mercoledì 30 aprile 2014

Snowpiercer

Un treno percorre il suo tracciato a folle velocità. Senza mai fermarsi, senza fermate o stazioni. Dove corre e perché ? Intorno la morte. il ghiaccio circonda il percorso, luce abbacinante, freddo mortale. Nessuno assiste al passaggio dell'incredibile convoglio.

Eppure, all'interno dei vagoni, la vita prosegue.
Ma c'è vita e vita. Quella della prima classe (come cantava De Gregori) che vivono nel lusso sfrenato, quella dei militari che devono garantire l'ordine creato ed infine quella dei pezzenti, saliti sul treno senza pagare, ma che pagano ogni santo giorno con la crudeltà e la vessazione.

E allora che fare? Dopo 18 anni di sofferenze, il popolo si muove e tenta l'incredibile. Arrivare alla testa del treno, uccidere il dittatore e i suoi sgherri, vivere meglio.

Ma non è facile. No. Non lo è affatto. Ed ecco allora il percorso da parte dei paria del treno, incorrere in mille avventure. Questo treno si rivela essere un incredibile microcosmo che contiene una sorta di arca di Noè (vedasi il recente film nelle sale) al contrario. E' un esperimento biologico? E' darwinismo ristretto dai vagoni? E' in fondo il nostro piccolo mondo riassunto sui due binari a riprova che non c'è posto per tutti nel mondo del benessere e che i morti di fame se ne devono stare al loro posto?
Ottima prova della cinematografia coreana, anche se fatichiamo a capire la simbologia e la rappresentazione delle emozioni. Ottima prova per Chris Evans e Tilda Swinton (irriconoscibile).

venerdì 25 aprile 2014

La cagnetta - Grossman

 
"I tre racconti qui radunati appartengono a momenti diversi della produzione di Grossman: alla fine degli anni Trenta risalgono "La giovane e la vecchia" e "L'Alce", al biennio 1960-1961 "La cagnetta".
Eppure si possono ascrivere, tutti e tre, ai vertici della sua prosa: sia che rifletta sulla mutevolezza beffarda dei destini umani, sia che sottolinei in modo quasi paradossale la superiorità etica dell'animale - l'eterna vittima - sull'uomo - l'eterno carnefice, Grossman fa vibrare in ogni pagina la corda sottile del "bene illogico", e la sua ricerca illumina un mondo opaco e inerte, dove solo pochi sanno vivere "secondo coscienza". (Tratto dal libro).
 

Piccoli, brevi racconti. Quotidianità dietro cui si nasconde, si cela in modo eccelso, la critica al mondo sovietico. Mondo e società che vorrebbero la perenne felicità di tutti e non riuscendovi la impongono con la forza. Ma dietro i numeri, di persone usate per raggiungere piani produttivi studiati a tavolino, ci sono persone. Con i loro problemi, amori, dolori e speranze. Grossman sempre molto intimista ci prepara a quel grande affresco che è "Vita e Destino".

mercoledì 23 aprile 2014

New York - Will Eisner

Ed eccoci a New York. Lo sfondo di tutte le storie. Lo sfondo di mille vite.
E quale miglior narratore di Will Eisner e della sua matita?
Può un fumetto dire più di 1000 film o racconti? Si, può.
Eccolo infatti. Provate a leggere questo libro - fumetto - racconto e poi capirete.
Sono piccole storie, piccoli spunti. Ma servono a farci capire che, le grandi metropoli vivono delle mille e ancora mille storie dei suoi abitanti. Degli incontri, scontri, amori ed odi, raggiri, furti, gesti d'amore e di coraggio o di codardia.
Eisner li vede tutti e tutti li rappresenta. Ne esce una immagine impietosa ma reale e a tratti divertente di quel grande esperimento sociale che è lo stare insieme.



