domenica 26 febbraio 2017

Alta Criminalità

Correvano gli anni Cinquanta. E, in America, il giallo, la fantascienza, il western, l'horror e tutti i grandi filoni della narrativa popolare raggiungevano l'apogeo.
Era la grande stagione dei tascabili pulp.
Quelli delle copertine piene di biondone urlanti, con la schiena contro il muro e gli occhi sgranati rivolti verso il tentacolo di un alieno o il revolver di un gangster.
Roba che arrivava anche in Italia, dove piaceva parecchio.
Ma solo a patto che fosse di importazione.
I lettori non erano pronti ad accettare una produzione autoctona. Chi in Italia voleva scrivere storie di bulli e pupe aveva bisogno di uno pseudonimo inglese, e di un editore complice del gioco.
Altrimenti, poteva cercarsi lavoro nel mondo del cinema. O in quello del fumetto.
In Italia il fumetto popolare è, per vocazione "fumetto di genere".
Ancora oggi  le serie con il primato di vendite sono Tex, Dylan Dog, e Diabolik.
Un western, un horror e un nero.
Attenzione però: nero non è sinonimo di noir.
E' qualcosa di diverso, nato e cresciuto in Italia.
Nel 1962 le sorelle Angela e Luciana Giussani, creatrici di Diabolik hanno lanciato una bomba nell'immaginario collettivo e nella morale pubblica.
Poi sono arrivati i "buoni", quelli dalla parte della legge.
Negli ultimi dieci anni, il pulp all'italiana è diventato grande, i maestri della scuola dei duri sono usciti allo scoperto, forti e spavaldi senza paura di ambientare storie nere e criminali fra le vie di Milano o Bologna. Senza bisogno di fare gli Americani. (tratto dal libro).
 
 

Una bellissima raccolta di fumetti ad alto contenuto criminale.
Vediamo scorrere davanti a noi, brevi e meno brevi storie, narrate e disegnate da: Sandrone Dazieri, Maurizio Rosenzweig, Dieco Cajelli, Marco Guerrieri, Andrea G. Pinketts, Matteo Cremona, Roberto Recchioni, Leomacs, Eraldo Baldini, Mario Mondo, Wu Ming 2, Onofrio Catacchio, Massimo Carlotto, Luca Crovi, Andrea Mutti, Carlo Lucarelli e Claudio Villa.
La penisola italica è percorsa in lungo e in largo per narrare episodi di piccola o grande (Alta comunque) criminalità. Personaggi feroci, mondi terribili, storie forti, in alcuni casi tinte horror, il tutto per raccontarci un Italia sconosciuta o nota solo agli addetti di "nera" o ai distratti lettori di giornali (e chi li legge più).
"Pinocchio" di Dazieri e Rosenzweig è disegnata magnificamente ed ha un finale horror.
"Milano Criminale" di Cajelli e Guerrieri, ricorda moltissimo i film anni '70, allora di serie B, oggi rivalutati da Tarantino... Milano violenta, Napoli violenta, lo Stato non risponde il cittadino si vendica e così via.... una rapina finita malissimo, un sacco di morti, un mistero irrisolto... il tutto tra le vie milanesi con una ricostruzione grafica di auto, insegne ed edifici da vero storico contemporaneo.
"Il punto di vista del Licantropo" di Pinketts e Cremona. L'uomo lupo è sospettato di tre omicidi. Nella realtà, non è il lupo che uccide, ma l'uomo.
"Battaglia"  di Recchioni e Leomacs, vede un vampiro irrompere in una feroce campagna elettorale in un paesino siciliano, diviso tra democristiani e comunisti... tutti con il grilletto facile. Ma basterà per fermare il mostro che c'è in noi? Questo episodio mi ricorda un bellissimo libro di mafia, ove il cattivo dice a chi lo accusa: "Voi mi avete generato. Con le vostre piccole e grandi porcherie. Di me avevate bisogno, ed io sono arrivato. Quindi non accusatemi delle vostre colpe". Chi ha cercato il vampiro si pentirà amaramente...
" Nella nebbia" ove una leggenda si materializza... o meglio si smaterializza nella nebbia che tutto opprime e a volte uccide...
"La ballata del Corazza". Wu Ming 2 e Onofrio Catacchio ci raccontano la storia di una porcilaia che, cresce, cresce, cresce incessantemente inglobando tutto. E i porci diventano interpreti insieme agli umani di una vicenda che ha del folle... la vicenda ci riguarda tutti.
"Arrivederci amore, ciao". Massimo Carlotto, Luca Crovi e Andrea Mutti, firmano quella che a mio giudizio è la storia più bella di questa raccolta. Un uomo senza scrupoli, una storia che si dipana nel tempo e in molti luoghi. Una vendetta a lungo attesa e che si materializza quando meno te l'aspetti. Ben disegnata, quasi un film.
ed infine "il delitto di Natale". Carlo Lucarelli e Claudio Villa firmano una storia senza dialoghi, senza cioè le classiche nuvole. Quasi un fumetto muto. Le didascalie si susseguono, simili a pensieri. E la storia in effetti, riesce a far pensare...
 
