martedì 22 febbraio 2022

The italian job


 Come si dice di uno che non è bello per niente, ma non gli si può dire in faccia la verità? Carino... ecco, "The italian job" è ... carino. Parte bene, un colpo miliardario a Venezia, con fuga precipitosa tra i canali, saltando da una gondola all'altra... forte anche il tradimento di uno della banda, azione che richiede vendetta... ma poi? Quanta banalità c'é in questa vicenda? il ricco traditore chiuso nella villa con la televisione gigante, la bella figlia del bandito morto che fa un errore madornale, la banda dei vendicatori che a bordo delle mini deve portare via i lingotti... la mafia ucraina... non manca nulla? Bah si dai, si ride abbastanza.. e questo aiuta a superare l'abbondante ora di noia. 

sabato 19 febbraio 2022

In movimento

"Sono un uomo dal carattere veemente, con violenti entusiasmi ed estrema smodatezza in tutte le mie passioni" scriveva Oliver Sacks in un articolo apparso il 19 febbraio 2015 sul "New York Times", nel quale annunciava con brutale sobrietà di soffrire di un male incurabile. E' quindi inevitabile che "In movimento", la sua autobiografia, sia innanzitutto una rassegna di passioni, descritte con la lucidità dello scienziato e l'audacia dello psiconauta, con la schiettezza del diagnosta e il gusto per la digressione di un dotto seicentesco. E sarà un piacere, per i lettori di Sacks, sentirlo parlare di sé; dell'ossessione per le moto e il sollevamento pesi, della dipendenza dalle anfetamine, dal lacerante rapporto con il fratello schizofrenico e con la madre (il più profondo e forse, in un certo senso, il più vero della mia vita"), di quando disintegrò per l'ammirazione, unita alla frustrazione, un libro di Aleksandr Lurija, il fondatore della neuropsicologia e di quella "scienza romantica" a cui sarebbe sempre rimasto fedele. Alla fine, non si potrà evitare  di riconoscere che Oliver Sacks è stato il più romanzesco di tutti i personaggi romanzeschi di cui ha scritto. Soprattutto, questo resoconto di studi e amicizie, legami sentimentali e debiti intellettuali, abitudini e fissazioni é un'ulteriore riprova che per Sacks il "delicato empirismo di Goethe non era un semplice metodo di ricerca, ma uno stile di vita".

Ed eccomi, dopo tante letture del Dr. Sacks, ad indagare dell'uomo Sacks. In questo sono facilitato dall'averlo conosciuto nelle storie narrate, nel vedere riflessa la sua immagine nei suoi pazienti, cosicché, in un gioco di specchi, mi é facile scorgere e riconoscere, insieme agli episodi a me già noti, il suo punto di vista. La cosa divertente è che, tutto ciò appare come una storia già nota e narrata a più voci... vi è mai capitato? Soprattutto quando succede qualcosa in una piccola comunità, ogni narratore avrà una sua versione... anche in questo caso, ad esempio la crescita professionale dell'uomo "Sacks" è dettata da tappe e persone ben specifiche, da libri e da pazienti, perché ogni uomo non è mai un isola... al massimo una penisola... Finiamo per avere almeno due piani di lettura (di solito in un testo scritto bene ve ne sono molteplici), quello del vissuto, quello dell'appreso, quello della medicina e del suo mutare nel tempo... quello delle aspettative e quello dei risultati... 

Poi c'è il privato, ad esempio la motocicletta e l'amore per la libertà, oppure l'omosessualità, confessata, a tratti sbandierata, vissuta come una difficoltà ad esprimersi nel proprio essere con conseguenze nefaste: le droghe, l'alcool, l'autodistruzione, la mancanza di stima... oltre alla dichiarazione di castità (35 anni senza fare sesso) fatta...

il testo, bellissimo, si conclude con un piccolo paragrafo dedicato alla scrittura, grande passione dell'uomo/medico Sacks: "L'atto di scrivere quando funziona mi da un piacere e una gioia diversi da qualsiasi altra cosa. A prescindere dall'argomento che sto trattando, scrivere mi porta in un altrove in cui sono completamente assorbito, e dove dimentico pensieri distraenti, preoccupazioni, ansie e persino il trascorrere del tempo". Come non riconoscermi?

giovedì 17 febbraio 2022

Highwaymen - L'ultima imboscata


In una America fiaccata dalla Depressione, così ben descritta dai romanzi di John Steinbeck, la leggendaria coppia di Bonnie e Clyde è diventata il problema principale della Legge. Non certo i poveracci costretti alla fame da carestia e avidi proprietari di capitali... e infatti, mentre contro questi ultimi eventi nulla può e nulla fa lo Stato, contro i due banditi si scagliano tutti i tutori dell'ordine... non ultimi recuperati in zona Cesarini, la vecchia ma pur sempre rodata coppia Frank Hamer e Maney Gault, due ex ranger noti per i loro modi sbrigativi...
Non importa il perché o il chi... i banditi vanno combattuti con le loro stesse armi e modalità... e sarà infatti tradimento ed imboscata, il modo con cui assicurarli, dopo averli innaffiati di piombo, il modo per assicurarli alla giustizia.
Certo, giustizia è fatta, ma resta il dubbio...non fosse che ai funerali dei due fuorilegge 15000 e 20000 persone seguono il feretro, a riprova che chi combatte il potere, se quel potere è visto come vessatorio, non potrà che essere benvoluto.... 

