venerdì 31 gennaio 2014

Frankenweenie


Tim Burton colpisce ancora!
La scelta del bianco e nero e dello stop motion non fanno altro che dare un tocco di classe ad una storia che cita altre storie: Frankenstein, l'orrore, la morte e il ritorno in vita.
Ma più di tutto è l'insegnamento che la scienza è tale solo se insieme al cervello aggiungiamo il cuore. 
Victor riporta in vita il suo piccolo cane Sparky e l'esperimento riesce perché ci mette l'affetto, i suoi compagni faranno altrettanto con effetti deleteri.
Allo spettatore non resta che prestare attenzione: ai bimbi deformi e cattivelli (qui all'infanzia non si regala nulla) al Sindaco autocompiacente e desideroso di prevalere, allo scienziato incompreso e odiato che viene allontanato (ma che non le manda a dire), alla voglia di divertirsi senza dover ricorrere a tante scene e canzonette, puzzette e gag da osteria.
Il cinema di Burton è questo: o vi piace o lasciate perdere. 

L'astronave degli esseri perduti

Risale al 1967 questo film, che è parte del ciclo cinematografico del Dottor Quatermass. Ne è infatti il terzo episodio, cui poi seguì "Quatermass conclusion. La Terra esplode".
Alcune particolarità del film. 
Rientra nel filone fantascienza, scoperta di qualcosa di più antico della civiltà terrestre ma che ben ne costituisce base per il Mito e le paure più recondite.
In breve la trama: A seguito degli scavi per la metropolitana, nel sottosuolo di Londra appaiono dei teschi e subito dopo un oggetto metallico, in principio è scambiato per una V2 tedesca, ma presto ci si rende conto che è qualcos'altro. 
Non tutti condividono la tesi del Prof. Quatermass e di un antropologo: si tratta di un astronave e le cavallette giganti  trovate all'interno sono alieni che hanno tentato una colonizzazione della Terra.
Scienza e Religione si mescolano. Testi antichi scritti in latino (da un miope, viste le dimensioni delle lettere) parlano di presenze malvagie, testi più recenti parlano di demoni.
La presenza dell'astronave, infastidita ogni volta dalle attività umane, si è fatta sentire con chiari segnali di energia che ha segnato psicologicamente gli uomini. 
Non è un caso che il quartiere costruito su di essa, sia stato abbandonato da molti anni ed è ancora oggetto di leggende paurose.
Mito, Religione e Scienza si intrecciano, dandosi ragione a vicenda. E quando l'improvvida scelta dei militari e del Ministero di aprire al pubblico l'area, scatena l'inferno, solo la Scienza può combattere l'incombente disastro.
Energia contro Energia! E i cornuti marziani vengono rispediti al mittente. 
Ancora una volta si sopperisce alla mancanza di mezzi ed effetti speciali con ottime interpretazioni, facce stravolte e massi in cartapesta che svolazzano in aria. Un buon film su cui riflettere.

sabato 25 gennaio 2014

Viva la libertà

Un film italiano fantastico.
Una poesia unica.
Quello del doppio, del sostituto o dello scambiato per qualcos'altro è elemento ricorrente nel cinema italiano. Ricordiamo il grande Totò e il più recente Benigni.
Questo di Roberto Andò, con un grande Toni Servillo è un opera dallo spessore incredibile.
Lieve, poetico, romantico, disarmante: in una parola grande cinema.
Non rivelerò la trama: si parla di cinema, di finzione, di politica, di amore, ma soprattutto del giungere ad una soglia in cui l'uomo - qualunque uomo, il potente e il folle - deve chiedersi chi è, cosa vuole fare da grande e riaffermare la sua dignità e ruolo.
Azzeccata la musica di Verdi.

venerdì 24 gennaio 2014

Due eroi


Due eroi. Due ragazzini che avevano solo voglia di vivere e di far vivere il prossimo. Due angeli.
Per questo, senza fare del melodramma o il piagnone ho voluto dedicare loro un piccolo spazio. Grazie

