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domenica 6 novembre 2016

Chernobyl - i resti di un sogno

Fa tappa a Comabbio, presso la Sala Lucio Fontana, la mostra dedicata a Chernobyl ed alle bellissime foto di Alessandro Lucca scattate nel 2014.
Scorrono sotto i nostri occhi, le terribili immagini del deserto causato dalla catastrofe nucleare che ha reso inabitabile oltre 30 kmq di territorio, spopolato una città di 50.000 abitanti e fatto allontanare oltre 350.000 persone.

 
 
Chernobyl, l'Hiroshima dei tempi moderni, è lì... ad imperitura memoria, a dimostrarci quanto la nostra follia, stupidità ed incapacità possa ridurre il Mondo intero a deserto.
Mi ricordo quei giorni, ero all'ultimo anno delle superiori e le notizie che arrivavano dall'Est, facevano paura... eravamo reduci dalla tragedia dell'Icmesa di Seveso e sentir parlare di inquinamento invisibile e di nucleare, toglieva il sonno...
 
Una nota di colore, nel vedere la foto di Pripyat, presa dall'alto... mi sono ricordato nei minimi dettagli della città... come se ci fossi stato... e tutto perché avendoci giocato con il videogioco "Stalker"... mi sono trovato più volte a ripercorrere avanti e indietro, i viali di questa città e i suoi edifici... incredibile.
 
 Pripyat - foto della città.
La sala "Lucio Fontana" a Comabbio.

domenica 17 aprile 2016

L'ultimo abitante di Chernobyl

Per chi, come me ha memoria di Tchernobil e del terribile incidente nucleare dell'allora Unione Sovietica, vedere queste tristi fotografie (vedi articolo) oltre ad un tuffo nel passato da un tuffo al cuore, alle tante sensazioni che allora sollevò quell'evento ed a tutte le conseguenze che portò con sé.
La paura del nucleare, il non avere informazioni, l'averne troppe e confuse, non saper più cosa mangiare, il temere questo invisibile nemico (venivamo dall'incidente della Diossina di Seveso), il referendum che ne seguì, assolutamente folle e sull'onda dell'emozione, distrusse il progetto nucleare italiano con costi enormi e problematiche irrisolte.
Queste immagini ci costringono a riflettere sugli errori umani, sulla semplicità della vita (che comunque vada prosegue) e sulla sofferenza portata in nome di un idea totalitaria e sciocca.
Per altro verso, quando sento parlare della Zona, quella invivibile intorno a Pripiat ed alla centrale, mi viene in mente il gioco "STALKER" ove per ore si vagava in un terribile ambiente post atomico cercando reperti e cercando di resistere al vento radioattivo - vedi l'articolo La Zona. Chissà se, in una di quelle peregrinazioni virtuali non abbia già incontrato il sig. Ivan Shamyanok...

L'economia sociale in Italia - Rivista