lunedì 31 agosto 2015

il desiderio di essere come tutti

 
I funerali di Berlinguer e la scoperta del piacere di perdere, il rapimento Moro e il tradimento del padre, il coraggio intellettuale di Parise e il primo amore che muore il giorno di San Valentino, il discorso con cui Bertinotti cancellò il governo Prodi e la resa definitiva al gene della superficialità, la vita quotidiana  durante i vent'anni di Berlusconi al potere, una frase di Craxi e un racconto di Carver…
Se è vero che ci mettiamo una vita intera a diventare noi stessi, quando guardiamo all'indietro la strada é ben segnata, una scia di intuizioni, attimi, folgorazioni e sbagli: il filo dei nostri giorni.
Francesco Piccolo ha scritto un libro anomalo e portentoso, che è insieme il romanzo della sinistra italiana e un racconto di formazione individuale e collettiva: sarà impossibile non rispecchiarsi in queste pagine (per affinità o per opposizione, rileggendo parole e cose, rivelazioni e scacchi della nostra storia personale e ricordando a ogni pagina che tutto ci riguarda. (tratto dal libro).
 


Il rapimento di Moro, la morte di Berlinguer, gli sfottò di Craxi, la maleducazione di Berlusconi: attraverso questi episodi storici della politica italiana trascorre la vita di Francesco Piccolo.
L'accordo DC-Pci mancato, la lotta per la scala mobile, il terrorismo, la voglia di cambiare... tante sono le cose raccolte in questo libro e narrate in prima e seconda persona.
L'esclusione a priori del Pci lo rendeva un partito populista, senza responsabilità - è questo che Moro spiega in un incontro difficilissimo e decisivo con i deputati e i senatori della Democrazia Cristiana.
Da qui nasce il percorso (osteggiato da molti e che costò la vita a Moro) del compromesso storico, un appuntamento fallito e che ha cambiato la storia di tutti noi.
Non ultimo il conflitto che Francesco Piccolo ha con suo padre. Un conflitto che si ripresenta nella vita di tutti i giorni e che per molti versi ricorda quello di Javier Cercas, ben descritto in "Anatomia di un istante", cronaca del colpo di Stato in Spagna il 23 febbraio 1981.
Perché leggerlo? Perché ci ricorda un periodo in cui l'Italia poteva ancora cambiare, perché allora c'erano sogni e speranze (magari sbagliati, ma c'erano)... La Storia di tutti noi.


Tutti gli uomini del Presidente


Se vinci 4 premi Oscar devi essere per forza un buon film...
Se poi girato nel 1976, riprendi i fatti del 1972... fatti che hanno mandato a casa un Presidente dello Stato più potente del mondo (quindi l'uomo più potente del mondo), allora occorre averlo visto almeno una volta.
Citato spesso nei casi di giornalismo con la schiena diritta, Bob Woodward e Carl Bernstein, interpretato dalla coppia dei migliori attori di Hollywood: Robert Redford e Dustin Hoffman, indagano sul caso Watergate (dal nome della sede del Partito Democratico, violata da prezzolati e incapaci spie al soldo del Presidente Nixon) e riescono con costanza, sagacia e capacità a mettere all'angolo la CIA e l'uomo più potente del Mondo.
Interessante il titolo, che prende spunto dalla filastrocca per bambini "Humpty, Dumpty" che a proposito di un uovo (il personaggio) così recita: si fece in mille pezzi e tutti i cavalli e gli uomini del Re non bastarono per rimetterlo insieme.
 

