sabato 19 dicembre 2020

il Collezionista

Antica quanto l'umanità stessa, la smania di raccogliere e accumulare nel tempo ogni categoria di oggetti da quelli più preziosi e ricercati, come nelle collezioni di porcellane cinesi e inestimabili manoscritti fino alla paccottiglia industriale prodotta in serie.
Verso tutt'altro genere di articoli muove, invece, l'ostinata e inarrestabile ricerca del Collezionista.
Unico personaggio seriale a cui la matita di Sergio Toppi abbia dato vita.
Gli "oggetti vissuti, protagonisti di storie" che il Collezionista insegue da una regione all'altra del Globo, si dimostrano prima di tutto essere delle soglie, degli accessi per le innumerevoli vite e narrazioni che gli sciamani evocano intorno, incastonate a loro volta nel racconto diretto delle peripezie, sul modello del romanzo e del cinema d'avventura, legate al loro ritrovamento, in un raffinato gioco di scatole cinesi.
Una pipa rituale indiana capace di mostrare il futuro, la lacrima cristallizzata di Tamerlano, o, ancora, lo scettro magico del leggendario sovrano Muiredeagh, artefatti la cui assoluta centralità è segnalata già dal fatto di costituire il titolo di ognuno dei cinque episodi che compongono il ciclo de il Collezionista oltre a raccontare le loro storia e le storie dei grandi uomini a cui sono appartenuti, finiscono per essere depositari della grande narrazione di interi popoli e nazioni, che va ad intrecciarsi con la vicenda - più limitata ma dai toni altrettanto epici del loro recupero.
Storia ed Epos nell'opera di Toppi si confondono combinandosi continuamente.
Un aspetto, in fondo, che è possibile riscontrare con le dovute differenze anche nei lavori di Hugo Pratt, su uno sfondo che richiama il selvaggio West, anche nell'abbigliamento del nostro...





 

venerdì 18 dicembre 2020

Il tempo e l'acqua


L'Okjokull, un ghiacciaio che da tempi immemorabili si ergeva su quasi venti kilometri quadrati di suolo islandese, oggi è una misera striscia di ghiaccio inerte, e nei prossimi duecento anni potrebbero essere dichiarati morti anche tutti gli altri ghiacciai dell'isola.
Ma prima di allora, sulla Terra intera, i nostri figli e nipoti, vivranno già in un ambiente molto diverso da quello di innumerevoli generazioni del passato; l'aumento delle temperature e del livello dei mari e lo stravolgimento chimico delle loro acque provocati dalle attività umane avranno distrutto ecosistemi millenari, potenziato uragani e inondazioni, eroso terre abitabili e coltivabili e costretto a migrazioni di massa le specie viventi compresa la nostra.
E allora perché restiamo immobili o quasi?
Forse perché quei cento o duecento anni non li sentiamo così vicini, e perché gli appelli allarmati degli scienziati sul "riscaldamento globale" o sulla "acidificazione degli oceani" non riescono a toccarci cognitivamente ed emotivamente: resteranno rumore bianco finché il passato collettivo, i miti, la fantasia non consegneranno loro un'anima, consentendoci di interiorizzare un'immagine e un significato.
E' questo il compito che si è dato Andri Snaer Magnason, un narratore che alla scienza e all'attivismo ambientale ha dedicato la vita.
Intrecciando storie di famiglia, conversazioni future tra figlie e pronipoti, interviste al Dalai Lama, incursioni nella poesia scaldica e in quella romantica, scoperte di nessi inaspettati, come quello tra Auohumla e Kamadhenu, mucche ancestrali di mitologie tra loro lontane, IL TEMPO E L'ACQUA racconta i dati scientifici, li immerge nel patrimonio culturale comune per investirli di senso e aiutarci a fare un piccolo passo più in là.

All'inizio del testo, facevo fatica a capire il bisogno dello scrittore di rinviare il tutto a ricordi personali... "perché" mi dicevo, "per parlare di un problema così serio e che riguarda tutti, deve partire dai nonni?"... poi, cammino facendo ho capito il meccanismo... e immediatamente il filo rosso del ragionamento si è srotolato con estrema facilità... è sui ricordi personali, sul vissuto, che si basa la nostra percezione della natura che cambia... e di fronte ad un cambiamento così rapido, come quello ingenerato dal riscaldamento globale... è apparso evidente che qualcosa non tornava...

Ho voluto cercare con Google Heart il ghiacciaio Okjokull... l'App di Google consente di tornare indietro nel tempo con le immagini satellitari... vi invito a farlo con questa immagine sottostante... vedrete sparire il ghiaccio nel giro di trent'anni... una tristezza.


