giovedì 30 maggio 2013

Borgata Gordiani - Aldo Colonna

Cosa si può dire oggi di questo racconto di Aldo Colonna?
Me lo fece leggere negli anni Settanta e, da allora, molta acqua è passata sotto i ponti.
Ricordo che allora, alla prima lettura, incoraggiai quel giovane e gli espressi un certo apprezzamento per la forza e la vivezza dell'ambiente da lui descritto, un ambiente a me del tutto sconosciuto e che lui sembrava invece aver frequentato da vicino.
Mi parve anche che la forza e la vivezza di cui parlavo venissero fuori più che altro dal linguaggio brutale e tracotante di quei ragazzi.
Era l'epoca in cui i "ragazzi di vita" facevano ancora colpo, Pasolini li aveva mostrati nei suoi film e nei suoi libri, ed erano loro, quei ragazzi che con la loro feroce naturalità facevano irruzione in una letteratura dove i personaggi provenivano quasi sempre da un mondo borghese più educato e anche più convenzionale, un mondo che Pasolini voleva sovvertire.
Niente più buone maniere e buoni sentimenti, ma istinti e vita violenta.
Sono questi gli stessi personaggi che nel giro di pochi anni subirono, secondo Pasolini, quella "mutazione antropologica" portata dal comunismo e dalla modernità, che li aveva trasformati in automi mostruosi, tutti uguali, e privi ormai di quel carattere distintivo che li aveva resi allegri e anche simpatici.
Qui, in questo racconto di Aldo Colonna, essi non sono ancora mutati, vivono ancora nel tempo eroico della borgata, così come li aveva rappresentati il primo Pasolini.
Nessun borghese sapeva in concreto come vivevano i ragazzi delle borgate e nei loro confronti l'atteggiamento era razzista come zingari o peggio.
Come considerare oggi questo racconto?
Un reperto archeologico, una cartolina ingiallita che suscita ricordi ed emozioni di tempi, luoghi e personaggi scomparsi? (tratto dal libro).
 
 
Ripercorre alcuni tratti di strada con Pier Paolo Pasolini. Ed al contempo abbiamo modo di conoscere i ragazzi che popolano i suoi libri. "Ci guardammo in faccia fracichi di sudore. Un momento e poi ci dileguammo nella notte come d'estate i bacarozzi che fuggono a raggiera, lesti e imprendibili verso le loro tane appena s'appresta il passo dell'uomo". 
I ragazzi di vita si raccontano, sulle tracce di un mondo scomparso, con i suoi riti, il suo disperato bisogno di riscatto, la terribile distanza tra i desideri e il destino già tracciato.
La conclusione, dopo aver conosciuto un'altra Roma, viene così riassunta "Adesso che il mondo l'avevo girato e ne avevo vista di gente disperarsi, capivo che forse la pergola era il mondo e discostarsene per cercare altre distanze era stato uno sbaglio".

mercoledì 29 maggio 2013

La prosperità del vizio

"Daniel Cohen è riuscito in una impresa impossibile: raccontare la storia dell'economia in maniera chiara e brillante, appassionando  decine di migliaia di lettori.
La prosperità del vizio racconta 4000 anni, dagli antichi babilonesi ad oggi, appoggiandosi alla lezione dei grandi maestri (Keynes, Marx, Schumpeter, Hirshmann…) ma anche all'esperienza quotidiana.
E dimostra che l'economia é una scienza che collega cause ed effetti in maniere sorprendenti: lo fa parlandoci del terrore di vita degli schiavi nell'antica Roma o dell'effetto delle Telenovelas sulla demografia in Brasile, della ricerca di finanziamenti pubblici da parte di Cristoforo Colombo o dei rendimenti decrescenti dell'agricoltura.
La prosperità del vizio offre così una visione scanzonata ma illuminante della storia della umanità, che non nasconde problemi e paradossi: come quello di Mandeville, che sosteneva che per la prosperità delle nazioni il vizio è necessario quanto la virtù: o quello della crescita infinita.
Viaggiando nel passato, Cohen guarda sempre anche al futuro: "Per comprendere il mondo multipolare di oggi, bisogna guardare alla storia dell'Europa di cui é l'erede", spiega.
"Dobbiamo immaginare un diverso tipo di sviluppo. Dobbiamo tendere verso una nuova economia, che nasce oggi via via che emergono nuovi problemi: come l'economia dell'immateriale, dell'arte e della conoscenza". (tratto dal libro).