Gli sdraiati

 
"Forse sono di là, forse sono altrove. In genere dormono quando il resto del mondo è sveglio, e vegliano quando il resto del mondo sta dormendo.
Sono gli sdraiati.
I figli adolescenti, i figli già ragazzi. Michele Serra si inoltra in quel mondo misterioso.
Non risparmia niente ai figli, niente ai padri.
Racconta l'estraneità, i conflitti, le occasioni perdute, il montare del senso di colpa, il formicolare di un'ostilità che nessuna saggezza riesce a placare.
Quando è successo? Come è successo^ Dove ci siamo persi? E basterà, per ritrovarci, il disperato patetico invito che il padre reitera al figlio per una passeggiata in montagna?
Fra burrasche psichiche, satira sociale, orgogliose impennate di relativismo etico, il racconto affonda nel mondo ignoto dei figli e in quello almeno altrettanto ignoto dei dopo-padri.
Gli sdraiati  un romanzo comico, un romanzo di avventure, una storia di rabbia, amore e malinconia.
Ed è anche il piccolo monumento a una generazione che si è allungata orizzontalmente nel mondo, e forse da quella posizione riesce a vedere cose che gli eretti non vedono più, non vedono ancora, hanno smesso di vedere". Tratto dal testo.



Condivido con Michele Serra una certa età, che ti fa vedere le cose con una certa alterigia, fastidio e in certi casi pure schifo. Nato nei mitici anni 60 vedo un progressivo deperire di sogni, idee, speranze, ideologie, spirito di massa e tutto l'armamentario che io, piccolo e curioso cittadino del mondo, avevo spiato agli adulti e cercato di rubare.
Senza internet e cellulari, senza soldi e con tante speranze. Vedo nell'odierno trascinarsi, inutile e senza prospettive, di vecchi, adulti e giovani il delirio di questa nostra società.
Per questo il libro "Gli sdraiati" mi rimanda a tutta una serie di considerazioni che in parte condivido.
Cito: "Tu sei il consumista perfetto. il sogno di ogni gerarca o funzionario della presente dittatura, che per tenere in piedi le sue mura deliranti ha bisogno che ognuno bruci più di quanto lo scalda, mangi più di quanto lo nutre, illumini più di quanto può vedere, ecc."
"Scrutavo il mondo adulto come un regno da espugnare. Emularli per poi detronizzarli, un giorno: ma il trono da espugnare era lo stesso sul quale sedevano loro". 
"Certo che un mondo dove i vecchi lavorano e i giovani dormono, prima non si era mai visto".
Alla fine il libro non è nient'altro che un inno alla giovinezza che se ne va, all'odio feroce per la vecchiaia che si avvicina, per le occasioni perse o peggio sprecate, all'odio feroce per questi giovani che potrebbero tutto e invece non vogliono cogliere. Cazzo! Sveglia! pare dire Michele. E noi con lui.
Bellissima questa frase: "perché invecchiare è soprattutto il progressivo spegnersi del movimento. Tutto il resto si sopporta. Vederci poco, sentirci poco, avere tra le gambe una foglia secca e non più un ramo pieno di linfa... Ma muoversi per il mondo come se il mondo fosse tuo, quello ti manca come l'aria, come il respiro. Ti manca come te stesso...". Vero.

mercoledì 22 gennaio 2014

Tramonto su Marte

Che idea. Pensare ad un qualsiasi panorama terrestre e invece scoprire che è il panorama visto dalla superficie del pianeta rosso. Una foto che attraverso il tempo e lo spazio è giunta fino a noi per farci assaporare quello che un domani potrebbe essere realtà e abitudine: assistere ad un tramonto su Marte.
Quanto siamo assuefatti alla tecnologia ed alla fantascienza per dare tutto per scontato.
Troppo maledettamente per scontato. Ed invece, per avere quella fotografia! Quanta fatica, quanti sacrifici, quali costi, quante speranze e fallimenti.
L'uomo è un essere affascinante ed eccezionale. Ma quanto labile, quanto capace di ritornare sui propri passi, a fallire, a vedere nero e odiare, distruggere cadere nella superstizione. 
Per questo questo tramonto io lo immagino un alba. Un alba sull'umanità, che sappia superare i propri limiti per vivere in sintonia con la natura e con se stessa.

