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giovedì 2 marzo 2023

il mago di Riga


 "Questo miraggio delle partite o della vita senza sbagli: no Misa si teneva volentieri il fallimento. Si teneva la vulnerabilità e lo scompiglio. Tanto valeva ubriacarsi o combinare pasticci, ma rispettare sempre la dignità del singolo essere umano.
Meglio giocare, giocare per la pura festa di giocare, fino a che giorno e notte non perdano il senso: giocare con la devozione e la letizia dei ragazzini che strillano e non vogliono tornare a casa a fare i compiti o lavarsi. Le stupide incombenze del mondo reale".
Michail Misa Tal, (1936-1992), che prima di Kasparov fu il più giovane campione del mondo della storia, sconvolse l'universo degli scacchi incarnando il gioco come arte, invenzione, complicazione.
Lo chiamavano "il Mago di Riga" per la capacità di evocare tutte le forze oscure che ogni posizione celava dentro di sé; bramava il disordine e il sacrificio dei pezzi (atti che per lui racchiudevano anche un significato esistenziale), opposti ai prevalenti distillati di razionalità e pragmatismo.
il 5 maggio 1992 disputò l'ultima partita di torneo (sarebbe morto il mese dopo) contro un giovane Grande Maestro, lui che a soli ventitré anni aveva battuto Botvinnik, il "Patriarca" della scuola sovietica, che affermava di non giocare mai per puro piacere.
Tra una mossa e l'altra Misa ricapitola a lampi di memoria la sua movimentata e anarchica esistenza.
Cinquantacinque anni segnati dal genio precoce e da costanti malattie, ma vibranti di un gioioso, fraterno e dissipato desiderio di vivere.
Le tenerezze dell'infanzia, gli anni d'oro, il declino e le rinascite; le partite che erano sempre per lui "la paziente tessitura di un altrove", l'umorismo straripante e l'empatia verso chiunque (una sfida al bar con un avventore, una ragazza che piange dopo una partita) e naturalmente i tornei, i molti amori, le sbornie, le beffe al KGB, la costante sete di libertà.
Tutto rinasce come in punto di morte.
E mentre cresce la suspense del duello in corso, nella mente del Mago di Riga fioriscono i "momenti fatali" che risvegliano in lui l'essenza, poetica e caotica, della vita.
In questo romanzo, Giorgio Fontana racconta l'epica di un uomo straordinario che raggiunge la vetta profondendo in ogni mossa l'amore per il rischio lontano da qualunque cinismo, e dimostrando a un mondo incredulo che talora le storie sono più forti della realtà - che due più due - come Misa amava dire, può fare cinque.


Poche storie, Giorgio Fontana scrive dannatamente bene. L'idea di narrare una storia nella storia non è originale, ma lui riesce a mantenere una doppia suspence, ove la gara in corso e la vita trascorsa si mescolano rendendo entrambe legate una all'altra. La ricerca di felicità a tutti i costi, il vivere la vita ad una velocità e follia insostenibili (una cosa che mi ricorda un tristissimo passaggio in Blade Runner, quando il replicante Roy incontra il suo creatore Sebastian a cui si rivolge per permettergli di vivere più a lungo e lui gli risponde: hai vissuto al massimo come la fiamma di una candela... ma questo ha fatto bruciare tutto da ogni lato...) ecco, Tal è stato così, ha preso tutto senza tralasciare nulla ed accettando tutto. Un genio senza eguali capace di godere di ogni singolo istante della vita... giocando per allontanare la morte, per allontanare i piccoli problemi quotidiani, le noie, i fastidi che la vita ci riserva... per restare eternamente bambini.


