giovedì 27 luglio 2023

Fine missione


Phil Klay mi aveva attirato con il romanzo "La buona guerra", torno quindi volentieri ad un suo scritto. In questo caso una raccolta di racconti dedicati alla Guerra ed alle persone che la combattono.

Forse nessuno torna da una guerra. 
Forse anche il ritorno a casa, per chi è stato bravo o fortunato a sufficienza non è altro che un cambiare fronte, ingaggiare una nuova battaglia; forse non è altro che l'inizio di una nuova missione.
La prima storia che dà il titolo al libro è proprio questo: il ritorno a casa di un reduce.
In Iraq ha fatto delle cose terribili: il ricordo di quando, la notte andavano a caccia di cani che altrimenti avrebbero mangiato i cadaveri ai bordi delle strade non è nemmeno la più atroce, tra le memorie che lo perseguitano.
A casa, in mezzo a gente che non ha l'idea di dove sia Falluja, ritrova la fidanzata - tra loro una nuova sconosciuta distanza e il vecchio cane.
Ma l'animale è malato, non gli resta molto da vivere.
Il marine ha ancora l'M16: a casa come al fronte dovrà uccidere un cane.
In "Dopo l'azione" protagonista é il trauma, la traccia lasciata dalla violenza commessa che si attacca al carnefice e lo perseguita e come un fantasma, una possessione, si trasmette di uomo in uomo.
Quelle che racconta Klay sono storie che possiedono l'accecante lucore della verità.
Sono storie che rivelano la complessa combinazione di burocrazia, noia, cameratismo e violenza che compongono la vita quotidiana di un soldato in guerra: e la solitudine, il rimorso, la disperazione che accompagna ogni uomo nella vita in tempo di pace.

Come l'Occidente ha provocato la guerra in Ucraina


 Chi è il vero responsabile del ritorno della Guerra in Europa? Secondo il mantra della narrazione occidentale dominante c'é un solo e unico colpevole: Vladimir Putin, novello Hitler, che avrebbe invaso l'Ucraina senza alcuna motivazione, se non quella di un violento e sfrenato espansionismo.
Ma è lecito porsi ulteriori dubbi.
In realtà, secondo lo storico americano Benjamin Abelow, sono gli Stati Uniti e la Nato ad essere i principali responsabili della crisi ucraina.
Attraverso una storia trentennale di decisioni politiche sbagliate e di provocazioni , iniziate durante la dissoluzione dell'Unione Sovietica.
Washington e i suoi alleati europei hanno posto la Russia in una condizione considerata insostenibile da Putin e dal suo staff militare. Senza giustificare l'aggressione di Mosca o scagionare i leader russi, in questo libro agile ed estremamente leggibile Abelow da voce ad autorevoli analisti politici militari e funzionari governativi degli Stati Uniti, per mostrare in modo chiaro e convincente come l'Occidente abbia innescato il conflitto Ucraino, mettendo i propri cittadini e il resto del mondo di fronte al rischio reale di una guerra nucleare.
Come l'Occidente ha provocato la guerra in Ucraina guarda con lucidità sotto la superficie degli eventi recenti, permettendo ai lettori di comprendere le ragioni più profonde, ma troppo spesso mistificate e taciute della tragedia in corso e fornisce nuove intuizioni su come il conflitto potrebbe essere risolto.
"Il mio obiettivo non è difendere l'invasione, ma spiegare perché é avvenuta.
La maggior parte dei cittadini occidentali ha sentito la spiegazione unilaterale e semplicistica di come è nata questa guerra.
Ovvero che l'Occidente è tutto buono e la Russia tutta malvagia.
Cerco di pareggiare quel canto.
La verità può essere dolorosa, ma é comunque essenziale, perché se non diagnostichi correttamente un problema non sarai in grado di trovare una soluzione.

Devo dire la verità? Se il canto (il mantra) non mi aveva convinto, il contro canto mi convince ancora meno. Perché se è pur vero che la Russia, a forza di essere pizzicata alla fine si è incazzata ed ha invaso l'Ucraina.. non è che prima fosse tanto tenera con i suoi vicini (Georgia e Siria) e gli interessi lontani (Africa). Che la Russia sia una cleptocrazia dominata da assassini al buon Abelow manco passa per il cervello... e dietro il detto (e ridetto) motto "non voglio giustificare l'invasione" finge di non vedere che forse, una guerra per dare due pestoni alla volontà imperialista di un regime incapace era necessaria.
Far capire cioè a Putin che la famosa linea rossa, più volte minacciata da Obama (ad esempio) era non solo superata, ma necessitava di una risposta. Pena la prossima invasione dei Paesi Baltici, della Moldavia, le minacce ai regimi democratici più vicini, i colpi di Stato in Africa, il finanziamento di quel cialtrone di Trump per ridurre gli Usa (che già sono messi male in fatto di democrazia) in un autentico porcile. Quindi, certo spiace, certo i rischi ci sono... ma quando è basta è basta.

domenica 16 luglio 2023

il Ciarlatano


Appena arrivato a New York, nei primi anni della guerra, gli ebrei polacchi dicono tutti la stessa cosa: "L'America non fa per me".
Ma poi, a poco a poco, la maggior parte  di loro in qualche modo si sistema "e non peggio che a Varsavia".
Non così il protagonista di questo romanzo, Hertz Minsker, che gira a vuoto, si barcamena, vive alle spalle degli amici ricchi, o delle donne che riesce a sedurre.
Di queste ultime Minsker non può fare a meno: le avventure amorose sono "il suo oppio, le sue carte, il suo whisky", ogni giorno deve portare, "nuovi giochi, nuovi drammi, nuove tragedie, nuove commedie".
Minsker - che pure è erudito, é stato in relazione con Freud, può recitare "poesie in greco e in latino", conosce il Talmud - lavora ad un libro da quarant'anni, "ma non ha nemmeno finito il primo capitolo", e sembra capace solo di cacciarsi nei guai.
In genere, però, le catastrofi che provoca, a sé stesso e a chi gli sta intorno, si risolvono in una strepitosa commedia - una commedia, alla Lubitsch, con mariti traditi, amanti imbufalite, sedute spiritiche fasulle, crisi di nervi, mercanti di quadri falsi, audaci e fumose teorie edonistico - cabalistiche.
Anche qui, come sempre in Singer, il comico ed il grottesco si intrecciano mirabilmente con un pathos lacerante.