lunedì 14 aprile 2014

Verso la tempesta - Will Eisner


Un uomo guarda dal finestrino del treno, va verso il servizio militare.
Vuole fare il suo dovere. Dopo essere rimasto al riparo dalle storture del Mondo. Ma è realmente così?
In Europa infiamma la Guerra Mondiale. La Seconda. Quella della lotta tra razze.
E lui, che è ebreo, che ci va a fare in un simile bailamme?
Se poi si tiene conto che, lo Stato che ce lo invia è razzista, odia neri ed ebrei quasi quanto Hitler, chi glielo fa fare?
Eppure lui va. E il suo viaggio diventa un percorso della sua vita. Ogni fotogramma richiama memorie del passato. Ecco cosa è capace di evocare un fumetto disegnato da Eisner.
Non perderete nemmeno una pagina di questa storia. Perché ogni pagina è necessaria a capire. 
Fantastico per la trama, per il disegno, per la crudezza. Per la rappresentazione dei personaggi e dei loro più reconditi pensieri. E' gente quella che vediamo, non super eroi. Ma gente che se potesse, fuggirebbe dalle pagine a china per rifarsi un esistenza.

venerdì 11 aprile 2014

I santi pericolosi

 
"In un giorno di marzo, freddo e piovoso, il cadavere di Orazio Toccacieli viene ripescato alla foce del Tevere.  Della sua scomparsa si sta occupando Antonino Buonamore, ispettore malinconico e ostinato, con la passione del cibo, del vino e dei segreti nascosti nell'animo degli uomini.
Il morto, Toccacieli, è un ex sacerdote, vedovo, che conduceva da anni un'esistenza riservata e solitaria, in odore di santità, nutrendosi solo di pane secco, lavandosi soltanto con l'acqua fredda e non indossando mai calzini.
Frugando nel suo appartamento, Buonamore trova dei ritagli di giornale che riguardano tre delitti insoluti, senza alcuna relazione apparente gli uni con gli altri.
E, oltre ai ritagli, una lista di nomi.
Nomi che appartengono a persone che non hanno alcun collegamento tra loro, vivono in zone diverse di Roma, esercitano professioni diverse, dall'avvocato al grossista di frutta.
Ma, quando anche uno degli uomini della lista viene ucciso, a Buonamore non resta che porsi nuove domande.
Qual è il misterioso filo che li lega? E qual era il ruolo dell'ex prete in tutto questo?
Che avesse la capacità di prevedere il futuro?
Mentre la sua vita professionale e personale comincia ad andare a rotoli, l'ispettore Buonamore continua a indagare fino a giungere, forse troppo tardi, alla sorprendente soluzione dell'enigma.
Un romanzo d'esordio dal grande valore letterario che sa offrirci una Roma inedita e inaspettata
Una metropoli dove, sotto un cielo plumbeo e ostile, piove quasi sempre. Paragonata alla Scozia o alle città del Baltico, la Roma di Brusadelli è dura, inospitale, abitata da martiri e santi, al centro come in periferia, nel trionfo barocco delle sue chiese storiche e nelle parrocchie. (tratto dal libro).


Sarà mai possibile che, un associazione a delinquere di ex preti, esegua omicidi per far purgare colpe che la Chiesa non vede?
E cosa ne può Antonino Buonamore, Ispettore di Polizia terribilmente sfigato, di fronte ad un dilemma difficilissimo a venirne a capo e che in fondo pare non interessi a nessuno?
Parte da questi due punti il romanzo di Stefano Brusadelli, "I santi pericolosi". Da una Roma straniata, continuamente colpita dalla pioggia, da personaggi disperati, da delinquenti e faccendieri di ogni risma.
E non è facile venire a capo della vicenda. Anzi. Buonamore arriverà tardi, a tempo scaduto, quasi ad evidenziare l'incapacità della giustizia umana a fronteggiare un'idea di giustizia divina distribuita a piene mani da qualcuno che non può più stare a guardare.
"La dolcezza del cielo fa dimenticare la ferocia del mondo" è questo il monito che conclude il romanzo e fa riapparire il sole su una Roma rassegnata a tutto.

mercoledì 9 aprile 2014

Tutto scorre

 
Vasilij Grossman scrisse questo libro, che è il suo testamento, fra il 1955 e il 1963.
Come nel grandioso Vita e Destino, non cambiò molto dello stile scabro e aspro che lo aveva reso celebre fra gli scrittori del realismo socialista.
Ma vi infuse l'inconfondibile torno della verità.
Con lucidità e fermezza, prima di ogni altro parlò qui di argomenti intoccabili: la perenne tortura della vita nei campi, ma anche la tortura, più sottile, di chi ne ritorna e riconosce la bassezza e il terrore negli occhi imbarazzati di parenti e conoscenti; lo sterminio sistematico dei Kulaki; la delazione come fondamento della società, il vero ruolo di Lenin e del suo "spregio per la libertà" nella costruzione del mondo sovietico. (tratto dal libro).
 

