venerdì 29 settembre 2023

Melvill (e)


 Un padre morente in preda alla febbre ed al delirio, racconta la sua giovinezza, il suo Gran Tour, i palazzi veneziani popolati da figure affascinanti e malvagie, la sua rovina e il suo viaggio più bello: la traversata a piedi del fiume Hudson ghiacciato.
Un figlio, ancora bambino, siede ai piedi del letto, ascoltando attentamente queste ultime parole allucinate.
Un'opera di Herman Melville, un autore magistrale che fu incompreso, troppo avanti rispetto al suo tempo e giudicato pazzo e pericoloso da alcuni critici dell'epoca, potrebbe avere la sua origine in questo ultimo lascito del padre?
Rodrigo Fresàn getta uno sguardo nuovo sull'enigma della vocazione letteraria, esplorando i meandri  della narrativa, che oscilla costantemente tra realtà e immaginazione.
Melvill è allo stesso tempo una biografia, spesso inventata, un romanzo gotico popolato di fantasmi e un'evocazione dell'amore filiale, che racchiude tutto il talento, l'umorismo e l'immensa cultura del grande scrittore argentino.

Tantissima letteratura in questa biografia romanzata... oppure, forse meglio definirla biografia potenziata? Certo il rapporto padre - figlio, la narrazione di una vita smarrita e fragile (quella del padre) che segnerà per sempre quella del geniale figlio... e poi, il voler far vivere insieme avventure mai accadute e ancora questo narrare colmo di mille cose, quasi confessione interiore e grido... tante, troppe cose tutte insieme, che fanno cogliere un incredibile senso di vertigine... una potenza inaudita. 
Confesso di aver faticato non poco per inquadrare il racconto.. innanzitutto perché non sapevo cosa cercare... poi perché troppe erano le deviazioni, i rimandi, le iperbole, l'andare avanti ed indietro... ogni tanto qua e la riuscivo a cogliere qualche punto fermo... quasi come un racconto in una lingua straniera di cui si conoscono alcune parole.. e allora devi indovinare il testo, fare tesoro delle espressioni, dei nomi... aggrapparti a questo fiume in piena che (a differenza del ghiacciato Hudson) scorre ad una velocità precipitosa... mi sono trovato a leggere senza riuscire a fermarmi, soverchiato da forze ingovernabili. Potente!

Sesamo non è una parola magica ma, semplicemente, il nome (o il cognome) di una caverna senza fondo che custodisce la tentazione di tesori peccaminosi; e che così come obbedisce può anche smettere di farlo. Nome, il suo, che potrebbe derivare dal termine cabalistico-talmudico sem-samaim (shem-shamayim) che è l'equivalente di Paradiso.

Ascolta, Herman: prima un piede e poi l'altro, assicurandoti che il ghiaccio non si rompa.
E poi una volta sul ghiaccio, mantenere l'equilibrio e muovere qualche passo con cautela, come chi entra in una casa che non conosce o esce da una casa che conosce per avventurarsi in un mondo sconosciuto. Perché certo, la sensazione è molto strana e familiare al tempo stesso; d'un tratto ci troviamo in un posto nel quale non siamo mai stati pur essendo stati lì molte volte o avendo sognato (essendoci quindi stati a tutti gli effetti) di arrivarci.

I giorni gloriosi in cui non sappiamo tutto quel che siamo capaci di fare poiché ancora non sappiamo tutto quello che siamo incapaci di fare.

Non viaggio per formarmi ma per confermare un sospetto; non che non abbia più nulla da imparare, ma che ormai non posso più imparare nulla.

Ho cominciato a scrivere poesia (di nascosto, pensando che così avrei potuto smettere di scrivere prosa) come chi si cura da una malattia molto grave contraendone un'altra, che immagina più lieve e facile da sopportare.

ah, il fallimento come un infernale ma affettuoso segugio che non smette mai di mordicchiarti le calcagna e abbracciarti la gamba sfregandotisi addosso fino a raggiungere un estasi di guaiti molto simili ai gemiti degli uomini in circostanze analoghe.