 Colti qua e là.

A pagina 26 un bellissimo passaggio... noi abbiamo ereditato idee e concetti dai nostri genitori... 30 anni indietro nel tempo rispetto alla nostra nascita, loro dai nonni, altri 30... noi diamo ai nostri figli, che daranno ai loro... e che se avranno fortuna ci sopravvivranno per molti anni... Quindi noi esistiamo e contiamo sulla Terra per un tempo di gran lunga superiore alla nostra reale esistenza...

A pagina 199: il petrolio ha riscattato il genere umano dalla fatica e dalla povertà. Petrolio significa occupazione e scuole, un migliore stato di salute, una maggiore aspettativa di vita, la sicurezza alimentare, la televisione, le vacanze... viviamo meglio noi oggi che Luigi XIV.. se ci ammaliamo c'é una cura, la fame si è ridotta, i conflitti sono sempre meno... 
Il problema non è essere usciti dalla povertà, ma esserci buttati nel consumo eccessivo e negli sprechi, aver cominciato a vivere in un sistema in cui gran parte di ciò che creiamo, pensiamo e facciamo finisce in spazzatura o bruciato come combustibile... La Terra non sopporta così tanto fuoco, meno che mai così tanto consumo, e sta soffocando nell'immondizia. Se il petrolio è per noi quello che il diavolo era per Saemundur il Saggio, adesso il diavolo ci presenta il conto...

A pagina 287: Gandhi diceva: "La Terra può soddisfare i bisogni di tutti, ma non l'avidità di tutti".

giovedì 17 dicembre 2020

Monte Ziccher

Dopo oltre un mese di clausura, complice una meteo spettacolare ed una recentissima nevicata, rieccoci tra pendii immacolati. Giornata veramente speciale se non fosse per un affollamento a cui non sono abituato, per la tensione che si legge tra le persone (troppo stress, troppo chiusi, troppe incognite).... il risultato lo leggerò al ritorno con il villico locale che mi insegue con il forcone e che riesco a rintuzzare solo con un insano sangue freddo... Queste uscite a spot aiutano a sopravvivere... ma non sono il rimedio... il quale sta nel tornare il prima possibile ad una normalità oramai agognata... nel frattempo, viva la montagna...  














 

martedì 15 dicembre 2020

Mister No


 Un'edizione alternativa di Mister No? Caspita! Abituati a tutte le variabili proposte dal principale fumetto di casa Bonelli (Tex) rimango meravigliato dallo scoprire questo colorato e piacevole racconto in grande formato, dello scanzonato anti-eroe Jerry Drake.
Forse perché l'Amazzonia ha meno appeal del West? Forse perché manca nel Sud del mondo una retorica filmica e narrativa (puntellata dalle Major della pellicola) capace di creare immaginario...
Tant'é!
Ma eccoci qui a fare i conti con questo piccolo racconto: un Mister No in preda ai suoi incubi, senza lavoro, alla ricerca di una novità che gli permetta di uscire dalla noia e dal passare il tempo nelle bettole... gli vengono incontro nuovi amici: lo Zar, vecchi amici: Esse Esse, una donna sconosciuta... avventure, qualche scazzottatura, le solite ingiustizie nei confronti dei soliti indios che hanno la sola colpa di esistere e occupare spazi ricchi di materie prime...
Una storia che scorre su più piani temporali, ben legati tra loro e capaci di fondersi in un movimento lineare accattivante.
Ma può l'inferno verde (Green Hell) così ben narrato anche dalla cinematografia (poca) degli ultimi 50 anni (e senza escludere i B Movie da Anaconda o giù di lì) avere ancora qualcosa da dire?
Ovviamente questo lo lascio decidere ad ogni lettore. Io mi limito ad apprezzare il bel tratto, i colori, la profondità dei personaggi, il coraggio di certe sfumature (il sesso, la violenza) che non si trovano nell'anaffettivo Tex...
Jerry Drake e il suo piper volano ancora sulla (sempre più minacciata) foresta e forse questo è un buon segno.