martedì 31 gennaio 2023

il settimo sigillo


 Sulle rive di un inquieto mare incolore, il Cavaliere gioca a scacchi con la Morte.
L'ha incontrata al ritorno dalla crociata in Terra Santa, dove aveva creduto di poter trovare uno scopo alla sua vita nell'azione eroica al servizio di Dio.
E' tornato amaro e disilluso, con il cuore vuoto, abitato dai fantasmi della solitudine, tormentato dalle stesse domande con cui era partito.
Per questo ha chiesto una dilazione sfidando la Morte a una partita che sa di perdere, ma che gli lascerà forse ancora un'occasione per capire, per trovare risposte, per compiere almeno un'unica azione che abbia un senso.
E' la sospensione il tempo di questa sorta di "leggenda di ognuno", la stessa di quel "silenzio di circa mezz'ora" che avvolge il cielo nell'Apocalisse alla apertura del settimo sigillo; l'attesa di una rivelazione.
I vari personaggi, il Cavaliere, il quasi falstaffiano scudiero Jons, l'attore Skatt, il fabbro Plog e la moglie Lisa, il farabutto Raval, la strega bambina condannata al rogo, vanno incontro al loro destino sullo sfondo di quello scontro fra bianco e nero, luce e tenebre, bene e male, da sempre simbolo della storia umana.
Soli superstiti Mia e Jof, la felice coppia di giocolieri, e il loro bambino che incarnano quell'amore, quella semplicità delle piccole cose, quel frammento di serenità e di speranza che il Cavaliere riesce a sottrarre alla Morte.
Scrivendo una sceneggiatura dice Bergman, si vorrebbe avere a che fare, invece che con le parole, con qualcosa che somigli a delle note, si sogna una partitura che possa conservare il ritmo, il tono, ogni minima sfumatura di quelle visioni che sono la vera sostanza da cui nascono i film.
Ed è proprio l'inadeguatezza delle parole, la resistenza che offrono a tradursi in immagini, la loro provvisorietà rispetto alle soluzioni poi adottate che rendono la sceneggiatura del Settimo Sigillo indipendente dalla realizzazione scenica, restituendoci quella parte delle visioni che il cinema non può dare, i profumi, gli odori, i sapori o la malinconia del soldato che rotola sul mare nebbioso come un pesce gonfio d'acqua.

Da tempo desideravo leggere questo testo, preso, poi abbandonato, poi ripreso ed infine, in un pomeriggio divorato. Non risponde alle mie aspettative solo perché cercavo altro. Mi è chiara la logica e la finalità della narrazione, il dare un significato alla propria vita grazie ad una "bella morte"... una morte che serve a qualcosa, a qualcuno...

venerdì 27 gennaio 2023

L'arcangelo degli scacchi


 Sessantaquattro caselle. Trentadue figure. E una possibilità combinatoria pressoché infinita. Nessuna partita di scacchi è uguale a un'altra. Ognuna è una sfida unica, giocata su quel quadrato magico che è la scacchiera: quasi un mondo fuori dal mondo.
Paul Morphy é stato un autentico artista della scacchiera, forse il più grande. Nella sua brevissima parabola, sospesa sull'esile filo che separa la genialità dalla follia, ha incarnato alla perfezione l'essenza del "nobile gioco".
Paul nasce a New Orleans, da una famiglia facoltosa, nel 1837. Ha solo quattro anni quando rivela il proprio straordinario talento. A dodici anni è già il più forte giocatore della Louisiana e, non ancora maggiorenne, si laurea campione degli Stati Uniti con una facilità disarmante.
A quel punto non gli resta che affrontare i più famosi campioni europei, e soprattutto quello che molti considerano il migliore al mondo: Howard Staunton.
A nulla valgono le suppliche della madre, e neppure della sua amata Adele.
L'ambizione di Paul non conosce ostacoli. Come un cavaliere, sprezzante di qualunque premio che non sia la gloria. Morphy parte per la sua missione accompagnato da un ambiguo scudiero, il giornalista Frederick Milnes Edge, lasciando la solatia città natale per smarrirsi nelle nebbie londinesi.
Chi era in realtà Paul Morphy? Quali accadimenti spensero la fiamma del suo genio, inducendolo ad abbandonare per sempre gli scacchi all'apice della carriera, e a ritirarsi in una grigia esistenza di solitudine?  Questo romanzo è il suo memoriale perduto. 
Forse favorito da una curiosa consonanza onomastica, Paolo Maurensig si è calato nel suo personaggio come in un rito della New Orleans più profonda e misteriosa.
Il suo racconto ricostruisce fedelmente le partite, i successi, le incredibili esibizioni di Morphy, e al tempo stesso svela le pieghe più segrete della sua vita, fino al duello dei duelli, la sfida che nessuno ha mai potuto vedere.
Dopo La variante Luneburg, Maurensig firma un nuovo appassionante romanzo che restituisce tutto il fascino del gioco più complesso ed enigmatico che l'uomo abbia inventato, quasi a specchio della vita: dalla mossa di apertura allo scacco matto.

