giovedì 31 agosto 2017

Americana

"Ci sono motel, grattacieli, diner, drive-in, fast-food, ponti, parchi, battelli a vapore. Ci sono metropoli, ghetti, piccole città e città fantasma. Ci sono treni, taxi gialli e aquile solitarie. Ci sono orsi, orsetti, trote e alligatori. Ci sono toffolette, apple-pie, hamburger e hot dog, ziti e zeppole. Ci sono cow-boy, telepredicatori, wobblies e flappers, quaccheri e mormoni. Ci sono Peanuts, Simpson, Barbie, nerd, supereroi e ufo. Ci sono i re Elvis e Michael, Charlie Parker, Dolly Parton e Billie Holiday. Ci sono Hollywood e Broadway, Dallas e E.R. Walker Evans ed Edward Hopper, Dean Mariarty, Huck Finn, Gatsby, Achab e Rossella. E poi femministe tenaci, capi tribù, intellettuali radical, esploratori coraggiosi, scienziati visionari... Ma anche ammutinamenti di schiavi, massacri di indiani, battaglie coloniali, guerre sanguinose, lotte operaie, movimenti di protesta, scandali politici, armi, stragi, catastrofi ambientali".
"L'avete riconosciuta? E' l'America che avete sognato nei film, letto nei romanzi, ascoltato nel rock e nel blues, amato di un amore totale oppure odiato senza riserve; l'avete vista, fotografata, perduta, ritrovata. E' l'America delle grandi città, certo ma anche delle isole, dei luoghi isolati e sperduti, delle cinture della Bibbia e del cotone, delle aree postindustriali e post minerarie. E' l'America dei deserti e del Mississippi, delle praterie e della SIlicon Valley, della Route 66 e di Roswell, delle frontiere di ieri e di oggi. Ma poi, che cos'é l'America? Da che parte sta? A queste domande cerca di rispondere AMERICANA, dizionario atipico di più di trecento voci a stelle e strisce. Non per tracciare un'impossibile cartografia definitiva degli Stati Uniti,, non per "dire tutto" sull'America, ma per cogliere e interpretare l'affascinante, e a volte disturbante, complessità di un paese - mondo, attraverso storie note e meno note, singolari ed emblematiche, reali e mitiche". (dalla seconda di copertina).
 
L'America è ovunque, la Superpotenza si dispiega in ogni latitudine e longitudine della Terra, sia che siate pro o contro... gli USA comandano il Mondo che vi piaccia o no, dovete farci i conti... non bastasse ciò, gli USA hanno egemonizzato la cultura: i film, la musica, i romanzi (questi in misura minore) il racconto della Guerra (e delle Guerre, la mondiale, il Vietnam, il Golfo, ecc.. al punto che anche quando perde il cinema le da ragione)...
Dice bene Maffi, nella presentazione dell'opera... potete amarla oppure odiarla, non ignorarla... e, cosa divertente ne sappiamo tutti qualcosa, ne conosciamo tutti qualcosa... ma quanto realmente ne sappiamo? Quell'enorme calderone, crogiuolo di popoli, razze, territori, storie, avventure, quanto ci appartiene e quanto lo possediamo? Americana prova a dare un piccolo ma importante contributo... a condizione di sbocconcellare questo libro di oltre 700 pagine, di usarlo come piccola guida di fronte ad ogni evento (filmico, musicale, di lettura, di cronaca, di storia) non limitandoci alla carta stampata, ma magari prendendo spunto per indagare in Rete, cercando altri rimandi...  un'ottima guida per non perdersi di fronte ad uno Stato che è anche una Nazione che è anche un Continente, che è anche un punto di riferimento con cui fare i conti guardando al futuro...