 
Ben scritto questo libro. Riconduce l'economia nei suoi binari, propri dell'essere che l'ha generata: l'uomo. Rivelatrice la seguente frase scritta da Adam Smith "Non ci aspettiamo altri vantaggi che essere notati e considerati, nient'altro che essere notati e considerati, niente più che essere notati con attenzione, con simpatia e con approvazione. Ne va della nostra vanità, della nostra soddisfazione o del nostro piacere".
Dall'antichità ai giorni nostri l'economia viene descritta da una strana prospettiva, quella appunto della "prosperità del vizio". Perché se il socialismo é crollato perché non autorizzava il mercato a dire la verità economica, il capitalismo potrebbe crollare perché non permette di dire la verità ecologica.

lunedì 27 maggio 2013

Sono particolarmente stufo

Partiamo dal principio: a me piace la politica. mi piace schierarmi, mi piace se uno vince e l'altro perde e mi piacciono i musi lunghi del dopo voto perché mi ripagano dei mal di pancia presi in campagna elettorale, quando si dichiara ogni genere di scemenza senza decenza e senza rispetto per la memoria collettiva.
Quindi capirete che, nonostante i partiti tradizionali mi abbiano fatto venire il mal di pancia, nonostante il mio ex partito (AN) non esista più, nonostante la voglia di cambiare, il flop dei M5S mi abbia fatto sorridere.
Odio i latrati inutili, le minacce a vuoto, il "tutti ladri meno noi", i pifferai del qualunquismo, tanto quanto e come i ladri di tutti i partiti dell'emiciclo.
Ma ciò che mi rende stufo è il prendere atto, che appena uno fa un commento viene nell'ordine: etichettato, insultato, mandato a fare in culo.
Esami di coscienza? No! vietato. Solo noi abbiamo la verità, a culo tutto il resto.
Sono particolarmente stufo. Di queste cose, di questo vuoto pneumatico, privo di valori, di idee, di speranze, di progetto, di aspettative, di lotta. Stufo.

La messa é finita

Don Giulio è un giovane sacerdote che esercita il suo ministero in uno sperduto paesino di montagna. Richiamato nella sua città per dirigere una parrocchia di periferia, torna a Roma felice ed animato da buoni propositi. La realtà però si rivela subito ardua: gli amici, la famiglia, la città col suo carico di durezza, si riversano su di lui con inaspettata violenza. Don Giulio viene continuamente chiamato a portare la croce per tutti, a risolvere complicate situazioni che gli vengono sottoposte come se, per il suo ruolo, non potesse fare a meno di sobbarcarsene il peso. A poco a poco egli si rende conto della propria impotenza. 
Gli si chiedono sacrifici, dolore e pianto e tutto questo, infine, perché?
Qual'è la sua parte in questo finto teatro? Ha davvero un senso tutto il suo darsi da fare, tutta la sua dedizione, tutto il suo impegno contro il Male? (tratto dalla presentazione del Film).
Nanni Moretti, o piace o non piace affatto.  A me piace! E quindi devo parlarne bene per forza :)
Ritroveremo il tema della fede in Habemus Papam nel 2011 ben 26 anni dopo.
Ma al di là della fede, a prevalere è la figura umana, sola, debole e disperata, di fronte al quotidiano dispiegarsi del dolore e del male. Non un male assoluto, non un dolore estremo. Contro cui scagliarsi come eroi, con forza senza pari. Nulla di tutto questo. Piuttosto un logorio continuo, un intralcio, un impiccio, un rumore di fondo che spreme le residue forze quotidiane, un togliere al piacere o alla mera sopravvivenza dataci nel moderno mondo ogni linfa vitale.
L'uomo finisce per accasciarsi, a cercare conforto nel sonno, nel silenzio della natura, nell'allontanarsi dagli altri per soffrire in solitudine o gioire di un panorama. Perché quando la messa è finita, il legame con Dio si appanna e rimane l'umano.


giovedì 23 maggio 2013

Slap Shot


Questo cult-movie del 1977, definito dalla critica "uno dei dieci migliori film sullo sport mai realizzati" getta uno sguardo irriverente sullo scanzonato mondo dell'hockey su ghiaccio professionistico.
Paul Newman é il capitano dei Chiefs, una mediocre squdra di hockey, perennemente in coda alla classifica. Per attirare il pubblico alle partite, vengono ingaggiati tre bizzarri giocatori il cui unico compito é attaccare e polverizzare gli avversari, davanti a giubilanti masse di tifosi che accorrono sempre più numerosi.
Le sequenze di hockey di COLPO SECCO, che ricordano le partite di football americano in MASH, QUELLA SPORCA ULTIMA META e l'agghiacciante ROLLERBALL, offrono un irresistibile mix di umorismo farsesco e di grande violenza fisica. (dalla cover del film).

Certamente questo film non sarebbe tale senza la fondamentale presenza dei tre fratelli Hanson.
Appaiono come tre ritardati e tali vengono ritenuti dall'allenatore Reggie Dunlop (Paul Newman), ma alla prima partita dimostrano un potenziale di violenza, tale da tramutare lo smorto gioco dei Chiefs in una battaglia seguita via via da sempre maggiori fans.
Il film prosegue, affiancando alle scende di campo un mondo (quello degli anni 70) molto più libero ed incantato dell'attuale, sino al bellissimo finale. Da vedere assolutamente.