 
 

sabato 25 febbraio 2017

Tex - Gli ultimi guerrieri

Un Tex particolare, in quanto diviso in due storie. Quindi due voti: ottima la storia della prima parte, una trama alla vecchia maniera. Penosa la seconda storia, con la favoletta della carovana inseguita dall'indiano vendicativo… ricorda film già visti (vedi Lungo Fucile) e storie già raccontate… poca fantasia. Più impegno signori della Bonelli.
 


Si compone di due episodi, questo Maxi Tex.
- Polizia Apache: Ove Tex è alle prese con un gruppo di ribelli Apache, stanchi della vita in riserva ed al tempo stesso, vittime di una congiura, ordita dall'agente indiano per coprire un traffico losco sulle loro riserve di cibo. Il nostro dovrà faticare non poco per tenere freno alle intemperanze delle tre parti: indiani ribelli, polizia Apache, Bianchi mariuoli e far trionfare la giustizia. Ma alla fine tutto va per il verso giusto e noi ci godiamo il solito carosello di sparatorie, scazzottate, accoltellamenti vari...
 
- La carovana della paura: Una carovana di coloni è presa d'assalto da un solitario indiano che, nottetempo, elimina tutti i cowboy per estorcere loro il nome degli assassini di sua moglie.
Eterogeneo gruppo, i coloni litigano tra loro e dimostrano totale inesperienza dei luoghi e della condotta da tenere. Tex e Carson, devono come al solito mediare tra la giustizia divina, quella terrena e quella degli uomini.
Entra qui in gioco un fattore nuovo: il danno collaterale.
Infatti, al termine della storia, quando il solitario Apache ha ucciso i colpevoli (dopo averne colpiti altri tre inermi), Tex decide di non assicurarlo alla giustizia e di fronte ad uno stupito Carson, si giustifica dicendo in sostanza "è un indiano, non avrebbe alcuna giustizia di fronte ad un tribunale bianco, aveva le sue buone ragioni"... Morale: tre innocenti coinvolti sono un danno collaterale accettabile per la coscienza di Tex... interessante! Fosse stato qualcuno a lui caro ovviamente avrebbe fatto scene da baraccone. Come diceva Cicerone "o tempora o mores! " intendendo che i tempi in cui si vive non sono più quelli di una volta... e se lo diceva lui...

giovedì 23 febbraio 2017

il Bruco - Edogawa Ranpo

Un bellissimo e conturbante (quasi disturbante) fumetto giapponese. Che come tale si legge partendo dal fondo e da destra a sinistra. Tornato completamente devastato dalla guerra Russo - Giapponese, il tenente Sunaga viene presto dimenticato da tutti, ad esclusione della moglie che lo accudisce in un rapporto di repulsione, attrazione e sensualità; unico modo di comunicare tra i due.
Lui è privo di arti, sordo e muto. Solo i suoi occhi vedono ed esprimono, anche i desideri. Lei li accontenta con grande soddisfazione di entrambi. Tutti sono meravigliati da questo rapporto. La moglie fedele che non vuole lasciare il marito oramai ridotto ad un bruco.
Sino al giorno in cui lei non regge più la sua rabbia e lo acceca. Lui si trascina nel vicino prato sino ad un pozzo, non prima di averla perdonata. Sesso e morte vivono insieme in questo racconto e con bellissimi disegni.

