lunedì 29 luglio 2013

ma che ve lo dico a fare

Partiamo dal principio. Minacciava pioggia e pioggia è stata.
Anzi oltre! Temporale, lampi, fulmini, grandine e vento. Da noi meno forse, ma nel Gallaratese tanti danni.
I temporali si misurano dal numero di piante sradicate e dalle cantine - e sottopassi stradali - allagate.
In ufficio, mi è servito un caffè per capire da che parte ero girato. Due avrebbero fatto un miglior servizio.
Ma ho sempre timore che mi salti il battito cardiaco e poi con sto caldo la sudorazione aumenta in modo esponenziale.
L'assenza di due giorni dall'ufficio si è fatta sentire maledizione! cartaccia di ogni tipo sul tavolo, tutta da chiarire, riordinare, dispiegare. 
E poi arrivano i milanesi... Ovvero, con l'arrivo di Agosto, quelli che han la casa da noi arrivano e cominciano a pontificare: la strada è sporca, il pozzetto è otturato, i rifiuti non li raccolgono, le cacche dei cani, il vicino che puzza, la siepe non tagliata, i calabroni sul tetto, i gatti miagolano, i merli fischiano, il treno fa rumore, il bosco stormisce al vento, le foglie cadono, la luce del palo è spenta, e potrei continuare così per un mese.
Ora mi chiedo: ma dove caspita vivete? o che idea vi siete fatti di sto posto? 
Non è il villaggio vacanze Alpitour. Non è Disneyland, non è nemmeno Saigon.
E' un normalissimo paesino lombardo non distante da Varese con gli stessi pregi e difetti di ogni altro posto. 
Se l'avete scelto per abitarci un mese all'anno cercate di viverci e di lasciarci vivere chi ci sta negli altri 11 senza ciurlare nel manico.
Nel pomeriggio mi trasferisco nell'altro ameno e piccolo luogo lavorativo.
Il temporale è tale che l'utenza nemmeno si azzarda ad avvicinarsi allo sportello. Ne approfitto per sistemare la posta e le lettere da fare. Ma nemmeno il maltempo mi tiene al riparo da telefonate che paiono bordate di un cacciatorpediniere... E così raggiungo trascinandomi carponi sino alle 18,00. Guadagno l'uscita e via a casa. Ma che ve lo dico a fare !

domenica 28 luglio 2013

La giada cinese - Raymond Chandler



Padre di una moltitudine di romanzi noir o simili con protagonista poliziotti, commissari, ispettori, investigatori privati. Questo libretto scritto negli anni 40 ha nella velocità degli episodi, nel suo esplodere convulso degli avvenimenti e nella mancanza di tempo per riassumere le idee, la sua forza.
Chandler, che firmò "il grande sonno", "la signora nel lago" e "il lungo addio" morì dopo aver tentato il suicidio per la perdita della moglie. Come ha scritto Paul Auster "Raymond Chandler ha inventato un nuovo modo per parlare dell'America, e l'America da allora, non è stata più la stessa".

Arieccolo il consulente esterno

Niente di personale contro il mio ex Presidente di Provincia Dr. Dario Galli. Intendiamoci subito.
Ma perché, con tutti i dipendenti che ha la regione. In un periodo di tagli e risparmi chiesti ai Comuni, alle famiglie, agli ospedali e chi più ne ha più ne metta, vediamo questa nomina del valore di € 50.000,00 che noi tutti pagheremo, per un progetto che sta solo nella mente dei leghisti.
La Macro Regione non é inserita nel testo unico degli Enti Locali. Non trova posto nella Carta Costituzionale, é un ripiego a quella famosa PADAGGGGNA che i padani leghisti ci hanno millantato sino ad oggi non riuscendo a far nulla ma maggggnandose un mare di soldi (italianissimi quelli).
Se il presidente Maroni ha deciso di farsi uno studio sulla Macro Regione usi i suoi soldi o quelli della Lega (che peraltro sempre nostri sono, vista la nota vicenda del finanziamento ai partiti usato per diamanti e porcherie simili), Belsito non avrà problemi a prestarglieli.
Mi spiace ma il vizio di sprecare denaro altrui non si perde mai.

sabato 27 luglio 2013

il sottotenente Gustl

Scritto ed apparso nel 1900 su una rivista, descrive la società viennese di fine 800 nel comportamento ma soprattutto nei pensieri di un militare preda dello sconforto e che medita il suicidio.
Suicidio che non arriverà, per il semplice fatto che la viltà e la meschinità prevarranno.
Per questo scritto Arthur Schnitzler perse i gradi di medico militare con l'accusa di aver infamato il prestigio dell'esercito austro - ungarico.
Mentre seguiamo il nostro sottotenente in una nottata movimentata e preda di inutili tormenti ci rendiamo conto della altrettanto mediocrità di una società che ha fatto dell'immagine la sua sostanza.