Vi è genialità, poca sregolatezza, molte fissazioni, una vita sacrificata alla ricerca dell'avversario assoluto. Sparito il quale, ogni motivo di continuare a giocare perde di importanza. Una vita alla ricerca della perfezione. Sacrificando tutto. Questa è stata l'avventura umana di Paul Morphy. Da leggere d'un fiato.

domenica 15 gennaio 2023

La novella degli scacchi


 La tragedia del nazismo nella sfida mortale di due uomini davanti alla scacchiera.
Nel duello tra il rozzo Czentovic e l'enigmatico e colto dr. B. si condensa la tensione di un conflitto in bilico tra odio e follia, simbolo di un dramma molto più vasto: sulla scacchiera si staglia infatti la disperazione di Zweig per l'oppressione nazista che proprio in quegli anni stava lacerando l'Europa in un assurda devastante guerra.
Considerata il testamento spirituale dell'autore - morto suicida pochi mesi dopo aver concluso il racconto - La novella degli scacchi è costruita su un perfetto meccanismo narrativo che, mossa dopo mossa trasforma il duello dei protagonisti in una lotta per la sopravvivenza tra mondi contrastanti, inconciliabili al pari dei pezzi bianchi e neri che si affrontano sulla scacchiera.

Metafora della vita Schachnovelle porta sulla scacchiera la vita reale e viceversa, la logica del gioco nella vita reale... il gioco più violento tra tutti diventa metafora delle passioni, sofferenze e strategie per sopravvivere ad eventi epocali, quali la follia nazista con l'unico scopo di salvarsi la vita o salvare il proprio Re.
Un uomo, vittima degli eventi, fugge verso le Americhe (come non riconoscere lo stesso Zweig suicida lontano dalla amata Patria), un uomo che rinuncia a combattere, vinto dalla stanchezza, dal dover prendere atto che tutto un mondo è finito, distrutto dalla brutalità dei nuovi venuti che hanno liquidato la vita borghese, quella ebrea e in fondo.. quello delle buone maniere di una certa Mitteleuropa.. 

domenica 13 novembre 2022

La regina degli scacchi


 Breve recensione. Attratto dal tema (gli scacchi) per il quale nutro grande passione, poche speranze e molta determinazione, decido di guardarmi questa - godibilissima - serie Netflix. Le aspettative non vengono tradite. La storia regge, i personaggi sono credibili e, accettando qualche salto qua e là ci si diverte e si finisce per parteggiare per una fantastica ragazza capace di tutto pur di inseguire le sue passioni, paure e debolezze. 

domenica 27 marzo 2022

Un Re non muore


In una delle definizioni più celebri e precise riferite agli scacchi, il campione del mondo Garry Kasparov definì il gioco delle sessantaquattro case "lo sport più violento che esista", mirato alla distruzione mentale dell'avversario.
Per Anatolij Karpov, che con Kasparov diede vita a un'interminabile contesa per il titolo di migliore al mondo, gli scacchi sono una combinazione di arte, scienza e sport.
E non è certo un caso se Marchel Duchamp ne rimase colpito al punto di abbandonare una carriera di artista acclamato e rivoluzionario per dedicarsi agli scacchi a tempo pieno, sfidando tra gli altri Salvador Dalì, la scrittrice Eve Babitz e il compositore John Cage.
Del resto, chiunque abbia provato il piacere tattile di spostare un pezzo sulla scacchiera se che gli scacchi sono molto di più di un semplice passatempo.
Per Ivano Porpora, romanziere e insegnante di scrittura, gli scacchi non sono solo una passione folgorante, ma un filtro attraverso cui leggere la realtà.
Il matto affogato, il gambetto, l'apertura spagnola e le sue varianti diventano un simbolo, ogni strategia una metafora, ogni scelta un bivio cruciale verso l'unico destino possibile di una partita: l'ultima mossa fatale.
Dal trionfo più glorioso alla disfatta più epica, ogni partita é una narrazione a sé stante, frutto dell'unione  e dello scontro di due personalità uniche capaci di trasformare la fitta trama di combinazioni in un'opera.
Le imprese dei grandi scacchisti, le combinazioni di Tal' e le intuizioni di Fischer o Capablanca assomigliano ai versi dell'Achmatova o di Brodskij ai racconti di Salamov, alle inquadrature di Herzog.
Come i grandi artisti possono far risuonare la propria opera nel quotidiano, così il gioco degli scacchi si propaga al di là dell'ossessiva combinazione di case bianche e nere, parlandoci del possibile e dell'infinito, della nostalgia e del coraggio, ma soprattutto del nostro bisogno di provare a interpretare la realtà.

