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domenica 4 febbraio 2024

Parole nel vuoto


Nelle pratiche dell'Architettura che dal Quattrocento ad oggi si sono richiamate alla classicità, sono presenti ben due distinti modi di procedere: da un lato la acquietante trasposizione e manipolazione di elementi, misure, rapporti; dall'altro, un percorso a rischio, alla ricerca di un principio rigenerativo della forma.
In questo secondo modo due maestri del Novecento si sono spinti più avanti di altri: Adolf Loos e Mies Van Der Rohe.
L'uso che entrambi hanno fatto delle venature fiammeggianti del marmo levigato (il Cipollino il primo, l'onice dorato il secondo) ha la portata di una dichiarazione di poetica: é un invito a scorgere la fiamma dentro il cristallo, "l'incessante agitazione interna" (Italo Calvino 1988) che nelle loro opere sorregge le forme essenziali.
Tuttavia su alcune cose i due divergono: Mies è attratto da una ricerca solipsistica dell'assoluto - l'odine dell'oggetto architettonico in sé - Loos presta attenzione alla città come luogo della convivenza .
Il mutismo delle sue case è anche un modo di stabilire relazioni un rispetto per l'altro.
Prima che su una regola estetica, la polemica di Loos contro il liberty e contro l'abuso dell'ornamento poggia infatti su un principio etico: la difesa della vita individuale e collettiva da ogni prevaricazione.
Il compito di chi progetta oggetti e luoghi è di consentire che la vita si svolga e si esprima liberamente.
Al centro dei suoi scritti é la ricerca intorno al costruire come espressione e fondamento della civiltà.
Questo spiega la virulenta polemica verso coloro che concepiscono l'architettura come una pratica separata.
Ed è quantomeno curioso che più di un fautore dell'autonomia disciplinare a partire dagli anni '60 abbia indicato proprio in Loos un riferimento cardine della propria elaborazione.
Fin dal 1898 Loos raccomanda "Buttatevi nella vita per scoprire di cosa gli uomini hanno bisogno. E quando avrete colto il senso della vita, allora soltanto ponetevi davanti alla fornace o davanti al tornio".
"L'interno delle case deve essere improntato in un senso di accoglienza mentre all'esterno l'edificio deve rimanere muto".

Un artista assolutamente geniale e quanto mai attuale.

Pagina 88 - Devo ammettere anch'io che i vecchi costumi mi piacciono molto. Questo però non mi da il diritto di pretendere che il mio prossimo li indossi per far piacere a me. Il costume, un abito fissato per sempre in una determinata forma che non ha più possibilità di trasformarsi, è sempre il segno che ci lo indossa ha rinunciato a cambiare la propria condizione di vita. Il costume è il simbolo della rassegnazione. Esso dice: chi mi indossa deve rinunciare alla lotta per conquistare nel corso della sua esistenza una posizione migliore, deve rinunciare ad evolversi ulteriormente.

Pagina 169 - (A proposito dei rischi sessuali). Non esistono i pericoli della strada. Essa è sotto la protezione della comunità. Esiste solo il pericolo della famiglia.

Pagina 253 - La casa deve piacere a tutti. A differenza dell'opera d'arte, che non ha bisogno di piacere a nessuno. L'opera d'arte é una faccenda privata dell'artista. La casa no. L'opera d'arte viene messa al mondo senza che ne sia bisogno. La casa invece soddisfa un bisogno. L'opera d'arte non è responsabile verso nessuno, la casa verso tutti. L'opera d'arte vuole strappare gli uomini dai loro comodi. La casa è al servizio della comodità. L'opera d'arte è rivoluzionaria. La casa conservatrice. L'opera d'arte indica all'umanità nuove vie e pensa all'avvenire. La casa pensa al presente. Quindi l'architettura non è arte.

Pagina 303 - Siamo diventati poveri. Ma non è un buon motivo per diventare ridicoli. Per questo dobbiamo cominciare a preoccuparci del nostro abbigliamento.

Pagina 325 - Educare significa aiutare gli uomini ad uscire dalle loro condizioni originarie. Quella via che l'umanità ha messo migliaia di anni a percorrere, deve essere ripercorsa da ogni bambino.