mercoledì 22 febbraio 2017

Jeff Hawke H1101-H1552

Ed eccoci al terzo episodio del nostro Jeff Hawke.
Altri episodi che prevedono l'incontro con alieni. Quasi mai pericolosi... ma certo molto strani.
Interessante notare come il linguaggio e la comunicazione non costituiscano un problema. Gli alieni parlano inglese, o almeno una lingua in tutto e per tutto simile alla nostra. La differenza di gravità tra pianeti diviene un dettaglio (se ne parla distrattamente in alcune strisce), così come il tempo necessario per viaggiare da un pianeta o un sistema solare all'altro.
I terrestri sono oramai in possesso di capacità tecnologiche in grado di muoversi nell'immediato universo, con tempi oggi impossibili, mentre la base spaziale internazionale è diventata una sede oramai condivisa da tutti e quasi una seconda terra ... quasi scontata...
Fa capolino l'umorismo, come nell'episodio in cui, per una risposta errata, uno dei nostri indossa il cappello da asino e dichiara di mettersi in un angolo.
Veniamo in contatto con popoli alieni uguali a noi, solo che stanno in un'astronave - mondo ricoperta da antimateria a cui si trova rimedio con un bombardamento atomico ed un giro di fune per consentire il passaggio verso l'esterno... divertente senza dubbio!
Infine, altro episodio divertente è "i venditori di sogni", dove gli alieni rincitrulliscono gli umani con un casco simil parrucchiere per poi rapirli in gran numero per utilizzarli altrove... oggi sarebbe bastato distribuire telefoni cellulari con appositi programmi (Facebook, WhatsApp, Istagram e chi più ne ha più ne metta)...

Passengers

Il primo pensiero è di raffrontarlo con Pandorum ma, il paragone non regge. E nemmeno con Snowpiercer  in cui la trama è vissuta tutta all'interno di un treno/astronave fantascientifica...
E allora che si fa? Fingiamo per un istante che questo sia il primo di una serie di episodi, mai esplorati cinematograficamente parlando... fingiamo cioè di essere neofiti della visione sci-fi e non facciamo alcun paragone... forse così tutto sarà più semplice.
La trama: astronave colma di coloni dormienti viene spedita nello spazio verso una nuova terra. il viaggio che dura oltre 90 anni, prevede che il risveglio degli stessi avvenga 4 mesi prima dell'arrivo.
Qualcosa va storto e uno si risveglia. Dopo un anno di dilemmi, decide di svegliare una donna di cui si è innamorato... ma ben presto lei (che nel frattempo si è innamorata a sua volta) scopre l'inganno e scoppia la lite. Hai voglia litigare per tutto quel tempo e senza nulla da fare... ma ben presto il fato materializza un terzo risvegliato (che muore quasi subito) e l'astronave va in crisi (anzi va in pezzi) con il risultato che, dovendo far fronte comune i due superano l'incomprensione e tornano ad amarsi.
Dilemma: uno dei due potrebbe tornare a dormire mentre l'altro non arriverebbe vivo alla fine del viaggio. Che fare? 
 

Certamente non claustrofobico come i precedenti citati, oltre alla tecnologia, gli spazi sono ampli. Pare di essere sulla Costa Concordia (prima dell'inchino beninteso), sul Titanic (prima dell'incontro con l'iceberg sia ben chiaro), insomma un resort lussuoso ove godere di ogni ben di Dio. Se non fosse che uno dei due ha la tessera annonaria e l'altra quella business extralusso.
 
