lunedì 26 maggio 2014

Fagin l'ebreo

Nel giugno del 1940 iniziai una serie di fumetti destinata a un inserto per i quotidiani: il titolo era THE SPIRIT, il protagonista un giustiziere mascherato.
Tra i personaggi, nel ruolo di spalla umoristica, c'era Ebony, un giovane afroamericano.
Niente di innovativo: si trattava di stereotipi caricaturali all'epoca normalmente accettati: in quel periodo della storia culturale degli Stati Uniti, l'uso scorretto della lingua inglese su base etnica costituiva una forma in voga di umorismo.
Ebony parlava come un Negro, il suo umorismo delicato e pieno di calore controbilanciava l'efferatezza delle trame criminali.
Un giorno ricevetti una lettera da un vecchio compagno di classe del liceo che divenuto attivista dei diritti civili mi rimproverava per aver abbandonato le comuni posizioni liberal di un tempo.
Lo stesso giorno mi arrivò anche una lettera del direttore di un quotidiano afroamericano di Baltimora, che mi lodava per "l'eccellente rappresentazione" di Ebony nelle mie strisce.
Quelle lettere mi aprirono gli occhi sul fatto che, pur scrivendo e disegnando storie pensate per l'intrattenimento, attraverso l'immagine stereotipata che avevo creato alimentavo un pregiudizio razziale.
Se da un lato non ho mai provato nessun senso di colpa per aver creato Ebony, dall'altro, nel corso degli anni, tenendo corsi di fumetto, mi resi consapevole del problema perché le mie lezioni non potevano non affrontare il problema egli stereotipi.
E' con questi precedenti e con questa consapevolezza dell'influenza delle immagini sulla cultura ebraica e del pregiudizio con cui ancora gli ebrei si ritrovano a fare i conti.
Decisi così di dedicarmi al ritratto più fedele di Fagin l'ebreo raccontando la sua vita nell'unico modo in cui sarei stato capace. (tratto dalla prefazione al libro).
 
 
 
Uno si da ai fumetti, apparentemente innocui (ma mica è vero) e poi che accade?
Qualcuno gli fa notare che la rappresentazione dei "tipi", dei "caratteri" è offensiva.
Vedi ad esempio il ruolo di Fagin l'ebreo, figura principale nel romanzo per ragazzi "Oliver Twist".
E allora che fare? Fingere? Will Eisner sfrutta l'occasione e trasforma un avvenimento negativo in un bellissimo racconto. Fagin ne esce, se non assolto, almeno giustificato.
La vita, per un immigrato in uno stato straniero (l'Inghilterra ottocentesca) è dura, tanto da diventare atroce e trasformarti in qualcosa di diverso rispetto a quello che tu sei o che vorresti essere.
Un appassionato percorso di vita, uno spaccato della vita dei bassifondi londinesi e un uomo che nonostante l'avversità della vita non si da pace e riesce per un breve istante a redimersi.
Disegnato magistralmente coglie nel profondo dell'animo umano. Eisner fantastico.


domenica 25 maggio 2014

Tabula Rasa

 
"Il favore incontrato dai miei due libri precedenti, Cogito Ergo Sum e I cento Talleri di Kant, mi ha spinto a scrivere questo terzo.
Essi riguardavano i detti dei filosofi e i loro esempi.
Sono convinto che un terzo mezzo di divulgazione possa rivelarsi non meno efficace: quello delle metafore. Si tratta di qualcosa di familiare a chiunque.
Chi, infatti, non ha mai fatto uso di qualche analogia?
La metafora infatti non è che la trasposizione di un concetto in una espressione più efficace o più accessibile.
Ad esempio lo storico del pensiero che parla di una data corrente trasferisce con efficacia un fenomeno elettrico del mondo intellettuale.
Più in generale, il linguaggio quotidiano è ricco di metafore, anche se non ce ne accorgiamo.
Tra di esso e il linguaggio metaforico non c'é infatti un confine netto, come quando parliamo della "gamba del tavolo", una metafora ormai morta.
In compenso le metafore nuove possono costituire non solo uno strumento di chiarezza, ma talora un autentico stimolo per l'avanzamento del pensiero.
In campo filosofico esse conferiscono concretezza a concetti essenziali, ma spesso astratti o specialistici.
Una passeggiata ideale attraverso le metafore filosofiche più note (ad esempio La tabula rasa di Locke) o quelle poco conosciute (come quelle del Diavolo in Musica, impiegata dai medievali) può allora costituire uno stimolo ulteriore per familiarizzare con le questioni filosofiche. I filosofi si sono serviti delle metafore come di uno strumento privilegiato". (tratto dal libro).

