domenica 30 novembre 2014

Maleficent

Mettiamola così: gira che ti rigira, gli uomini escono distrutti da questa rilettura di una delle più antiche e amate fiabe di tutti i tempi: "La Bella Addormentata".
Una lettura fatta dal punto di vista della strega cattiva, che poi cattiva non è, o meglio non era, sino a che un uomo non la inganna e le toglie le ali.
Ma si sa, i cattivi loro malgrado hanno una punta di bontà imprescindibile, che spunta fuori quando meno te l'aspetti e che ci fa ben sperare nel doveroso finale.
Finale che non è un "e vissero tutti felici e contenti", si perché solo alcuni vissero e solo alcuni altri furono infine felici e contenti.
Non gli uomini, non il principe azzurro, buttato fuori in malo modo dalla porta dopo aver maldestramente dimostrato l'assenza di amore (e che amore poteva essere se non quello falso falsissimo delle fiabe?) necessario a risvegliare con un bacio Aurora!
Begli effetti speciali, richiami ecologici e pseudo pagani, a tratti si va oltre, alla fine si piega sul "solo l'amore di mamma può salvarci" e via di questo passo.
Re Stefano un violento, folle, infingardo e approfittatore, le fate una massa di cretine, Aurora buona per decreto e tonta quanto basta. Solo Malefica si salva e piega il film a suo favore, e noi pur tra mille distinguo e spiazzati dalla rilettura della fiaba, non possiamo che stare dalla sua parte. Amen.
 

Necropolis

E se tutto il percorso, compiuto dagli interpreti di Necropolis, non fosse altro che un viaggio allucinato a ritroso nella coscienza e nei suoi stati di percezione della realtà, che solo il sottosuolo, metafora del grembo materno può dare?
E tutto il girovagare, inoltrarsi, girare in tondo, perdersi e scoprire, null'altro che la metafora della vita e dei suoi errori, cui l'uomo deve in qualche modo rimediare?
Ancora una volta, un susseguirsi di riprese "telecamerine" o "telecameresche" trasformano la percezione della realtà in altro, in lontano e vicino, in terribile e morboso, e così la ricerca della pietra filosofale, capace di trasformare gli oggetti in oro, ma anche di garantire vita eterna, diventa pretesto per un triplice percorso: nella storia, nella percezione della realtà, nel proprio io e nei suoi incubi.
Non siamo in fondo tutti noi in viaggio nella caverna, grotta o cunicolo che è il vivere quotidiano?
E non siamo noi soli, di fronte agli altri ma prima di tutto di fronte a noi stessi?
La mia è una delle molte letture possibili in questo film che mescola storia e scienza, mito e realtà, sogno e incubo.
Si, un buon film e buone recitazioni ove non è scontato neppure il finale, anche se percepiamo che per salvarsi è necessario guardarsi dentro.

sabato 22 novembre 2014

il libro delle parabole - Per Olov Enquist

"E' dunque questo essere umani il senso stesso della vita?"
"Fuori soffia la tempesta, dell'estate chiude la porta, per chiedere e cercare è tardi ormai. Forse amo meno di un tempo, ma sempre più di quanto saprai mai". Tove Janbson.
 
Aveva promesso di non raccontarlo mai a nessuno, allora era solo un ragazzino, ma adesso, giunto sulla riva del fiume che ha già chiamato tanti amici all'altra sponda, incalzato dalle domande rimaste senza risposta, Enquist capisce che quella donna incontrata nell'estate del 1949 è il cuore del romanzo che non è mai riuscito a scrivere.
Un romanzo d'amore.
Che cos'é l'amore? Un estasi dello spirito e del corpo, quel corpo negato dalla fede severa della sua infanzia e la cui scoperta improvvisa é stata un'esperienza mistica, rivoluzionaria, l'inizio di una ricerca più alta e tormentata di libertà che lo ha accompagnato per tutta la vita, tra l'angoscia del peccato, il richiamo della perdizione e il fascino per quella ribellione assoluta che é la follia.
Di qui il bisogno di ritrovare i modelli che hanno "marchiato a fuoco" la sua esistenza e raccontarli in nove parabole, fulminanti, crude e senza veli come è concesso alla poesia biblica: il mistero del taccuino del padre mai conosciuto che conteneva solo versi d'amore, la zia eroica che in punto di morte ha osato rinnegare il Dio che non l'ha mai ascoltata, la bisnonna che per 34 anni ha scritto sui muri il suo dolore e che quanto le hanno tolto la penna ha continuato con un chiodo.
E quella sconosciuta gentile e sola che, nel lontano 1949 gli ha aperto le porte della sua stanza più intima dove i segreti proibiti dell'amore si intrecciano a quelli dell'immaginazione, convertendolo alla religione della vita e della scrittura. (tratto dal libro).
 