Metafore e paragoni tra vita, letteratura e il gioco degli scacchi... "Fin da quando riuscirai a far credere che le mosse che fai nella vita sono parti di un pensiero pianificato, e non colpi oscuri e speranzosi di qui e di là confidando nella mano di Dio, nel destino, nella fortuna del principiante - non nel merito, no"...

Certo è che, appena prendi confidenza con il gioco, molti sono i paragoni nella caccia al Re che, appaiono sulla scacchiera e ti fanno ricordare la vita di ogni giorno... questo testo prova a descriverlo, anche se sempre non riesce come vorrebbe.

 

venerdì 18 marzo 2022

A mente fredda

Sembra quanto mai puntuale guardare questo film che ci riporta ai timori di una guerra nucleare contrapposti USA e URSS... Siamo nel 1962 e la crisi dei missili a Cuba si avvicina. Per sventarla si scatena una guerra di spie che non lascerà alcuno scampo ai protagonisti..
In mezzo a tutto ciò, ecco spuntare un campione di scacchi caduto in disgrazia, alcolizzato e rassegnato di fronte ai mali del mondo. Certo la sua capacità di analisi è rimasta intatta ed anzi, in una guerra senza esclusione di colpi finisce per apparire il più forte, quello capace di meglio interpretare fatti e nozioni per trasformarle in azione. Certamente un ottimo film di spie, un bel film sul gioco degli scacchi, uno sul clima respirato in quegli anni oltre cortina... Alla situazione di allora va solo sostituita (e non è poca cosa) la scala di valori che muoveva i due contendenti. Da un lato il capitalismo, accompagnato dalla libertà, dall'altro il comunismo e la speranza nell'uomo nuovo, libero dai legami del capitale... oggi, viceversa, una cleptocrazia assetata di potere e una serie di piccoli e grandi Stati che, pur a fatica, vogliono continuare a vivere in pace e nel benessere.. 
 

domenica 3 ottobre 2021

il libro completo degli Scacchi


 Con questo "libro completo" gli autori hanno riproposto con moderno criterio l'ampia materia, recando un nuovo, brillante, contributo alla bibliografia scacchistica.
Omogeneo, pur nelle diverse competenze degli autori, il libro raduna una imponente somma di nozioni e notizie, di esempi e di esercizi, offrendo così al lettore una compiuta panoramica in cui viene seguita l'evoluzione tecnica del gioco fino ai più recenti sviluppi.
E' noto infatti, come la tecnica degli scacchi sia in continuo divenire, e non è azzardato dire che essa progredisce con lo stesso ritmo del pensiero, tanto che ogni partita porta un contributo di novità e di approfondimento a quanto era stato precedentemente acquisito.