I temi trattati: una storia d'amore. la tecnologia, il viaggio verso l'altrove, uno spazio privo di altri esseri umani (a cui i due si adattano rapidamente)... I nei (numerosi): la storia un po' scontata, gli attori statici (lui ha un bel sedere anche se è un ciciun, lei è odiosa), la tecnologia gestita manco fosse costruita dalla Lego, idee già viste, dialoghi penosi... Infine l'apparizione (otto secondi) di Andy Garcia e quella di Laurence Fishburne (tre minuti)... Bah! Molto meglio l'androide - barista Arthur interpretato da Michael Sheen... ai più smaliziati di noi ha ricordato molto il barman di Shining... guardare per credere.
 

 

domenica 19 febbraio 2017

il diritto di uccidere

Forse perché già condizionato dalla visione di Good Kill, mi approccio a questo film con qualche dubbio in più, con un sospetto di "già visto" e di "aria fritta e rifritta"...
Ritiro tutto. Rispetto al precedente citato, qui c'è meno retorica e più seriamente viene tolto il finale buonista, utile solo a rasserenare lo spettatore sull'utilità e bontà del drone e del suo uso fatto nell'era moderna della lotta al terrorismo.
Molto ben fatto, soprattutto per il dilemma morale, che vede coinvolti i poteri: militare, politico e giuridico, alle prese con un'azione che ucciderà (per danno collaterale) degli innocenti.
Questa è la rappresentazione della evidente differenza tra una democrazia ed uno stato autoritario, tra i "non" dilemmi di un terrorista e le "preoccupazioni" di un'autorità democratica che deve rispondere ad un opinione pubblica, ai giornali, all'emozione dei cittadini.
L'abbiamo letta sui giornali, l'abbiamo colta con le dichiarazioni sulla base di Guantanamo, sulle azioni antiterroristiche in territori alleati (anche in Italia), sui morti derivanti dalle azioni di polizia per liberare ostaggi....
Grande Alan Rickman, nel ruolo del generale Benson, impersona il potere militare, ma anche il mediatore con politici e giuristi... Unica figura costretta al dilemma morale ed a "barare" per concludere la missione è il Colonnello Powell (interpretata da una bravissima Helen Mirren già nota a partire dai B-Movie italiani all'erotico di Tinto Brass e più recentemente nel divertente Red con Bruce Willis)... a lei spetta l'ultima parola ed è lei che torna a casa, sapendo di aver fatto il suo sporco lavoro... perché questa è la guerra... uno sporco lavoro.
 

sabato 18 febbraio 2017

Jeff Hawke - H503-H1100

 
 
Eccoci al secondo episodio della raccolta di fumetti dedicati a Jeff Hawke. Mentre la grafica si affina, le storie restano intriganti, con l'aggiunta di sempre nuovi esseri che, pur giungendo da altri mondi, si trovano sempre negli immediati paraggi. Che dire, mai universo è stato così popolato :)
La Terra comincia ad accettare l'idea che non siamo soli nell'universo... ma la cosa strana è che, molto pragmaticamente, questa novità non suscita alcun interrogativo... Anzi! Un ecchissenefrega, rieccheggia tra le righe, anzi no, tra le strisce.... noi d'altronde ce ne faremo una ragione.

giovedì 16 febbraio 2017

Pandorum

L'avevo visto nel 2010, appena uscito QUI e ne avevo parlato bene.
Rivedendolo non ho potuto far altro che apprezzarne la costruzione, l'idea, l'incredibile finale.
La strada verso il reattore, nell'enorme astronave, è come un viaggio in un corpo vivente, con tutti i suoi abitanti e con molti modi per sopravvivere o morire... Ripeto il precedente giudizio. Anzi, di più!