martedì 21 maggio 2013

Lord of War


Basato su fatti reali, Lord of War é un avventura d'azione ambientata nel mondo del traffico internazionale di armi. Nelle zone di guerra più pericolose del pianeta il mercante di armi Yuri Cirlov (Nicolas Cage) lotta per stare sempre un passo avanti ad un implacabile agente dell'Interpol per fare i migliori affari dei trafficanti suoi concorrenti e, non ultimo, per destreggiarsi tra i sempre pericolosi umori dei suoi migliori clienti, i dittatori più noti di questo mondo. Non é affatto semplice gestire il commercio dell'enorme quantitativo di armi mandate in disuso dalla fine della guerra fredda e difendere la propria fetta delle decine di miliardi di dollari che questo commercio produce! (dalla cover del film).
Se nel mondo c'è un arma da fuoco ogni dodici persone, come armiamo le altre undici? Si apre così questo pirotecnico film, basato su una storia vera e per alcuni versi, ricorda il nostrano Alberto Sordi di "Finché c'é guerra c'é speranza".
Al netto delle trovate cinematografiche, degli spari, delle esplosioni, degli eccessi del lusso in cui vivono i trafficanti, non si può far altro che pensare che, tutto quanto visto sia non solo vero, ma una piccola parte della verità.
Un buon film, un simpatico Nicolas.

domenica 19 maggio 2013

il braccio violento della legge



Titolo originale "The French Connection" é un film del 1971 con un esuberante Gene Hackman e un altrettanto bravissimo Roy Scheider.
Siamo di fronte al "FILM" non ad un film qualsiasi! Tratto da una storia vera, e da un romanzo ad essa ispirato, diviene presto un cult-movie per il montaggio delle scene, per la rappresentazione dell'ambiente urbano: un paesaggio metropolitano crudo e dai colori freddi, per una trama cruda ove la crudeltà é necessaria per sopravvivere. Bella la contrapposizione tra i poliziotti, spesso privi di scrupoli e con problemi personali di ogni tipo e i delinquenti che sanno spassarsela, ma vivono una vita sempre sul filo dell'arresto o della morte violenta.
Il finale amaro fa riflettere. Tanta fatica, tanta rabbia, tanta tenacia per giungere a pene miti o alla fuga del principale colpevole. Quasi che non si volesse vedere la legge in azione, ma piuttosto una rivalità tra due mondi diversi, entrambi con le proprie debolezze ed errori (esemplare l'uccisione del poliziotto da parte di Doyle/Hackman subito superata dalla volontà di chiudere la partita con il capo dei trafficanti).
Gli appostamenti dei poliziotti che vedono il tenore di vita dei malviventi fa crescere la tensione, la rabbia, l'ingiustizia al punto da dimenticare i ruoli, in questo il regista Friedkin é bravo, e far scattare in noi una sana gelosia che poi finisce per giustificare anche le devianze di chi la legge dovrebbe farla rispettare.

Hostage

Dopo il tragico fallimento di una azione di polizia, il detective Jeff Talley (Bruce Willis) decide di rinunciare ad ogni rischio rifugiandosi in un piccolo villaggio ove non dovrebbero esserci pericoli.
Ma i malvagi non badano alle dimensioni del centro abitato e un padre e i propri figli vengono rapiti da tre balordi.
Tutto si complica, sino a mettere in pericolo anche la famiglia di Jeff.
Dovrà quindi tornare sui suoi passi, combattere contro i propri fantasmi, ma anche contro i cattivi (e ce ne saranno tanti, anche  insospettabili) sino allo scontato finale.
Il solito bravissimo Bruce rende gradevole un film a tratti banale nel dipanarsi della storia e nel finale. La contrapposizione tra il cattivo (Kevin Pollak)  rapito suo malgrado, ma legato alla sua famiglia ed il buono (Bruce) con lo stesso problema, porterà ad una alleanza inedita in grado di superare i pregiudizi, le paure del passato e i nemici presenti. Hostage si concentra sui sentimenti, sul senso di colpa e sui rapporti padri-figli. Valga quale passaggio chiave la lite tra i due fratelli rapitori, chiusi a loro volta nella casa e quindi ostaggi delle loro pulsioni; quando il più grande dei due afferra la cinghia per percuotere l'altro, si capisce che é un immagine che lui stesso ha visto più volte, un castigo che lui ha subito più volte (da un padre assente ma ben presente nel loro essere) e che solo all'ultimo momento, rivelando un tratto di umanità che lo rivaluta, non colpisce il fratello minore, forse memore della propria sofferenza. Un film che vuole dare una piccola lezione morale, ma senza annoiare. Mica male!

sabato 18 maggio 2013

The Departed

La recluta Billy Castigan (Leonardo Di Caprio) é cresciuta in mezzo al crimine e questo lo rende la talpa perfetta. L'unico uomo che può infiltrarsi nella gang mafiosa del boss Frank Costello (Jack Nicholson), il suo compito é di ottenere la fiducia di Costello e di aiutare i detective che stanno indagando su di lui (Mark Wahlberg e Martin Sheen) a incastrarla. Nel frattempo, nessuno sospetta che l'ufficiale Colin Sullivan (Matt Damon) sia la talpa di Costello all'interno dell'Unità investigativa speciale della Polizia. Al centro di The Departed ci sono le vite di questi due uomini, vite che si incrociano e si scontrano violentemente. (Dalla cover del film).
Vincitore di quattro premi Oscar è un film che ha alla sua base il concetto dell'identità e quello del rapporto padre-figlio.
In questo intreccio ove nulla appare per quello che é si incrocia una versione del quotidiano che alimenta una storia di polizia, di mafia, di crimine. Un plauso meritato.

