martedì 31 gennaio 2023

il settimo sigillo


 Sulle rive di un inquieto mare incolore, il Cavaliere gioca a scacchi con la Morte.
L'ha incontrata al ritorno dalla crociata in Terra Santa, dove aveva creduto di poter trovare uno scopo alla sua vita nell'azione eroica al servizio di Dio.
E' tornato amaro e disilluso, con il cuore vuoto, abitato dai fantasmi della solitudine, tormentato dalle stesse domande con cui era partito.
Per questo ha chiesto una dilazione sfidando la Morte a una partita che sa di perdere, ma che gli lascerà forse ancora un'occasione per capire, per trovare risposte, per compiere almeno un'unica azione che abbia un senso.
E' la sospensione il tempo di questa sorta di "leggenda di ognuno", la stessa di quel "silenzio di circa mezz'ora" che avvolge il cielo nell'Apocalisse alla apertura del settimo sigillo; l'attesa di una rivelazione.
I vari personaggi, il Cavaliere, il quasi falstaffiano scudiero Jons, l'attore Skatt, il fabbro Plog e la moglie Lisa, il farabutto Raval, la strega bambina condannata al rogo, vanno incontro al loro destino sullo sfondo di quello scontro fra bianco e nero, luce e tenebre, bene e male, da sempre simbolo della storia umana.
Soli superstiti Mia e Jof, la felice coppia di giocolieri, e il loro bambino che incarnano quell'amore, quella semplicità delle piccole cose, quel frammento di serenità e di speranza che il Cavaliere riesce a sottrarre alla Morte.
Scrivendo una sceneggiatura dice Bergman, si vorrebbe avere a che fare, invece che con le parole, con qualcosa che somigli a delle note, si sogna una partitura che possa conservare il ritmo, il tono, ogni minima sfumatura di quelle visioni che sono la vera sostanza da cui nascono i film.
Ed è proprio l'inadeguatezza delle parole, la resistenza che offrono a tradursi in immagini, la loro provvisorietà rispetto alle soluzioni poi adottate che rendono la sceneggiatura del Settimo Sigillo indipendente dalla realizzazione scenica, restituendoci quella parte delle visioni che il cinema non può dare, i profumi, gli odori, i sapori o la malinconia del soldato che rotola sul mare nebbioso come un pesce gonfio d'acqua.

Da tempo desideravo leggere questo testo, preso, poi abbandonato, poi ripreso ed infine, in un pomeriggio divorato. Non risponde alle mie aspettative solo perché cercavo altro. Mi è chiara la logica e la finalità della narrazione, il dare un significato alla propria vita grazie ad una "bella morte"... una morte che serve a qualcosa, a qualcuno...

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