Arrival

Siamo di fronte ad un film di fantascienza? Parrebbe di si. Certo molto ma molto diverso dal solito.
Intanto non vi è l'adrenalinica necessità di spingere le azioni al massimo, di mostrare scoppi e incomprensioni, paure ed eroismi, amici e nemici....
E' un film lento lento, ove il messaggio che si vuole veicolare risiede tutto nel linguaggio. Nella nostra forma di linguaggio e in quelle degli altri.
E' un paradigma della nostra società e della difficoltà nel comunicare.
Se comunicare vuol dire ascoltare; l'ascolto presuppone la comprensione dell'altro, in ogni suo aspetto, idea, forma, azione, pensiero, speranza.
E' ciò che accade tra umani che, frequentando società diverse, hanno scale di valori a volte nemmeno confrontabili, se non con grande sforzo e volontà di accogliere le differenze con curiosità e rispetto.
Figuriamoci un alieno, con scale di valori, riferimenti societari, alimentazione, strutture sociali, tradizioni e infine scrittura e linguaggio ignoti.
Da dove si parte? E cosa è progresso e cosa no? Questo racconta questo slow-film... a volte molto slow, a volte poco o per nulla intuitivo. Comunque interessante e pedagogico.

mercoledì 15 febbraio 2017

Bye Bye Runtastic

Altra scelta di riordino delle mie cose....
Dopo aver abbandonato anobii.com, (lo ricorderete quale sito di lettura e lettori) ho deciso di lasciar perdere anche runtastic ... altro spazio in rete, dedicato agli sportivi e sorta di elencatore delle attività sportive.
E' una sorta di depurazione dalle mille puttanate, che ci impediscono di vivere pienamente.
A che mi serve un sito dove scrivere quanti e quali libri ho letto, se non per essere monitorato da chi mi vende i libri e poi me ne propone altri? A che serve un sito che elenca le mie attività sportive, se non per essere inseguito in rete da chi mi vende scarpe da corsa o integratori alimentari?
Preferisco segnare a penna sulla mia agenda, (in colore verde) quello che riesco, posso, amo fare anche se non ho istantaneamente dislivelli, consumi di calorie, tracciati percorsi e godermeli nei vari dolorini benefici del dopo sport, che perdere tempo a scriverli e leggermeli sui vari siti.
Un altro momento di riordino della mia vita. Con sempre meno cose, vivere più intensamente ciò che conta davvero. L'atto in sé e non l'idea dell'atto, scritta, raccontata, commentata, pesata, venduta a terzi e comprata da terzi.
Sempre più spesso abbiamo l'impressione che la rete sia lì per noi, per darci una mano nella nostra vita. Ma è realmente così? Un programma non sostituirà mai la mia fatica, la mia felicità a fine corsa o il dolore dei miei addominali dopo una serie.... va bene così. 

lunedì 13 febbraio 2017

Un pomeriggio in PS

E' così... questa volta è toccato a me.
Un dolore che non passa, una strizza che si fa sentire... un minimo di prudenza... ed eccomi a trascorrere la domenica pomeriggio in PS.
Devo dire subito che il personale si è dimostrato all'altezza della situazione.
Visita preliminare, auscultazione, elettrocardiogramma, RX torace, prelievo venoso, prelievo arterioso, saturazione, enzimi, oltre a tanta umanità ed educazione.
Ci lamentiamo tanto dei servizi che non funzionano, ma niente diciamo quando le cose non solo vanno bene, ma anzi di più.
Qualcuno dirà "hai avuto fortuna". Può essere. Ma non basta, ci vuole che comunque qualcosa esista e funzioni...
Se penso a quegli Stati ove la sanità è negata, ove l'istruzione latita, ove la sicurezza è assente... beh non tutto va poi così male...
Concludo con un grazie a tutti coloro che, nella sanità, ma anche negli altri ambienti della pubblica amministrazione, ci mettono del loro per far funzionare la baracca...
 