venerdì 17 maggio 2013

Domare gli dei - Ian Buruma

"La religione non è un'impresa razionale.
Le sue rivendicazioni metafisiche non possono essere dimostrate: ci si crede oppure no.
Nella riflessione sui problemi di religione e democrazia, il nodo centrale é come impedire che passioni irrazionali sfocino nella violenza.
Spinoza, che non era un uomo religioso, credeva che la religione andasse bene ma solo a certe condizioni rigorose.
La fede doveva indurre le persone a comportarsi in modo amorevole e pacifico, non doveva mai immischiarsi nell'indagine razionale e doveva sempre sottostare al controllo dei governanti dello Stato Laico.
Non sono sicuro di concordare sull'ultimo punto, ma i primi due sono ineccepibili".
Ian Buruma, saggista e giornalista di fama internazionale, si interroga sul rapporto fra religione e democrazia e sul modo in cui le società multiculturali e i regimi politici - in Europa, in America, in Asia - sono stati condizionati, nel bene e nel male da tensioni tra autorità laiche e religione. (tratto dal libro).
 
Ian Buruma, saggista e giornalista di fama internazionale si interroga sul rapporto tra fede e società. Cosa occorre, oltre alla libertà di parola e al diritto al voto, per tenere insieme società democratiche? La religione é un aiuto o un ostacolo alla democrazia liberale?
il rischio del conformismo di massa porta alla nascita della Legge della Folla. (si veda  oggi il web e Grillo).
Esistono inoltre due tipi di credenti: i superstiziosi e gli entusiasti.
I superstiziosi: sono malinconici, inclini al potere dei preti.
Gli entusiasti: sono irrazionali, eccedono di fiducia in loro stessi, eccedono inoltre di immaginazione e ignoranza, presunzione e speranza.
Questi ultimi superano l'intermediazione della Chiesa con Dio.
Il fanatismo, osserva Hume, é arduo da sostenere a lungo. Le religioni miste di entusiasmo sono, al loro primo sorgere, molto più furiose e violente che non quelle di superstizione; ma in poco tempo esse diventano molto più miti e moderate.
La superstizione é la più pericolosa in quanto "prende piede gradualmente e insensibilmente e rende l'uomo docile e sottomesso.
L'avvento di Mao, di Stalin e di Hitler stanno a dimostrare il pericolo cui si va incontro quando la gente viene costretta a rinunciare a qualsiasi credenza religiosa per venerare invece leader terreno.
La verità rivelata può influenzare le opinioni di un individuo, nel bene e nel male, ma non le si dovrebbe concedere alcuna autorità politica.

giovedì 16 maggio 2013

Saimir

Film di Francesco Munzi del 2004.
L'adolescenza in Italia vissuta da un giovane albanese. Saimir, mentre aiuta il padre a gestire un traffico di immigrati clandestini, cerca di trovare la sua strada verso l'età adulta.
Doppiamente estraniato, verso il padre ed una madre acquisita, verso il paese che lo ospita di cui non comprende le regole e da cui è guardato con sospetto.
Mentre il labile confine tra ciò che è lecito e ciò che non è, diventa banco di prova per il giovane Saimir, due incontri, con una ragazza italiana e con una albanese lo porranno per la prima volta di fronte agli interrogativi della vita.
Accettare il padre e i suoi reati o cercare una propria via verso l'età adulta?
Paragonato a Truffaut, ed ai "Quattrocento colpi", (si pensi al parallelo della presenza del mare e della spiaggia, quale limite tra infanzia e età adulta) ha dalla sua la leggerezza della visione infantile che, posta di fronte ai difetti ed alle devianze della vita si difende superando l'aspetto morale con il distacco dai beni stessi.
Un bel film, drammatico, maturo, profondo e tenero.

X-men conflitto finale

Prometto di parlare di questo film, solo e soltanto se é veramente l'ultimo episodio della fantasmagorica saga!
Ma come accidenti sono vestiti questi poveri squilibrati?
Uno con la cuffia di Nonna Abelarda, quell'altro coi capelli che ci é entrato un petardo, quell'altra che un raudo buttato nel letto mentre dormiva ci ha reso i capelli bianchi.
Quella che i capelli li ha fatti rossi per abbinarli al vestito.
Quell'altra blu! Ma dico io, blu! I puffi sono blu, non gli x-men!!!
E poi, esaminiamo da vicino questi mutanti ed i loro poteri: e ce quello che sempre arrabbiato con gli artigli di  adamantio (prenda un Malox, no?), e poi quello che controlla le condizioni atmosferiche (ma non fa le previsioni del tempo), quello che controlla i metalli (mandiamolo a Taranto all'ILVA) e poi c'è il telepate (che non é uno che guarda la TV ma che legge il pensiero o cose simili), e c'è la bestia blu (cugino dei Puffi pure lui, ma con i peli da orso), quello che spara i raggi dagli occhi (un buon oculista?), quello che fa il ghiaccio (un contratto in whirlpool ?), quella che assorbe i poteri vitali del prossimo (un posto ad Equitalia ?), quello che attraversa i muri (non commento per educazione), la mutaforma, quello agile, quello di metallo, quello con le ali, quello che fa copie di se stesso. 
Ma curiamoli questi poveretti. Facciamo qualcosa, raccogliamo dei fondi a favore!
Promesso, non ne parlo più. Ma se arriva un altro episodio, mi trasformo anche io :)

