mercoledì 31 maggio 2017

Alien Covenant

Allora, se ho ben capito, Alien Covenant  (che in inglese significa "patto") viene dopo "Prometeus" e prima di Alien 1, il capostipide... quindi, ad occhio e croce, tra il prequel e l'originale, Ridley Scott è riuscito a piazzare in mezzo un'altra vaccata di proporzioni inaudite che, non dice nulla di nuovo, non aggiunge nulla di bello, ma ci fa solo rimpiangere l'originale.
Perché? Per i soldi? Perché c avanzavano i costumi di Alien (quelli brutti, quelli venuti male) e li ha ritirati da una svendita post-natalizia? Perché pronunciare Alien ci manda in sollucchero e ci fa comprare i biglietti senza riflettere? Perché Fassbender si trova talmente bene a fare il sintetico che non vuole più smettere?
Ma noi spettatori un giudizio lo dobbiamo dare, a prescindere dalle motivazioni (che io temo fortemente economiche) e quindi eccole. Grandi scenografie, grandi richiami a questo e a quello, intelligenze artificiali che non rispettano più il proprio creatore, alieni che se la spassano qua e la, senza alcun rispetto per la privacy (vedi la scena della doccia) e coloni rimbambiti. L'esito è scontato.

martedì 30 maggio 2017

il bullo del G7

L'abbiamo visto tutti, l'atteggiamento da bullo del neo presidente Trump, per non perdere la prima fila nella foto di gruppo dei leader, spinge via in malo modo il leader del Montenegro e risponde male a chi gli fa notare la pessima azione.
Avevamo bisogno di altre azioni? Avevamo dubbi su questo personaggio? Ahinoi, la vedo grigia. D'altro canto, se un discutibile sistema elettorale, taroccato dai russi e hackerato ha dato questo risultato (ed Hillary ha fatto la sua parte intendiamoci) ora, ci appare in tutta la sua beltà cosa ci aspetta nei prossimi anni... Auguri!

Distrazioni

Preambolo
Devo ancora capire se me la sono tirata o l'ho fiutata. Eppure, che qualcosa non andasse o non sarebbe andata come doveva, il mio sesto senso l'aveva sentito.
La sera prima, nel preparare lo zaino, preso da non so quale smania avevo cominciato ad aggiungere garze, cerotti, metallina, creme... come a temere chissà che... una strana inquietudine mi seguiva e non riuscivo a darle un volto...
 
Nel mentre
Del come e del perché non ne parlerò affatto. Vi dico solo che quando è accaduto, il piede si è girato da solo, il polpaccio è partito verso l'alto senza chiedere permesso... ho sentito uno scatto - compreso il rumore - come se si chiudesse una portiera ed un dolore... diciamo come se mi avessero sparato.
 
Distrazione
Questo era stato, alla 1,15 di notte, dopo oltre tre ore di attesa in PS, il responso del medico.
Non una lastra, non un'ecografia. Nulla. Un'occhiata, una palpata veloce... un rapido interrogatorio.
Un fasciatura allo zinco, fatta da una giovane infermiera e via verso casa... riposo, riposo assoluto per almeno 10 giorni e la prescrizione per l'eco (da farsi altrove e tramite il servizio sanitario nazionale), buonanotte sig. Giarola, dorma bene...
 
Divagazione
Ammetto di essere distratto, ma al punto dal distrarre un polpaccio, mentre io faccio altro, questa no, non mi era ancora accaduto e ancora adesso fatico a comprenderlo...
Distrazione muscolare è una lesione muscolare dell'arto (in questo caso il polpaccio) che può portare al danneggiamento, rottura dei legamenti muscolari in varie percentuali... certo se supera il 50% del tessuto, sono cavoli amari...
 
Sono qui, sono lì, sono là
E' a causa di tutto ciò, che, in attesa dell'ecografia (che farò finalmente domani ed in privato, costo € 70,00, il SSN mi proponeva la fine di Giugno...) mi trascino dal letto (sono là) al divano (sono lì), alla sdraio esterna (sono qui)... i tre luoghi che questa settimana accolgono le mie terga e mi fanno compagnia... nel frattempo vedo il piede sgonfiarsi leggermente, dopo essere passato dal viola al verde... e il polpaccio diventare più reattivo al movimento ed attendo fiducioso di tornare alla normalità.
 
Giramenti
E' chiaro che mi girano. E' evidente. E' logico. Ma forse è un chiaro segnale. Prenditi cura di te stesso. Anche se lo spirito è quello di un dodicenne... hai superato i 50 e devi fartene una ragione. Rallentare, fare cose più normali... O forse no? Forse è stata solo la sfiga e il mio corpo mi darà ancora possibilità di far quel che amo di più?  Questa pausa forzata. Oltre che per leggere, scrivere, dormire, serve anche per pensare. Alla prossima puntata.