sabato 11 febbraio 2017

Captain Fantastic

Al di là dei luoghi comuni, della classica diatriba tra massificazione, scuola pubblica, società uniformata, la scelta di girare un film che metta al centro la famiglia e la sua difficoltà nel mettere in pratica una cultura coerente con il mondo d'oggi può apparire un polpettone moralista... ed invece, vuoi anche per il ruolo giocato da Viggo Mortensen, perfettamente a suo agio nei panni del padre - educatore - dittatore, e di una squadra di simpaticissimi ragazzi/e tutto regge bene, regalandoci quasi due ore di divertimento e riflessione.
Ottima la colonna sonora e le singole parti (non si può parlare di un film nella sua interezza, ma di episodi che si susseguono) che vogliono far pensare a quanto costi la coerenza tra l'essere sé stessi e dover convivere con un sistema che aliena e semplifica nel nome dei consumi.
Thoreau, riesce ancora a trovare discepoli nell'America odierna. E questo è un bene.

Da Oriano a Travedona...

 Decido di dedicare una sabato mattino ad una passeggiata in stile alpino (cioè scarponi e zaino) pur in mezzo alla Provincia di Varese e pur su un tracciato che in altre occasioni ho percorso correndo in unica tratta - andata e ritorno... Questa volta voglio assaporare il bosco, la fatica, la lentezza, il freddo e l'ambiente che mi circonda.
 Mi faccio così portare in auto ad Oriano, da dove - visitata la chiesetta ivi presente - prende il via il sentiero che, in un lungo saliscendi porta a Osmate e da lì su strada normale, verso Travedona.
La prima parte è descrivibile come un facile tracciato, una tracciabile con lieve pendenza che poco alla volta si addentra nei boschi... tuttavia, ben presto, le cose cambiano e si fanno parecchio complicate..
Le piante cadute, a seguito della tromba d'aria dello scorso autunno, rendono impraticabile il tratto di bosco a me noto... e dopo lento e faticoso girovagare, affronto una salita impervia e mi tiro fuori dal pantano..
Dopo questo primo tratto di fatica (un ora circa) ritrovo il tracciato che, piano piano mi porta sino al Pelada e da lì verso Osmate e Travedona... ottima alternativa anzi ripiego, al ripiego del ripiego... (come scrive qualcuno in rete).

Jeff Hawke H1-H502

Eccoci di fronte al volume che raccoglie le prime 502 strisce del fumetto di Jeff Hawke, ad opera di Sydeny Jordan.
Sydney, che per formazione arriva dall'aeronautica, si diletta nel disegno in chiave fantastica, disegnando aerei e astronavi... è grazie alla collaborazione con Eric Souster e Jim Gilbert che nasce il personaggio di Jeff Hawke. Siamo nel 1954 e la qualità e le storie del personaggio sono nella media del periodo... tuttavia, con il passare del tempo e l'apprezzamento del pubblico, le storie tendono a migliorare ed assumere una qualità tale da non passare inosservato nell'Olimpo della S.F.
E' grazie a William Patterson, amico d'infanzia di Sydeny, che i dialoghi virano verso una maggiore attenzione alla trama e divengono più interessanti.
Strana storia quella del fumetto "Hawke", con alterne fortune e interessi maggiori in alcuni Stati a fronte della totale indifferenza in altri... Piacevole e a tratti romantico.

venerdì 10 febbraio 2017

L'alfabeto preistorico di B.C.

 

Johnny Hart, con la partecipazione nell'edizione italiana di Fruttero e Lucentini, nel 1973 firma questo divertentissimo libro dedicato ai nostri antenati... o meglio a come lui se li immagina.
E di immaginazione ne ha tanta se, al netto dei vari suoni che accompagnano le strisce, troviamo un deserto con vulcani in lontananza, pochi, pochissimi alberi e una strana fauna che accompagna in nostri progenitori....
La serie B.C. nasce nel 1957, con una serie di strisce su un quotidiano statunitense e poi divenendo evento mondiale...
Preistorici che si fanno le stesse menate dei modernissimi umani... che vanno dallo psicologo, dal meteorologo, da consulenti improbabili, da inventori strampalati...
E che quando inventano la ruota, non sanno che farsene, a dimostrazione che il progresso non avanza in linea retta come siamo soliti immaginarci...
Per non parlare poi del rapporto uomo - donna, dove la bruttona mena di brutto e la belloccia se li bacia tutti... dove c'è il filosofo, il lazzarone, lo stressato, chi si lamenta pensando ai bei tempi lontani (sigh !)... o dove il formichiere vive terribili avventure per placare la sua fame e con lui le formiche... o la tartaruga entra ed esce dal guscio dimostrandosi essere mooolto più grande dello stesso...
Insomma, che cosa vuole rappresentarci la preistoria? Che tutto cambia perché tutto resti uguale e che le nostre turbe, sin dalla notte dei tempi restano sempre quelle :)