martedì 8 dicembre 2020

Tragedia o farsa


 Dicono che la farsa sia la ripetizione della tragedia... tradotto: la prima volta è tragedia, la seconda è sfiga oppure te la sei proprio cercata. Il risultato che, essendo cosa già vista, si presta al dileggio, massima arma dell'umano per scacciare il male, o peggio per tener lontano ogni altro commento che ci farebbe sprofondare nella tristezza più cupa.
E' quanto mi è capitato di vivere l'altro giorno.
Uscita in emergenza, sospetto ictus, la persona si trova sdraiata in terra in bagno, un asciugamano lo copre, non risponde se non con gli occhi e solo a stimolo doloroso.
Con gran fatica e nel rispetto del protocollo, grazie anche al supporto della medica avanzata, lo portiamo in ospedale, un caso grave e quindi va in sala emergenza.... trattato, sistemato, nudo come mamma lo ha fatto, l'infermiera esclama "ma è profumato"... di solito quando arrivano sono puzzolenti... risposta "si è fatto bello per voi"... il poveretto, pisello al vento viene riempito di tubi e tubetti, compreso un bel catetere... e allora dico... uno si lava e si striglia, magari si augura una buona serata, una buona cena al caldo e si ritrova lì come un verme alla mercé del personale - per fortuna efficiente e allegro - di un ospedale.
Mi viene così da pensare a quante di queste scene mi sono passate davanti... a quante volte la morte o l'imprevisto (malore, incidente) si sono fatte beffe della nostra sicumera... mi e ci hanno ricordato (sempre dopo, sempre troppo tardi) che siamo come foglie al vento, credendoci invece di essere alberi invincibili... 
Tragedia è la prima volta. Farsa è tutte le altre volte... forse è per questo che non me la prendo mai, non me la prendo più, ho assorbito tante e tali brutture, viste le stesse diventare rumore, farne risata, per il risvolto che sempre emerge nel dramma... e questo mi fa capire ed essere vicino ai tanti medici ed infermieri che fanno quotidianamente questo bellissimo e duro mestiere...  non per accusarli di cinismo ma per condividere con loro la fragilità umana e la nostra terribile incapacità a non vederla.

domenica 6 dicembre 2020

Gemini Man

Allora mettiamola in vacca! Si dai, mettiamola in vacca e vediamo come va a finire! Confondere bellamente un clone con un figlio, oltre ad essere scientificamente una bufala è fraudolento.... ingenera idee nel popolo bove che manco ti immagini.
Eppure a questi furboni che hanno girato Gemini Man, mica ci è passato per l'anticamera del cervello... questa idea di mettere uno contro l'altro, i due super agenti segreti, sempre più agenti e sempre meno segreti... con un risvolto romantico di uno dei due, con un risvolto edipico dell'altro... che, al netto delle belle (innegabile) scene d'azione, poi abbiamo una trama che fa acqua da tutte le parti.
E allora, meglio abbandonarsi alle scorribande in moto, agli inseguimenti sui tetti, alle sparatorie, piuttosto che riflettere sul lato "morale", su quello "simil paterno" su quello affettivo, con il rischio di andare a sbattere in una serie di luoghi comuni che manco un film sugli italiani girato dagli americani... e non aggiungo altro.

sabato 5 dicembre 2020

A ciascuno il suo


"Il romanzo dell'oscura, crudele Sicilia. 
Il dramma di un investigatore lucido che, quanto più indagava, tanto più nell'equivoco, nell'ambiguità, moralmente e sensualmente si sentiva coinvolto".

Due morti ammazzati, preannunciati da un biglietto di avvertimento. Ma chi dei due morti è il vero destinatario della minaccia e chi effetto collaterale. E poi quale è la colpa che li ha portati a morire entrambi il primo giorno di caccia.
Così muoiono due notabili e si aprono subito le voci, le dicerie, le cattiverie, i "te l'avevo detto"... quasi che morire sia una colpa a prescindere... sulla vicenda indaga suo malgrado il Professor Laurentana, in un incrociarsi di misteri, bisbigli, falsi o veri indizi... ma chi ha ucciso e chi voleva la morte? Più del finale, di per sé feroce, è il contesto, quel "a ciascuno il suo" che incute terrore, pericolo, insicurezza... per scoprire che le nefandezze peggiori prendono il via da bisogni e cupidigia che parte da lontano.

Der Zwerg Nase



Piccola soddisfazione. Il mio primo libro in tedesco. Un racconto per piccoli, certo... 55 pagine con qualche figura... eppure, un anno fa, quando iniziai questa avventura, non sarebbe stato possibile. 
Posso quindi essere orgoglioso del risultato, certo la strada è ancora lunga e il traguardo ben lungi dall'intravedersi... però, intanto ci siamo.

