lunedì 31 agosto 2020

I Barbari - Saggio sulla mutazione

Questo testo ha una genesi strana. L'ho scritto tra il maggio e l'ottobre del 2006, a un ritmo per me piuttosto forsennato.
Ogni cinque, sei giorni ne pubblicavo una puntata sul giornale con cui collaboro, "La Repubblica".
Probabilmente, se avessi deciso di scrivere un normale libro di saggistica, avrei usato una lingua diversa avrei argomentato di più, avrei riflettuto di più, e, potendo tornare indietro e correggere, avrei costruito meglio l'architettura del discorso.
Ma mi andava di fare quella sorta di lavoro in diretta, sotto gli occhi dei lettori, attento più al'urgenza del pensare, che alla prudenza del pubblicare.
Adesso, questo volume raccoglie quelle trenta puntate e le custodisce nella forma più austera di un vero e proprio libro, per i lettori che non hanno voluto o potuto seguirle mentre stavano nascendo.
Ho corretto molto poco e cambiato quasi nulla: mi piaceva che il testo rimanesse quello che era in origine, con le sue debolezze, le sue incaute velocità, e la sua schietta barbarie.
In questo modo mi sembra che esso sia effettivamente ciò che volevo che fosse: la memoria di una piccola impresa irregolare. (tratto dal libro).

Della serie, mi capita tra le mani, mai letto niente di Baricco, da qualche parte occorre iniziare. Questi "Barbari" ha certo un pregio: scritto di getto, in un periodo (il 2006) che oramai appare lontanissimo da noi, ha ad argomento "il cambiamento".
Mai come oggi, il cambiamento è sentito come una sottrazione. Capace di togliere certezze, ad un utente medio... vissuto in una società ed un modello che a lui appare esistente da sempre e che gli ha donato un sacco di vantaggi... pensiamo ad esempio a cosa era l'uomo medio prima della rivoluzione industriale... cosa era prima che arrivasse la borghesia... il progresso gli ha dato tutto, tacendo sul costo.
Ed ecco che, improvvisamente, arrivano i "Barbari", coloro che faticano a vivere nella stasi legata alla borghesia, allo studio fatto sui libri, alla musica classica, al sapere faticato e sudato.. vogliono tutto e subito e senza alcuna fatica... (ricorda un pochino certi motti del '68) con il risultato di limitare alla superficie delle cose ogni esperienza. E' un bene oppure no? Baricco ad un certo punto si schiera... lasciando a noi la scelta... con lui oppure no? Leggere per credere.

domenica 23 agosto 2020

Spia contro Spia

"Mi fermai ad un tavolo dove si giocava al Baccarà. Tra i giocatori riconobbi una delle mie bète noire, un lituano dall'asspetto insignificante ma molto ricco, di nome Bloch, particolarmente spavaldo.
Non so cosa diavolo mi prese, forse fu il fatto che c'era Fleming alle mie spalle, ma quando Bloch proclamò "Banque Ouverte!" annunciai con il tono più freddo e distaccato: cinquantamila dollari". 
Erano soldi che servivano a finanziare un'operazione. 
Verosimilmente fu questo stile, questo suo modo di fare la spia (e che spia: uno dei più celebri agenti doppi del Novecento) che convinse Ian Fleming a costruire il suo James Bond sul modello vivente di Popov.
Nome in codice Triciclo, Dusko Popov è un bon vivant, bello e ricco, intellettuale serbo che studia a Friburgo.
Uno di quelli che si illudevano di seppellire Hitler con una risata, finirà nelle mani della Gestapo da cui si salva a stento.
Riparato a Belgrado, tempo dopo, un ufficiale dell'Abwehr, il controspionaggio tedesco, lo nota e gli propone il reclutamento - lui è fermamente anti nazista ma la prospettiva lo tenta.
Così accetta l'arruolamento, prendendo però subito contatto con l'Mi6 inglese.
E qui comincia la vita da spia raccontata in questo libro: in giro per il mondo, sempre sul filo del rasoio e sempre amando le donne, doppiogiochista ma leale fino alla fine con gli amici.
Una carriera con almeno un paio di grandi colpi che hanno inciso nella guerra.
"Un classico dello spionaggio" ha detto Graham Greene di "Spia contro spia", perché davvero sembra la trama di un perfetto romanzo di spionaggio
Dusko sa scrivere: gaio, sapiente nel creare la tensione, ironico". (tratto dal libro).

sabato 22 agosto 2020

Punta d'Aurona

Magica Punta d'Aurona. Montagna che delimita l'Alpe Veglia... Itinerario che aspettava da tempo di essere raggiunto. Eccoci, insieme a Max, imbrocchiamo una giornata davvero speciale, itinerario abbastanza impegnativo con cambio di ambiente: prati, pietraie, ghiaccio, pareti attrezzate e roccia da salire con attenzione. Il tutto mentre in basso imperversa un gran calore... Super!




































































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