domenica 5 febbraio 2017

Le otto montagne

 
"Pietro é un ragazzino di città, solitario e un po' scontroso. La madre lavora in un consultorio di periferia, e farsi carico degli altri è il suo talento. Il padre è un chimico, un uomo ombroso e affascinante, che torna a casa ogni sera dal lavoro carico di rabbia.
I genitori di Pietro sono uniti da una passione comune, fondativa: in montagna si sono conosciuti, innamorati, si sono addirittura sposati ai piedi delle Tre Cime di Lavaredo.
La montagna li ha uniti da sempre anche nella tragedia, e l'orizzonte lineare di Milano li riempie ora di rimpianto e di nostalgia.
Quando scoprono il paesino di Grana, ai piedi del Monte Rosa, sentono di aver trovato il posto giusto: Pietro trascorrerà tutte le estati in quel luogo "chiuso a monte da creste grigio ferro e a valle da una rupe che ne ostacola l'accesso" ma attraversato da un torrente che lo incanta dal primo momento.
E lì, ad aspettarlo, c'é Bruno, capelli biondo canapa e collo bruciato dal sole: ha la sua stessa età ma invece di essere in vacanza si occupa del pascolo delle vacche.
Iniziano così estati di esplorazioni e scoperte, tra le case abbandonate, il mulino e i sentieri più aspri.
Sono anche gli anni in cui Pietro inizia a camminare con suo padre, "la cosa più simile a un'educazione che abbia ricevuto da lui".
Perché la montagna è un sapere, un vero e proprio modo di respirare, e sarà il suo lascito più vero: "Eccola lì la mia eredità: una parete di roccia, neve, un mucchio di sassi squadrati, un pino". Un'eredità che dopo tanti anni lo riavvicinerà a Bruno".
 
 
"Le otto montagne" è un romanzo di Paolo Cognetti. Pubblicato nel 2016, è diventato un caso letterario e grazie al passaparola uno dei libri più letti di questi ultimi mesi.
E' un romanzo di formazione che racconta la vita di due ragazzi che, pur provenendo da mondi diversi, vivono la montagna e la interpretano a modo loro.
Un'amicizia che li porterà a condividere trent'anni di vita, tante avventure, l'amore per la stessa donna, una casa da costruire insieme e soprattutto la montagna. 
Benché alcuni passaggi siano particolarmente riusciti, la storia di Bruno e Pietro mi ha convinto solo fino ad un certo punto. Manca poesia, manca pathos, anche se è evidente che queste vicende, in parte l'autore le abbia vissute.
Vivere la montagna è certamente mettere a nudo sé stessi e fare i conti con quello che si è. Senza sé e senza ma. Ogni scorciatoia sarà una possibile opzione, ma non darà il risultato sperato. Cognetti riesce comunque a farci capire, attraverso la visione dei genitori di Bruno (agricoltore e muratore, senza cultura) e Pietro (chimico, con un carico di rimorsi e passioni) a fare da passaparola ai rispettivi figli che la montagna non è nient'altro che il riflesso delle nostre anime più profonde.