La trama: Jakob, un dodicenne che aiuta i genitori tra mercato e negozio, viene trasformato in un nano deforme con un grosso naso... diviene nel contempo un bravissimo cuoco, cosa che lo salva dalla disperazione. Non riconosciuto dai genitori deve sopravvivere alla sua condizione, sino a quando non incontra Mimi, un'oca in passato una persona colpita da un sortilegio... affratellati da questa ingiusta condizione si aiuteranno a vicenda e torneranno ad essere due esseri normali. Utile per capire tanti termini e per abituarsi a tanti modi di dire....

venerdì 4 dicembre 2020

Bronx

Ancora il rapporto tra padre e figlio. Ancora una volta la presenza del terzo incomodo... quello che dovrà far crescere alla svelta il piccolo Calogero.... Nato e cresciuto nel violento quartiere di New York, Calogero fatica a capire cosa sia il bene ed il male... sino a quando, testimone di un omicidio, si accorge che i grandi, al netto delle grandi parole, devono fare i conti tra coscienza e sopravvivenza... il padre, che lo vuole onesto, dimostra che pur con tutta la buona volontà è costretto a mandar giù bocconi amari e tentando però di tenersi alla larga dal pericolo, continua come un mantra a dire a Calogero "quando sarai grande capirai"... e Calogero, infatti, finisce per capire eccome... entrando nella banda di Sonny, il boss del quartiere... ora Calogero ha due genitori.. due padri che a vicenda, pur detestandosi, insegnano il viatico al piccolo... tra amori, delitti, pestaggi, incomprensioni... la dura lezione di vita arriva al dunque, quando Sonny salva la vita a Calogero... ma poi a sua volta paga per le sue malefatte... forse un poco melenso, ma molto reale, per la descrizione di un mondo che, in parte non esiste più. 

Gangs of London - 1° Stagione

Se spostiamo le dinamiche mafiose e le mettiamo in azione in un contesto particolare, Londra! Cosa ne ricaviamo? Un pasticcio! 
A metà tra un dramma Amletico, ed una soap opera, assistiamo ad una morte inspiegabile nel primo episodio ed alla ricerca della verità nei restanti 9... ma è una ricerca che, passato i primi tre episodi... diventa sempre meno credibile, così come lo diviene la trama, le azioni di violenza, le dinamiche all'interno delle famiglie e tra i gruppi.
Il morto, un potente boss che governa con una pax romana tutti gli interessi criminali di Londra, il figlio del morto, uno spostato violento, suo fratello un tossico gay con molte cose da nascondere, la madre una vera criminale... e intorno, tanto per cambiare, nessuno è ciò che dice di essere.... carino, si .. ma francamente ridatemi Gomorra 1 (e solo quello però).

Fargo - Stagione 1


Persone che cascano in vicende più grandi di loro. Azioni che nascono da incomprensioni. Desideri inespressi che si materializzano. Un terribile attaccamento al proprio piccolo mondo e... poi, la scoperta che appena dietro l'angolo tutto può cambiare...
Quando un inetto incontra un assassino, non immagina che sarà questo, in un vortice di eventi, a trasformare la sua vita.. prima esaudendo un suo desiderio... solo per ferocia e cattiveria gratuita, poi per toglierlo dai guai... ma solo alla fine capiremo che nulla è gratuito... anche l'intervento del male... che chiede di pagare dazio.. e se anche nel frattempo la mutazione è avvenuta... dalla crisalide che avvolgeva l'imbranato ora emerge un altrettanto valido delinquente, che a suo modo è pronto a sacrificare tutti pur di salvare il nuovo sé.
Scaturito dalla vulcanica mente dei fratelli Coen, questa serie che prende il là dal film Fargo, è un mix di 10 episodi ove non mancano i colpi di scena, ove nessuno è al riparo dal male e dal precipitare all'inferno.. Qualcuno parlerebbe di banalità del male, io propenderei per la banalità della vita... diamo troppa importanza agli effetti collaterali, trascurando la noiosa serie di eventi che ci porta al nostro destino, senza che noi si possa fare alcunché, anzi... buttandoci dentro a pesce... Fargo è questo... e i buoni faranno una gran fatica a venirne a capo...