 


La filosofia viene dopo che i fatti sono avvenuti. 
La filosofia viene dopo che si è mangiato, si ha da dormire e un tetto sulla testa.
Ma quando l'uomo comincia a fare filosofia è realmente sé stesso.
Tabula Rasa è questo: da piccoli appunti, brevi considerazioni, si spalancano mondi speculativi a noi ignoti il cui esito può portare alla totale demolizione delle nostre certezze, del nostro modo di essere.
Diviso in brevi capitoli, affronta molti degli interrogativi che da sempre l'uomo trova sulla sua strada sin dai tempi più antichi.
Ogni interrogativo ne richiama di nuovi, o di vecchi. Certo la filosofia non è scienza facile, ma ha dalla sua che dopo non sarete più gli stessi.

giovedì 22 maggio 2014

Oculus - il film

Di film dell'orrore credo di averne visti parecchi. Tanti quanto basta per farsi un'idea.
Il filone dello spirito cattivello segue sempre la stessa dinamica: rumori, odori, fruscii, oggetti spostati, suoni, luci che si accendono/spengono, stessa cosa per elettrodomestici o cellulari.
Lievi apparizioni, presenze sempre più invadenti e cattive, che magari mordono e graffiano, parlano con i bambini ed infine si manifestano in tutta la loro fastidiosa non - morte.

Non fanno eccezione "L'evocazione", "insidious 2", "Haunting - Presenze" e che dire poi de "La madre" ?

In altri, il demone si caratterizza per l'utilizzo di strumenti di ogni tipo: la scatola con i filmini, la bambola assassina, il carillon e altro ciarpame da rigattiere.

In questo film si propone lo specchio. Ah furfante di un regista, hai trovato l'ideona!!!
Parte da lontano la paura della nostra immagine riflessa, da Biancaneve e la strega, ricordate "specchio specchio delle mie brame" o delle mie branchie?
Lo specchio travisa la realtà, quando va bene l'immagine riflessa è capovolta, quando va male... l'immagine si anima e ti fa un culo così.
Ora questo specchio ha fatto strage di ogni suo precedente proprietario e non contento ne combina di tutti i colori, infatti è in grado di difendersi da chi ha intuisce i suoi segreti.
Ecco quel che succede in questo film, che ha il pregio di intersecare quattro storie distinte: il passato reale, il passato immaginario, il presente reale ed il presente immaginario.
Lo fa talmente bene che non ci capiamo più nulla, ed è quello che vuole lo specchio: farci credere la SUA visione delle cose.
E' inganno, è mistificazione, è utilizzo delle debolezze umane per distruggere, deviare, deformare, ed infine impossessarsi dell'anima degli sfortunati viventi.
E' un maleficio che evolve, che però resta sempre uguale a sé stesso ed allo scorrere del tempo.
Unico dubbio: ma in questa immagine non è la Simona Ventura? Ah specchio cattivo!

mercoledì 21 maggio 2014

Lo sconosciuto

Parte da lontano questo bellissimo fumetto.
Magnus, il padre lo ha creato avendo ben in mente uno stereotipo: proviene dalla Legione Straniera, non si tira indietro di fronte a nulla, anche se a tratti ha un guizzo di moralità (forse più legata alla simpatia che gli altri gli ispirano).
Ha la pistola facile e non solo quella: bombe, fucili, pugni e coltelli.
Spesso esce malmesso dalle sue avventure, ma pur sempre vivo e sempre senza un soldo.
E' un mercenario, qualsiasi modo per fare soldi va bene, anche se poi maledice chi lo paga e gli stessi maledetti denari.
Ogni episodio ha un suo incipit: in cerca di soldi e di lavoro, non più giovane, trova un impiego spesso poco onesto da cui muove i suoi passi, spesso inconsapevole pedina di giochi più grandi di lui.
L'immagine è quella degli anni 70 italiani, fascistelli, rivoluzionari rossi, preti collusi, la CIA e altri tipacci che girano intorno.
Non mancano scene di sesso, peraltro ben disegnate e fuggevoli per non distrarre il lettore.
Leggere "lo sconosciuto" o Unknow (senza la n finale) vuol dire tornare indietro nel tempo ma al tempo stesso innamorarsi di un protagonista del fumetto italiano.