Corro perché mia mamma mi picchia

"Siamo abituati a vederlo insieme agli inseparabili Aldo e Giacomo, ma in questo libro Giovanni Storti si presenta in una veste insolita, maglietta e pantaloncini, e ci parla della sua più grande passione fuori dal palco, quella per la corsa.
Lo fa alla sua maniera, con la consueta ironia, con un intreccio di leggerezza e profondità.
Alternandosi nel racconto con Franz Rossi, compagno di avventure e allenamenti, Giovanni, instancabile "assaggiatore di corse", pronto a sfidare il caldo come il freddo, a correre di giorno e di notte, a qualsiasi latitudine o altitudine, ci spiega come ha scoperto o meglio riscoperto, questa vena atletica.
Dalle fughe infantili per sottrarsi alle ciabattate materne a una pratica ritrovata, non tanto per motivazioni salutistiche, quanto perché la corsa ha il fascino di una vera arte. Ci addentriamo così, in compagnia dei due protagonisti, negli itinerari delle gare più coinvolgenti, sentiamo con loro la fatica ma anche il piacere di misurarsi con sé stessi e con gli atri, la gioia di superare i propri limiti.
E soprattutto impariamo a guardare con curiosità ed emozione i luoghi e l'umanità che si incontrano lungo il tragitto.
Si aprono davanti a noi scorci di una Milano, quella dei Navigli, dei Parchi e della Montagnetta di San Siro, lontana dall'affamata metropoli dell'immaginario collettivo, una città in cui la poesia si nasconde negli interstizi della praticità, così come il cielo azzurro negli scampoli rubati al grigio della cappa che li avvolge.
Ma correre significa anche immergersi nella ricchezza e nel mistero della natura, come nei maestosi paesaggi alpini o nei grandiosi scenari islandesi…" (tratto dal libro).
 

Piccolo e divertente libro sulla corsa e su tutto quello che ci gira intorno.
Narratori di eccezione: Giovanni Storti - quello di Aldo Giovanni e Giacomo e Franz Rossi, che di corsa se ne intende.
Perché vale la pena di leggerlo? Perché intanto che parla di corse, racconta che succede intorno: i popoli incontrati, i paesaggi, gli umori, le persone che organizzano e permettono di far funzionare una super gara, chi vive di corsa, chi ci riversa i fine settimana e chi sta a lato strada ad applaudire.
In giro per il mondo, scopriamo i segreti degli allenamenti, degli integratori, delle scarpe, del correre insieme.
Qualche caduta qua e la, quando si cerca di riempire le pagine con racconti che non vanno oltre il buffo.
Bella la frase: "Tutti sono medici con gli infortuni degli altri. ascoltate pure gli amici più esperti, ma fidatevi solo (nell'ordine) di voi stessi e dello specialista".
E per chi è pigro o fatica a correre con il maltempo: "Non esistono cattive condizioni meteo, ma solo gente senza palle". Alla faccia :)

martedì 21 gennaio 2014

Totò Diabolicus

Da dove iniziare? Alla morte violenta del Marchese Galeazzo da Torrealta la polizia brancola nel nulla. Chi è questo Diabolicus che ha firmato il delitto? Ma esiste poi oppure è un depistaggio per garantire l'eredità ad uno dei parenti? La Baronessa Laudomia (sposata in terze nozze con un mitico Vianello) e che cerca di uccidere il prossimo per risposarsi di nuovo… Oppure il Generale Scipione, nostalgico del ventennio con tanto di divisa orbace e busto del mascellone…. Il chirurgo Carlo o Monsignor Antonino?
Ad uno ad uno riveleranno non essere quelli che sono oppure si? E alla fine, appare pure il fratello in carcere, la pecora nera Pasquale Bonocore…
Poliedrico Totò, che sberleffa Diabolik e l'uomo mascherato, ridicolizza Maigret e gli ispettori di polizia tanto osannati dai libri gialli, se la prende con il Fascismo, con la Chiesa, con certi nobili decaduti, con la medicina ed i professoroni.
E interpretando 6 diversi personaggi ne trae un film divertentissimo. Valga per tutti l'operazione con perdita degli occhiali e i tentativi omicidi della bruttissima Laudomia.


lunedì 20 gennaio 2014

Totò contro Maciste

Una colossale presa in giro!
Dei popoli antichi e della loro saggezza.
Dei miti e degli uomini forzuti.
Di certi film "Kolossal" che allora andavano per la maggiore.
Degli Dei, degli Egizi, del Faraone (praticamente un imbecille), della bella e perfida Faraona.
Che altro dire? Se volete ridere per quasi due ore, non avete che rivedervi questo fantastico film.
Un falso forzuto con tanto di procacciatore di spettacoli, gira per le città ingannando il pubblico.
Scambiato per il figlio di Amon, dovrà vedersela contro un Maciste preda di un filtro magico - che più che altro lo rende rincoglionito - e difendere il regno dei Faraoni.
Il nostro eroe non ci capirà nulla ma alla fine il risultato e le risate sono garantiti.

il segnale è meglio del fare?