mercoledì 15 maggio 2013

I figli degli uomini


Film di fantascienza - meglio definita distopia - ambientato nel 2027. Non nascono più bambini da 18 anni e lo sbando della società é totale.
Theo, un ex attivista politico, senza più speranze, vive alla giornata. 
Sino a che il suo passato non gli destina una missione che non potrà rifiutare. Salvare una donna incinta.
Cosa rappresenti questa donna per terroristi, idealisti religiosi o per il governo é evidente.
Ben costruita la contrapposizione tra i singoli ed i loro destini e la claustrofobica situazione di Londra.
Guerre civili, razzismo, odio contrapposti a buoni sentimenti che appaiono come isole di civiltà nel mare della follia.
Ed é verso il mare che Theo dovrà dirigersi con la donna da salvare, quale significato di speranza e di lotta al destino di estinzione.
Cosa vedere del film? L'esplosione della bomba nell'attentato al bar, la sequenza sulla Multipla con l'attacco dei terroristi e le scene finali di guerriglia con il carro armato e gli schizzi di fango sulla cinepresa. 

I figli di medusa

E se fosse il libro che descrive l'avvento di internet?
Romanzo del 1958 riesce, con la genialità di Sturgeon a trasformare ogni individualità, con i suoi limiti e problemi quotidiani, in unità, umanità, sentire comune.
Come dicevo all'inizio, un romanzo sulle persone, sulle loro difficoltà, travestito da fantascienza. E che fantascienza!
Oggi, che internet é entrato oramai prepotentemente nella vita quotidiana, Medusa ci appare come un fatto positivo, naturale e oramai compiuto.
Allora, era certamente fonte di timore, di fronte a questa coscienza collettiva difficile da afferrare e da combattere.
Ancora una volta - come in Nascita del superuomo - é il disadattato, colui che deve fare la conoscenza con il cambiamento, colui che meglio degli altri é pronto per adattarsi a qualcosa che lo porta fuori dai binari quotidiani. Perché quei binari non ci sono.

martedì 14 maggio 2013

La seconda notte di nozze


Prima domanda: perché la seconda notte di nozze?
Forse perché la prima é quella del mistero e la seconda quella della conferma?
Certo é che di conferme ne devono arrivare molte, ai personaggi di questo film: Liliana (Katia Ricciarelli) costretta ad abbandonare Bologna insieme al figlio Nino (Neri Marcoré) per cercare fortuna presso Giordano, il cognato (Antonio Albanese) folle, fragile, ma pratico e innamorato di Liliana. Le zie Suntina ed Eugenia, pronte a rendere la vita difficile a tutti.
Due i personaggi che piacciono immediatamente: Nino ladro e luciferino, Giordano idiota, impacciato ma concreto nelle piccole cose.
Il dopoguerra fa da sfondo ad un Italia che vuole uscire dalla miseria e riprendere il fiato dopo la dittatura.
Da vedere.

Una questione privata - Beppe Fenoglio

 
"Nelle Langhe, durante la guerra partigiana, Milton - quasi una controfigura di Fenoglio stesso  é un giovane studente universitario, ex ufficiale che milita nelle formazioni autonome.
Eroe solitario, durante un'azione militare rivede la villa dove aveva abitato Fulvia, una ragazza che aveva amato e che ancora ama.
Mentre visita i luoghi del suo amore, rievocandone le vicende, viene a sapere che Fulvia si è innamorata di un suo amico, Giorgio: tormentato dalla gelosia, Milton tenta di rintracciare il rivale, scoprendo che è stato catturato dai fascisti…" (tratto dal libro).


Romanzo di Beppe Fenoglio pubblicato postumo nel 1963.
Una storia d'amore, quella tra Milton - un partigiano - e Fulvia, una bella e giovane torinese di buona famiglia. Anche in questo caso la guerra, e la guerra partigiana nello specifico, diventano sfondo per narrare d'altro. Non vi ricorda forse Hemingway?
Italo Calvino paragona questo romanzo all'Orlando Furioso di Ariosto. Il romanzo sulla Resistenza che tutti gli scrittori avrebbero voluto scrivere.
Certo é che, mentre il partigiano Johnny assume tutt'altro spessore e non a caso scatena una ridda di tesi sulle reali dimensioni e sul numero di stesure, il nostro riesce a ricostruire in un anabasi il forte legame tra il prima e il durante il conflitto facendone tutt'uno, forse a dimostrare che non é la guerra a fare gli uomini ma viceversa.