sabato 17 maggio 2014

Museo di Fotografia - Jindrichuv Hradec

 Vaclav Havel, presidente della Cecoslovacchia e drammaturgo, scrittore e avversario della dittatura comunista.
 Lindbergh l'aviatore. Simpatie naziste ma resta comunque lo sfortunato eroe dell'aria statunitense che trasvolò da New York a Parigi con il suo monoplano leggero "Spirit of Sant Louis".
Francesco Giuseppe D'Austria passa in rassegna le truppe.
 Un dirigibile, sbarramento agli aerei e prima visione dei campi di battaglia.
La fotografia è una macchina del tempo. Migliaia di libri non saprebbero rappresentare lo straniamento, la disperazione, l'alienazione della città sotto il regime sovietico meglio di questa immagine.

giovedì 15 maggio 2014

Jndrichu Hradec un piccolo borgo







Praga in una giornata

Praga era strapiena, ma pare sia sempre così. Lasciata l'auto all'esterno del centro abitato, comoda la metropolitana (a patto di avere 150 Korone in moneta per il biglietto) si arriva in pieno centro e si inizia la maratona delle tantissime cose da vedere. Non si sa più dove girare la testa. Credetemi.

 In pieno centro.
 Visioni urbane
 L'orologio astronomico
 Bellissime facciate
 Ponte Carlo
Figure mitologiche.

Pandemie, epidemie e altre allegre malattie

Finito di leggere da poche ore "Epidemia" di Gina Kolata. Devo dire che il nome/cognome mi aveva fatto discettare sulla serietà del testo... non fa un po' rima con Pigna Colada?
Invece?! Interessante, ben scritto e istruttivo.
Mio nonno bestemmiava sempre, e nonna ogni volta pregava il buon Dio che lo perdonasse.
Non riuscendo a capire questo strano connubio - santi e peccatori - ne chiesi il motivo a mamma.
Quando era piccolo, nonno (Arnaldo) vide portare via la mamma morente per la "Spagnola" e non riusciva a spiegarsi come Dio potesse fare questo a dei bambini piccoli. Da allora giù bestemmie.
Ogni famiglia, se prova ad indaga, scoprirà di essere stata colpita da questa epidemia, o dal vaiolo, o dalla polio e così via.
Ogni morte per epidemia, danneggia la generazione successiva. E anche la mia famiglia non fa eccezione. Da parte materna per la "Spagnola" da parte paterna per il vaiolo.
Poi ci si mise anche il regime, mandando il mio bis anarchico al confino.
Senza divagare, qualche buona ragione per leggere il libro:
Ci permette di capire come agisce un virus, ci prepara a quello che verrà, ci informa sui progressi della scienza e sui metodi di controllo, contenimento dell'influenza, che pare banale ma non lo è affatto.

domenica 11 maggio 2014

Insidious 2

Se c'è Insidious 2 è perché c'è stato il primo episodio.
Nella vita c'è sempre un Insidious 1 che ci perdiamo e che ci obbliga a vedere il 2 immaginandoci le possibili scempiaggini che sono capitate.
Ma veniamo al 2° episodio.
Poco sangue, poco spatter, in compenso è tutto ben giocato sulla possessione e sugli spazi temporali che pongono lo spettatore di fronte a dilemmi continui: in quale momento della storia mi trovo, sono troppo avanti o indietro. E' già finita e ci sto arrivando da un altro punto dello spazio-tempo?
Ben congegnato, riesce bene ripescando a piene mani nell'armamentario horror: spiriti, case possedute, sedute spiritiche, un potente maleficio che ha scatenato l'orrore e poi i bambini, vittime e collegamento con l'aldilà.
La morte non è l'ultimo stadio, vi è altro e questo miscuglio di mondi, questo aprirsi di porte temporali e spazi e tempi diversi ci affascina e ci confonde. Un buon film.