domenica 30 agosto 2015

il Dittatore

Al netto delle solite volgarità ed esagerazioni di Sacha Baron Cohen, questo film coglie nel segno.
E lo fa due volte: contro i dittatori arabi/africani qui portati all'eccesso (ma mica poi tanto) e contro i presunti stati liberi (o Stati Uniti) che credono di essere gli unici portatori di libertà mentre prendono in giro i propri cittadini.
Sacha ci riesce benissimo. Oltre alle molte divertentissime gag ed agli episodi al limite del paradossale, ci da modo di vivere la caduta dalle stelle alle stalle e ritorno di Hafez Aladeen (un autentico dittatore, violento, ignorante, infantile, antisemita) circondato da guardie del corpo donne (ci ricorda qualcuno?).
Con una congiura di palazzo, viene rapito e sostituito con un imbecille, allo scopo di firmare una costituzione che tolga l'embargo e permetta di vendere il petrolio (a favore dello zio Tamir che ha agito nell'ombra).
La lotta di Hafez, senza barba e senza potere, sarà durissima e (grazie a nuovi alleati) gli permetterà di tornare al potere. Ovviamente tutto non sarà più come prima, o quasi.
Divertente e profonda resta la descrizione di Hafez del suo Stato dittatoriale: ad ascoltarlo si riesce ad immaginare l'America di Bush.

sabato 29 agosto 2015

Lone Survivor

Trasposizione cinematografica dell'omonimo romanzo. Uscito nelle sale italiane nel 2014, si rifà all'operazione dei Navy Seal svolta in Afghanistan nel 2005.
L'operazione, per una serie di errori di organizzazione, informazioni e comunicazione, diventa ben presto una tragedia... Sarà solo la grande forza di volontà del gruppo, il loro affiatamento, la loro preparazione a far concludere (a uno solo di loro) quanto iniziato.
Molto realistico, molto violento e con bellissimi panorami, fa della squadra, del rispetto del gruppo e ovviamente delle proprie ragioni e valori il proprio punto di forza.

 

Terminator 1

James Cameron, nel 1984 da il via alla saga "Terminator".
E per farlo utilizza quanto di meglio propone il mercato degli attori in quel momento: Arnold Shwarzenegger. Sarà la fortuna per entrambi.
Giocato sul viaggio nel tempo e sul futuro distopico governato dalle macchine, Terminator vede l'ingaggiarsi di una lotta senza quartiere tra un robot con sembianze umane e un uomo (anch'esso del futuro) per eliminare/salvare Sarah Connor la madre (inconsapevole) del futuro capo della resistenza.
Non vi racconterò la trama a voi nota. Mi limiterò a ricordare alcuni passaggi che sono entrati nella storia cinematografica recente.
Innanzitutto la capacità di Shwarzenegger di prendersi in giro: senza di lui questo film sarebbe stato un dark senza rimedio. Il duo Cameron - Shwarzi lo rende un bel fumettone, in cui si spara e si muore, ci si dispera e si trema, ma dove passa comunque un messaggio di speranza e di umanità (ottima arma contro l'assenza di sentimenti dei cyborg).
Ottima la trama, ottime le musiche, ben rappresentata la società odierna (gli anni '80 per intenderci) con tutta la sua vacuità e le sue manie... che di fronte al nulla della macchina appaiono da un lato ridicole, ma profondamente umane. A dimostrazione che ci si nutre del nulla e che il futuro (come dice Sarah nel finale) non è ancora scritto.

venerdì 28 agosto 2015

La sfida - Norman Mailer

E' il 1975, Cassius Clay, ora Muhammad Ali, incontra George Foreman, campione dei pesi massimi, sul ring di Kinshasa nello Zaire. Mentre Ali deve riprendersi il titolo dopo una carriera in declino, Foreman è al massimo della forma e della prestanza fisica.
Questo bellissimo libro parla di sport, di uomini sotto tensione, di clan, di Africa e Africani, di pugilato, di cosa ci si aspetta prima, durante e dopo lo scontro.
Ogni pagina è una rivelazione, ogni riga contiene aneddoti incredibili e profondi.
Ad un certo punto non si capisce più se sia più importante l'evento o tutto ciò che ruota intorno... e così leggiamo che, gli africani, secondo il buon padre Tempels, credono che "il nome non sia una semplice cortesia esteriore, ma la realtà stessa dell'individuo".
Più avanti, che "Ogni ferita ha le sue rivelazioni" (e questo vale per tutto).
Ed infine: "Era come quando una barzelletta molto sconcia non fa ridere per niente. Come quando uno vuol mollare una scoreggia per divertire gli amici e invece se la fa addosso".
"Un principiante dura poco se non impara a ruotare il collo nell'istante in cui viene colpito".