il caso Eddy Bellegueule

E se tutto il racconto autobiografico, non fosse niente altro che un assalto frontale al Lumpen-proletariat (sotto proletariato)? All'evidente equazione povertà di mezzi = povertà di spirito?
Perché di questo si tratta! La campagna, sicuramente luogo ove si mangia meglio, l'aria è pura, i tempi rilassati, è in realtà abitata da trogloditi, manigoldi privi di spirito di immaginazione, bestie tagliate con il pioletto... ove le interruzioni di gravidanza sono all'ordine del giorno; dove la ricerca dell'ubriachezza si manifesta sin dalla tenera età; ove chi per un qualsiasi motivo risulta diverso dallo stereotipo maschio-macho con fuori gli attributi è destinato a divenire paria... a prendere un sacco di botte, soprusi, insulti... insomma, un inferno.
"Mi sono allontanato di corsa, subito. Giusto il tempo di sentire mia madre che diceva "cosa fa quel diavolo?" non volevo restare con loro, rifiutavo di condividere quel momento. Ero già lontano, non appartenevo più a quel mondo ormai, la lettera lo diceva. Sono andato nei campo e ho camminato per buona parte della notte, il fresco del Nord i sentieri sterrati, l'odore della colza, molto forte in quella stagione dell'anno. Tutta la notte fu consacrata all'elaborazione della mia nuova vita, lontano da lì. In realtà la ribellione contro i miei genitori, contro la povertà, contro la mia classe sociale e il suo razzismo, la sua violenza, i suoi riti, sono venuti dopo.
Perché prima della mia rivolta contro il mondo della mia infanzia, è stato il mondo della mia infanzia a rivoltarsi contro di me. Troppo presto, infatti, sono diventato per la mia famiglia e per gli altri un motivo di vergogna, persino di disgusto. Non ho avuto altra scelta che scappare. E questo libro è il mio tentativo di comprendere".
La storia di Eddy Bellegueule è quella di un ragazzo qualsiasi, cresciuto nella Francia agricola, lontano dalle grandi città, è una biografia molto simile ad un romanzo di formazione, ove quello che dovrebbe essere un ambiente sano, privo di pericoli e colmo di valori veri, diventa un inferno, soprattutto per chi non può nascondere la propria omosessualità... E' un effeminatezza, quella di Eddy, che non lo porta lontano... odiato da tutti e oggetto di soprusi è costretto ad andare a vivere in città, ove scopre che il mondo è completamente diverso e dove, il suo essere diverso viene accettato, magari deriso, ma condiviso come scelta normale.. da qui le polemiche di chi lo accusa di essere, suo malgrado "razzista" contro alcune classi sociali...
 

mercoledì 30 agosto 2017

Senza nessuna pietà

Che faccia il politico corrotto, come in Suburra , lo sbirro cattivo in Acab o il mezzo delinquente pentito e desideroso (a suo modo) di redimersi, resta il fatto che Pierfrancesco Savino piace sempre... così come piglia assai, la saga dei palazzinari che nel sottobosco criminale di Roma, presta soldi a strozzinaggio e assume atteggiamenti da criminale ricordando certe atmosfere Pasoliniane...
Che Roma sia così lo sappiamo tutti, ce l'ha insegnato "Mafia Capitale", l'inchiesta che poi ci ha detto che la Mafia a Roma non esiste... ce lo dimostra l'incapacità della Giunta Raggi di venire a capo di quel guazzabuglio di poteri ed interessi della amata / odiata capitale...
Mimmo è il nipote (adottato come un figlio, dopo che il padre è morto in modo violento) di Santilli, un capoclan che, attorniato dal viziato figlio Manuel e da altri banditi da quattro soldi, si rende conto che quello non è il suo destino e tenta (a suo modo) di ribellarsi a questa vita... lo fa colpendo a morte il cugino Manuel... le conseguenze non si faranno attendere...
Nel complesso un buon film, forse troppo prevedibile nella sua dipanarsi... ottimi Ninetto Davoli e Claudio Gioé per interpretazioni non facili. Brava certamente Greta Scarano nella non semplice parte della prostituta disposta a tutto pur di far soldi... ma anche capace di capire la differenza tra il bene ed il male... 