Siamo in uno strano mondo. Un interessante articolo di Pier Luigi Battista sul Corriere del 12 Gennaio mi fa riflettere.
Il nostro mondo si nutre di simboli, anzi di segnali. Al posto del fare, faticoso, lungo a pensarsi, progettarsi ed a vedersi realizzato, si preferisce dare un segnale. Tutto è risolto con un "I LIKE", i mi piace alla Facebook.
Anche i potenti si adeguano: vorrebbero; forse, risolvere i problemi ma non ne sono capaci rischiare anzi di non fare in tempo e lasciare il loro impegno a chi verrà dopo!
Quindi si danno segnali: il Sindaco spala neve insieme al cittadino incazzato e con l'auto bloccata, così si nasconde l'inefficacia pubblica. Si nomina ambasciatore dei diritti umani il cantante pop, ma guai a guastare rapporti commerciali per farli rispettare. Si insulta Guida Barilla perchè esprime un opinione della famiglia forse eccessivamente antica, ma guai a parlare in Italia di unioni civili.
Il richiamo puramente simbolico che non risolve nulla ha un pregio: appaga dal punto di vista della comunicazione fa stare bene le coscienze. 

domenica 19 gennaio 2014

Ladri di cadaveri

Non a caso un film simile ha inizio e termine con un esecuzione ed è proprio il boia a spiegarci la vicenda.
Una scritta poi ci garantisce che la storia è vera, salvo le parti che non lo sono.
Si prende molto in giro, ma anche molto sul serio, questo bellissimo racconto di una Edimburgo dell'800, ove la fame di cadaveri - necessari per la scienza, beninteso - generano nelle menti astute ed affamate di due poveracci l'idea di rubare morti al cimitero e subito dopo di rivolgersi direttamente alla fonte eliminando fisicamente le persone in cattiva e in buona salute.
Finira male, a qualcuno, ma nel frattempo la scienza avrà fatto progressi.
Uno spaccato della società inglese, con la sua incredibile sporcizia, furfanti di ogni colore, e la morte quale compagna di vita. Dalla visione del boia iniziale, alle morti che si susseguono, la vicinanza tra i due poli estremi - e che noi invece, nella nostra pulita ma ipocrita società cerchiamo di nascondere - non solo ci sta bene, ma anzi diviene monito per vivere in modo più spensierato e fatalista.
Belli i costumi, belle le vicende, ottimi i personaggi ben interpretati ed il cammeo di Ray Harryhausen maestro degli effetti speciali quando non esistevano i computer.


sabato 11 gennaio 2014

La cura del Gorilla - Film

Se all'interno dello stesso uomo albergano due distinti personaggi che si contrappongono ed entrano in scena alternandosi nel passaggio tra giorno e notte?
Se quest'unico uomo ha fatto della fatalità il suo modus - vivendi?
E se oltre a fare di mestiere un qualcosa di simile all'investigatore privato o meglio l'impiccione?
Se tutti questi dettagli li accomuniamo e diamo a Claudio Bisio il ruolo del Gorilla, eccoci qua, non potrà essere che un film decisamente esplosivo. Certo non come ci hanno abituato gli americani, stiamo parlando di Cremona e di Milano. Della morte di due albanesi, una pure una prostituta! Ma è anche vero che quando non c'è nulla da perdere qualcuno che ci si butta anima e core per fare giustizia lo si trova sempre.
Il Gorilla troverà l'assassino e tornerà il sereno, ma i personaggi che incontrerà sulla sua strada sono gli stessi che incontriamo tutti i giorni nel nostro girovagare :)
Bravo Bisio!