Io so solo che una fede che non possa sopportare la verità non è degna di chiamarsi fede...

Sette Re devono morire


 "Con quella faccia un pò così, quell'espressione un pò così..." cantava Paolo Conte tanti anni or sono.. ecco, la cifra di questo film, che non porta da nessuna parte è data dalla faccia del protagonista Alexander Dreymon, nel ruolo del Re Uhtred... ecco, la sua faccia descrive la pena di questo film che, avrebbe tutte le carte in regola per diventare un buon film in costume e invece si perde dietro boccaccesche trame sodomite, Re plagiati, la tanto decantata Inghilterra che non si riesce a fare, ma che poi forse si fa, il richiamo storico del conflitto di Brunanburh del 997 ove ci si mena di santa ragione per salvare il Re finocchietto... mi piace? No.

Cannobio e dintorni


Il mercato domenicale di Cannobio è un appuntamento che, almeno una volta all'anno, deve essere colto. Vuoi quell'aria internazionale data dai frequentatori stranieri, vuoi il lago che fa da sfondo alle bancarelle ed in fronte i bellissimi edifici e piazzette e negozietti e portoni ed androni e tanti piccoli dettagli costruttivi che richiamano l'occhio invitandolo a spostarsi qua e là senza tregua alcuna... volendo tutto cogliere e di tutto nutrirsi... vuoi che, se si ha un poco di fortuna, le giornate sono di una bellezza che toglie il fiato e allora ci si immerge nella folla e si apprezza tutto.
A completare il piacere del luogo, le bancarelle gastronomiche poste sul fondo del tracciato... che non lesinano mai assaggi gratuiti e fanno del cibo una sirena degna di Ulisse.... Forse il cavallo, recente scultura posata sul lungolago...un qualche legame con tutto ciò deve averla.




 

giovedì 28 settembre 2023

Sempione



Dopo l'Alpe Veglia, esiste un altro posto ove mi trovo davvero a casa. Ed anche se è fuori casa e fuori dallo Stato, è qui: il Passo del Sempione. Sempre ventoso, sempre capace di soprendere per le sue luci e colori, facile da raggiungere ma punto di partenza per mille itinerari, ad una quota davvero sorprendente per essere raggiunto in auto, con passeggiate nel verde e punti comodi per un semplice picnic. Insomma forse il bello è la sua comodità, il fatto che si passa dall'auto all'avventura, forse mille altri motivi... ma ognuno di questi basta e avanza per farmi amare questo passo alpino. 

 

domenica 17 settembre 2023

Orino, Forte di Orino e dintorni

Succede che la meteo peggiora e che il giorno prima non si riesce a combinare. Caschiamo così nel primo di una serie di giornate in rapido peggioramento... ove però, vi è ancora un gran caldo umido e il sole, quando appare, è solo un gran fastidio... La meta poi, con una quota bassa, non agevola.
Ma riproponiamo i fatti: decido di prendere un giorno da dedicare ai monti e propongo a Matteo. Lui purtroppo non può prima di martedì.. la meteo però non ascolta le nostre preghiere, e per altro è giusto che la pioggia faccia capolino.
Ci portiamo quindi su una meta vicina e apparentemente al riparo da sguazzi. 
Orino - Forte di Orino è una classica di casa.. anche se, il giro di oggi mi farà vedere un bosco devastato, una natura ferita e un abbandono totale da parte dell'uomo che, almeno in apparenza, dovrebbe occuparsene.
Ovviamente ci facciamo piacere tutto, la camminata, la tranquillità, il silenzio, gli sprazzi di sole, qualche animale incontrato... passiamo così una bella giornata e la birra che ci gustiamo ad Orino è davvero meritata e gustata.
A guardare l'esito della meteo, avremmo forse potuto osare di più... ma va bene uguale. Anzi, ottimo tutto.