 

domenica 13 febbraio 2022

C'era una volta Hollywood

Volete essere certi che il tal film sia diretto da Tarantino? No problem! il suo marchio di fabbrica resta sempre lo stesso nei secoli e seculorum  sempre lo stesso: l'attacco agli zebedei altrui... che siano evirati e sparacchiati (Django), nuovamente sparacchiati (Bastardi senza gloria), morsicati dal Pitbull di Cliff, lo stuntman nonché unico amico della star televisiva Rick Dalton, non fa alcuna differenza... forse anni or sono il piccolo Tarantino, si deve essere chiuso i gioielli nella porta del bagno.... (citofonare a Freud per chiarimenti) morale della storia, godetevi questo divertente film sulla quotidianità della Hollywood del 1969, musica di sottofondo stellare, attori eccelsi, comparse con una loro fisionomia, una storia che si dipana nella sua semplicità eppure sempre capace di nutrire aspettative... la casualità che diviene essenza... non a caso i tanti premi vinti,
Insomma, quello che accade ai nostri due sfigati protagonisti, sotto prodotti del mercato del cinema, dediti ad alcool e droghe, incastrati in una vita in caduta libera... sempre alla ricerca di un ruolo (non importa quale) con le loro cadute ed ascese, è questo il film che per riesce comunque a dare una visibilità e dignità ad un mondo sconosciuto ai più. 
Ovviamente, essere americani e conoscere la storia recente di quella parte di mondo gioca certamente a favore dello spettatore, che rischia di perdere il filo non conoscendo la terribile vicenda di Charles Manson e degli omicidi commessi nel 1969... 
Ma per fortuna nostra, e per merito di Tarantino, la vicenda vira in un passato parallelo, ove i cattivi finiscono per morire, anche per merito di un lanciafiamme... (e anche qui, la citazione a Bastardi senza gloria è d'obbligo).
Da godere per la capacità degli attori di mostrare limiti, difetti, paure e facili entusiasmi... insomma, come chiunque di noi. Questo ce li fa prossimi.
 

sabato 12 febbraio 2022

Cruel Peter


Non è facile trovare un horror ambientato in sud Italia. Eppure, il sud, terra di tradizioni e abbandono (si pensi alle migrazioni del secolo scorso, conserva tutto il suo fascino ed una certa accettazione del fato, del magico, del mistero e...perché no, della morte.
Così è per questo film che riallaccia una Messina alla vigilia del terremoto del 1908 e quella dei giorni odierni... e, come dice un famoso detto: "a parlar dei morti, si finisce per parlare dei vivi"... a quelle situazioni mai chiarite e con cui bisogna necessariamente fare i conti.
Peter, il figlio degli Hoffman, ricca famiglia straniera che vive in una sontuosa villa, è un ragazzino crudele... difeso dalla madre, uccide e perseguita animali ed umani... viene infine punito da un suo coetaneo che lo rinchiude in una fossa... quando sta per liberarlo (forse) il terremoto ne impedisce la salvezza e Peter muore... sino ai giorni nostri, quando per una incauta seduta spiritica, viene richiamato dall'oltre tomba e si insinua nel corpo di una ragazzina muta.
Liberarsene non sarà impresa facile... tra apparizioni, tentativi di esorcismo, violenza e morte... tra una natura lussureggiante, le vestigia di un passato che vuole comunque tornare e una popolazione che accetta quel che accade con rassegnazione, godiamo un piccolo spettacolo gotico, non privo di momenti di paura, senza musiche assordanti o versi strazianti che tanto cinema ci ha sino ad oggi rifilato..

mercoledì 9 febbraio 2022

Red Zone. 22 miglia di fuoco


 Se per un verso le azioni e le peripezie della squadra denominata "Red Zone" riescono ad incollarci alla sedia/poltrona per oltre un'ora di combattimenti, sparatorie, inseguimenti (un plot che oramai contraddistingue questo genere) vedendo mano a mano la squadra assottigliarsi per salvare l'uomo che fornirà loro un codice... dall'altro è la spiegazione, il perché facciano tutto questo, che manca totalmente.
E quando alla fine, con molta ritrosia, viene spiegato il perché ed il percome, beh... allora ci diciamo, minchia che pena di storia.
Se però accettiamo di sospendere la nostra voglia di capire, il nostro dover motivare tutto, allora ci si diverte senz'altro... il Blockbuster è dietro l'angolo e i popcorn sono il necessario carburante per far scivolar via l'allegro baraccone. Guardare per credere.