Wall Street. Il denaro non dorme mai

E' del 2010 questo film, che con maestria riesce a mescolare la crisi appena avviata nel 2008 ed al tempo stesso recuperare il seguito de "Wall Street" in cui Michael Douglas alias Gordon Gekko vero falco nel mondo della finanza, arraffa arraffa sino a finire in galera.
Qui lo troviamo mentre esce dal carcere senza nessuno che lo aspetti.
La figlia che non lo vuol vedere, vive con Jacob Moore (LaBoeuf) broker molto apprezzato presso la Banca Keller Zabel... ma tutto è destinato a cambiare con l'esplosione di una bolla economica, creata da Bretton James, di una banca rivale, che getta sul lastrico la banca e induce al suicidio il suo proprietario.
Intenzionato a vendicarsi di Bretton, Jacob finisce nelle sgrinfie di Gekko, che prima lo ammalia, lo spinge a distruggere Bretton e poi gli soffia 100 milioni dollari destinati alla figlia.
Tutto va a disintegrarsi... ma il lieto fine è dietro l'angolo.
Bello, ben costruito, senza passi falsi e senza errori nel ricostruire il "dietro le quinte" di una vicenda a noi oramai nota e passata alla storia come l'inizio della fine del capitalismo dei titoli spazzatura ... quello nuovo è anche peggio.

sabato 4 febbraio 2017

Alien

E se il Nostromo non avesse intercettato il messaggio di soccorso, lanciato da una astronave aliena, su di un pianeta deserto? E se Kane, non si fosse fatto infettare? E se Ripley fosse riuscita a convincere Ash (il droide di bordo) a non aprire la porta, dichiarando la quarantena? Come sarebbe andata a finire la saga, che da oramai 40 anni ci perseguita?
Chi avrebbe preso il posto, nell'immaginario popolare dei mostri alieni, per farci sobbalzare ad ogni fruscio percepito su un'astronave?
Ridley Scott dirige un capolavoro capace di sconvolgere tutto il mondo della fantascienza, in un momento in cui il genere, grazie a Guerre Stellari, diventa famoso e apprezzato dal grande pubblico... ed eccoci alle prese con Alien; film che prende da tutti i precedenti racconti e filmati, ma non prende troppo da nessun, altro... addirittura da "lo squalo" per il modo di girare intorno alle sue vittime...
Si aggiunga la "manina" di Carlo Rambaldi per animare il mostro e il genio di Hans Ruedi Giger per rappresentare il predetto essere e il gioco è fatto.
Una volta salito sull'astronave, prima esce dal torace del povero Kane (John Hurt, ne ho parlato qualche giorno or sono), poi cresce e uccide tutti gli umani che gli capitano a tiro, obbligando Ripley alla decisione di distruggere l'astronave stessa e fuggire a bordo di un modulo... peccato che l'alieno abbia avuto la stessa idea... E' solo con l'inganno che (per ora) ce ne liberiamo. Ma fino a quando?

Lo schiavista

 
 
Premetto di aver fatto fatica ad immedesimarmi nei personaggi del romanzo, sia per lo stile psichedelico usato da Beatty nel narrare che, nella scarsa conoscenza del contesto americano e del problema Nigger, a me noto per letture e film ma non vissuto e capito (o meglio compreso) come un qualunque cittadino americano.
Fatta questa doverosa precisazione, conosciamo la storia di Bonbon, nato a Dickens, ghetto periferico di Los Angeles e la sua battaglia per la conquista dei diritti civili al contrario: lui vuole il ritorno della discriminazione.
"Se chiodo schiaccia chiodo", questo è il suo pensiero, il ritorno alla divisione in base alle razze, rappresenta per i neri un modo per riflettere su sé stessi e sulla loro condizione e riappropriarsi così della loro dignità, oggi calpestata (ma con ironia e falsità di un sistema democratico) in una società che conserva intatti i meccanismi del razzismo senza darlo a vedere...

Lo accompagna in questo esperimento Hominy Jenkins, meglio noto come l'attore de "Le Simpatiche Canaglie", quello nerissimo che diceva solo "O-Tay!" e che è disposto a divenire suo schiavo.
Intorno a loro, una comunità eterogenea, ove ognuno ha da dire la sua... e visti i tempi post-Obama, un racconto questo, quanto mai attuale sulla deriva della società americana. Ottimo.
 
 

Ultra