Il volume si apre con un ampio cenno sulla evoluzione storica del gioco.
Vengono poi illustrati i dati elementari della partita e le regole delle Aperture, del Mediogioco e dei finali. (tratto dalla prefazione)

Una summa delle informazioni sull'autorevole e nobile gioco degli scacchi... dalle interessanti nozioni storiche, alle varie evoluzioni delle Patrie dei campioni e delle scuole (non ultimo il confronto tra la Scuola Sovietica e gli odiati capitalisti), sino alla composizioni, i casi particolari, trucchi e regole... per chi volesse farsi non solo un'idea ma qualcosa di più... al termine di questa lettura avrete sicuramente tutte le nozioni per iniziare a giocare... vincere è tutta un'altra storia.

giovedì 23 settembre 2021

La psicologia del giocatore di scacchi


 "Mi piace vederli dibattersi" così confessò a proposito dei suoi avversari Bobby Fischer, prima di strappare a Spassky, nel 1972, il titolo di campione mondiale di scacchi.
Al di là delle spiegazioni più immediate (denaro e fama), questo libro ricerca le motivazioni segrete che hanno indotto uomini dai talenti più diversi a dedicare al gioco uno smisurato spazio mentale e pratico.
L'autore non offre soltanto una psicoanalisi degli scacchi, ma ripercorre la vita dei campioni del mondo e i loro conflitti; da Morphy che si ritirò dal gioco all'età di ventidue anni per soccombere poi gradualmente a una nevrosi, a Steinitz, che in stati allucinatori giocava con Dio, concedendogli il vantaggio di un pedone e della prima mossa, da Alechin, "il sadico del mondo scacchistico", a Fischer, un genio dalle reazioni spesso incomprensibili.
Il gioco degli scacchi, che incanala e nello stesso tempo esaspera, una aggressività implacabile, appare infatti destinato a sviluppare fantasie di onnipotenza.
Non mancano però, nel libro di Fine, anche gli "anti-eroi", che cercano di resistervi: né stupisce la difficoltà della loro lotta, ove si pensi che la loro teoria del gioco coinvolge anche l'ideologia, tanto che si è parlato di Stile capitalistico e di Scuola Sovietica, di stile individualistico e di paura del deviazionismo.
L'americano Reuben Fine (1914-1993) che é stato tra i massimi scacchisti intorno agli anni Quaranta e ha scritto libri fondamentali sulla teoria del gioco, esercitò per decenni l'attività di psicoanalista e in tale veste incontrò Fischer adolescente, come racconta in queste pagine. (tratto dal libro)

Essendo io, quello che gli inglesi definiscono un woodpusher (uno spingi legno) intendendo un dilettante della materia, mi limito a leggere e cercare di immaginare la vita di una persona completamente assorbita dal gioco degli scacchi...un gioco in cui è fondamentale la cattura dei pezzi dell'avversario, ma a differenza degli altri giochi un giocatore può catturare tutti i pezzi dell'avversario e tuttavia perdere...un gioco mentale e psicologico, in cui il pensiero sostituisce l'azione...
Negli scacchi quattro aspetti sembrano predominanti: la memoria, la visualizzazione, l'organizzazione e l'immaginazione... un gioco valutabile solo a posteriori, se è vero che... tra gli scacchisti c'é un modo di dire: quando una mossa è poco chiara, si aspetta la fine della partita, se vinci è stato un sacrificio, se perdi è stato uno svarione...

Nonostante le migliaia di testi sull'argomento, sulle aperture, il mediogioco, le finali... c'é ancora spazio per la fantasia, per i campioni, i geni, la fantasia.. e questo, scusatemi... non è davvero poca cosa.



domenica 12 settembre 2021

La grande partita


Soprannominata "la partita del secolo" quella giocata nel 1972 tra il folle campione di scacchi americano Bobby Fischer e il campione del mondo, il sovietico Boris Spassky, viene qui rievocata con tutto il contorno di interessi politici, strategici, morali... con un Fischer preda dei suoi fantasmi eppure capace di stupire con una strategia incredibile e geniale... Davvero ben fatto, con una storia credibile e mai noiosa (e stiamo parlando di un gioco ai più incomprensibile o ritenuto elitistico)... Alcuni colpi di scena rendono la storia ancora più avvincente... il sacrificio del pedone (Pawn sacrifice nel titolo originario in inglese) potrebbe avere il doppio significato... uno scacchistico, nel sacrificare un pezzo per ottenere un vantaggio (di tempo, di qualità, di pezzi) e uno umano, il poter cioè sacrificare Fischer in nome della superiorità americana nel c.d. Soft Power, sempre più di moda in un modo che non poteva (pena la distruzione mondiale) combattere le guerre in altro modo. Godetevelo sino in fondo.