Quella casa nel bosco - il film

Il genere horror aveva bisogno di una scossa e questo film riesce a dargliela.
Mescolando ironia e paura, luoghi comuni e antiche paure, mostri a noi noti e vecchi volti.
Un autentico spettacolo che, pur pensato per il pubblico nord americano, trova anche in noi States-dipendenti facili prede dell'ovvio e del vissuto.
Partiamo dalla trama: cinque ragazzi in una casa nel bosco, la situazione si complica da subito e capiamo che finiranno male. Ecco materializzarsi i peggiori incubi, e prende il via l'orrore.
Ma dietro le quinte qualcosa non quadra: qualcuno dirige i mostri, gestisce paure, muove le cose. E allora tocca ai nostri poveri protagonisti venire a capo della vicenda, che appare essere molto, ma molto più complessa del previsto.
Da dove vengono le nostre paure? Perché questo patto che tiene a bada gli Dei del passato in cambio di un tributo di sangue? E questa tecnologia messa a disposizione della mitologia? Certo ci si adegua al nuovo che avanza, ma quello che accade qui è veramente spiazzante. Bellissimo!

Monte Cerano - una gita

E così eccomi qui. Da oltre un anno ho  in mente questa cima. L'anno scorso l'avevo ciccata causa maltempo. Quest'anno, forte della cartina, degli sbirci dal basso, del bel tempo in arrivo, ho convinto Franca a seguirmi ed eccomi sulla cima.
Non è una quota altissima 1.702 metri, ma il panorama che si gode da quassù ha dell'incredibile, che nemmeno un 4.000 delle Alpi si può permettere.
Temevo di non trovare l'acqua e invece c'è una fontanina a 3/4 del percorso. 
Tutto bellissimo il percorso, con tratti di neve che costellano il tracciato come perle. Andateci.







giovedì 8 maggio 2014

Captain America - The winter soldier

A che serve un supereroe, anzi il Supereroe, nel nostro futuro?
Se lo chiede certamente il nostro Capitan America. Ma ce lo chiediamo anche noi e i produttori del film
Infatti eccolo alle prese con servizi segreti e la rediviva Hidra, che gli antepone il "Soldato d'inverno".
Certo che in fatto di fantasia ....
Tutti congelati questi eroi !
Il nostro belloccio ha le crisi di coscienza, che accidenti ci faccio qui? E' questa la Patria che devo difendere?
Più a suo agio con i nemici che con i cospiratori si riscatta quando c'è da menar le mani.

il Soldato d'inverno è una nostra vecchia conoscenza. Anche lui modificato geneticamente, anche lui in grado di far danni a più non posso e guarda caso, anche lui con qualche crisi di coscienza.
Nel complesso un buon film che non stancherà gli amanti del genere e della trasposizione cinematografica dei fumetti Marvel.

Estetica del Polo Nord

"A dieci anni, il piccolo Michel chiese al padre, umile contadino che non si era mai mosso dal suo villaggio normanno, dove sognasse di fare un viaggio.
La risposta fu: "Al Polo Nord".
Trent'anni dopo, Onfray realizza il  desiderio del padre e scrive il resoconto di un'esperienza destinata a rivelare profondità inattese: si tratta del libro che avete in mano, al contempo un diario di viaggio, una meditazione sulle civiltà che svaniscono, sui misfatti dell'industrializzazione e sulla saggezza dei popoli tradizionali.
E anche una testimonianza toccante e lucidissima sulla lealtà e la pietà filiale.
Completato da foto straordinarie e, dall'elogio funebre che Onfray ha pronunciato per il padre nel dicembre del 2009, Estetica del Polo Nord è uno dei libri meglio scritti e, com'é stato detto, più caldi di Onfray: la costante e commossa vicinanza col padre, si direbbe, ha acuito la sua sensibilità e l'ha aiutato a tracciare imprevedibili ponti fra la fascinazione del gelido nord e la nostalgia epicurea del nostro sud". (tratto dal libro).