L'arte della fuga

 Arrivo così alla lettura del terzo libro di Sjöberg, dedicato questa volta alla figura di Gunnar Widforss, pittore poco noto in Europa, un poco nella sua patria natale (la Svezia), tantissimo negli States. Casualità vuole, che l'inserto culturale de "La Repubblica" di domenica scorsa, riporti un suo articolo (ma di questo ne parlerò dopo).
Dividerò in tre parti questo post: una prima dedicata al libro, una seconda dedicata al metodo di Sjöberg ed una terza appunto alla tendenza attuale dei libri che si occupano di natura....
UNO "L'arte della fuga", testo che narra una biografia, quella di Gunnar Widforss appunto, non è riuscito a coinvolgermi più di tanto... a tratti confuso, qua e là promettente novità dirompenti (tipo certi giornali scandalistici) senza poi mantenere, a tratti rimanda e poi dimentica... Tutto il potenziale dei precedenti scritti si è perso, dove non lo so.
Gunnar Widforss svedese di origine, pittore per passione, diventa famoso dipingendo natura... in particolare in America, quale pittore dei Parchi Naturali, finendo per essere amato al punto che, a lui è dedicata una cima nel Grand Canyon.
Così come per i precedenti racconti, la storia di Widforss si dipana tra passato e presente, tra vicende reali ed ipotesi... quasi una ricerca storica, a cui si affiancano note e nozioni, a volte attinenti, a volte così, come se passando in treno, due viaggiatori si scambiassero opinioni e storie, stimolati dal paesaggio...
Scrive l'Editore nella prefazione "Le esperienze artistiche possono essere travolgenti quasi quanto gli amori, pensa Fredrick Sjöberg, quando in una casa d'aste di Stoccolma rimane folgorato dal dipinto di un pino. Spinto dalla sua proverbiale passione per tutto ciò che é insolito, scopre che l'artista é Gunnar Widforss (1879-1934), tanto sconosciuto in Europa, quanto amato in Nord-America, dove è considerato il pittore dei Parchi Nazionali .... Comincia così un'avventura sulle tracce di opere, lettere, e fonti sperdute per ricostruire la vita, la vocazione e l'ossessione di questo inquieto acquarellista: un vagabondo squattrinato alla solitaria ricerca di bellezza, stretto tra il bisogno di creare e l'ansia di riuscire, che dopo aver girato mezzo mondo, pianta la sua tenda nello Yosemite e dedica i suoi giorni a ritrarre i più suggestivi paesaggi d'oltreoceano".
Come si  giustifica Sjöberg, ed in questo comincia ad assomigliare al buon Javier Cercas (vedi) ed all'altrettanto bravo Carrère (vedi)? "Sappiamo poco di tutto. E' raro che sappiamo molto di qualcosa, e solo in casi eccezionali ne sappiamo più di tutti gli altri. Di solito si diventa i migliori in un campo estremamente limitato e insignificante, é comunque già qualcosa ed è sorprendentemente facile riuscirci, in particolare se lo paragoniamo alla difficoltà di star dietro a tutto il resto, alle cose di cui sappiamo un po' ma non troppo. Alla fine ci ritroviamo li con le nostre mezze conoscenze a domandarci a cosa serve tutto questo"...
Insomma: anche se gli spunti sono ottimi, la storia narrata interessante, le divagazioni divertenti ed istruttive, questo libro non decolla... il volersi giustificare a tutti i costi dopo un poco rompe... e a poco serve sentirsi raccontare la storia di Edward Beale e i cammelli importati in America per combattere gli indiani o la nascita della Wilderness, il Fletcherismo, cioè il dimagrire masticando molto ma molto lentamente... o la storia del magnate del Chewing-gum... mi spiace, di storie così ne troviamo a bizzeffe...
DUE Sjöberg è alla sua terza prova... dopo "l'arte di collezionare mosche" e  "il re dell'uvetta" eccoci alle prese con "L'arte della fuga".... cominciamo subito con il dire che mentre il primo libro era una biografia mascherata da testo scientifico (e comunque un ottimo ed istruttivo testo), il secondo era una biografia di un'anima inquieta e quest'ultimo lo è altrettanto... ma mentre nel secondo episodio la storia filava via liscia, questo non va... troppi dubbi, troppi rimandi... l'idea dello scrivere di Sjöberg è stata da lui più volte esplicitata: "costruire un'impalcatura su cui far salire i rami della storia principale"... un'arte che altri hanno sperimentato... uno per tutti "Bill Bryson" che con le sue storie di quasi tutto è capace di raccontare il mondo descrivendo la cucina di casa... idea in sé magari non originale ma che, se si è capaci - non sapendo tutto di qualcosa, ma poco di tutto - possono nascere piccoli capolavori... riassunto: partire dal personaggio, di solito un errabondo spiantato, vedere il mondo con i suoi occhi, ricamarci una bella storiella, con parenti, amici, liti ed amori.. ed in tutto questo raccontare il mondo di allora e quello di oggi... ottimo metodo... se si è capaci... pastrocchio se si perde il filo.
TRE il caso ha voluto che l'inserto culturale de "La Repubblica" di questa settimana si occupasse di libri dedicati alla natura (si veda il recente successo de "Le otto montagne" di Paolo Cognetti, vincitore dello Strega) ed in particolare ospitasse un articolo di Sjöberg, il quale, come già nei suoi libri, non condivide le attuali tesi catastrofiste legate all'ambiente e deride i lettori accusandoli di inseguire le mode... e così se ne esce con un "Ditemi perché leggete i miei libri"... Caro amico, se vuoi te lo spiego, e poi ti dico anche (vedi sopra) perché non li leggeremo più.
L'interesse per la lettura legata all'ambiente è altalenante, questo è vero. E forse se c'é un interesse in questo periodo è forse perché siamo bombardati da cattive notizie e preoccupati per come sta andando il nostro pianeta... o forse no? Resta il fatto, questo è certo, che la natura ci affascina e, oltre ai documentari in TV, il libro è un modo per avvicinarsi senza correre rischi... Il vivere nell'ambiente urbano, dentro a cose da noi costruite (case, macchine, uffici...) ci pone al riparo da tanti problemi ma ci allontana irrimediabilmente dalla natura e ne sentiamo la mancanza... forse in modo inconscio.. al punto di doverne leggere, di doverla riconoscere, di volerla poi vivere... senza capirla.
 