 

mercoledì 13 settembre 2023

Quanto pesano i fantasmi

 


Nelle imboscate, o in altre missioni notturne si portavano dietro una curiosa minutaglia.

Kiowa portava sempre con sé il suo Nuovo Testamento e un paio di mocassini per camminare senza rumore. Dave Jensen si portava dietro un complesso vitaminico ricco di carotene per la visione notturna. Henry Dobbins si portava dietro un collant della sua ragazza avvolto intorno al collo come una sciarpa.

Tutti si portavano dietro dei fantasmi. Solo chi ha vissuto la crudele realtà della guerra può raccontare cosa è veramente.

E' quello che fa il veterano Tim O'Brien in questo libro che, a metà tra il romanzo a episodi e la raccolta di racconti, narra le vicende della immaginaria Compagnia Alfa, dalla loro vita prima della guerra ai combattimenti nella giungla del Vietnam fino al ritorno a casa.

Pubblicato nel 1990 e subito acclamato come uno dei più importanti libri della letteratura americana, "Quanto pesano i fantasmi" é una cruda e ispirata lettura sulla guerra, ma anche sulla memoria, l'immaginazione, e il potere salvifico del raccontare.

Pagine che hanno cambiato per sempre ciò che sappiamo su realtà e finzione, guerra e pace, paura e coraggio, al punto di far dire a un recensore; "La memoria come profezia". 

"Quanto pesano i fantasmi non racconta dove siamo stati, ma dove siamo e forse dove saremo domani".

Stiamo parlando di ragazzi giovani mandati in guerra... per i quali tutto restava un mistero, tutto doveva essere ammantato di magia, superstizione, giustificato e gestito in modo da essere sopportato. perché: Era mia opinione allora, e lo è tuttora, che non si possa fare la guerra senza saperne il perché.

Si divertivano con quello che avevano, quello che capitava loro. Dal stringere la mano e salutare il cadavere a trasformare in filastrocca anche le cose più pericolose. Così quando seguivano un vecchio che conosceva il percorso in un campo minato, finivano per cantare: Esci di fila, pesti la mina, segui il minchione tutto benone.

Perché tutti narrano di una guerra come di uno spazio tra l'estrema tensione e l'estrema noia... ma nella realtà è quasi vero... Persino nel cuore della boscaglia, dove potevi morire in un'infinità di modi, la guerra era crudemente e aggressivamente noiosa. Ma era una noia strana, Era una noia col trucco, quel genere di noia che ti fa venire i disturbi di stomaco. Magari te ne stavi seduto in cima a un'alta collina, la piatta distesa delle risaie sotto di te, e il giorno era calmo e caldo e completamente vuoto, e tu sentivi la noia che ti gocciolava dentro come da un rubinetto che perde, solo che non era acqua, era una specie di acido, e a ogni gocciolina sentivi che quella roba ti corrodeva organi importanti.

La vita umana è un'unica cosa, come una lama di pattino che traccia i suoi arabeschi sul ghiaccio: un bambino, un sergente di fanteria ventitreenne, uno scrittore di mezza età che conosce il dolore e il senso di colpa.

La parte più toccante del racconto, ma che peraltro da un senso anche a ciò che viene narrato ed alla continua lotta tra verità e finzione è questo passaggio: Non era questione di disonestà. Anzi al contrario: cercava di riscaldare la verità, di farla bruciare a tal punto da farti provare esattamente ciò che provava lui. Per Rat Kiley, credo, i fatti erano formati dalle sensazioni e non viceversa, e quando ascoltavi una delle sue storie ti ritrovavi a eseguire rapidi calcoli mentali, sottraendo superlativi, estraendo la radice quadrata di un assoluto e infine moltiplicando il tutto per chissà.