 
Come ricorda Mailer: Con Muhammad Ali il pugilato è diventato un'arte. Arte della parola, assenza di gravità, balletto e poesia. In questo libro, uno dei più celebri reportage narrativi mai scritti, Mailer racconta il match più famoso della storia del pugilato. Lo scontro tra due uomini, Ali e Foreman, e due modi di concepire la boxe, la vita, la politica.

 

domenica 23 agosto 2015

Aliens o Alien 2 - Scontro Finale (mica vero)

La seconda puntata della saga più repellente di tutti i tempi mi scorre di fronte agli occhi.
Una premessa è fondamentale: la versione italiana non è tagliata... è squartata! Se avete occasione di vedere la versione inglese o quella senza tagli vedrete un altro film.
Scoprirete così che la nostra eroina ha una figlia. Che a causa del lungo sonno criostatico la stessa muore di vecchiaia, che a rispedirla in mezzo ai mostri è la solita compagnia Weyland-Yutani (cioè una compagnia americana comprata dai cinesi? giapponesi?, insomma un chiaro esempio di globalizzazione molto simile all'odierno mondo).
Ritroviamo quindi Bishop, l'androide umanizzato che nel primo episodio (sotto il nome di Ash) aveva tentato di ucciderla, mentre in questo dimostra molta più morigeratezza...
A loro si affiancano gli Space Marines.. quelli che devono fare il lavoro sporco.. e ancora una volta gli stereotipi si sprecano: sudamericani, sporchi e cattivi, in preda a fumo e alcool, maleducati ed ignoranti... salvo il raro caso del bel Casanova...
Tutto ovviamente va storto, anche per gli interessi della Compagnia (rappresentata da Burke) che vuole mettere le mani sugli esseri per trattarli come arma biologica..
Solo a stento Ripley si salva e porta in salvo una bimba (figlia di coloni morti a causa degli Aliens) e Hicks (il bel Space Marine) oltre a quel che resta di Bishop, fatto a pezzi dalla madre dei mostri..
Interessante scoprire che nei tagli cinematografici, perdiamo per intero la sorte della colonia mandata a cercare l'astronave aliena (anche se possiamo ben immaginare che succede) oltre ad un sacco di info utili a capire il film... Potenza del Cinema.

 

Batman Begins

Ed ecco una nuova versione della storia dell'uomo pipistrello.
Ovvero, la storia è sempre quella (più o meno) ma, dopo la morte dei genitori Bruce Wayne, invece di darsi alle classiche 50 sfumature di grigio, decide per un colore unico: il nero.
Nero è così il suo mantello, la tuta, l'auto, i gadget, ma soprattutto l'umore.
Gotham City è sempre il solito schifo di posto. Non solo dal punto di vista architettonico: di giorno New York, di notte Calcutta, quasi due città sovrapposte come che il regista voglia farci capire che il regno del male è brutto forte.
Passato attraverso una serie di peripezie, il nostro Bruce torna a casa e riprende il suo posto nella società del padre. Li incontra Morgan Freeman alias Lucius Fox, che tra una puntata di scienze e l'altra (il Freeman science show) riesce a far addormentare persino Batman.
Nasce così il nuovo supereroe, con voce rauca (esistono caramelle al mentolo sai?) incerto nel lancio dai balconi... solo dopo aver picchiato e rotto un po' di ossa si fa adattare il mantello in modo da poter volicchiare... tipo tacchino.
Mentre vecchi e nuovi nemici si manifestano (bello il finale con la carta del Joker) il film si dipana senza grossi colpi di scena... uno yawn vi seppellirà. 

Expo anch'io... no tu no!

Eccomi al secondo ingresso in Expo. Questa volta serale... si preannuncia un terribile temporale, che si scatenerà poco dopo l'ingresso. Vuoi vedere che le vele sono lì anche per l'acqua?
Avendo sperimentato il "dietro le  quinte", con il sabato di soccorso sanitario, questa volta mi sembra di tornare in un luogo noto. Tanto noto che durante la gita serale ritroverò gente conosciuta la volta scorsa e amici in turno sanitario...