lunedì 13 maggio 2013

Cara Diaria


Chi ha dimenticato "Caro Diario", film di Nanni Moretti del 1993.
Nel primo degli episodi, seguiamo Nanni che si aggira in vespa in una Roma semideserta, ma popolata dalle sue riflessioni. E' una similitudine, a mio giudizio, con la solitudine che deve provare il sig. Grillo, dopo aver spedito le sue truppe in quel del Parlamento.
Dopo aver ricoperto di "Vaffa" mezzo mondo, scopre che anche i suoi non sono esenti dai difetti che lui stesso aveva esecrato.
Prima il divieto di partecipare ai Talk Show che aveva portato a numerosi anatemi, ora fortemente ridimensionato, poi la famosa "diaria" prima promessa ed ora rimessa alla buona volontà dei singoli - alla loro coscienza...
Quando si vuole rendere gli uomini buoni e saggi, liberi, moderati, generosi, fatalmente si é portati a volerli uccidere tutti. Così scriveva Anatole France. E così deve aver pensato il sig. Grillo, dopo essersi reso conto che le truppe cammellate, passato lo sbigottimento iniziale, mal sopportano un portavoce e un profeta. "Che diamine!" Avranno pensato, "anche noi abbiamo qualcosa da dire, anche noi dobbiamo arrivare alla fine del mese".
Hume afferma che il fanatismo (sia esso religioso o politico) é arduo da sostenere a lungo. Le religioni miste di entusiasmo sorgono furiose e violente a in poco tempo diventano miti e moderate.
Che sia così anche per il M5S ? Forse il loro ispiratore dovrebbe farsene una ragione.

domenica 12 maggio 2013

Per chi suona la campana

Durante la guerra di Spagna, un giovane americano antifranchista, Robert Jordan, è incaricato di far saltare un ponte in territorio nemico.
Nei tre giorni che trascorre nella foresta con i partigiani della "banda di Pablo", l'inglés, incontra Maria e il grande amore, e raggiunge - grazie anche alle discussioni con i compagni e alle profonde riflessioni che la costante vicinanza della morte gli suggerisce  quella comprensione della vita di cui era sempre andato in cerca.
Troverà così il coraggio di sacrificarsi perché al di là di ogni errore e di ogni violenza ci siano pace e libertà per tutti e l'uomo non si rassegni al dolore e alla vergogna. (tratto dal libro).
 

Romanzo del 1940. Ripercorre in tre giorni la storia di Robert Jordan, americano prestato alla causa della Repubblica, contro i fascisti di Franco.
In una missione dietro le linee nemiche, con l'intento di distruggere un ponte scoprirà che non tutto é come appare e che non é facile restare neutri rispetto al dolore, alla morte  ed all'amore che vi si oppone.
L'incontro con la banda di Pablo e con Maria, la scoperta dell'amore, del tradimento, della paura, tutto lo porterà a prendere la sua decisione. 
Bellissimo l'incipit di John Donne "E allora, non chiedere mai per chi suoni la campana. Essa suona per te". Ogni uomo vive in simbiosi con gli altri. E la guerra, a prescindere dalla parte in cui si é deciso di stare, toglie la vita e non da nulla in cambio, privandoci del prossimo.

mercoledì 8 maggio 2013

L'albero


Sbuca tra due abitazioni. Quest'albero impone la sua presenza ai passanti a testimonianza che la natura trova sempre modo di superare ogni ostacolo.

Le vite degli altri - film


Berlino Est 1984. Nel clima di terrore creato dalla Polizia di Stato - la Stasi - ecco una storia di spionaggio, ma anche di grande coraggio. di riscatto. di amore per la vita degli altri.
Un thriller, un film politico, una storia d'amore.
Georg Dreyman drammaturgo e Christa Maria Sieland sua compagna e attrice famosissima, finiscono sotto le mire della Stasi dopo che il ministro della cultura si é invaghito di Maria.
Il migliore agente HGWXX/7 deve scoprire qualcosa, qualsiasi cosa, pur di screditare la coppia e rendere Maria schiava del politico. L'agente segreto entrerà nella loro vita, ma ne uscirà trasformato. 
Il riconoscimento per la sua scelta arriverà molti anni dopo.

vedi il trailer

Mai toccato da mani umane - Sheckley

 

Libro che racchiude racconti risalenti al 1954, ove l'inaccettabile diventa realtà.
Una serie di racconti satirici, crudeli, paradossali. In tutto sotto l'ala protettrice e giustificante della fantascienza.
Il filo conduttore é certamente un forte umorismo, crudele e sarcastico che richiamano i vecchi riferimento molto ma molto umani: il sesso, il cibo, la conquista della proprietà altrui e la sottomissione.
"L'astronave é completa. Possiamo andare. Ma dove andremo?" si chiede il comandante, senza ottenere risposta. La forma del racconta resta per Sheckley la più riuscita per parlare del nostro quotidiano e della follia che lo permea.