giovedì 7 settembre 2023

La bella confusione


La storia del Cinema non è poi così diversa dalla vita: apparentemente lineare, ma costellata di incontri fortuiti, appuntamenti rincorsi o mancati, decisioni prese all'ultimo minuto e imprevedibili coincidenze.
Fatalità cruciali che permettono a un'opera di venire alla luce, con le precise caratteristiche che poi tutti ricorderanno.
La scelta di un'attrice, la luce del set, le vicissitudini sentimentali del regista o di un comprimario - così come i tagli nel budget o una scena cambiata all'improvviso - possono scrivere a modo loro una pagina del genio universale.
Il 1963 è stato l'anno di Fellini e di Visconti.p+
Un anno decisivo per il cinema italiano che ha visto la nascita di Otto e mezztio e il Gattopardo.
Ma prima di diventare i capolavori che ben sappiamo erano due incredibili scommesse, nonché il campo di battaglia tra due artisti rivali e profondamente diversi: mentre Claudia Cardinale cambiava il capriccio di chi la dirigeva, l'intero contesto culturale italiano si stava preparando a sposa l'una o l'altra visione del cinema e del mondo.
Ecco cos'é la Bella confusione: inseguendo come un detective le figure e gli episodi che hanno fatto la storia, Francesco Piccolo ha setacciato lettere, filmati, appunti e diari, interviste, pettegolezzi, testimonianze.
Perché in questo romanzo diverso da qualsiasi altro romanzo i personaggi si chiamano Marcello Mastroianni, Ennio Flaiano, Sandra Milo, Tomasi Di Lampedusa, Camilla Cederna, Suso Cecchi D'Amico, Burt Lancaster e Pier Paolo Pasolini.
Muovendosi tra il mito e l'aneddoto, la voce inconfondibile dell'autore di il desiderio di essere come tutti, risveglia milioni di ricordi  e ci regala la luce perduta di un'epoca.
Un documentario fatto di parole: la potenza dell'arte, i segreti del cinema, i duelli di un'Italia che non sapremo più immaginare.

Siamo di fronte al racconto di un periodo storico particolarmente florido per l'Italia del dopoguerra. Gli anni del boom, della ripresa, nuove forme di sperimentazione dopo il ventennio di repressione e conformismo del regime... Siamo altresì di fronte a due incredibili personalità: Luchino Visconti e Federico Fellini... ed a due mondi (veri o presunti) che dietro di loro, danno il via ad una disputa che durerà molti anni e vedrà vere e proprie partigianerie, lotte, cattiverie di ogni tipo... ma al tempo stesso, due registi capaci di dare vita ad autentici capolavori, noti tutt'ora a distanza di quasi 70 anni...
Francesco Piccolo riesce a farci cogliere lo spirito del tempo, a farci ridere, sorridere, intristirci e commuoverci.. di fronte a grandi colpi di genio mescolate con grettezze di basso livello... perché dietro ad un film vi sono persone, storie, percorsi...

A proposito di Fellini e di Otto e mezzo:
La scena dell'harem è di una potenza e di uno strazio inarrivabili, perché é un amalgama armonioso di mostruosità e poeticità.
Contiene la mostruosità dello schiacciamento delle individualità, del diritto a essere unico di qualsiasi persona; e contiene la volontà disperata di tenere la vita tutta insieme, il passato e il presente, le storie importanti e lo sguardo sulle passanti, come diceva De Andrè.
Contiene soprattutto il tentativo più audace di sincerità e di autodenuncia, ma nel modo in cui lo concepisce un maschio: assolvendosi, cercando di convincere il mondo che il dolore non è poi così importante; e sopra ogni cosa c'é la volontà di tornare indietro nelle ere evolutive, di tornare indietro nelle ere evolutive, di tornare alla supremazia del maschio.
Ed è esattamente quello che tira fuori sempre, alla fine, un maschio, anche se di talento: la capacità di volgere i suoi gesti verso un giudizio positivo oppure comprensivo. E' un istinto sia profondo sia elementare. Farcela comunque, sempre, lo stesso, per forza, a prescindere, in ogni modo: farcela. Forse con la convinzione del diritto acquisito.
Ma in ogni modo, in qualsiasi modo, farcela.