 
 
Un romanzo d'amore, il sottotitolo di questo "mémoire". E di amore si parla certamente, ma anche di sofferenza, di fede, di pazzia, di morte, di rimpianti, di speranza.
E' un autobiografia in terza persona. Un modo per guardarsi da fuori, senza sconti, senza giudizi.
Spesso si vira nell'immaginifico, nell'onirico, nel libero pensiero a cui con fatica il lettore deve arrendersi, attendere che il volo si interrompa e riprenda il filo degli eventi.
Nove Parabole, come Nove sono i fogli strappati dal diario del padre. Da chi? Non si sa, forse la madre, che non poteva accettare alcuni passaggi (forse poesie) descritti nel testo, tentando di bruciarlo e poi pentendosene solo parzialmente.
Una dietro l'altra scorrono le descrizioni di amori, spesso solo immaginati, in un caso vissuto sino in fondo e divenuto momento di aiuto e conforto per tutta la vita o sconforto per non averlo più rivissuto.
In un epoca in cui tutto sappiamo della meccanica sessuale, questo testo ci colpisce per la profondità dei sentimenti che accompagnano l'atto. Mai volgare anche quando descrive il rapporto.
Profondo e difficile, lisergico, folle, grondante speranza ma anche domande prive di una risposta.
Un amore talmente forte da farne blasfemia e paragonarlo a quello della Maddalena per Cristo.

mercoledì 19 novembre 2014

Dracula Untold








Mi piace pensare che il cinema sia fatto (soprattutto) per sognare.

Accostarsi diversamente a film come Dracula Untold sarebbe un’occasione sprecata per mettere il cervello in stand-by e godersi un sano giro sulla giostra della fantasia, quindi lasciate perdere velleità intellettuali e sparatevi quest’ora e mezza di sangue, amore e morte. Non necessariamente nell’ordine.

Chiariamo subito che di untold - non raccontato - c’è ben poco. Dracula è già stato proposto come personaggio storico, collocandone le vicende in un contesto che non lascia spazio a canini affilati, aglio e pipistrelli svolazzanti. Sono anche disponibili spiegazioni razionali di come sia nato il mito del vampiro. Se vi piace l’idea troverete parecchi libri sull’argomento.

Viceversa, se preferite sbavare su Luke Evans che tocca tutti i tasti dell’immaginario romantico/erotico femminile (e non solo, perché no?), lasciatevi trascinare da questo drammone che, se non brilla per originalità della storia, rifulge di colori ed ombre che strappano più di un sospiro.

E’ chiaro che siamo ancora nel genere “quant’è bello essere dannati”, ma evidentemente si tratta di un brivido proibito al quale l’umanità non riesce proprio a rinunciare.

Per rompere l’incantesimo, e sentirvi dei pirla, basta ricordare a voi stessi che girare solo di notte e succhiare sangue forse non è poi così esaltante come il cinema vuol farci credere.
Ma come reagireste se, mentre il sole tramonta su una moderna capitale europea, vi abbordasse Luke Evans – aridaie! – e, citando lo straziante verso di un’antica poesia d’amore, vi invitasse a bere qualcosa?

... e se poi non è un drink... che importa?



Questo post è un contributo di Ezia, ospite del mio Blog.

lunedì 17 novembre 2014

domenica 16 novembre 2014

Liberaci dal Male

Film del 2014, principale interprete Eric Bana, nel ruolo del poliziotto costretto a fare i conti con il Demonio. Di brutture è pieno il Mondo e di questo ne è ben consapevole Ralph Sarchie un poliziotto di N.Y. che a causa del lavoro ha sempre meno tempo da dedicare alla famiglia e affronta con durezza eccessiva i criminali che gli si parano davanti.
E' in una di queste uscite che incrocia qualcosa di strano, scritte sui muri, gente pazza (o posseduta) e un prete (strano pure lui) che gli si presenta e sostiene che Ralph abbia un dono: quello di riconoscere il male.
Horror particolare, che sa mescolare un ottimo poliziesco, scene d'azione, sangue e sudore necessari per fare il proprio dovere di sbirro e mettere in gabbia i cattivi e l'incontro con il Demonio, quello cattivo, quello che ha bisogno di un sano esorcismo per metterlo in gabbia.
Si aggiunga una famiglia da difendere e la necessità di affrontare le proprie debolezze ed il gioco è fatto.
Forse si dilunga sull'esorcismo, ma serve a far capire che, ancora una volta e manco servisse dirlo, mai scherzare con i demoni Assiro-Babilonesi, sono quelli della peggior specie.
 

venerdì 14 novembre 2014

Muffins Bianca


Oggi Bianca si è lanciata in una super creazione culinaria. Ecco il risultato !