martedì 7 maggio 2013

Fanteria dello Spazio - Heinlein

La storia é semplice. Ma solo in apparenza, come sempre capita con Heinlein.
Johnnie Rico, il protagonista, si arruola poco più che adolescente, per difendere la Terra dai ragni del pianeta Klendathu. Perché ci sia la guerra, da dove nasca l'odio tra civiltà e quale momento della storia si stia vivendo, non è dato a sapere.
Rico finisce per comandare un battaglione di marines dello spazio. Storia ottimamente tradotta in film da Paul Verhoeven trailer 
Rico sa che non tutto quello che lui fa é pulito, ma é l'unico modo che conosce per salvare il suo mondo e le persone che non accettano i suoi metodi.
Base del romanzo é una società (ben descritta nelle scuole di formazione riportate nel film) che per molti aspetta ribalta la visione democratica del mondo a noi nota, ma al tempo stesso ripudia il fascismo di cui era stato accusato Heinlein proponendo una meritocrazia non ereditaria e metodi punitivi dettati da un buon senso di tipo economico e primordiale al tempo stesso. 

il paesaggio del cinema - Sergio Arecco

 
"Dalla mitologia western alla mitologia contemporanea. Dal vuoto della Monument Valley che improvvisamente si popola di uomini e cavalli, al pieno dello scenario urbano che improvvisamente si spopola e si fa deserto, luogo di solitudini e derive.
Nel passaggio dal cinema classico al cinema post-moderno non cambia la logica di una visione che è sempre visione di confini e sconfinamenti, contrazione e dilatazione di spazi e orizzonti, margini e figure.
Costruito attorno all'opera di dieci registi giudicati esemplari dal rapporto cinema/territorio. Secondo il percorso tra vecchio e nuovo, sapientemente tracciato dall'Autore - il presente libro costituisce un importante contributo all'analisi di quel vero e proprio doppio che, per il grande cinema di ieri come di oggi, è stato ed è il paesaggio.
Nel senso di un immaginario che non è mai sfondo o contorno illustrativo, ma presenza viva, interlocutore privilegiato e speculare ai personaggi, complemento insostituibile alla loro articolazione narrativa e alla loro storia". (tratto dall'introduzione al libro).
 


Dieci studi da Ford ad Almodòvar, con questo incipit viene definita la traccia di questo interessante testo.
E' il paesaggio l'elemento che svolge un ruolo principale in ogni film analizzato da Arecco, che sia Ford, Bertolucci, i fratelli Coen, Visconti, Almodòvar o le due trilogie di Antonioni. Che aprono e chiudono il libro (quello italiano e quello anglo-americano).
La logica é quella del voler colmare il vuoto, con figure, persone, animali, necessaria grammatica della cinematografia. Che sia il vuoto del deserto riempito dalle guerre indiane o il paesaggio urbano apocalittico che svuotatosi assume la sua reale dimensione per storie e dialoghi più intimi.

lunedì 6 maggio 2013

La casa dalle finestre nere

Clifford D. Simak firma il suo capolavoro di fantascienza. 
Nel mezzo della campagna americana fa la sua comparsa questa stazione spaziale per viaggiatori intergalattici.
A Enoch Wallace é affidato il compito di sorvegliare e aiutare i passeggeri, ed al tempo stesso proteggere il luogo dai pochi curiosi. Tutto fila liscio sino all'arrivo del solito agente impiccione.
Forse nel 1963 ingenuità e buon umore la facevano da padrone. Fatto sta che questo libro si legge d'un fiato, mette allegria, ed una volta iniziato non lo si molla più. 
Ristampato nella collana Urania e comprato alla bancarella "libri al kg" non ho mai pagato così volentieri un volume.

il matematico impertinente

Trattasi di impertinenza l'essere fuori tema, fuori appunto dalla pertinenza.
Quante volte a scuola ci siamo sentiti dire "non é pertinente"? Ecco la traccia di questo libro divulgativo.
Accanto alla divulgazione scientifica, vi sono temi di differente natura, interviste più o meno possibili, divagazioni di storia, religione, lingua, letteratura, gli Stati Uniti, la Chiesa Cattolica, il creazionismo, la superstizione, il dogmatismo.
Alcune tracce sono interessanti e ben argomentate. Altre sono punti di vista, rispettabili ma, a mio giudizio, non condivisibili. Ma questo é il bello della democratica non pertinenza :)

 

domenica 5 maggio 2013

Convivenza


L'arrivo di due cani in casa é stato, anzi é, oggetto di profonde trasformazioni delle nostre abitudini. Ma non solo. Anche i due gatti, precedenti abitanti, hanno dovuto rivedere i loro piani abitativi.
Il gatto del piano di sopra, capita l'antifona scende solo nottetempo, di giorno scompare alla vista e quindi risente poco della novità. Mentre prima al mattino lo si trovava fuori dalla finestra in attesa di salire, oggi sceglie altri itinerari, sconosciuti ai più.
Diversa é la problematica del gatto posto al piano terra. Dopo i primi incontri con relativo scambio di soffi e abbai ognuno ha trovato il proprio spazio. Gatto in camera (tutto il giorno) cani che passano dalla sala alla cucina al balcone.
Il problema, ovviamente, si pone quando il gatto deve raggiungere la cucina per pranzare.
Nasce quindi il corridoio umanitario. Un percorso sicuro che permetta al felino di uscire dalla camera, attraversare il corridoio, nutrirsi in cucina e guadagnare l'esterno.
Chiusi i cani in sala, si da il via all'operazione. 
Per ora la situazione regge e la tregua funziona. Arriveremo mai ad un tavolo di trattative? Lo dubito.