lunedì 7 febbraio 2022

La battaglia dimenticata


Mentre imperversa la battaglia dello Schelda, necessaria a liberare il porto di Anversa, tre diversi personaggi: una ragazza olandese, un olandese arruolato con i tedeschi, un inglese, si vedono costretti a fare delle scelte personali e che nel loro piccolo andranno a condividere nel collettivo.
In assenza di grandi eroi, si scelgono piccoli eroi che con le loro azioni danno un significato alle tragedie. La seconda guerra mondiale non finisce di alimentare quel filone che è il genere di azioni, spionaggio, combattimento che tanto appassiona, ma che deve riuscire a far riflettere.
L'assenza di grandi uomini, spesso è una volontà per dare una lettura leggera ad una memoria ancora colpita dall'ultimo conflitto che tanto ha segnato l'Europa.
Ottime le azioni di guerra, il drammatico contesto dell'occupazione, l'impressione che la guerra si avvii al termine, le tragedie personali e collettive... un buon film, capace di creare la giusta tensione e la correttezza del comportamento dei singoli di fronte al dramma, dimostrando che buoni e cattivi possono essere ovunque.






 

venerdì 4 febbraio 2022

The harder they fall


L'eresia è una forma d'espressione che presuppone una conoscenza maniacale dell'argomento per il quale si è deciso di sporcarsi le mani. Non fa eccezione questo Western decisamente atipico... composto da soli attori neri (i bianchi fanno gli NPC della situazione e vivono nelle loro distinte città), la colonna sonora (fantastica) è un mix di reggae, rap, rock a metà tra un videoclip ed un concerto giamaicano...
La trama ha poi un che di edipico, perché sempre da lì arrivano i cattivi... poche storie, la Grecia antica aveva già detto tutto.
Si inizia con la morte di una famiglia decisamente per bene (un pastore, sua moglie, il figlio che viene segnato in fronte con una croce)... da parte di un vero delinquente... Rufus Buck... passano gli anni e siamo all'epilogo della caccia scatenata dal bimbo (ora cresciuto e diventato il bandito Nat Love) che, ucciso il penultimo avversario (Rufus è chiuso a Yuma) decide di tornare a chiedere la mano della sua amata Stagecoach Mary.. e rivedere i suoi accoliti... ma, c'é sempre un ma... una rapina alle persone sbagliate, la liberazione di Rufus (con tanto di assalto al treno) e una città da liberare... Tutti i personaggi sono tosti, a prescindere dall'età e dal sesso... tutti sanno cosa rischiano eppure non si tirano indietro... in uno scambio di alleanze e di fronti... una battaglia senza esclusione di colpi, con sorpresa finale (che non vi rivelo e che non capirete sino alla fine). Bello? Altroché!


mercoledì 2 febbraio 2022

Un antropologo su Marte

 


"Il più delle volte mi sento come un antropologo su Marte" confessa ad Oliver Sacks la paziente autistica di cui si racconta la storia nell'ultima parte di questo libro.
Ed è la stessa persona che, per superare le proprie difficoltà a capire le emozioni umane, escogiterà una "macchina per abbracciare".
Nella sua assoluta singolarità di scrittore, anche Sacks sembra avere escogitato qualcosa di simile, qualcosa che gli permette, al di là della malattia, di "abbracciare" il malato.
Unendo alla vocazione di narratore clinico una stupefacente capacità di empatia, Sacks riesce infatti a spingersi molto avanti nel territorio oscuro della malattia, là dove si celano le sue ragioni profonde, spesso elusive per la pura ragione medica.
Il paradosso è questo; in talune circostanze eliminare la malattia significa operare una mutilazione sul paziente.
E l'unico mezzo per evitarlo è penetrare nel romanzo neurologico che il paziente vive e spesso è incapace di comunicare o comunica in un modo che gli altri non sanno capire.
Di questo processo delicato e affascinante, che ormai ci appare come il sigillo dell'opera intera di Sacks, si danno qui sette esempi, sette "casi straordinari" destinati ad imprimersi per sempre nella memoria dei lettori: non più in quanto bruti "casi", ma in quanto storie di individui unici, ciascuno dei quali abita (e in un certo senso ha creato) un modo suo proprio.

Non smette di stupirmi la ricerca che Sacks fa dell'uomo, E la particolarità della sua ricerca sta nel guardare al particolare per trovare il generale. Una capacità che lo rende unico nel descrivere situazioni al limite... casi che non vediamo o fingiamo di non vedere, forse perché complessi da comprendere, stranianti e per certi versi capaci di impaurire.
Conosciamo così casi di persone con capacità mnemoniche incredibili, o di calcolo fuori dagli schemi, geni incastrati nella loro malattia, o persone semplici colpite da quello che per molti è un dramma ma per loro oramai divenuto motivo di orgoglio... la diversità... in ogni sua declinazione.

Manuale di co-programmazione