"Tutto scorre" nasce là dove "Vita e destino" si interrompe.
Sequestrato il testo e ogni appunto, allontanato da tutti - non potendolo uccidere - e perseguitato dal regime sovietico, ecco che Grossman riprende il filo dei suoi ragionamenti, colpendo il mostro sacro Lenin e i suoi successori sino a Stalin.
E' di uomini e donne che parla, è di sentimenti, è di verità e soprattutto di libertà.
Un viaggio dentro e fuori dai gulag. Un paragone tra chi soffre in prigionia e chi crede di stare bene in libertà, salvo scoprire che è un vivere fatto di paure, menzogne e delazione.
Sentimenti assoluti, sguardi nel profondo dell'animo umano.
Bellissime e che lasciano senza parole sono le pagine 175,176,177. Andate a leggerle: vi è il confronto tra cane e padrone e rivoluzionario che viene abbattuto dai propri simili.
Triste ma efficace, duro ma lampante. Una capacità di vedere l'uomo e le sue bestialità e al tempo stesso amarlo per quello che è; amarlo perché vi è sempre una speranza di riappropriarsi del proprio essere capace di bontà.

domenica 6 aprile 2014

Liberate Tanko!

Matteo Salvini (qui rappresentato con l'aureola) una cosa giusta l'ha detta: quello non era un carro armato! Era un ruspa spara supposte!
E' evidente che mancando la capacità di fare del male i poveri Serenissimi vadano immediatamente liberati.
Peccato! Peccato per l'ingegno veneto, per averci provato a costruire il mostro liberatore dei popoli del nord - est che oltre ad essere finito nelle Patrie Galere (e non Padane Galere, badate bene) viene sbeffeggiato, a fin di bene si intende.
Se Tanko non poteva far male è solo perché è mancata la tecnica, non la logica! Di questo Salvini non vuol parlare e ci mancherebbe, siamo in campagna elettorale e va bene qualsiasi piroetta pur di raccattare lo 0,1 - 0,2 % e poter dire che la Lega non è morta.
Forse se invece di ordinare le armi in Albania, le avessero comprate all'italianissima Beretta (ammirata anche al di là dell'oceano) la rivolta ci sarebbe stata e non credo inoffensiva...
"Che Stato è quello che mette in galera le idee?" così ha dichiarato la Senatrice Erika Stefani.
Le rispondo gentile signora, e rispondo anche al buon Matteo Salvini: "Se le idee sono accompagnate da un mezzo blindato e da armi sia pure scassatissimi, lo Stato ha il dovere di accompagnarti in Galera, ti piaccia o no".

Un idea per la campagna elettorale: Perché non andare in giro per comizi usando Tanko?

La città proibita


Cina, tarda dinastia Tang, decimo secolo. Alla vigilia delle feestività del Chong Yang, l'imperatore ritorna inaspettatamente a casa assieme al suo secondogenito, il principe Jai. La ragione ufficiale é quella di celebrare le festività con la sua famiglia, ma considerando i rapporti freddi che intercorrono tra lui e la sofferente imperatrice, questa sembra soltanto una scusa.
Tra lo sfarzo e l'imponenza delle celebrazioni, vengono a galla dei terribili segreti. Mentre la famiglia imperiale continua nella sua elaborata sciarada all'interno di questa magnifica ambientazione, migliaia di guerrieri dall'armatura dorata attaccano il palazzo.
Chi c'è dietro a questa terribile ribellione? In una notte illuminata dalla luna migliaia di crisantemi vengono calpestati mentre il sangue sgorga nel palazzo imperiale. (dalla Cover del Film).