Joe Speedboat - Tommy Wieringa

"Il giovane Jeo Speedboat arriva come una meteora a sconvolgere la cittadina olandese di Lomark, intrappolata tra il lento scorrere del fiume e lo schermo antisuono dell'autostrada a confine con la Germania.
Eroe puro e solitario, outsider geniale, con quel nome assurdo che si è dato da sé, Joe è una vera forza centrifug da cui sorgono idee che mettono in movimento cose e persone, un concentrato di volontà e immaginazione che contagia presto i suoi nuovi amici.
Primo fra tutti Fransje, che in seguito ad un terribile incidente non può più muoversi né parlare, ma come un samurai che ha lasciato la spada per la penna, con il solo braccio che può usare scrive la cronaca delle favolose avventure in cui lo trascina Joe.
Moderni Huckelberry Finn e Tom Sawyer i due scuotono il letargico paesino con invenzioni di ogni sorta: bombe, macchine da corsa, addirittura un aeroplano per sorvolare un giardino e sbirciare una vicina naturista.
E insieme affronteranno il passaggio dal mondo degli dei e degli eroi dell'adolescenza a quello degli uomini.
Lieve e profondo, divertente e drammatico, appassionante romanzo di formazione che racconta il superamento dell'innocenza e incarna in Joe Speedboat la volontà di, la tensione verso, la ricerca delle risposte che forse ciascuno può trovare solo dentro di sé, nel tentativo di andare oltre il proprio destino, di osare essere dei sognatori". (tratto dal libro).


Se Lomark è il villaggio da cui tutti vogliono andarsene (e alcuni ci riescono) resta il fatto che, tutti vi abitano e ne hanno bisogno per legittimarsi con il resto del Mondo.
Succede così che i personaggi di questo bellissimo "romanzo di formazione" nel loro processo di crescita, pur tendendo all'evasione, fanno del loro spazio originario la base e lo sfondo per le loro avventure.
Si giunge così alla storia nella storia, quando Fransje, reso paralitico da un incidente, si aggrappa con le unghie e con i denti a Joe Speedboat, ragazzo iperattivo che renderà il piccolo villaggio vittima delle sue follie.
Le sue avventure finiranno nei diari di Lomark, scritti da Fransje e sarebbero destinati ai futuri lettori se non capitasse l'amore o qualcosa che ci assomiglia ad anticiparne i contenuti.
Si diventa grandi sfidando il prossimo a braccio di ferro (con l'unico braccio sano), si parte per l'Africa con una ruspa, si vede fuggire l'acquisito patrigno con una feluca che dall'Olanda arriverà in Egitto, si costruisce e si fa volare un aereo per vedere la vicina naturista (salvo poi restare delusi delle sue nudità).
E poi c'è l'amore o forse è altro, fa poca differenza, a Lomark con i suoi canali e il mutare delle stagioni, anche unirsi a qualcuno ha i suoi tempi e modi.
Fa ridere questo romanzo, ma fa anche riflettere e tocca punti di profonda verità. Perché l'uomo, da qualsiasi parte lo si osservi è sempre lo stesso dalla notte dei tempi.

martedì 11 novembre 2014

Ender's game

Eccoci a dare un giudizio su "Ender's Game", film di fantascienza del 2013.
Trasposizione cinematografica del libro "il gioco di Ender" di Orson Scott Card, scritto nel 1985.
In un lontano futuro, una società umana all'avanguardia deve fronteggiare un invasione aliena (o forse no) e nel dubbio si prepara alla guerra.
Per farlo utilizza giovani particolarmente dotati, con giochi di simulazione e clima da caserma.
L'ambientazione cambia di continuo, portando il nostro giovane Andrew Ender Wiggin a salire i gradini del comando, sino a comandare l'intera flotta spaziale umana.
Ma dove finisce il gioco e inizia la realtà? Lo scoprirà a sue spese, il buon Andrew, non prima di essersi scontrato con il colonnello Hyrum Graff alias Harrison Ford.
Non vi svelo il finale, che comunque non è per nulla scontato. Un ottimo film, ove anche certi cliché passano in secondo piano grazie alla scenografia ed all'impostazione generale della trama. Si rivede volentieri anche Be Kingsleyov ovvero il Comandante Mazer, vero idolo dei terrestri (e già interprete tra gli altri de il cattivone in Prince of Persia). Buona visione!