sabato 26 agosto 2017

Mille lire al mese


La seconda di copertina così recita: "Mani in prima, mani in seconda" ordinavano i maestri ai bambini delle elementari. I capistazione fischiavano la partenza dei treni e i treni osservavano orari dalla puntualità leggendaria. Le mogli piccolo-borghesi facevano lustrare le case per il pranzo domenicale in onore del capufficio e segnavano e bottiglie dell'olio perché la servetta non ne approfittasse. Petronilla dava consigli alle massaie.
Il "sabato fascista" si andava alle adunate; eventuali assenze potevano essere giustificate in nome della crescita della prole: dopotutto il sabato era l'unico giorno adatto ad un po' di intimità tra i coniugi,
Gian Franco Venè ricostruisce la vita di tutti i giorni, i salari, i prezzi, i modi di mangiare e di vestire, gli snobismi, le mode degli anni venti e trenta, dalla "Marcia su Roma" alla vigilia della Guerra, quando le famiglie italiane borghesi tiravano avanti con mille lire al mese.
Un mondo un po' angusto, la cui apparente serenità copriva i preannunci della catastrofe.
Anche qui, la vita quotidiana ne registra puntualmente i segnali quando dalle fedi d'oro spontaneamente donate alla patria durante la Guerra d'Etiopia, si passa alle requisizioni forzate di pentole di ferro e di rame per rifornire l'industria bellica.
Quando le donne cominciano a nascondere colapasta e padelle in soffitta per eludere le perquisizioni del regime, anche la tranquilla famiglia italiana capì quale sarebbe stato l'inevitabile esito del ventennio
Gian Franco Venè ricostruisce abitudini, vezzi e umori di quell'epoca con la sottile e affettuosa ironia con cui si guarda un passato che é ancora dentro di noi.
Ancora una volta la vita quotidiana si rivela una chiave per conoscere più a fondo la storia...".
 
Intervallata nelle varie della giornata: mattina, intermezzo, pomeriggio, sera.. e chiusa con l'epilogo "verso un brusco risveglio", quest'opera porta il quotidiano dell'Italia del ventennio fascista alla nostra conoscenza... un periodo in parte noto per l'oralità dei nostri nonni e genitori, ma che per molti versi si è perso nel progredire del tempo e per l'avanzare del progresso... anni di cui qualcuno si vergogna, a cui ha dato un taglio perché rappresentante nel bene e nel male il regime (in cui qualcuno oggi ammette stortando la bocca che ... forse ... poi ... non si viveva così male...). Facciamo la conoscenza con usi e costumi, cibi, modi di dire e di vestire... che facevano del poco a tutti un metodo ed un modus operandi... che dell'autarchia fece virtù sostituendo i prodotti non più importati con sane... produzioni italianissime....
Molti operai, pochissimi laureati, servette in casa (quale segno di distinzione per chi poteva permetterselo), le biciclette come mezzo di movimento di massa, le colonie elioterapiche per vincere il rachitismo dei bimbi, la necessità di avere tanti figli per creare un grande popolo... il mito del regno e delle Colonie all'estero... insomma davvero un altro mondo... reso più accessibile dal racconto del quotidiano arrancare che questo libro ci dona..