Senza dubbio un film complesso, come il bravo regista cinese Zhang Yimou, ci ha abituato con storie di cappa e spada ma anche cospirazioni di corte. E che corte! Restiamo abbacinati da tanto sfarzo, scintillio, magnificenza. Anche se nella realtà la città proibita, più che una reggia si dimostra essere una prigione, dove i personaggi muoiono dopo aver complottato l'uno contro l'altro.
Continui i richiami a Confucio, al Budda, alle tradizioni cinesi del passato.
Una tragedia di altri tempi che potrebbe benissimo trovare un posto nell'odierno mondo, se non fosse così poco interessato al prossimo e più propenso a trovare una quadra conciliante per quieto vivere.

sabato 5 aprile 2014

Gravity

Assolutamente insuperabile,
Un film di fantascienza che riporta alla poesia di Tarkovskij con Solaris (peraltro rifatto con protagonista Clooney).
La lotta dell'uomo nello spazio, e la forza di volontà che supera ogni ostacolo.
La trama: colpita da una pioggia di detriti, una coppia di astronauti in missione, perde l'astronave e abbandonata nello spazio deve cercare di salvare la pelle. Inizia così una "traversata del deserto" degna di un western d'epoca, ove da sfondo al posto dei pinnacoli troviamo una bellissima terra e il nero dell'universo.
Bravissima Sandra Bullock nel passare dalla scienziata alla prima missione sino alla donna coraggiosa che sa affrontare una situazione oltre le sue capacità e nonostante la morte dei suo compagni concludere la missione.
Accolto da 7 statuette e da lodi da parte di pubblico e critica, merita assolutamente di essere visto.
Reso benissimo il terrore nello spazio e gli effetti speciali della pioggia di detriti.
E Clooney? Lui fa Clooney, giogioneggiando e quando si allontana alla deriva nello spazio, siamo dispiaciuti si, ma anche curiosi di vedere come andrà a a finire.

venerdì 4 aprile 2014

Piace a tutti l'altalena


Se un merlo realizza un nido su un altalena, cosa vi viene da dire?
Che ha risolto il problema dei giochi per il pargolo?
Che lo cullerà il vento?
Che il posto era libero ed è al riparo dal gatto?
E chi lo sa?

mercoledì 2 aprile 2014

Arriva Tanko !

La volta scorsa si portarono pure la carta igienica! perché la rivoluzione va bene, ma non si può mica fare la cacca sul campanile di S. Marco e non pulirsi il deretano!
Ora, invece, pare che i nuovi "Serenissimi" avessero armi e munizioni.
Il loro obiettivo era l'indipendenza del Veneto. Ed erano disposti a tutto pur riuscirci
Avrebbero avuto anche un carro armato! Avrebbero... il condizionale è d'obbligo. Se solo fossero riusciti a realizzarlo. Ma le scritte sulla scatola di montaggio erano in italiano. E autarchici sino in fondo, hanno tentato di fare da se. 
Quello nella foto - soprannominato Tanko - è il risultato.
Un misto tra un trattore, una ARNA dell'Alfa e un mezzo di Star Wars. Ah l'italica fantasia...
Nel frattempo li hanno arrestati... Se galera dev'essere, che il giudice sia clemente.
Se rivolta doveva esserci, non sarebbe avvenuta prima del 2028 - il tempo di finire Tanko - e quindi uno sconto di pena glielo si può dare.
Proposta alternativa al carcere: in catena di montaggio ed un rapido corso di meccano! 

martedì 1 aprile 2014

ciao Jacques

E così se n'è andato anche lui.
Jacques Le Goff, classe 1924, storico di prim'ordine, cultore del Medioevo, vera voce e rivisitatore di quello che tutti abbiamo sempre chiamato "secoli bui".
Grazie alla sua capacità di raccontare, di divulgare e di appassionare, scopriamo un medioevo che dalla fine del mondo Romano giunge sino alle soglie della rivoluzione industriale - dilatato altre quello che i testi scolastici, sino ad oggi, ci avevano insegnato.
Un periodo che per dimensioni, scoperte scientifiche, fiorire di scienza e teoria, di dibattito e di necessità di fede, non ha nulla da invidiare ad altri periodi felicemente osannati, spesso senza una vera ragione.
Grande divulgatore, ha saputo rendere leggibili i conflitti tra necessità di progresso - si pensi alla dialettica tra denaro e fede - e salvaguardia della tradizione, in un Mondo, che è sempre stato in evoluzione e mai statico, in alternativa alla lettura data da una certa scuola di pensiero.
Si interessò di cinema collaborando alla trasposizione de "il nome della Rosa" dal libro di Umberto Eco.
Grazie per i bei momenti di lettura e per la grande passione che hai saputo trasmettere nel narrare la Storia.

Ultra