I padiglioni (case, edifici, chiamateli come vi pare) sono delle vere opere di architettura. Ci sono tre modi di vedere il tutto: Generale, architettonico, alimentare. Il primo e il secondo sono vinti alla grande. Il terzo va capito, ma se non si pretende troppo e si ha pazienza per accedere e guardare, ne vale la pena.

Slovacchia.
Russia. Molto imperiale, oltre 25 anni dalla caduta del muro, ma qui non se ne sono accorti...
 


Carrellata di insieme.
Palazzo Italia.
L'albero della vita. Spettacolo in corso.
Quanta gente...
Vista dall'alto del padiglione U.S.A. Alla prossima volta...

Monte Penice e Varzi

Prosegue le gita motociclistica, dopo una pausa gastronomica a Bobbio... antipasto, ravioli con ortiche, misto dolci della casa, vino rosso frizzante... riprendiamo ciondolanti il percorso.. Eccoci quindi al Monte Penice, crocevia tra Emilia, Lombardia, Piemonte, Liguria e chi più ne ha più ne metta..
Sulla cima, la statua di San Colombano protettore dei motociclisti... e come potevamo esimerci?
 Vista panoramica del Passo. Motociclisti a iosa..
 Un paese tutto mio! Eccomi a Giarola...
Infine Varzi, patria del salame... Se non fosse per il prezzo (sino a 28 euro al kg) forse ci sarebbe più gente in giro...

Bobbio - Gita in moto

Oggi siamo a Bobbio, gita motociclistica tra Piacenza e un miscuglio di Regioni che vedono nel Monte Penice il loro punto cardine. Quasi magico. In lontananza la Pietra Parcellara, una rarità geologica colma di storia e mistero.
Giorno di mercato, quello che subito colpisce è la pietra usata per la costruzione, molto diversa dal nostro marmo e granito.
 La Piazza principale. Grande animazione per un paese di 3700 abitanti. Salumi, funghi, tartufo, focaccia, formaggi. Siamo nella Patria del mangiar bene...
 L'interno del Duomo di Bobbio. Notevole.
 Un bellissimo mulino... Sembra chiedere "datemi acqua"!
il Ponte Vecchio o Ponte Gobbo. Lungo 273 metri con 11 archi diseguali tra loro, costruito dagli antichi Romani e conservatosi/abbellito nel tempo. La sua attuale e definitiva forma risale al XVII secolo.

martedì 18 agosto 2015

L'inglese per rutti

 
Imparare l'inglese ormai è una priorità. Tutti ci dicono che è il Latino dei tempi moderni e che non parlarlo ci espone alla marginalità.
 
Dicono la stessa cosa di internet, dei cellulari, di Facebook e così via... Noi ovviamente ci crediamo e alla nostra veneranda età, che anagraficamente ci morde ai fianchi, arranchiamo alla ricerca della soluzione "poca fatica - tanta resa" che ci consenta di apprendere lo stretto necessario per non annegare nel mondo moderno.
 
Come nel Far West, i venditori di olio di serpente a sonagli, trovavano sempre un grullo cui rifilare il miracoloso unguento, anche noi incappiamo nel venditore di facili scorciatoie.

Nascono così le migliaia di proposte editoriali: l'inglese easy, l'inglese per babbei, l'inglese per tutti (perché sennò per chi era? solo per qualcuno?) che garantiscono l'accesso alla city in un 1/4 d'ora e un pranzo con "the Queen" entro sera...
 
Istant English è uno di questi. Da me ribattezzato "l'inglese per rutti" fa della ricerca obbligatoria del buon umore, la pietra d'angolo dell'insegnamento. Risultato? Esercizi raffazzonati, risposte errate, umorismo da 4 soldi... Mi si perdoni l'ardire, ma gli inglesi non sanno ridere e non sanno far ridere (Monty Python esclusi), quindi perché caro Sloan vuoi insegnarmi l'amata lingua rifilandomi una enorme fila di cazzate.
 
Finito di usare, imparato qualcosina, ma del vero inglese nessuna traccia... bye!

domenica 16 agosto 2015

Cima delle Piodelle

Iniziamo dalla foto di un abitante delle cime: un piccolo Stambecco. Ne ho contati quattordici, tutti insieme. Maledettamente pigri, non si sono mossi nemmeno a 20 metri di distanza. Bellissimi lazzaroni.