L'immagine proviene dal sito:
http://www.petpassion.tv/blog/amanti-dei-cani-e-dei-gatti-scoprite-la-vostra-personalita-7170

Open Day al CCR Ispra










sabato 4 maggio 2013

Introduzione alla storia del Cinema Bertetto

 
Organizzato come un percorso in quattordici tappe, Introduzione alla storia del cinema parte dalle origini del racconto cinematografico e si snoda attraverso la grande stagione del muto in Europa e in America, fino alle più recenti tendenze del cinema contemporaneo.
Dalla nascita di Hollywood all'espressionismo tedesco, dal cinema classico e al realismo poetico francese, dai grandi autori alle ricerca indipendente e sperimentale, il libro ripercorre le tappe della storia del cinema e dei film con una pluralità di approcci interpretativi che, intrecciandosi armonicamente, arricchiscono la visione di insieme.
Accanto a un discorso di carattere generale sugli autori e le tendenze principale di ogni periodo o corrente, vi sono anche finestre di approfondimento, dedicate a problemi di natura tecnica ed estetica, che vanno al di là dei limiti geografico - temporali dei singoli capitoli: dal colore nel cinema muto alla questione del piano sequenza, fino all'uso degli effetti speciali.
Il libro curato da Paolo Bertetto si avvale dei contributi di studiosi come Lino Micciché, Giorgio Tinazzi, Giulia Carluggio, Dario Tomasi, Giaime Alonge, Federica Villa e Silvio Alovisio, coniugando felicemente la singolarità e le specificità metodologiche degli autori in una visione di insieme ricca e articolata. (tratto dal libro).
 

Paolo Bertetto é docente di Teoria ed interpretazione del cinema a Roma Università La Sapienza.
Questo libro ripercorre le tappe del Cinema, dalla nascita di Hollywood all'Espressionismo Tedesco, la grande stagione del Muto e le ultime tendenze del cinema europeo.
Lo Studio System", il nerorealismo, il cinema d'autore giapponese, il cinema italiano, documentari e sperimentazione, ogni singolo argomento viene affrontato con competenza.
Perché leggerlo? Ripercorre di ogni singolo periodo o tendenza, elementi di dettaglio che permettono di comprendere il mondo cinematografico accostandosi alla visione con strumenti e punti di vista nuovi e "acculturati". Mai difficile, si avvale della consulenza di numerosi studiosi della materia.

Terrorista - Updike

 
Ahmad Mulloy è un ragazzo diciottenne che vive a New Perspect, nel New Jersey. Sua madre è americana di origine irlandese e suo padre, sparito ormai da molti anni, era invece egiziano. Ahmad cresce praticamente da solo, in una società di cui riconosce ogni giorno di più i limiti e la superficialità. È un ragazzo serio e intelligente, ma si trova sempre più isolato nel mondo in cui deve crescere, incapace di entrare in contatto con i suoi coetanei, ragazzi e ragazze alienati, preda di false immagini di felicità, privi di qualsiasi valore guida. E nemmeno i professori riescono a convincerlo: Ahmad si sente respinto e comincia a giudicare, impietoso, un mondo di cui avverte il declino inesorabile. Ecco perché si avvicina, con la sua serietà e la sua fiducia, al Corano e all'imam della sua cittadina, lasciandosi convincere a lasciare gli studi per diventare un autista di camion. Ed è su un grande camion che il giovane Ahmad, lentamente plagiato dal religioso cui si è affidato, concepisce il progetto che deve porre fine ai suoi giorni: far saltare in aria il Lincoln Tunnel di New York. (tratto dal risvolto del libro).
 
 
Ahmad Mulloy é un ragazzo come tanti. Vive nel New Jersey con madre irlandese e un padre egiziano dileguatosi molti anni prima.
Si allontana dalla società che riconosce superficiale e priva di valori. La sua serietà, onestà e precoce capacità di giudizio lo portano verso il Corano. Ma qualcuno ne approfitta per trasformarlo in terrorista.
La trasformazione di Ahmad in terrorista é un punto di vista della società americana e dei suoi innumerevoli difetti.
Ma se alla fine il nostro adolescente può redimersi che dire dell'America di Updike?

venerdì 3 maggio 2013

giovedì 2 maggio 2013

Verso Ferrera di Varese








Grazie Renault Espace !



Perché mai scrivere un post su un auto vecchia e in procinto di andare in demolizione? Preparatevi a ridere: Affetto, ringraziamento, dispiacere.
Affetto per un mezzo legato a tante belle cose che hanno attraversato la mia vita. Ringraziamento per avermi portato in giro in questi ultimi anni. Dispiacere, perché é andata ad altra sorte.
Ci si affeziona ai luoghi, alle case, agli animali. Perché non ad un auto? Non ho altro da aggiungere.


Ultra