Hotel Transylvania

Film d'animazione del 2012.
E se i cattivi per potersi riposare fossero costretti ad andare in albergo?
Nasce così Hotel Transylvania. Dracula, reduce dalla perdita della moglie, per mano umana, realizza un castello ove ospitare i mostri di tutta la Terra oltre all'amata figlia.
Come tutti i cartoon riesce a rappresentare problematiche che nella vita reale non trovano ospitalità!
La nostra società, dopo essersi liberata degli Dei Pagani, ha abbandonato il Cristianesimo a lato strada come una carcassa inutile, eccola affrontare gli ultimi misteri rimasti: Dracula, Uomo Lupo, Bigfoot e compagnia bella vengono sbeffeggiati e trasformati in merchandising. 
Questo vuole trasmettere il film, e ci riesce bene, al netto delle divertenti scenette, della difficoltà a capirsi tra umani e non ed alla logica diffidenza.
Perché rivolgersi ad un cartoon per affrontare problematiche che toccano filosofia, psicologica, antropologia eccetera eccetera? Perché solo ridendo si riescono a far passare argomenti così complessi a favore del pubblico giovane e adulto. Meditate gente, meditate.

venerdì 10 gennaio 2014

La perequazione salverà il Mondo?

Nuovi strumenti all'orizzonte nel campo dell'urbanistica! E nuove problematiche che emergono per porre nuove sfide al progettista del territorio.
Come conciliare l'esigenza del privato, l'azione della pubblica amministrazione e un minimo di trasparenza nelle dinamiche che riguardano la trasformazione dei suoli? 
Uno degli strumenti che sta prendendo piede in Italia - si pensi alla L.Regione Lombardia n. 12/05 ma anche a tutte le sperimentazioni in Emilia Romagna - è l'utilizzo della perequazione.
Quale l'obiettivo? Assegnare un indice a tutto il territorio comunale - se si è coraggiosi - o ad una parte consistente di esso e fare dello scambio dei volumi, oggi bene intangibile il meccanismo di equità nell'uso del suolo.
Ma è realmente così? Questo libro da alcune risposte, ma non tutte, siamo all'inizio di un lungo percorso, che porterà lontano.

sabato 4 gennaio 2014

Tempo della Chiesa e Tempo del Mercante

Un testo fondamentale per comprendere l'enorme crisi che investì l'età di mezzo con la nascita della borghesia e la conseguente necessità di mutare il tempo dai cicli dell'agricoltura - e della Chiesa - a quella del Mercante, del Commercio e del profitto.
I "Tempi Collettivi" scanditi dal suono delle campane, regolavano l'attività delle campagne, dei raccolti, delle stagioni, della religione: imprecisi ma continui.
I "Tempi dell'Orologio" legati alla città, ai commerci, alla nascente borghesia mercantile che necessita di raziocinio e di certezze.
Quale dialettica sorge tra le due tensioni? Non certo priva di conflitto, ma che la Chiesa, con il tempo (gioco di parole) saprà domare e organizzare a proprio favore inglobando il profitto a vantaggio proprio e del Clero.
Ogni nuova e vecchia figura deve trovare un proprio ruolo e posizione e soprattutto superare la visione negativa del lavoro manuale, della ricerca del profitto e trovare nuova collocazione nella società in evoluzione.
A titolo esemplificativo si rammenta l'episodio agiografico di San Marcello e il drago, rappresentato a seconda dei casi come il Demonio o come la Natura domata dalla civiltà. In un caso se ne chiede la morte, nell'altro ci si accontenta di domarlo, necessario per garantire la fertilità del suolo.
Il testo non vuole costituire una serie di date e di episodi ma un disvelarsi di eventi e di idee che vanno a concretizzarsi nel lavoro e nel pensiero.

Bellinzona ieri







Gita nella vicina Svizzera ieri, due passi a Bellinzona. Pur piccola e racchiusa dalle sue mura ha sempre qualcosa di bello da mostrare. Un vento freddo faceva da contorno!



venerdì 3 gennaio 2014

L'uomo Barocco

 
"Nella ormai classica serie, inaugurata da L'Uomo Medievale, a cura di Jacques Le Goff, fa ora la sua comparsa il volto enigmatico dell'Uomo Barocco.
Proprio nelle sue profonde contraddizioni sa il fascino di un'epoca caratterizzata da grandi mutamenti: nasce la scienza moderna e si afferma il razionalismo filosofico, ma nel contempo infuria la caccia alle streghe e domina l'intolleranza religiosa; si sostiene l'origine divina del potere del sovrano, e intanto cade la testa del Re d'Inghilterra; convivono spiritualità ed esasperato sensualismo; l'economia e la cultura si aprono verso un orizzonte mondiale e, frattanto, decadono i grandi imperi; novità e tradizione si serrano in nodo inestricabile.
L'Età Barocca ci appare, insomma, sempre meno come una parentesi negativa schiacciata tra Rinascimento e Illuminismo, e rivela sempre più una multiforme ricchezza di pensiero e di sensibilità, tendenzialmente consonante con le ansie e le inquietudini del nostro tempo". (tratto dal libro).
 
