace e chi non si fida. Sarà la rivoluzione delle scimmie a cambiare i rapporti di forza e nulla sarà più lo stesso.
Questa volta accanto a Cesare, (protagonista indiscusso del precedente episodio) facciamo la conoscenza di Koba, accecato dalla rabbia per gli esperimenti subiti, e fiero oppositore della pace e degli accordi con gli umani.
Questi organizza un colpo di stato e scatena la guerra.
Ottima storia, belli gli effetti speciali e il richiamo ai buoni sentimenti. Da vedere.

giovedì 11 febbraio 2016

E facciamoci sto Pizzetto..

 E così scappo dalla città un altra volta e mi rifugio in montagna. Questa volta in neve. Premetto che non amo particolarmente il freddo, però non so resistere alle cime immacolate, soprattutto quest'anno con la penuria di neve e l'assenza di un vero inverno.
 Insieme a due altri amanti delle cime (Gabri e Max oltre alla cagnolina Suni) partiamo per il Pizzetto in Valle Anzasca. Ha nevicato tutto ieri, poi un forte vento serale e oggi sole e cielo sgombro.
La perturbazione è ancora presente, almeno sulle cime e quindi mano a mano che si sale, folate di vento ci colpiscono e rendono il paesaggio ancora più selvaggio..
 Spettacolare è la parola che maggiormente ho pronunciato. Il sole, il vento, le cime, la neve da pestare, gli animali incrociati. Anche il panino mangiato al riparo e la grappa diventano super.
 Il Monte Rosa si fa desiderare, causa nubi e vento. Ma gli perdoniamo questa sua assenza.
Arriva il momento di rientrare. Un altra avventura da conservare tra i ricordi più belli.

domenica 7 febbraio 2016

La montagna dentro

Non vi sono dubbi nel riconoscere a Hervé Barmasse, figlio d'arte, la grande stoffa dell'alpinista.
Sul Cervino/Matterhorn/Grande Becca ha scritto pagine di arrampicata, alpinismo, libera che hanno elevato (se mai ce ne fosse stato bisogno) il già altissimo livello degli scalatori italiani e la loro fama di scopritori.
Per questo ho letto con molto piacere questo libro, cercando di cogliere, al di la delle imprese alpinistiche, l'uomo Hervé.
A partire dalla giovane età e dall'incidente che gli stronca la carriera di grande sciatore, scopriamo che Hervé all'alpinismo ci arriva come ripiego e per caso... (oddio, essendo figlio di cotanto padre, come lui afferma, di soluzioni non ce ne erano molte: o si scappa o si sale).
Un uomo normale, con molti dubbi e paure, certezze costruite con fatica e ripensamenti. Un unica grande fiducia e forza di volontà, forgiati salendo sulle cime che ama.
Un riconoscimento da parte sua va a chi ha affrontato le cime (in particolar modo il Cervino, che lui ha salito in tutte le condizioni e con vie nuove o solitarie) e a chi la montagna l'ha vissuta con passione (tra tutti Bonatti ma anche Gian Piero Motti e tutte le spinte del '68 delle cime raccontato magistralmente da Camanni).
Così le sue imprese, le sue storie d'amore, la morte, le speranze e le sconfitte, scorrono di fronte a noi e ci presentano un uomo come tanti (magari non un eccelso scrittore, ma questo non lo pretendevamo) ma certamente un alpinista vero, forte e capace di tornare indietro, di rinunciare ma per riprendere più forte di prima da dove aveva lasciato.
Qui il suo SITO

Ciriquì, Cirilà, Cirinnà

Più uno Stato è democratico, più è in grado di tutelare le minoranze.
Viceversa la parola Democrazia (governo di tutti) diventa Devotanzia (governo di tanti).
Quando mi sento dire che, con tutte le cose che ci sono da fare, non possiamo perdere tempo per 8.000 coppie omosessuali, mi viene l'orticaria.
La domanda che pongo è molto semplice: perché abbattiamo le barriere architettoniche, in fondo i portatori di handicap sono così pochi... la maggior parte di noi non ne ha bisogno..
Ma noi no, le opere le facciamo lo stesso perché tutti dobbiamo avere pari diritti di accesso e di movimento negli edifici e nelle strade.
Nessuno dei fortunati bipedi che non necessita delle predette opere, si sente a disagio quando le vede e nemmeno si permetterebbe mai di dire che, mettono a rischio chi deambula normalmente e infine nemmeno inscenerebbe proteste in piazza per reclamarne la non realizzazione.
Cosa spinge quindi, i cosiddetti normali a reclamare il ritiro della proposta di legge Cirinnà, temendo danni per la famiglia normale?
Forse che, incontrando due uomini che si tengono la mano e sapendo che vivono vicino a noi, ne temiamo, legittimandoli, una demolizione dei nostri "valori", un aumento dei divorzi, la fuga dei nostri figli confusi da tanta promiscuità?
Ultima tirata: leggo che Giovanni Corsello, Presidente della Società Italiana di Pediatria, avrebbe dichiarato la possibilità di rischi per i bambini adottati da coppie omosessuali... Ma scusate, quando si scrivono le leggi e le si discute, questi piccoli dettagli non vengono esaminati prima di lanciarsi nelle crociate? Oppure questo è un intervento a gamba tesa, per affossare o almeno rintuzzare la proposta Cirinnà?
Qualcosa non funziona, e ancora una volta le partigianerie si sono spese in campo per rendere tutto incomprensibile e insanabile. Altra grande occasione sprecata... ancora una volta.
Uno Stato è tanto più grande, quanto più ascolta tutti e asseconda, nel rispetto di tutti, i desiderata di ciascuno. Compreso quello di volersi bene.

sabato 6 febbraio 2016

Family Bay

Al Family Day ci può ovviamente andare chiunque, come altrettanto chiunque può liberamente partecipare al Cirinnà Day o al Gay Day o al Volemosebene Day.
Quello che trovo inconcepibile, viceversa è la necessità, tutta italiana, di fare manifestazioni contro e mai pro.
Una manifestazione in cui dei preti, manifestino per la famiglia (entità a loro ignota) e contro le unioni civili (altra entità a loro ignota) mi fa quasi piangere... Ma questo è. In uno Stato papalino e sottomesso alle nere vesti, questo ci tocca.
Difendiamo i bambini, leggo in fondo, ma da chi? Dai pedofili? Da alcuni preti? Da tanta follia?
Difendiamo le persone che si vogliono bene. Proviamoci almeno.

Ultra