Grandi Peccatori. Grandi Cattedrali

Dal risvolto di copertina: "Dal celebre studioso ed eclettico scrittore Cesare Marchi, una brillante e insolita storia del Medioevo, fatta di vita quotidiana, di aneddoti curiosi, di incredibili misfatti. Una storia capace di illuminare con malizia e ironia gli anni più bui del passato attraverso le opere d'arte che ancora oggi raccontano le gesta di principi e vescovi, ma anche di pirati e meretrici.
E così, tra le tante, rivivono le vicende di Santa Maria del Fiore costruita con le multe pagate dai fiorentini bestemmiatori e diventa teatro della congiura tragica dei pazzi; o quelle del Duomo di Milano che venne eretto dai Visconti per cancellare i loro peccati; e ancora, quelle della Cattedrale di Santo Stefano la cui malta venne impastata con il vino....
Con magistrale abilità Cesare Marchi rievoca atmosfere inquietanti e scopre l'origine di usanze e modi di dire. E offre una lettura ricca di interesse e di sottile umorismo, per conoscere uno dei periodi più affascinanti del passato".
Sono molti gli spunti, religiosi certo, ma anche di quotidianità, che dal passato giungono a noi, grazie a quei contenitori di memoria che sono le cattedrali.. sopravvissute come navicelle spaziali all'intorno in continua evoluzione, graziate dalle guerre e dall'odio reciproco degli uomini, mentre tutto intorno a loro mutava e si trasformava, trattengono sulle loro mura, sulle loro porte, nei loro sotterranei o anche solo nelle malte e nelle pietre che le formarono, informazioni vitali per conoscere il passato e la nostra storia.
 
Pensiamo a Bologna ed a San Petronio, questo santo e questa chiesa che rispecchiano lo spirito di una città laica ed orgogliosa di esserlo... battagliera, che fece nascere l'università... la chiesa di San Petronio progettata da Antonio di Vincenzo (muratore) e che tra l'altro riporta un'immagine di Maometto cacciato all'inferno...

Pensiamo a Chartres, una chiesa con il pavimento inclinato per poterlo lavare con un forte getto d'acqua che in passato portava via tutti i rifiuti delle moltitudini di fedeli che la visitavano... chiesa sfortunata nella sua edificazione, tra incendi, errori, fulmini, guerre... il labirinto disegnato in terra veniva percorso sulle ginocchia e rappresentava il viaggio in Terrasanta, per chi non poteva permetterselo...


Pensiamo al Duomo di Colonia, alle guerre di potere tra questa città e Magonza e Treviri.. al ratto dei resti dei Re Magi da Milano.. la costruzione iniziò nel 1248 e cessarono del tutto nel 1560... un edificio colmo di storia e circondato dalle vicende terribili delle guerre (non ultima la seconda Guerra Mondiale e i bombardamenti alleati).... senza dimenticare poi  Cordova, a Firenze, a Genova e San Lorenzo, a Milano ed il suo Duomo, a Monreale ed ai muratori musulmani, a Napoli ed a San Gennaro, a Parigi ed a Notre Dame trasformata in magazzino dalla rivoluzione, a Roma con San Giovanni in Laterano, a Siviglia, a Venezia con San Marco che grazie ad un inganno (la carne di un porco che fece ritrarre le guardie di confine musulmane) permise di portare il corpo del santo presso la Serenissima e consentirne la venerazione, a Verona con San Zeno, a Vienna con Santo Stefano e la sua malta mescolata al vino....
Chiude il testo un glossario tecnico, per chi tecnico non è.... Ottima e divertente lettura.