venerdì 26 luglio 2013

Maccaia una settimana con Bacci Pagano

 
Dopo il successo di "Bacci Pagano. Una storia di Carruggi", un nuovo caso impegna l'investigatore genovese per un'intera settimana. Sulle alture viene ritrovato il corpo di un anziano pensionato.
Due anni prima aveva stipulato una milionaria assicurazione sulla vita e la giovane moglie ne sembra l'unica beneficiaria.
Bacci Pagano é assoldato dalla compagnia assicuratrice e da qui prende l'avvio un'insolita indagine, in cui il detective sembra lasciarsi guidare più dalle sue illusioni e dai suoi desideri che dalle evidenze obbiettive.
Avvolta in un'afosa maccaia primaverile Genova ritorna protagonista di una nuova avventura del "ratto dei carruggi", mentre si complica la sua vita sentimentale fra vecchi amori e nuove tentazioni. (tratto dal libro).
 

Meno impegnato del primo testo, più riflessivo.
Perde l'uso del presente nel racconto ma non perde incisività nel percorso che porta alla immancabile scoperta del colpevole.
Un Bacci più introverso, votato alla riflessione sulla vecchiaia e i guasti della vita.
Non vi è dubbio che le conoscenze psicologiche dell'autore pesino sul racconto e sulle motivazioni che muovono i vari personaggi incontrati nel testo.
Si lascia leggere d'un fiato.
Frasi: "Ciascuno è se stesso. Coi propri dolori. Le proprie speranze. Il proprio inesorabile destino. Saperlo non aiuta a scamparlo. Non aiuta nemmeno a vivere. Perché per vivere bisogna scantonare le cose spiacevoli. Lasciar partire i treni. Convincersi che potremo sempre scendere alla prossima fermata. C'è sempre una fermata successiva finché non si arriva al capolinea".

Varese una gita

 A Varese in Tribunale per impegni di lavoro mi avanza il tempo per due passi.
il Tribunale
 L'Antropotauro di Salvatore Fiume
Architettura di pregio - Futurismo ?
Tracce di storia, si sente ancora il profumo dei biscotti :)

Trappola bianca



Emozionante come un tè tiepido, gustoso quanto un sandwich al cetriolo.

Una situazione di partenza sfruttata malissimo (anzi, per nulla), una velata antipatia dell’autore nei confronti di alcuni personaggi, un protagonista stereotipato.

E anche qui ingredienti sparsi a piene mani, quasi che non fosse possibile costruire storie avvincenti senza tirare in ballo marziani, nani, ballerine.

Se mai un giorno dovessi esordire come scrittrice, prometto di farlo con un racconto che non abbia nessuna di queste caratteristiche.


Questo post è un contributo di Ezia, ospite del mio Blog.

giovedì 25 luglio 2013

La poiana

Caduta dal nido, trovata da Massimo, il nostro operaio.
Una brutta frattura dell'ala. L'abbiamo spedita con il mezzo della Pro Civ al centro recupero rapaci.
Speriamo bene!

lunedì 22 luglio 2013

Due cani in montagna

Eccoci all'Alpe Veglia con i cani e Bianca 
 Pausa pranzo, lingue lunghe e tante coccole
 Si rannuvola
 Lama nel parco? Sud America o Alpi ?
L'acqua minerale. Ferrosa :) provare per credere!

venerdì 19 luglio 2013

Due cani al lago






Luglio infernale, ma con una lieve brezza. Pomeriggio, due ore e mezza di camminata sulla ciclabile da Biandronno a Gavirate e ritorno. Cindy e Baffy a farmi compagnia.

Bacci Pagano una storia da carruggi

 
"Bacci Pagano è un investigatore privato genovese, ironico e disilluso. Ama la musica classica, il buon vino e la buona tavola e non è indifferente al fascino femminile.
In gioventù, il suo spirito rivoluzionario e uno scherzo del destino gli fanno scontare cinque anni di galera, lasciandogli addosso l'etichetta di terrorista rosso senza esserlo mai stato.
E ora vive in simbiosi con il suo lavoro scorrazzando per le vie di Genova sulla sua Vespa bordeaux, lontano dall'affetto di una moglie e di una fidanzata che lo hanno lasciato e della figlia che non vede più da una decina d'anni.
Nel corso di una nuova indagine per conto di una aristocratica famiglia genovese, alle prese con la mafia e con affari poco puliti, conosce la fidanzata del suo cliente, dalla quale è profondamente attratto e che, suo malgrado, non riesce ad allontanare dalla situazione ambigua e complicata in cui si trova.
Nel corso delle indagini si imbatte in un vecchio compagno degli anni rivoluzionari che lo assolda per far luce su una carabina rubata nella sede di una radio.
E dietro a quel furto si nasconde uno spietato sicario, il cui prossimo obiettivo è il Presidente del Consiglio, in visita a Genova per incontrare gli studenti di un liceo". (tratto dal libro).
 