 
 
Occorre amare la natura e il Mondo, anche quello estremo, che per molti non ha nulla da dire.
Ma che per Onfray, nella sua semplicità, nell'esclusione dei fronzoli, nella siderale necessità di sopravvivere, vede la realtà meglio che in mezzo alla lussureggiante vegetazione.
Sassi, ghiaccio, acqua, animali feroci, silenzio, vento, terribile freddo.
Questi gli elementi.
Eppure, ne emerge un quadro poetico e profondo.
Poi gli Inuit. Colti nella loro disperazione e nel baratro che li attende.
Ed infine l'amato padre, che parte in sordina e poi si impossessa della pagina scritta sino a divenire protagonista. Pura poesia.

domenica 4 maggio 2014

Moto raduno al Sempione

Con il favore di una bellissima giornata, tanta neve in quota e vento freddo e oltre mille motociclette rombanti che ci accompagnano, eccoci al Passo del Sempione per la messa e la benedizione dei motociclisti.
Pare che anche Gesù avesse una Vespa. Spero non truccata !!!






sabato 3 maggio 2014

Cesky Krumlov - borgo storico

 il borgo, il ponte che permette l'ingresso.
 il Castello in lontananza.
 La facciata di un edificio del centro storico.
 All'interno del Castello.

Conosciuta come Krumau e tedesca sino alla seconda guerra mondiale, quando i tedeschi vennero cacciati restituendola alla Cecoslovacchia.
E' patrimonio dell'Unesco per la bellezza del suo borgo e del castello.
Ospita un bellissimo teatro barocco che, purtroppo, viene aperto solo una volta all'anno per rappresentazioni a lume di candela.
Merita assolutamente una visita.

Monuments Men ovvero la Storia la scrivono i vincitori


Sgombriamo subito il campo da qualsiasi equivoco: meglio che la Guerra sia andata a finire così. 
Poi però, mi viene da dire che, ancora una volta, la Storia viene scritta dai vincitori ed ai vinti occorre tacere accettando le botte sulle orecchie e ringrazia che non hanno detto peggio...
E' il caso - l'ennesimo - di Monuments Men, film diretto e interpretato, tra gli altri, dal bel George Clooney.
Alla presenza degli amici di sempre anch'essi stelle del cinema, viene rappresentata la vicenda dei salvatori di monumenti ed opere d'arte angloamericani contro i cattivoni nazisti.
I nostri arzilli e pasticcioni studiosi vengono reclutati nell'esercito di Zio Sam per salvare tutto il salvabile dalla distruzione certa ad opera degli ariani, esseri ignobili senz'arte, nichilisti e distruttori.
Che bravi, che belli, che coraggiosi !


La foto qua sopra, invece, rappresenta il Cenacolo Vinciano, dopo il bombardamento angloamericano che colpì Milano e molte altre città italiane. E non parlerò di quelle tedesche, durante l'ultima guerra.
Qui i Monuments Men si limitarono a raccogliere la polvere. Ma questo il film non lo dice... strano vero?



venerdì 2 maggio 2014

Primo Maggio al Forte di Orino



Pomeriggio del Primo Maggio con camminata in quota partendo da Orino. Ecco le foto in vetta. Tante le persone incontrate a passeggio dalla più agevole panoramica dal Sacro Monte.

giovedì 1 maggio 2014

Brno - una gita

il 25 Aprile ci ha visti per qualche giorno in gita all'estero. Cominciamo quindi da Brno, lontana ma al tempo stesso legata a molti ricordi che riguardano l'Italia.
Ci accoglie una gara di corsa. Quale migliore occasione per osservare gli abitanti di questa grande e bellissima cittadina, mentre sono in tutt'altre faccende affaccendati?

I monumenti si sprecano. E l'orografia, con le colline Spilberk (si le carceri) e Petrov, aiuta a muovere il paesaggio con continue mutazioni di colori e visioni.
 Un passato glorioso, qui vicino Napoleone combatté ad Austerlitz contro i Franco Russi.

 Geniale l'idea del ristorante con servizio al tavolo svolto da trenini in miniatura... E che piatti ragazzi!

 Le attività produttive della zona ne hanno decretato il nome di Manchester Ceca. Di qui passarono (purtroppo) anche i nazisti e fecero strage degli ebrei, sempre nei paraggi Buna - Monowitz sottocampo di concentramento di Auschwitz.

 Ancora bellissime cariatidi ...

Ed infine una targa ricordo in italiano. Non erano in gita quelli che finivano qui allo Spielberg ! Vi dice nulla il nome "Silvio Pellico" ?

Ultra