venerdì 25 agosto 2017

La città bella

Una interessante intervista di Antonio Gnoli, a Pier Luigi Cervellati - apparsa su "La Repubblica" di domenica 6 agosto, mi ha fatto rispolverare questo bel testo del 1991, edito da Il Mulino. "La Città bella" - Un saggio sul recupero dell'ambiente urbano.
Richiamo il dorso del breve volume - 104 pagine - "La nostra epoca ha assistito alla scomparsa della città, sostituita da un aggregato urbano in continua espansione che divora il territorio, distruggendo i caratteri specifici del centro storico e della campagna, per ridurre tutto ad una sterminata periferia. Questa periferia, ispirata ai principi della crescita illimitata e di una modernità intesa come consumo sempre più rapido, diventa lo scenario dell'urbanistica contrattata, per la quale ogni cosa è materia di scambio, o della creatività come fuga dal rigore e dalla responsabilità verso il passato... "
Già 16 anni or sono, Cervellati riprendeva i temi che nell'attuale intervista ritroviamo, anche se sfumati verso una chiave di lettura più aderente agli ultimi episodi di cronaca... restando tuttavia legato al tema più caro "il centro storico"... oltre a questo, racconta l'urbanistica studiata e pensata degli ultimi 50 anni, le liti feroci tra i cattedratici, le scuole di pensiero, il ripensamento - in chiave positiva - dell'architettura fascista... insomma, una visione la sua, che potrà non piacere ad un certo pensiero urbanistico più recente, fatto di Archistar e di grandi opere, quali stimoli per una città ritenuta dormiente o peggio morente... La realtà, letta da Cervellati, è fatta di ricucitura, di lettura dell'esistente, di conservazione senza museo, di riuso... difficile dargli torto, più difficile attuarlo...
 

giovedì 24 agosto 2017

Al Devero!


Una domenica dedicata all'aria aperta, passeggiata, relax, bei paesaggi ... insomma una giornata al Devero... salgo sino al lago di Crampiolo... ed ecco che la giornata, un istante prima fredda e ventosa, si apre in tutta la sua bellezza estiva...
A far da corona alla valle... le creste ossolane...
Diei e Cistella...
intorno a me, non solo esseri umani... ma anche animali... in questo caso conigli... e che dimensioni! abituati alla presenza di bipedi, eccoli guardarsi intorno e lasciarsi (quasi) avvicinare... la strada verso la padella con patate li rende guardinghi...

il lago di Crampiolo in tutta la sua bellezza... tra poco le piante intorno cambieranno colore... e sarà ancora magia autunnale...
Lago molto basso... ecco il sentiero che lo costeggia...
Ed ecco invece l'Alpe Valdeserta.... sullo sfondo il grande Est... l'infinita prateria alpina che caratterizza il Devero.... giornata superlativa!

Milano: da Piazza Gae Aulenti al Castello...

 
A Milano, complice la vicinanza e l'attrattività, ho dedicato numerosi post (vedi UNO, DUE, TRE, QUATTRO, CINQUE, SEI ) e capirete bene, che può apparire ripetitivo e per certi versi comodo scriverne ancora, senza aver nulla da aggiungere... e invece no!
A dimostrazione della grande trasformazione in atto, grazie anche all'evento Expo 2015; Milano ha cambiato pelle e la sta cambiando ancora... abbandonando la veste industriale, grigia, produttiva, o meglio smussandola, e vestendosi di spazi turistici, cose belle, cultura, arte, sport, architettura...
Un esempio per tutti è lo spazio di fronte a Stazione Garibaldi, la piazza Gae Aulenti... rialzata di 6 metri rispetto alla sede stradale ed ampia 100 metri di diametro, dal 2012 (anno dell'inaugurazione) è divenuta punto di attrazione dei turisti o anche solo dei pendolari che scendono dai mezzi ferroviari e che vogliono scoprire la nuova Milano... Io me la sono goduta davvero, così come è circondata dai grattacieli svettanti e dal bellissimo bar/libreria de La Feltrinelli....
Da qui, dovendo andare in Corso Magenta, decido, complice la bella giornata con brezza, la pochissima gente e l'ancora minore traffico, mi guardo in giro godendomi il tracciato che attraverso Porta Garibaldi, seguendo l'omonimo Corso, mi porta verso il Castello...
E' questo un susseguirsi di arte, architettura, fede, piante e marciapiedi, statue e murales... grazie al silenzio ed alla poca gente, pochi anche i turisti, è tutto per me...
Statue cittadini e dettagli architettonici...
Dettagli e facciate...
Arte e Street art....