 

Perché riprendere in mano e commentare un libro letto nel lontano 1993? E perché poi non citare qualche altro testo che sicuramente nel frattempo sarà stato edito al riguardo?
Recentemente mi è capitato tra le mani questo testo, stavo facendo una piccola ricerca sull'esercito e il ruolo dei soldati dopo aver letto "I promessi sposi". Mi avevano incuriosito gli accenni del Manzoni alla cosiddetta "soldataglia", uomini raccolti attraverso la promessa di soldi e bottino per andare a combattere le varie scaramucce/battaglie che scoppiavano in Europa ed in particolare in Italia.

E quindi?
Scopro che sul libro di Villari non c'è un solo commento in rete!
E' il destino dei libri ante-internet! Ovvero di quei testi che a causa della loro particolarità, periodo di scrittura e nicchia finiscono per sparire nelle librerie polverose pubbliche e private di pochi interessati all'argomento.

Mi è sembrato così doveroso richiamarlo in vita e spendere due parole al riguardo.

E' percorso da profonde contraddizioni il 1600, epoca che definiamo Barocca. 
E l'uomo barocco, ben descritto nel libro a cura di Rosario Villari ne è il vero protagonista. Con lo slancio delle scienze da un lato e con la caccia alle streghe dall'altro. Un secolo alla ricerca di un proprio equilibrio che a fatica ricaccia indietro le vecchie tradizioni, paure e abitudini. Un secolo visto con diffidenza oggi ma che costituisce la base del nostro sentire comune.
Attraverso le figure più importanti del periodo, descriviamo l'uomo comune nelle sue diverse attività:
Lo Statista (Cromwell, Richelieu, Olivares e non solo).
il Soldato (in tutto il 1600 ci furono solo 4 anni di pace) chi non ricorda il ritornello del Don Chisciotte? "Alla guerra mi porta la mia necessità; se avessi denari non ci andrei in verità".
il Finanziere le guerre vanno combattute e mantenute economicamente, Richelieu dirà al riguardo "i finanzieri sono un male, ma un male necessario".
il Segretario ovvero la costola del Principe! Aristocratico delle lettere è il burocrate ante-litteram, prende il nome da Secretum maestro di discrezione e silenzio.
il Ribelle: mutato da elemento di cambiamento (positivo) a indice di infamia e odio (come disse il Campanella).
il Predicatore: un ruolo importante in un mondo agricolo e ove le informazioni giungevano con grande ritardo e difficoltà. il Missionario, la Religiosa, la Strega (da fare a contrasto con i precedenti), lo Scienziato: figura complessa e sempre a rischio di eresia! L'artista: si pensi al Borromini per citarne uno.
Ed infine il Borghese: una figura che tenta di emergere a contrasto con la nobiltà da un lato, il clero, principalmente un mercante. E' la vera novità del periodo!



Principi architettonici nell'età dell'Umanesimo

 
"Questo volume è diventato un classico della ricerca storico - critica. Attraverso una esemplare ricostruzione, sistematica, che è anche un ripensamento originale dell'Umanesimo, Rudolf Wittkower studia i rapporti tra architettura rinascimentale e cultura del tempo.
Da Alberti a Palladio emergono così le grandi linee della concezione architettonica, i principi su cui sono stati elaborati i progetti ed innalzate le fabbriche rinascimentali.
Se questa base Wittkower sottopone a una stringente revisione critica le letture delle opere d'arte che si basavano su premesse puramente estetiche, confrontandone limite ed errori, ed approdando a risultati altamente innovativi". (tratto dal libro).
 
 
 
 Grazie ad un'accurata ricostruzione delle principali opere architettoniche del periodo, questo testo analizza il rapporto tra architettura rinascimentale e cultura del tempo. Vediamo illustrate e descritte le opere di Leon Battista Alberti, Palladio, Bramante e Raffaello, la cui analisi permette di far emergere le grandi linee di concezione architettonica ed i principi di elaborazione estetica delle grandi fabbriche rinascimentali.