E' il noir che avrei voluto scrivere. Dopo tante letture straniere, questo tuffarmi nella provincia italiana mi ha riempito di gioia. Quasi un ritorno a casa. Cose già viste e conosciute, modi di dire, di pensare, di ragionare, una storia passata e vissuta (il sessantotto, Mussolini, Genova, i nostri pregi e difetti) messa lì, non come contorno, ma come necessaria base per articolare le storie che il nostro investigatore privato vive.
"Forse in questo mondo troppo veloce, dove anche le donne sono tutte prese dal lavoro e ciascuno è portato a pensare solo a se stesso, l'attitudine a prendersi cura degli altri é rimasta una prerogativa delle mamme e delle bagasce".
"Impossibile decidere quando c'è malizia e quando le leggi della prossemica forniscono alla ineluttabilità dello sfregamento un alibi di ferro".
"Arriva il Natale come se arrivasse la guerra, e bisogna tenersi pronti con la fureria piena di scorte".
Bravo Morchio, leggerò sicuramente altri tuoi libri.

martedì 16 luglio 2013

The Uninvited - Possession














Due filmetti visti a breve distanza, accomunati dal medesimo spunto di riflessione: nulla è meno credibile della realtà.

Anna, adolescente fresca di ospedale psichiatrico in seguito alla tragica morte della madre, torna a casa dove l’affascinante paparino vive con la futura moglie/ex infermiera della povera defunta. Qui, istigata dalla sorella maggiore, Anna si convince che la bonazza di cui sopra sia una vedova nera pronta a tutto pur di raggiungere l’obiettivo di sistemarsi, omicidi inclusi. Conseguenze sanguinose.

Jessica e Ryan, sposini novelli, avrebbero una vita perfetta se non fosse per l’ingombrante presenza – in tutti i sensi, dato che vive con loro – del di lui fratello Roman, pregiudicato sessualmente scoppiettante. Un bel giorno di nebbia, dopo un litigio, Ryan e Roman si scontrano in auto e finiscono in coma. Tempo dopo Roman si risveglia, ma è così cambiato da indurre Jessica a credere che lo spirito di Ryan si sia trasferito in lui. Conseguenze pericolose.

La morale in entrambi i casi è: perché cercare la spiegazione più complicata e inverosimile quando la verità è sotto gli occhi? Siamo ormai drogati di luoghi comuni, assuefatti al cliché? Forse sì, complice anche una società che, invece di insegnarci ad affrontare le brutture della vita, costruisce complessi paradigmi auto-consolatori pronti all’uso quando stiamo per soccombere.

Faccio spoiler, tanto non si tratta di prime visioni né di pilastri della cinematografia.

Se sei stata in psichiatria per un anno e non ricordi nulla dell’incidente in cui è morta tua madre, pensaci bene prima di rovinare la vita ad una poveraccia che, sarà pure il prototipo della barbie arrampicatrice sociale, ma nella realtà è solo la fidanzata di tuo padre.

Se tuo cognato è un manzo tatuato che ti punta come un cane da tartufo, rifletti prima di gridare al fenomeno occulto e valuta l’ipotesi che costui stia semplicemente cercando di prendere il posto di tuo marito nel tuo cuore e nella tua biancheria intima. Sarà poco romantico, ma quadra.


Questo post è un contributo di Ezia, ospite del mio Blog.


domenica 14 luglio 2013

Vedo Calderoli e penso a...