martedì 31 agosto 2021

La difesa di Luzin


 "Questo si chiama pedone. E ora attento a come si muovono. Il cavallo, naturalmente, galoppa". Luzin si  sedette sul tappeto, la spalla appoggiata al ginocchio di lei, e guardò la mano col sottile braccialetto di platino che sollevava e disponeva i pezzi.
"La Regina è la più mobile" disse soddisfatto, sistemando con le dita il pezzo che si ergeva non esattamente al centro della sua casella.
"Ed è così che un pezzo mangia l'altro" disse la zia.
"Come se lo spingesse vie e ne prendesse il posto. I pedoni lo fanno così, in obliquo. Quando potresti mangiare il Re, si chiama scacco; quando il Re non sa dove scappare, si chiama scacco matto. Così il tuo obiettivo è di prendere il Re, e io devo prendere il tuo.
Vedi quanto tempo ci vuole a spiegarlo. E se giocassimo un'altra volta?". 
"No, subito".

Forma e sostanza si rincorrono in questo bellissimo testo, scritto a puntate oramai un secolo or sono e attualissimo in certe faccende, nel descrivere facezie e cose serie... gli esuli russi prima di tutto, questi più o meno ricchi, questi borghesi costretti a lasciare la terra d'origine disperdendosi altrove, portando con sé un ricordo artefatto dell'amata patria, così come loro l'avevano intuita e vissuta... nuova vita, nuova nazione, nuova lingua con cui fare i conti...
E intorno a questo c.d. traliccio, cresce la pianta della vita di Luzin, la sua passione per gli scacchi... la sua follia... questo cercare a tutti i costi di allontanarsene (complice la moglie adorante) ma al tempo stesso rifugio in cui vagare con la mente e difendersi dal mondo esterno...
Come uscirne? Con l'unica difesa possibile... ma qui non vi rovino il piacere di arrivare in fondo.
Assolutamente fantastiche le pagine dedicate alla partita tra Luzin e Turati... da leggere e rileggere... io le ho trascritte su una mia agenda perché non si può, se si ha passione per il gioco, non riflettere sull'interpretazione magica che Nabokov riesce a dare della tenzone... fantastico... vero godimento.

mercoledì 18 agosto 2021

Garry Kasparov - Gli scacchi, la vita


 Gli scacchi maestri di vita; la lezione di un campione davanti alle sfide della scacchiera e non solo.
Garry Kasparov raccoglie in queste pagine la sua ricchissima esperienza di professionista degli scacchi, ma anche esistenziale e mora, e racconta le sue battaglie perché in ogni campo siano sempre rispettate le regole del gioco. 
Convinto che gli scacchi siano maestri di vita, conduce il lettore alla scoperta del gioco dei re, mostrando come le strategie valide sulla scacchiera possano essere spunti creativi per la vita quotidiana.

Questo libro segue, dopo  "Gli scacchi per tutti" un testo meramente tecnico, il filo rosso di interesse per gli scacchi e per la logica che sostiene questo magnifico gioco. Essendo io alle prime armi, ho preferito farmi "un'idea" delle regole e della filosofia di gioco... ne escono elementi incredibili, lezioni di vita, storia, passioni, debolezze umane e follia pura.. Gli scacchi non finiscono sulla scacchiera, anzi, se è possibile sono rappresentabili come il condensato di tutto ciò che ruota intorno a questo mondo... la politica, il denaro, il potere, ambizioni personali, scuole di pensiero... e tanto tanto altro... i pezzi sulla scacchiera diventano eserciti, ed "ogni mossa genera debolezza" così come "un cambiamento non si produce mai senza inconvenienti anche quando equivale a un miglioramento"... per poi passare alla tattica, alla difesa, alla strategia, alla logica di ogni mossa, e rivolgersi alle aperture, al mediogioco, al finale.... per ogni fase la filosofia di gioco cambia.... 