Le leggi della proporzione riacquistano nuova luce e maggiore chiarezza permettendoci una lettura delle opere architettoniche e delle facciate più belle d'Italia.

giovedì 2 gennaio 2014

Campo dei Fiori primo Gennaio

Anche quest'anno il richiamo della natura ha prevalso. E così il primo dell'anno mi sono avventurato al Campo dei Fiori sino al Forte di Orino. Una giornata stupenda. il giorno dopo ha nevicato!









La cattura dell'infinito Benevolo


Un titolo di uno degli innumerevoli episodi di 007 era "il mondo non basta". 
Ecco, partirei da questo titolo per cogliere l'essenza del testo qui rappresentato. Le scoperte scientifiche del XVII secolo rendono improvvisamente piccolo e finito il mondo conosciuto e quello che prima poteva bastare improvvisamente non tiene più il passo.
Da qui la necessità di confrontarsi con la prospettiva e quale migliore possibilità per l'architettura e l'urbanistica quando i committenti sono monarchi assoluti? 
Il testo è un bellissimo viaggio a Versailles, la reggia di Caserta,i giardini di Torino e Kassel e ulteriori luoghi della Terra che, tutt'oggi, conservano l'idea di percezione della realtà che va oltre le capacità del singolo.
La perdita di controllo sulla realtà vuole così essere compensata con la realizzazione di edifici ed aree riordinate secondo uno schema geometrico che, se non visibile (se non dal monarca) è intuibile e rassicurante, nel voler racchiudere (in modo illusorio, tramite la geometria) l'infinito in un meccanismo riproducibile e antropizzato.
Saranno i giardini e gli schemi urbani a fare da sfondo alle nuove idee, sia per i costi contenuti che per la volontà di imporre allo sviluppo urbano (città che si ampliano in forza della nascente industria manifatturiera) la propria visione di potenza.

Haunting - Presenze

Film del 1999 diretto da Jan de Bont ed ispirato al romanzo "The Haunting of Hill House" ed il remake di "The haunting" del 1963 di Robert Wise (info tratte da Wikipedia).
A differenza del romanzo, la necessità di rendere visivamente eventi e paure dei protagonisti rende necessario il crescendo di orrori con una oscura presenza che si manifesta sino alla rivelazione finale.
Di sicuro effetto la presenza della bellissima Catherine Z-Jones e del gigionesco Liam Neeson, la trama è credibile mentre si fatica a sembra credere a questo moderno Barbablù che appare nelle foto d'epoca quasi e anzi più brutto che in forma di spettro.
Bellissima la sequenza delle fotografie del passato da cui la protagonista Eleanor (una bravissima Lili Taylor che passa da personaggio minore alla presa di coscienza finale) trae la soluzione alla spiritica presenza.
Al di là della casa e della "speciale" servitù, il pezzo forte del film resta la capacità di Eleanor di riconoscere/riconoscersi nel ruolo dell'erede inviata non dal caso, ma dagli spiriti dei bimbi morti per trovare una soluzione, anche al costo della propria vita.
Sempre da Wikipedia, il film risulta citato in numerose nomination al "Razzie Haward"! Peccato.

Oblivion

Un bel film di fantascienza, che vuol farci riflettere sul tema dell'eterno e mai risolto confronto/scontro tra uomo e tecnologia.
Il primo elemento che balza all'occhio è che siamo di fronte ad una pianeta, ad una Terra completamente disabitata, in tutto il film incontriamo a stento una trentina di persone.
Ed è l'apocalisse, il come si stava meglio quando si stava peggio, il prima confrontato con l'oggi ad essere il filo conduttore dell'intera vicenda.

In fondo, Jack Archer cioè Tom Cruise, che cosa ci sta a fare sulla Terra? Si certo, deve badare alle megatrivelle che pompano acqua, deve tenere lontani degli invisibili ed inafferrabili alieni, ma poi?

Lui risponde come può a questa domanda: con una casetta sul lago, con i fiori nella lattina, raccogliendo libri e ascoltando musica.

Ed è la presenza dei libri in carta e dei dischi in vinile (i 33 giri della mia generazione) il monito ai nostri tempi: attenti, la memoria è fatta di oggetti fisici, non di bit e mp3, la tecnologia ci sta derubando, ci sta azzerando i ricordi e ci priva del passato in cambio di un futuro incerto.

In fondo non siamo tanto lontani da Jack, qui nel nostro mondo. Anche noi vediamo con favore una dormitina sulla riva del lago ascoltando i Procol Harum e i Led Zeppelin, qualche buona lettura (magari non tutti leggono Orazio, ma spero almeno non Moccia).