mercoledì 2 dicembre 2020

il Contesto


 "Dentro il problema di una serie di crimini che per ufficio, per professione, si sentiva tenuto a risolvere, ad assicurarne l'autore alla legge se non alla giustizia, un altro ne era insorto, sommamente criminale nella specie, come crimine contemplato nei principi fondamentali dello Stato, ma da risolvere al di fuori del suo ufficio, contro il suo ufficio.
In pratica, si trattava di difendere lo Stato contro coloro che lo rappresentavano, che lo detenevano.
Lo Stato detenuto. E bisognava liberalro.
Ma era in detenzione anche lui: non poteva che tentare di aprire una crepa nel muro. 
In un paese del tutto immaginario, che tuttavia ricorda molto da vicino l'Italia, la Sicilia, si svolge questa "parodia".
In un clima dove principi e ideologie non valgono più nulla, quello che doveva essere un "divertimento" diviene un racconto molto serio via via che si susseguono assassini e funerali.
Dalla vicenda di un tale accusato di tentato uxoricidio per una serie di indizi che paiono predisposti proprio dalla moglie si dipana la storia di un uomo che ammazza giudici e del poliziotto che lo cerca.
Il Contesto, descritto con sobrietà e veridicità, è quello delle connivenze che legano gli uomini al potere e il vero anonimo protagonista del romanzo è quel potere appunto che "sempre più digrada nella impenetrabile forma di una concatenazione che approssimativamente possiamo dire mafiosa". (tratto dal libro).

No, non mi ha entusiasmato come "Il giorno della Civetta"... meno realtà e più spazio alla fantasia... peccato, perché le idee ci sono, gli spunti pure... ma manca il sale del racconto... anche se, qualche guizzo emerge, a dimostrare che Sciascia ci sa fare.
Come quando, a pagina 24 fa dire all'ispettore Rojac "Sono qui soltanto per un piccolo controllo; e sarà senz'altro inutile, ma nel nostro lavoro, per andare avanti è necessario sgomberare il terreno delle cose superflue, delle cose inutili; se no finisce che te le ritrovi tra i piedi, quando meno te le aspetti..."

Oppure, sempre lui, a pagina 37 così descrive un'indagine: "Un fatto è un sacco vuoto. Bisogna metterci dentro l'uomo, la persona, il personaggio perché stia su".

Ma ecco il colpo di teatro a pagina 87, quando a parlare è il Ministro della Giustizia... "Si dimentica presto l'innumerevole moltitudine di coloro che muoiono nelle guerre. Non soltanto perché quei morti appartengono a una inevitabile fatalità, ma anche perché sono stati in condizione di dare la morte ai loro nemici e di non cadere senza essersi difesi.
Là dove il pericolo e il vantaggio sono alla pari, cessa il doloroso stupore e persino la pietà si affievolisce; ma se un padre di famiglia innocente è caduto nelle mani dell'errore, o della passione, o del fanatismo; se l'accusato non ha altra difesa che la propria virtù, se gli arbitri della sua vita non corrono altro rischio, facendolo sgozzare, che quello di sbagliarsi; se possono impunemente uccidere con una sentenza: allora la loro voce si leva, ognuno teme per sé stesso.... L'errore giudiziario non esiste... una volta espresso il giudizio, non esiste".


martedì 1 dicembre 2020

il buio colpisce ancora


Se vi piacciono i film, magari avete una predilezione per quelli di fantascienza, se poi ci aggiungete la facilità del fumetto... ecco, con Ortolani avete fatto Tombola! Ogni pagina una risata, uno spasso... a patto di conoscere un minimo di recente filmografia, di accettare il dileggio, di non prendere troppo sul serio i mostri sacri del mondo di celluloide (non che ci voglia sta fatica)... Insomma preparatevi a qualche ora di buon umore, di sano auto ironia, di battute taglienti e per nulla buoniste.... Ma, credetemi, ne vale davvero la pena!

 

Stranger Things - Sei


 Siamo nel 1978. L'America è in piena Guerra Fredda e sta esplorando nuove e pericolose frontiere scientifiche. Fino a dove si spingerà il Dr. Brenner, capo del progetto secretato MK ULTRA, per ottenere il potere che tanto desidera?
Francine sarebbe una semplice teenager degli anni Settanta, ma i poteri psichici che possiede le impediscono di vivere la sua vita.
Invece di scatenarsi sulla pista da ballo con gli amici, infatti, è costretta a patire indegni esperimenti nei laboratori di Hawkins, costantemente sorvegliata dal Dr. Brenner e dal suo staff.
Francine si sente sfruttata, capisce che stanno cercando di trasformarla in un'arma e lo sforzo a cui la sottopongono fa nascere in lei una visione oscura del futuro, che ora vuole cambiare.

Scritto da Jody Houser e illustrato da Edgar Salazar e Keith Champagne, con colori Marissa Louise, questa eccezionale storia a fumetti ci racconta i fatti che hanno preceduto gli avvenimenti della serie Netflix Stranger Things, gettando ombre inquietanti anche sulle prossime stagioni. (tratto dal libro).

Manuale di co-programmazione