Sacro e profano....
L'albero della vita di Kris Rush... l'incredibile prospetto verticale del palazzo...
Un'idea poetica  "questi tubi collegano tra loro vari luoghi e spazi dell'edificio. quest'opera è dedicata a chi passando di qui penserà alle voci ed ai suoni delle città"....

martedì 22 agosto 2017

i Templari

"Quello dei Pauperes commilitones Christi templique Salomonis ("Poveri compagni d'armi di Cristo e del tempio di Salomone"), meglio noti come cavalieri templari o semplicemente templari, fu uno dei primi e più noti ordini religiosi cavallereschi cristiani medievali" (da Wikipedia).
Il 13 Ottobre 1307 le guardie del Re di Francia arrestarono i membri dell'Ordine dei Templari per sospetta eresia.
Sui monaci guerrieri, campioni di celebrate imprese militari di Terrasanta, pesavano le accuse di magia, cospirazione, depravazione dei consumi, sacrilegio.
Il processo si concluse con lo sterminio dei Templari e la soppressione dell'Ordine, ma non con la fine di un'idea vitale e indistruttibile, rimasta operante nelle correnti dell'ermetismo rinascimentale, nei movimenti massonici del '700, nei filoni romantici massonici della letteratura neogotica come anche nelle sette occultistiche e neonazista dei primi decenni del Ventesimo secolo.
Seguendo le tappe di questo appassionante percorso storico e della perdurante vitalità di quel mito nel pensiero occidentale, l'autore mostra, cos, come un caso di violenza giudiziaria medievale poté dar luogo a una tenace "fantasia nera" sui cavalieri templari (dal risvolto di copertina).
Eco diceva che questo era il libro più attendibile scritto sull'argomento e pare che lo utilizzò per scrivere "il pendolo di Foucault"... sicuramente interessante per gli sviluppi del pensiero e del mito dei Templari...
 
 

Novara

Invece di andare a Varese, sempre a tiro e cmq ultimamente sottotono, decidiamo di andare a Novara in un caldissimo sabato d'agosto...
 Bellissimo edificio liberty angolo di Largo Don Minzoni... Casa Fiorentini, costruita tra il 1907 ed il 1910 e progettata dall'Ing. Roberto Passeri, uno dei più begli esempi di Liberty in Novara.
 Due delle bellissime statue di Giuseppe Argenti presso la Barriera Albertina di via XX Settembre..
Un incredibile dinosauro porta nastro adesivo.... una cosa così in ufficio avrebbe fatto senz'altro un figurone... e reso ancora meno serio il mio operato....
Due cose, tra le altre, attirano la mia attenzione: "Gelato sospeso", paga un gelato per un bimbo e lascialo lì, in sospeso... al primo che entra...  Già! e se poi il bocia che entra mi sta sui maroni? E se il suo babbo mi sta sui maroni pure lui? Io il gelato, lo pago a chi dico io... però dai, è un idea carina, come il caffè pagato... delle carinerie che fanno sorridere e magari tirano su il morale a qualcuno...
La seconda cosa è il concetto della matematica in quel dei negozi di Novara... 20 euro sconto 40% totale 16 euro... mica male... E' vero che Einstein andava male in matematica, ma non è che dobbiamo approfittarne...
 Un attimo prima è a riposo... ed un attimo dopo...
 Eccolo in azione... bellissimo arcobaleno e refrigerio.... Fontana di Largo Costituente...
Largo Don Minzoni... Bella prospettiva... larghi viali... sullo sfondo edificio che richiama tanta architettura del ventennio...

lunedì 21 agosto 2017

Alpe Pratogrande

Se sei fermo da due mesi, da qualche parte occorre pur iniziare... con moderazione, lentamente, senza nulla pretendere... cosa? come? ma è ovvio! a funghi! E così, molto tranquillamente e spendendo tutta la mia attenzione al suolo, mi aggiro per il bosco.. un'oretta.. una passeggiata... anzi, vista la velocità... una lumacata... non senza godere dei bei paesaggi, dei manufatti umani, dei colori del bosco, e ovviamente dei bei funghi...
Fontana e abbeveratoio... praticamente in mezzo al nulla...
Baite crollate... chissà da quanto tempo...
L'Alpe Pratogrande... un piccolo spazio in mezzo al bosco... tra Italia e Svizzera...
E poi, all'improvviso lui! il re del bosco... è li, ti osserva, dice tra sé "mi vedrà oppure no?"... ti ho visto, ti ho visto... stai tranquillo....
Pornografia tra gli alberi....
Varzo, vista dall'alto... la diga...

Ultra