Sul Cervino/Matterhorn/Grande Becca ha scritto pagine di arrampicata, alpinismo, libera che hanno elevato (se mai ce ne fosse stato bisogno) il già altissimo livello degli scalatori italiani e la loro fama di scopritori.
Per questo ho letto con molto piacere questo libro, cercando di cogliere, al di la delle imprese alpinistiche, l'uomo Hervé.
A partire dalla giovane età e dall'incidente che gli stronca la carriera di grande sciatore, scopriamo che Hervé all'alpinismo ci arriva come ripiego e per caso... (oddio, essendo figlio di cotanto padre, come lui afferma, di soluzioni non ce ne erano molte: o si scappa o si sale).
Un uomo normale, con molti dubbi e paure, certezze costruite con fatica e ripensamenti. Un unica grande fiducia e forza di volontà, forgiati salendo sulle cime che ama.
Un riconoscimento da parte sua va a chi ha affrontato le cime (in particolar modo il Cervino, che lui ha salito in tutte le condizioni e con vie nuove o solitarie) e a chi la montagna l'ha vissuta con passione (tra tutti Bonatti ma anche Gian Piero Motti e tutte le spinte del '68 delle cime raccontato magistralmente da Camanni).
Così le sue imprese, le sue storie d'amore, la morte, le speranze e le sconfitte, scorrono di fronte a noi e ci presentano un uomo come tanti (magari non un eccelso scrittore, ma questo non lo pretendevamo) ma certamente un alpinista vero, forte e capace di tornare indietro, di rinunciare ma per riprendere più forte di prima da dove aveva lasciato.
Qui il suo SITO
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