Into the storm

All'inseguimento di un tornado da filmare ogni rischio diventa un costo accettabile.
Con questo spirito un gruppo di pseudo ricercatori parte inseguendo l'evento, così che quando poi ci cascano dentro dovranno fare delle scelte.
Ognuno a suo modo pagherà un prezzo. Ottimo film che fa dell'utilizzo della ripresa amatoriale il perno su cui far girare l'intera storia. 
Al netto del finale simil-patriottico-religioso-american-ci hai rotto, ha una sua logica e la segue con criterio.
Le interviste da postare a "tra 25 anni" cambiano da prima a dopo la tempesta. Segno che anche nell'animo umano il disastro ha lasciato il segno. La famiglia riunita e che supera le incomprensioni è l'altro punto forte del film. 
Belle le riprese e gli effetti speciali. 

sabato 8 novembre 2014

Questi sono i nomi - Tommy Wieringa

Ex Unione Sovietica. Un ispettore di polizia sopravvive al disfacimento dell'impero adattandosi ai nuovi metodi e tempi. La sua vita è una somma di compromessi e rimedi all'approssimarsi della vecchiaia.
Intanto nella steppa, un gruppo di disperati cerca di raggiungere un confine che non esiste.
Il percorso del primo e dei secondi si interseca capitolo dopo capitolo. Entrami alla ricerca di qualcosa che manca nella loro vita.
Il primo troverà la fede, i secondi la salvezza. Per tutti la redenzione non sarà così facile.
Bellissima prova letteraria di Tommy Wieringa, che ho divorato in pochi giorni. Scritto molto bene, coglie l'animo umano in ogni sua sfaccettatura. Le terribili prove dei disperati si contrappongono alla ricerca della verità del nostro poliziotto. Fede, superstizione, ricerca di radici e di verità. Tutto si mescola e si ricompone, in un eterno cerchio che deve chiudersi.

giovedì 6 novembre 2014

Introduzione alla psicologia - Mecacci


Ottimo testo capace di introdurci alla scienza della "psicologia".
Psiche e logo, i due termini che indicano lo studio dell'anima.
Ed è la difficoltà di scindere l'anima dalla mente, che sin dal principio ha dato filo da torcere alla psicologia. Al punto da renderla invisa alle altre scienze e tacciata di "ciarlataneria".
Forse anche per questo motivo che la psicologia, prima di diventare grande ha dovuto, più di altre scienze, costruire un percorso basato guarda caso sull'autoanalisi.
Ed infatti è il suo padre iconico Freud che ci dice "la psicoanalisi si impara innanzitutto se se stessi, mediante lo studio della propria personalità".
Ed è al potere della parola che la psicologia si rivolge. Per capire, per intuire e per curare.
Perché "Originariamente le parole erano magie e, ancora oggi, la parola ha conservato molto del suo antico potere magico".
Dalla Gestalt di Kohler e Wetheimer, ai cani bavosi di Pavlov tra riflesso incondizionato e condizionato, all'ossessione di William James per l'oggetto ai test di Rorschach ed agli 8 stadi di sviluppo di Erikson, questo testo ci racconta dei progressi e delle intuizioni di un'idea che è soprattutto capire l'uomo per capire il Mondo.
"Un oggetto è uguale ad un oggetto + le sensazione che esso genera" e "condizione perché esso esista è che noi si possa riferire a dei testimoni". Capite quindi cosa sia il Mondo, se non intuizione mediata dal nostro intelletto e dal nostro io. Comprendere quest'ultimo è compito della scienza.

domenica 2 novembre 2014

Domenica mattina

Domenica mattina, due passi prima del caffè. Si coglie il bel tempo, il sole autunnale e anche gli animali, selvatici e non, ne godono.
 





Angry Games - il film

La parodia del più famoso Hunger Games è quanto di più penoso, triste, volgare e inutile si possa vedere.
Al di là dei richiami alla più recente cinematografia: Harry Potter, I Mercenari 2, Avatar, ecc. ecc. oltre a vari personaggi del mondo dello spettacolo: SPY tra gli altri, il giochino di dover far ridere a tutti i costi si riduce ad un lungo elenco di parolacce, doppi sensi, volgarità e stupidate varie.
Quella che poteva essere un'ottima idea, con la presa in giro delle dinamiche dei 12 distretti e della società deviata presente nella versione originale, diventa una presa in giro ove si ride per non piangere.
E' utile ricordare che copiare e prendere in giro è quanto di più difficile esista nell'arte del cinema, e questo sottoprodotto ne è l'evidente risultato.


Ultra