Italia, patria della cultura

Anche nelle città minori, troviamo veri e propri bacini di cultura. E' questo che fa speciale l'Italia. I quadri che presento oggi sono visionabili non lontano da noi e gratuitamente. Non ci sarà il Tiepolo da me visto due settimane or sono, non ci saranno artisti novecenteschi di fama internazionale; ma nulla toglie al valore di queste bellissime opere, a rappresentanza di un periodo storico, a cavallo tra '800 e '900 ove l'oggetto della rappresentazione cambia... non più o non solo religione, ma ritratti di persone normali, certo, persone che grazie al lavoro ed al capitale potevano esprimersi e realizzare un quadro che li raffigurasse e valorizzasse... Oppure rappresentazioni di momenti storici, magari legati ad eventi a noi oramai sconosciuti... Italia, patria della cultura.
 






 





lunedì 29 maggio 2017

Buried

Come restare incollati di fronte allo schermo per oltre 90 minuti (94 per l'esattezza) a guardare un uomo in una cassa da morto, sotterrato e vicino alla morte per soffocamento? E' questa la prima domanda che mi viene in mente, mentre mi accingo a guardare questo piccolo capolavoro del 2010, diretto da Rodrigo Cortès e ottimamente interpretato da Ryan Reynolds.
Intanto sopravvivendo al senso di claustrofobia (di cui io pur lievemente... soffro), poi lasciandosi trascinare nella trama che vede spostare l'attenzione dal dentro al fuori, dal terrore alla speranza e poi di nuovo al terrore...
Bravo Ryan, nel non guardare il pubblico ma il cellulare che suona e cerca di riportarlo nel mondo dei vivi... e come è ben noto, il mondo dei vivi ha le sue fottute regole: quelle dei rapitori intanto, che lo vogliono prostrato e connivente per spillare soldi al nemico USA... poi quello del suo Governo... che vive la vicenda come un grande pasticcio da cui starebbe volentieri alla larga... poi il suo datore di lavoro, che prima lo fa attendere e poi lo scarica bellamente e senza pietà... ed in fine la sua famiglia. La madre rimbambita che non lo riconosce, la moglie che non c'è mai... l'amica/parente che lo tratta male... Insomma! la domanda per il povero Paul Conroy (cioè Ryan) è presto formulata: "ma non è forse meglio che io muoia qua sotto senza perdere tempo e sprecare speranza, se lì fuori mi hanno di fatto già seppellito e dimenticato?"
Lascio a voi ogni commento e non rivelo il finale. 
Al netto delle preferenze, che ognuno di voi potrà dedicare a questo genere di film, restano due evidenze: fare un film con un solo attore è un atto coraggioso. Farlo chiudendolo in una cassa di 2 metri quadrati è ancora più coraggioso. Quindi onore al merito. Bravissimo il regista, bravi tutti nel far apparire piccolo ciò che piccolo non è... bravo l'attore a non scappare dalla cassa alla prima svista! Io l'avrei fatto :)

Monte Rosa

Questo numero l'ho ordinato apposta. Mi mancava chiudere il cerchio, avviato con il culmine del VOC, il trio Veglia, Devero, Formazza.. quello della Val Grande ed infine il numero monografico Ossola... Nel frattempo, mi sono letto (ne trovate traccia su questo blog) una serie di testi sulla storia dei Walser e dell'alpinismo sulle Lepontine.
Parto quindi avvantaggiato! Conosco i luoghi, conosco la storia, vedo il Rosa tutti i giorni da casa... eccheccavolo! cosa vuoi di più? E invece no. Perché, per quante cose sai, non ne sai mai abbastanza e per quante ne scopri, altrettante saltano fuori...
 
La rivista parte con un preambolo del direttore sulla presunta immutabilità della natura.. dei suoi luoghi, dei ghiacciai che mutano (ora a maggiore velocità) ed al fatto che il Monte Rosa non esiste come toponimo ma come massiccio, insieme di vette che prima si chiamava Mons Sylvius e prima ancora Momboso... Massiccio che vede nella Punta Dufour, a 4634 metri la sua massima elevazione.
La conquista di tale cima avvenne nel 1855 da parte del reverento Charles Hudson, John Birbeck ed altri tra guide e accompagnatori...

Ma Monte Rosa vuol dire anche parlare dei popoli che vi abitano, dei lavori che svolgono, dei prodotti locali... prodotti che una volta erano necessità ed oggi folklore: tipo i Sabot, gli zoccoli in legno di cimolo - Pinus Cembra - della Val D'Ayas. O come del mestiere di Guida, nato d'inverno, quando tradizionalmente il tempo non aveva valore, ci si può quindi dedicare ai clienti facoltosi....
Non è importante quale cima si salga, quanto la capacità di sognarla. E una guida ha la fortuna di partecipare a questi sogni, offrendo, se può, un aiuto a realizzarli. (Michele Cucchi - Guida Alpina)
E' del 1991, invece, la nascita del Free Rider, il fuori pista, grazie all'arrivo di sciatori nomadi e ricchi (ovvio sottinteso) da Svezia e Stati Uniti, e la pubblicazione su riviste di settore, come Powder, di foto e recensioni delle pareti vergini del Rosa.
 