Un bel film, scene pulite, paesaggi mozzafiato, inseguimenti degni di un videogioco, ma in fondo cosa ne dobbiamo ricavare? Perché c'è sempre una morale!
Lottate per mantenere dentro di voi una traccia di umanità, la voglia di vivere ed amare, lo stupore per tutto ciò che vi sta intorno. Quasi come Papa Francesco :)

Lo spaventapasseri

 
Un cellulare che squilla nella notte, una voce irriconoscibile e poche taglienti parole: una minaccia di morte. Cesare Almansi, avvocato di successo, ha da poco deciso di entrare in politica quando sono iniziate ad arrivare queste misteriose telefonate. C'è solo una persona a cui può rivolgersi: il suo vecchio amico del liceo, il detective Bacci Pagano. Sono passati anni da quel lontano '68 e dai cortei a cui i due partecipavano per le vie di Genova, trascinati dall'idea di cambiare il mondo puntando su valori diversi, quasi rivoluzionari. Valori in cui Cesare crede ancora e che ha trasferito nella nuova avventura elettorale. Ora qualcuno vuole fermarlo, anche se l'avvocato non ha idea di chi possa essere. Nessuna pista per Bacci Pagano che inizia a indagare nell'intricato sistema di potere dei partiti e dei favori per ottenere voti. Eppure su quel fronte tutto si risolve in buco nell'acqua. L'investigatore dei carruggi avrebbe bisogno del suo intuito infallibile, ma per la prima volta nella sua carriera, è distratto da qualcosa, o meglio da qualcuno: Lou, la responsabile dell'ufficio stampa di Almansi, capelli biondi e occhi azzurri come due squarci feroci di cielo. Bacci Pagano rimane invischiato in una relazione fatta di tira e molla, di passione e di fughe improvvise. Quando l'indagine porta a galla una verità che viene dal passato, il detective deve fare i conti con una terribile notte di trent'anni prima. Una notte che lui e Cesare volevano dimenticare. (tratto dal risvolto di copertina).


Tutto giocato tra le mura di Genova, il nuovo romanzo di Morchio.
E riecco quindi il nostro Bacci Pagano, investigatore privato con un passato in chiave criminale (suo malgrado) che, per aiutare un amico perso di vista tanti anni prima, torna sul suo tempo.
Bacci ad un certo punto richiama Maalouf  "dalla scomparsa del passato ci si consola facilmente. E' dalla sparizione del futuro che non ci si riprende" e ancora "non ci sono dubbi sul fatto che il passato è un alibi, l'ultima favola che ci raccontiamo quando non vediamo futuro davanti a noi".
Dovrà usare tutto il suo intuito, la sua memoria e anche interpretare i sogni per arrivare alla verità.
Il tutto cercando di proteggere (da chi?) il suo amico impegnato in una campagna elettorale cui si affacciano imprenditori collusi, mafiosi, personaggi foschi e una donna che gli farà perdere la testa.
Gli ingredienti per una buona lettura ci sono tutti, a voi la scelta.

mercoledì 1 gennaio 2014

Smart city, Smart citizen

Come far luce su cosa ci aspetta? Leggendo, guardando, curiosando, sperimentando insomma.
Da dove nasce un bisogno e la sua soluzione?
Se le città danno asilo al 50% della popolazione mondiale e occupano il 2% del territorio è evidente che si è di fronte ad un concentrato di problemi ma anche di enormi opportunità.
Da qui nasce Smart city: nel riconoscere sin dal titolo che per far funzionare una città occorre vi siano degli smart citizen!
"Intelligente, infatti, è anche una città in grado di definire e di spiegare a chi la abita quali sono le informazioni che raccoglierà, per quali scopi lo farà e quali benefici si attende da questa operazione":
Carlo Ratti http://www.meetthemediaguru.org/libri/ da anni si occupa del nostro futuro, a partire dal traffico, di merci e di dati, di persone e di bisogni, oggi descrive, con questo breve libro cosa sarà la città smart, ma anche quali sono le condizioni per giungervi.
Nuove sfide ci attendono ma non affrontarle vorrebbe dire la sconfitta della nostra civiltà, delle nostre speranze, del legame che sino ad oggi ha permesso all'uomo di fare delle città il motore dello sviluppo e della modernità.

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