Seduto tra i banchi del Senato siede questo bellimbusto.
Non voglio ricordare l'elenco infinito delle deficienze uscite dalla bocca di questo signore. 
E dei danni che ha fatto alla razza umana nel suo complesso.
Non riesco però a tacere sulla sua frase ultima e non meno grave in ordine di tempo "Vedo la Kyenge e penso ad un orango" riferita al ministro dell'integrazione italiano (ma di colore, bel problema) del governo Letta.
Io vedo Calderoli e penso a un  cretino. Un povero cretino che ha mangiato i nostri soldi di contribuenti con la favoletta della Padagna insieme al suo capo Bossi.
Io vedo Calderoli e penso che per quanti sforzi l'uomo faccia per affrancarsi dai suoi limiti, l'anello che lo collega alla scimmia (ma mica a tutte perché ce ne sono più intelligenti di Calderoli) non si stacca.
Se proprio dobbiamo tenerlo in Parlamento almeno stesse zitto.

sabato 13 luglio 2013

Bananaland

Il signore rappresentato qui sopra ha un appeal tale da essere votato dal 30% circa del popolo italiano
Lungi da me affrontare una complessa quanto frustrante analisi dei motivi che portano l'italico medio a votare questo signore e il SUO partito. 
Corre l'obbligo di spendere due parole sul recente episodio che ha visto il Parlamento fermarsi per alcune ore (inizialmente dovevano essere tre giorni) per protestare contro la decisione della Consulta  che esamina il processo Mediaset di fissare al 30 luglio la data per esprimersi ed evitare la prescrizione del predetto processo.
Immediata la replica dei parlamentari del PDL: troppa fretta, che velocità, cosa c'è sotto, qui lo fregano.
E allora vai con le minacce. Cade il governo eccetera.
Credo che nemmeno a Bananaland si usi agire così. Ma noi non siamo così, noi siamo peggio.

La Forza del destino - Marco Vichi

"E' la primavera del 1967. L'alluvione di novembre, con il suo strascico di tragedie e di detriti, sembra essersi placata e Firenze comincia di nuovo a respirare.
Ma non per il commissario Bordelli
Per lui non c'é pace dopo un fatto che gli é successo. Indagando sull'omicidio di un ragazzino, si è scontrato con i poteri occulti della massoneria ed è stato costretto alla resa con un "messaggio" molto chiaro: lo stupro di Eleonora, la giovane commessa con cui aveva intrecciato una relazione appassionata, e una lista con i nomi di tutte le persone a lui care.
Sconfitto e amareggiato, Bordelli si è dimesso dalla polizia e ha lasciato San Frediano.
Che altro avrebbe potuto fare? si chiede nel silenzio della casa sulle colline.
Continua a fare il poliziotto sapendo che non sarebbe mai riuscito a mettere in galera gli assassini?
"Quando non si rispettano le regole del gioco, è bene smettere di giocare". Adesso trascorre le giornate cucinando, facendo lunghe passeggiate nei boschi, imparando a far crescere le verdure nell'orto.
Il pensiero di quella resa, di quella violenza senza giustizia, però, non lo abbandona.
Ma il destino, in cui fino ad ora non ha creduto, gli offre inaspettatamente l'occasione di fare i conti con il passato, e Bordelli non si tira indietro".
 
 


Riecco il Commissario Bordelli Franco.
Alle prese con i criminali a lui sfuggiti nel precedente romanzo, deve fare i conti con la sua coscienza, con la voglia di vendetta e con due donne. Una che non appare mai, l'altra che deve lottare per conquistarlo ma ben presto cede.
E poi la campagna, luogo cui Bordelli ritorna per riflettere, i boschi ove camminare, gli amici con i loro sghiribizzi.
Un bel romanzo che parla di altri romanzi, di passioni (l'amore per le donne, la lettura di un buon libro, lo scorrere del tempo, il vino) e di dolori da superare. Grazie Vichi.

sabato 6 luglio 2013

Morte a Firenze - libro

 

 
Eccoci alle prese con questo libro, letto in formato ebook.
Si avanza nella schiera dei poliziotti, agenti, investigatori, carabinieri, marescialli, anche il commissario Bordelli.
Ha fatto la seconda guerra mondiale, dalla parte dei partigiani (Battaglione San Marco) ha dovuto sparare ed uccidere, ma senza odio intendiamoci.
E' continuamente preda dei suoi ricordi, della solitudine, delle sigarette, del cibo e del vino.
Mentre agli sbirri americani é dato quale ormai logoro cliché il ricorso ad alcool e droghe, il nostro più nostranamente si rifugia nelle grappe e nelle pappardelle.
Insegue un caso di infanticidio a cura di un gruppo di nostalgici del Duce. E in effetti li individua, ma rimane con un pugno di mosche.
Un buon romanzo, anche se si rischia di cadere in noia tra un sussulto e l'altro. Lunghissima e direi inutile la descrizione dell'alluvione dell'Arno. Per modalità descrittiva mi ricorda Kathy Reichs.


mercoledì 3 luglio 2013

Ultra