domenica 16 luglio 2023

il Ciarlatano


Appena arrivato a New York, nei primi anni della guerra, gli ebrei polacchi dicono tutti la stessa cosa: "L'America non fa per me".
Ma poi, a poco a poco, la maggior parte  di loro in qualche modo si sistema "e non peggio che a Varsavia".
Non così il protagonista di questo romanzo, Hertz Minsker, che gira a vuoto, si barcamena, vive alle spalle degli amici ricchi, o delle donne che riesce a sedurre.
Di queste ultime Minsker non può fare a meno: le avventure amorose sono "il suo oppio, le sue carte, il suo whisky", ogni giorno deve portare, "nuovi giochi, nuovi drammi, nuove tragedie, nuove commedie".
Minsker - che pure è erudito, é stato in relazione con Freud, può recitare "poesie in greco e in latino", conosce il Talmud - lavora ad un libro da quarant'anni, "ma non ha nemmeno finito il primo capitolo", e sembra capace solo di cacciarsi nei guai.
In genere, però, le catastrofi che provoca, a sé stesso e a chi gli sta intorno, si risolvono in una strepitosa commedia - una commedia, alla Lubitsch, con mariti traditi, amanti imbufalite, sedute spiritiche fasulle, crisi di nervi, mercanti di quadri falsi, audaci e fumose teorie edonistico - cabalistiche.
Anche qui, come sempre in Singer, il comico ed il grottesco si intrecciano mirabilmente con un pathos lacerante.

La verità? non mi è piaciuto. Troppe giravolte, per una giostra che non ha né capo né coda e che paga lo scotto della prima pubblicazione a puntate su una rivista.
Singer è un grandissimo scrittore. Ma non tutti i suoi romanzi devono essere per forza ben fatti. Si apprezza lo spirito degli esuli ebrei polacchi, sempre in bilico tra la redenzione ed il peccato... si apprezza un microcosmo che non riesce a rinunciare (dopo i drammi della guerra, pagata sulle proprie spalle) a vivere ad ogni costo... c'é infine nel sottofondo quella New York folle che non si ferma mai.. palcoscenico di una vita al limite e senza freni. A voi il giudizio.

 

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