La verità? non mi è piaciuto. Troppe giravolte, per una giostra che non ha né capo né coda e che paga lo scotto della prima pubblicazione a puntate su una rivista.
Singer è un grandissimo scrittore. Ma non tutti i suoi romanzi devono essere per forza ben fatti. Si apprezza lo spirito degli esuli ebrei polacchi, sempre in bilico tra la redenzione ed il peccato... si apprezza un microcosmo che non riesce a rinunciare (dopo i drammi della guerra, pagata sulle proprie spalle) a vivere ad ogni costo... c'é infine nel sottofondo quella New York folle che non si ferma mai.. palcoscenico di una vita al limite e senza freni. A voi il giudizio.

 

sabato 15 luglio 2023

I molti santi del New Jersey


 Prequel de "I Soprano" ci fa conoscere la famiglia di Tony... la narrazione in sé è interessante, la trama tiene (sino ad un certo punto)... le cose belle e brutte si ripresentano sempre uguali e, per chi ha visto la serie TV, le caratteristiche dei principali interpreti sono ottimamente rappresentate.
Come storia ovviamente non potrebbe reggere senza le doverose premesse e senza una sua logica di anticipare la narrazione della nota famiglia mafiosa... ma questo, quando ho deciso di guardarlo, l'avevo già messo in conto.

sabato 8 luglio 2023

Eldorado


 Un film documentario per raccontare la discesa agli inferi della popolazione Lgbt durante il nazismo.. da una eccezionale (per i tempi e rispetto ad oggi) libertà, raggiunta nelle metropoli, Berlino in particolare, alla persecuzione ed ai campi di sterminio.
Un interessante percorso che racconta la vita dei singoli e la trasformazione della società. Un richiamo alla prosecuzione della discriminazione con l'applicazione dell'art. 175 del Codice Penale, introdotto dai nazisti e rimosso dalla legislazione tedesca solo nel 1994... di che riflettere.
Le libertà di ciascuno vengono prima dello Stato, gli affetti, i pensieri, le passioni, le idee... tutto deve venire prima. lasciamo allo Stato il controllo delle attività necessarie a creare benessere e sviluppo. Il resto sia e rimanga sfera personale.

giovedì 6 luglio 2023

Un brav'uomo è difficile da trovare


Uscito nel 1955 e composto da dieci racconti inarrivabili per forza espressiva e spietatezza dello sguardo, Un brav'uomo è difficile da trovare impose definitivamente Flannery O'Connor come l'esponente di punta di quello che sarebbe stato ribattezzato il "gotico sudista".
Unica sua raccolta pubblicata in vita, ha esercitato un'influenza incalcolabile su scrittori, musicisti, filosofie e politici per la ricchezza dell'apparato simbolico e la potenza e l'originalità del tema religioso.
Dal racconto che dà il titolo al volume, con l'esplosione finale di violenza e le parole misteriose con le quali Il balordo, capo di una banda di rapinatori e assassini, chiude la storia - all'irruzione di uno straniero nella tranquilla esistenza della "brava gente di campagna" di un'altra memorabile novella, fino alla sarcastica rielaborazione del tema razziale nel "Negro artificiale", O'Connor attinge al grottesco e a un umorismo a tratti feroce per costruire un microcosmo umano in miracolosa sospensione tra commedia e tragedia, amore e crudeltà, dannazione e salvezza.

Dieci piacevoli racconti, ove non esiste un lieto fine... e apprezzato il primo, si capisce l'antifona... si resta in attesa dello scherzo del destino che finirà per colpire la "brava gente di campagna" ogni volta che lo straniero, il profugo, il reietto, il vagabondo, il bandito, finiranno per incrociare la loro strada... ad attenderli sarà la dimostrazione che, la loro vita misera (perché di questo si tratta), spesso meschina e costellata di dispiaceri grandi e piccoli, è pur sempre meglio dell'inconveniente che potrebbe capitar loro fuori dal microcosmo che li ospita. 

 

sabato 1 luglio 2023

Tyler Rake 2


Secondo episodio legato a questo mercenario capace di tutto... nel caso specifico, risorgere dopo essere stato colpito più volte (vedi il primo) e passato mesi in riabilitazione... io, per fare un esempio, sono volato in bici sul marciapiede, ho picchiato una spalla e sono mesi che tribolo... lui ha preso tante di quelle botte che oramai somiglia ad un sacco di patate... eppure, eccolo ancora lì.
In questo movimentato secondo episodio, lo vediamo alle prese con la liberazione della famiglia di un mafioso georgiano, in qualche modo suo parente... con il risultato di trascinarsi contro una faida di proporzioni inaudite... riuscirà il nostro eroe a salvare il salvabile? Non volendo rovinarvi il finale... vi dico solo che farà tanta fatica... per renderci però avvincente il racconto.

Manuale di co-programmazione