sabato 24 luglio 2021

Gli scacchi per tutti


E visto che, il riposo forzato in qualche modo va riempito... perché no? Ovvero, perché non impratichirsi di un gioco tanto antico quanto rinomato, quale è quello degli scacchi? E per farlo è ovvio che occorra passare dai libri, da chi ne sa più di noi... dagli esempi del passato.. capire le regole, i simboli, le fasi, la strategia.. passo passo... ecco, questo libretto mi ha regalato tante utili informazioni... le difese, le aperture, il centro... le partite ed i campioni del passato... con i loro trucchi e le loro paturnie... chissà se dopo tanta teoria la pratica ne avrà guadagnato? Boh?! Io intanto proseguo....

 

venerdì 16 luglio 2021

Scacchi


 Scacchi! Che passione! Diciamo che da anni mi approccio con risultati discutibili... anzi da schifo. Tuttavia, lo sto imparando a mie spese, occorre essere determinati, occorre essere ossessivi, la goccia buca la roccia... e allora come dico sempre, vuoi che non esiste un software che ti trastulli? Un programma che ti aiuti a superare i dubbi e gli ostacoli e ti faccia divertire... anche perché gli scacchi non sono un gioco.. no, sono uno dei più feroci atti che l'uomo (guerra a parte beninteso) mette in campo contro un avversario... passatempo antichissimo e su cui si sono scritti migliaia di testi, gioco che ha ispirato la letteratura... insomma. Eccoci allora a commentare Scacchi Fritz... con tanto di intervento del buon Kasparov... mica paglia! Difetti? Uno solo, imparate subito a togliere la voce che accompagna le partite... una checca isterica che commenta ogni passaggio ed ogni pausa.. pensata per farvi girare i maroni e perdere la necessaria concentrazione... partite bassi, con la versione "amichevole"... prendete confidenza con le regole... introducetevi lemmi lemmi nel fantastico e complicato mondo... imparate le aperture, imparate a governare il centro della scacchiera e non giocate a chi mangia più pezzi.. ogni pezzo va sacrificato per uno scopo... ogni pezzo ha un valore... e serve alla causa... distruggere l'avversario. E una volta impratichiti, non mollate più. Gli scacchi sono scuola di vita. 

mercoledì 25 novembre 2020

La variante di Luneburg


Se a volte il giocatore viene raffigurato nelle sembianze di un vegliardo dalla fronte corrucciata, questa è solo la rappresentazione emblematica di un'attività in cui si bruciano i giorni, gli anni, l'esistenza stessa, in una sola inestinguibile fiamma. 

In cambio, paradossalmente, il giocatore di scacchi assapora l'arrestarsi del tempo in un'ansa di eterno presente.
Quando invece, è lontano dalla scacchiera, allora si che la vita gli sembra intollerabilmente veloce, e cerca di ritrovare al più presto quel suo stato di grazia, quella nebulosa e allo stesso tempo lucida condizione di supremazia che gli è stato dato assaporare solo quando la sua mente si concentra sul gioco. (tratto da pagina 16)


"Si rese conto improvvisamente che tutti quanti stavano ormai sguazzando nella propria sconfitta".

"Nei confronti del gioco, uno scacchista si trova ad avere lo stesso atteggiamento parziale che ha nei confronti del mondo: ha le sue preferenze e le sue antipatie, le sue convenzioni e le sue intolleranze".

Da quanto avete letto, siamo di fronte ad un libro che parla di scacchi… ma, parlare di scacchi vuol dire parlare di vita… e di morte.
Frish, ricco industriale tedesco, amante del gioco degli scacchi, incontra un giovane.... ma questo accade dopo che il libro non ci abbia rivelato che il nostro è morto... e qualcuno deve rendere conto del perché... lo farà con dovizia di particolari, passando da una scala temporale all'altra, da un mondo ad un altro... riportando in vita un mondo che non esiste più e che forse tutti vorremmo semplicemente ignorare.... E' un giallo? Forse. Un romanzo storico? Una storia vera? Può essere.
Certo è un bel racconto che si legge d'un fiato.

L'economia sociale in Italia - Rivista