Una prima vista di insieme dalla cima delle Piodelle (si chiama così per le pietre che si deve superare per raggiungerla???) verso il Monte Leone.
Una vista dell'Helsenhorn. Prossima meta.
Il blocco granitico visto dal Lago Bianco: Torre Vitali al centro (salita con Geo anni or sono), Ritter Pass, Piodelle e via verso la Svizzera.
 il Ritter Pass, di qua Italia, di là Svizzera. Nessun doganiere :)
Il lago Bianco e sullo sfondo il Monte Leone. Sono le 8 del mattino e io devo ancora camminare parecchie ore...
Le immense pietraie, regno di marmotte e neve perenne.


sabato 15 agosto 2015

Buongiorno Los Angeles - James Frey

Se è un romanzo? Si certamente. Ma che tipo di romanzo? Una serie di racconti si susseguono, potreste saltare da uno all'altro per mantenere il filo di ogni singola storia (perché ogni tre - quattro capitoli riprendono) e non ci sarebbe niente di male. Ma leggerlo così sarebbe fortemente riduttivo.
Si parla di Storia (quella con la S maiuscola è della città di Los Angeles) e si parla di storie (quelle con la s minuscola, ma non meno importanti perché ci danno la cifra delle persone che vivono in L.A.).
Cosa è più importante?
Le singole storie non avrebbero significato (a mio giudizio) se non si entrasse lentamente, nello spirito della città, nelle speranze della gente, ma anche in quello che L.A. rappresenta per ognuno dei personaggi che incontriamo.

 
L'attore famoso e strapagato, la coppia di giovani fuggiti da una vita di stenti, il barbone che vive sulla spiaggia e in un gabinetto, la messicana che si finge irregolare per trovare lavoro.
Capitolo dopo capitolo troviamo il bandolo della matassa, ci innamoriamo oppure odiamo profondamente questa città, odiamo o amiamo le singole storie e i suoi interpreti, ci appassioniamo alle loro speranze, infine piangiamo per alcuni accadimenti: uno fra tutti il matrimonio dei due giovani, bellissimo, ci pare di fiutare il loro amore, di sentire la loro passione, la loro innocenza.
Bravissimo James Frey a trascinarci in una polifonia, che non ci stanca mai, anzi! Appena ci prende una storia ne inizia subito un altra e il desiderio di finirla per sapere cosa succederà dopo si alterna alla tensione della storia appena iniziata. Consigliato.

Verso il Tamier Pass

Prima delle due gite a lungo pensate e finalmente espresse in queste mie brevi vacanze ossolane.
Domenica pioggia, Lunedì mattino idem, finalmente il martedì preannuncia bel tempo e si può partire. Inforco la motocicletta e via verso la Cascata del Toce. Da lì, mi cambio e si sale verso il Lago Nero e oltre. Obbiettivo il Tamier o Tamia.
 La vista è spettacolare, la giornata bellissima, gente si ma solo al ritorno. Altro risultato raggiunto.
 Cartelli segnavia e tempi di percorrenza.
Oltre una certa quota il terreno di gioco diventa pietraia e neve... difficile muoversi senza prima aver adocchiato una destinazione.
il Lago Nero visto dall'alto... Notevole.

venerdì 14 agosto 2015

Tex - La strada per Serenity

 
Ogni occasione è buona per passare una buona oretta con i miei fumetti preferiti. E il nuovo episodio a colori di Tex è una di queste.
"La strada per Serenity", questo il titolo, propone una storia nel segno del classico West.
Un rapimento feroce, un ricatto, un giudice incorruttibile ma forse ottuso, una banda di rapitori che non sanno chi hanno di fronte: questi gli ingredienti di un ottima storia, ben disegnata e ben colorata.
Il resto lo lasciamo alle parole e alle pallottole di Tex e dei suoi amici.
Un eroe più impulsivo del solito, una storia molto simile ad un evento cinematografico, della cui velocità riprende la dinamica. Un caldo racconto per un caldo agosto.

Ultra