Pagina 367 - Si sa che tutti gli armeggi artistici nel campo delle abitazioni - in qualsiasi regione - non riescono a smuovere il cane dal calore della stufa....




sabato 1 ottobre 2022

Aldo Rossi - una mostra


La settimana di ferie settembrina mi regala una gita a Milano e la visita del Museo del '900 per potermi godere la mostra dedicata ad Aldo Rossi.
Aldo Rossi, legato al design ed al territorio Cusiano, ad Alessi in particolare ed alle fantastiche opere da esporre in cucina e non solo.... vere opere d'arte declinate poi, in un rimando continuo tra macro e micro, grandi opere e piccole che si rincorrono riportando un disegno pulito, forme elementari ma capaci di attrarre nella loro semplicità.
Per certi versi, rincontrare le opere di Aldo Rossi è per me, un ripercorrere ricordi del passato. L'acquisto di alcuni prodotti, la visita alla produzione presso la ditta sul lago d'Orta, l'esame di Composizione e lo studio dei suoi testi... insomma.. non potevo non godermi questo remainder.













 

domenica 24 gennaio 2021

La caffettiera del masochista


Questo è il libro che da sempre ho desiderato scrivere, ma non lo sapevo.
Per anni e anni non ho fatto che annaspare a tentoni, senza trovare mai il rubinetto giusto dell'acqua calda o fredda, andando a sbattere nelle porte incapace di far funzionare le cose semplici della vita di ogni giorno.
"Sono io", borbottavo, "è la mia inettitudine meccanica".
Ma, studiando la psicologia e osservando il comportamento degli altri, ho cominciato ad accorgermi che non ero solo.
Le mie difficoltà si riflettevano come in uno specchio nei problemi degli altri.
E tutti ad incolpare sé stessi.
Possibile che tutto il mondo fosse meccanicamente incompetente? 
La verità si è fatta strada lentamente.
Le mie attività di ricercatore mi hanno portato a studiare l'errore umano e gli incidenti sul lavoro.
Gli uomini non sempre sono maldestri.
Non fanno sempre errori.
Ma ne fanno quando le cose che usano sono concepite e progettate malamente.
Ciononostante, vediamo sempre incolpare l'errore umano di tutto quello che capita alla Società.
A me, viceversa, sembra spesso un difetto delle attrezzature unito a gravi errori di progettazione.
E che dire - ebbene si - della mia incapacità di usare gli oggetti semplici di tutti i giorni? Perché ho problemi con le porte, gli interruttori della luce e i rubinetti dell'acqua? O il frigorifero di casa mia? Mentre tutti diamo la colpa a noi stessi, il vero responsabile - il cattivo design - passa inosservato.
E milioni di persone si sentono inette.
E' l'ora di cambiare: ecco allora questo libro sulla psicologia degli oggetti quotidiani: è il frutto delle mie ripetute frustrazioni nell'uso delle cose di tutti i giorni, e della mia crescente attitudine ad applicare ad esse la psicologia sperimentale e la scienza cognitiva.
La combinazione di esperienza e conoscenza ha reso questo libro necessario almeno per me e la mia tranquillità. Ed eccolo qui: in parte polemico, in parte scientifico, in parte faceto. (tratto dal libro).


Acquistato e letto per uno dei miei esami universitari del secolo scorso... uno di quei testi che ti incuriosiscono, che ti regalano emozione e sorpresa, che poi ti rimangono in testa, lasciandoti qualche utile suggerimento, o almeno ti permettono di vedere (intravedere?) il mondo, con occhi diversi.
Leggo al riguardo il finale del testo.... quasi un testamento... "Ora tocca a voi. Se siete progettisti, contribuite alla battaglia per l'usabilità degli oggetti quotidiani. Se siete consumatori, unite la vostra voce a quella di chi reclama prodotti usabili. Scrivete alle ditte produttrici. Boicottate il cattivo design. Sostenete i prodotti ben fatti acquistandoli, anche se ciò significa uscire dalle abitudini o spendere qualcosa di più. E non vi peritate di esprimere le vostre osservazioni ai commercianti: le ditte produttrici danno ascolto alla loro clientela. 
Quando visitate un museo della scienza e della tecnica, fate domande se avete difficoltà a capire qualcosa, Fornite agli organizzatori un'informazione di ritorno sul modo di esporre il materiale, segnalate quello che non funziona o non funziona. Incoraggiate i musei a prendere la via di una migliore usabilità e comprensibilità.
E divertitevi. Quando girate per il mondo, soffermatevi ad esaminare i dettagli del design. Compiacetevi delle piccole cose utili, rivolgendo un pensiero grato alla persona che ha avuto cura di introdurle. Tenete presente che anche i piccoli particolari contano e che il progettista può aver avuto da faticare per includere qualcosa di utile. Date mentalmente premi di design a chi lo pratica secondo le buone regole mandategli fiori. E fatevi beffe di chi fa cattivo design: mandategli i semi"...

L'economia sociale in Italia - Rivista