Il racconto prosegue con la scoperta di Goreto, villaggio sopra Alagna, già chiamato Im Garrai dai popoli Walser, ove vive Giovanni Enzio detto Geo. E dove lui negli anni '70 ha creato una comune dove trovavi di tutto: attori, hare krishna, reduci di Woodstock, musicisti ed artisti di fama... Oggi, qui, si produce a km zero, anche se, spesso senza guadagni... "ma la minima redditività, sommata al piacere di fare, produce un'elevata qualità della vita". anche grazie alla rete Wwoofer: world wide opportunities on organic farms, rete sul web per favorire l'agricoltura sostenibile.
Un'articolo dedicato all'oro, il Klondike italiano: a partire da Brusson in Val d'Ayas con il "filone della speranza", a Pestarena, alla Val Segnara, a Tzse Marwald in Alta Valsesia... All'inizio del '900 si produceva ancora oro in buone quantità, oggi è tutto fermo, ma con molti progetti in corso... da queste parti, nel 1857, capitò anche Lev Tolstoj per raggiungere il Colle della Ranzola..
Ritrovo Franco Micheli già presente su questo blog con una recensione... e la storia della prima salita sul Colle del Lys, alla ricerca della leggendaria Valle Perduta... mito nato dopo che le Terre Alte erano state abbandonate a causa della Piccola Glaciazione medievale... Aperta con i Walser, si conclude con gli stessi e sui musei e le scuole per salvare le tradizioni e la lingua di questo popolo. Alcune pagine finali sulla cartografia e la rappresentazione del Rosa.

sabato 27 maggio 2017

Cima Pozzolo e dintorni

Era un po' che mi frullava l'idea della Cima Pozzolo e del concatenamento con gli altri accessi, posti a nord ovest della Val Grande. Guardata la cartina, studiate e ripassate le relazioni, decido di andarci in solitaria, avendo rinunciato al mercoledì in compagnia di Max, ma solo per problemi lavorativi.
Giungo a Beura, piccolo e bellissimo borgo, che deve il suo nome alla "Beola", la pietra grigia, usata a spacco per fare i tetti delle case di una volta, le pavimentazioni oltre a moltissimi altri utilizzi. Oggi Beura risente dell'evidente strazio architettonico, urbanistico ed ambientale di Domo 2, lo scalo ferroviario che ha occupato la piana ossolana con un enorme muraglione a contornarne le attività... vabbè, non guardiamo a valle e giriamo la testa in alto.. a monte.
Lasciata la moto nel parcheggio del Municipio, comincio a salire una ripida e bellissima mulattiera, che ben presto si perde nel bosco, incontrando di volta in volta, segni di fede, piccoli edifici diroccati o più occasionalmente abitazioni in buone condizioni.





 Eccoci all'alpe Fieschi, discretamente conservata e probabilmente usata nei fine settimana.
 Alzandoci cambia la prospettiva...
 Bellissima radura e bellissimo anche il bosco.
 Questa è ben tenuta...
 Si comincia ad intravvedere Domodossola...
 Si prosegue...l'Alpe Vaccareccia, con due castagni secolari...
 Altro romantico alpeggio, peccato sia abbandonato.. il luogo è magico..


La pietra la fa da padrona... usata per tutto... recinzioni fontane, pavimenti, tetti, muri... insieme al legno, crea un legame indissolubile che mani sapienti hanno saputo coniugare.
 
 Raggiungo l'Alpe Prov, dove una divertente fontana mi disseta... quel rospo era da baciare? :)
Poco più in alto, un insediamento molto grande, abbandonato... che spreco. il bosco intorno è fatto di silenzio e profumi.

 Comincio ad elevarmi per godere di panorami circostanti...
 un torrente che mi accompagna sino all'Alpe ed al bivacco Pozzolo...

 Eccolo! Complimenti a chi lo tiene così pulito, ordinato, rifornito!!! Bravi.
 Lascio il bivacco e mi alzo ancora...
 Ultime baite, il pannello solare indica un utilizzo recente e continuo...
 Siamo di fronte al muro, alla pietraia ed alla scala... Che si trova sulla destra a ridosso della vegetazione... pochi ometti segnano la via peraltro abbastanza intuibile.

 Eccola la scala....

 Ed ecco l'intaglio nella roccia, che conduce alla Val Grande ed alla cima.

 Siamo oltre, ora si tratta di percorrere la lunga cresta...

 la sottostante pietraia...
 Cima di Pozzolo. Raggiunta!

 Sullo sfondo a sinistra, il ghiacciaio del Leone...
 Sotto la Val Grande...
Si prosegue sulla cresta, di cima in cima... sino a raggiungere la scala di Ragozzale da cui sono disceso in direzione di Trontano. Avrei voluto andare oltre e rifare il tracciato sino al Tignolino e oltre... la meteo è spaziale, la giornata invita... ma il tempo è tiranno... e quindi si scende...
 sotto, al centro l'Alpe Ragozzale.. sullo sfondo il Tignolino...
il tracciato percorso... oramai registriamo tutto... forse anche troppo...

Ultra