 

Homo Naledi


Interessante questa serie Unknown... sia per gli argomenti trattati che per la serietà scientifica... insomma siamo lontani anni luce da certe serie televisive ove si finge di cacciare il mostro e si caccia un urletto ad ogni peto di cane..
Stiamo parlando della ricerca delle origini e degli usi di un ominide vissuto 250.000 anni fa e poi sparito a causa (anche) dell'evoluzione, tra gli altri, del Sapiens..
All'interno del complesso claustrofobico di caverne poste in Sudafrica e denominate Rising Star Cave, assistiamo alla scoperta di tumuli funerari, ad una piccola caverna difficilissima da raggiungere ove i morti venivano portati e lì con un probabile rito, affidati all'aldilà... molte delle teorie trovano piano piano riscontro ed è un piacere gioire e soffrire con i ricercatori (Lee Berger tra tutti, a capo della spedizione) nel vedere confermate le loro speranze.
Si arriva alla fine della narrazione e ci si ritrova affezionati a questo ominide, ci si sente legati ad un mondo che non esiste più, che è noi prima che fossimo davvero noi... 

 

Ritorno a Clusone

Se a Novembre dello scorso anno, visitare Clusone era apparsa una gita condita dalla fresca temperatura, quella di oggi appare come una visita al forno del pane... il caldo si fa sentire eccome... e più passano le ore più aumenta... ma è quando decidiamo di scendere verso il lago di Iseo che il calore ci viene incontro con una ferocia senza pari... più si scende e peggio diventa sino a ritrovarci nella piana di Bergamo a 42 gradi pienamente apprezzabili... resta comunque, al netto dei disagi una bellissima giornata ed un luogo davvero meritevole.








 

martedì 5 settembre 2023

Rifugio Farello e altre amene questioni

Provo a narrare questa giornata speciale. Nonostante il tempo incerto, che poi si rivelerà favorevole alle condizioni del tracciato, decido di andare a camminare e, per non sbagliarmi, ritorno alla mia Alpe Veglia. 
Se possibile vorrei arrivare alle Piodelle, un facile 3000 con un bellissimo panorama. Arrivo al Veglia senza incontrare anima viva... vado al primo Albergo per un caffé... nessuno.. nemmeno il gestore... dopo una decina di minuti di vana attesa mi allontano. Al secondo Albergo, per fortuna qualcuno si palesa. una gentile ragazza che mi prepara cappuccio e torta... due chiacchiere e poi adeguatamente rifocillato riparto. Salgo verso il lago Bianco e lo supero... nessun incontro.. intercetto il sentiero per il rifugio Farello e mi rendo conto che le nuvole basse non permettono di salire in quota.. così raggiungo il rifugio e lì pranzo... devo poi dedicare il resto del tempo a pulire il rifugio... incivili e smemorati lo hanno riempito di spazzatura e lì l'hanno lasciata in imperitura memoria... bravi!
Riprendo il mio giro, proseguo verso i successivi laghetti glaciali... dove incontro una famiglia di stambecchi, che con la loro abituale lentezza si muovono alla ricerca di cibo... dopo aver goduto a pieno del momento... è ora di tornare indietro.. la lunga discesa e il tracciato in solitaria mi attendono.
Nel frattempo è uscito il Sole... scalda assai e mi impone di bere e coprirmi di crema solare (che mi va negli occhi e mi fa cristonare)... altri animali sul tracciato... tre camosci, marmotte... ritrovo qualche umano nella piana del Veglia e da li torno alla moto. Giornata spettacolare.
















 

Manuale di co-programmazione