domenica 24 novembre 2013

Warm Bodies - il film

MI è piaciuto. Ottima l'idea di tramutare uno zombie in essere pensante e attribuire all'amore il potere di guarire da ogni male e tornare indietro da ogni situazione. Ottima la narrazione della "non vita" degli zombies, persone strappate dalla vita (ma era veramente una bella vita?) per divenire apatici e trascinarsi qua e la senza significato alcuno.
Metafora dell'odierna società, mette un non splendido John Malkovich in secondo piano (come è giusto che sia) e senza troppo pretendere all'immaginazione costruisce una storia d'amore e di superamento delle diffidenze. Bravi.

Wolverine l'immortale

Prosegue la saga degli X-men, sfruttando il più gettonato dei suoi componenti, il permalosissimo Wolverine.
Tutto ha inizio con un sogno (lo dice anche Briatore che tutto parte da lì) che tuttavia non è altro che il ricordo di un evento passato. 
Dopo lo scontro con un cacciatore di orsi macilenti, a cui inchioda una mano, Wolverine viene raggiunto da una giapponese reduce da una malriuscita seduta dal parrucchiere. Deve accompagnarlo in Giappone per incontrare un soldato a cui ha salvato la vita durante il secondo conflitto mondiale.
Questi nel frattempo è divenuto ricchissimo e al suo servizio ha un altro mutante Viper (una che nella vita ha sempre lavorato al centro antiveleni di Milano) e che appena si avvicina a Wolverine lo priva dei suoi poteri.
Ciò nonostante lui non cede, si scontra con la Yakuza (che al cinema è rappresentata con tatuaggi anche sul buco del culo, un po come i mafiosi nostri sempre rappresentati con coppola e mandolino), con il ministro della polizia, con i ninja, con un robottone di metallo che gli vuole strappare i super poteri.
Rimane memorabile il combattimento sul tetto del treno (rubato a Mission Impossibile) e alcune frattaglie qua e la.
La trasferta giapponese non paga e pure il finale assolutamente incomprensibile.

sabato 23 novembre 2013

Ruggine Americana

Lo sfondo è il disastro americano odierno. Lo spirito è quello della Frontiera, ma la sensazione è più simile a "Furore" di Steinbeck. Scappare, tradire, mentire, uccidere, rubare: ogni opzione è valida pur di sopravvivere al lento affondare nella rinuncia di un intera nazione. Quindi solo Poe, incarcerato ingiustamente trova il coraggio di diventare uomo. E solo Isaac, dopo la fuga riesce a tornare indietro pronto a sostenere la sua parte di colpa. Quello che troveranno è una sorpresa.
Un ottimo esordio per Philipp Meyer e un bel romanzo che riesce a descrivere dalla parte dell'uomo comune il venire meno del mito americano e la fatica necessaria per ritrovare un punto da cui ricominciare.

domenica 10 novembre 2013

After-heart il film

Che accidenti di film può essere un dialogo tra padre e figlio, ove uno sta tutto il tempo seduto a tamponarsi un emorragia alla safena e l'altro corre per la giungla manco gli bruciasse il culo?
Che paura possono fare macachi, tigri con denti a sciabola, sanguisughe, aquile giganti e infine un mostro indefinito se il ragazzino di cui sopra ha sempre la stessa espressione: "mi scappa la cacca e non c'è un posto dove farla"?
Che Shyamalan si prestasse a fingere di dirigere questo film familiare è uno dei misteri che la cinematografia ogni tanto ci riserva. Resta il fatto che il regista de "il Sesto senso" ogni tanto ci casca e firma delle boiate pazzesche.
E dire che il rapporto padre figlio è spesso richiamato nei suoi film, non ultimo "Signs" o "The Village". 
Will padre pare tetanizzato, Will figlio pare tarantolato, la tecnologia utilizzata fa cagare. Vedasi astronave che si sfascia, riserve di ossigeno che si rompono, radiofaro che non ha campo (manco fosse della Wind), armi da pezzenti (ma una cavolo di spada laser no?) i dialoghi sembrano quelli doppiati di Rocky e Adriana da vedere al link.
Speriamo che la prossima vada meglio.

La Torre - Uwe Tellkamp

Ci andai nell'ex DDR. Era il 1991. A due anni dalla caduta del muro e dopo una gita di alcune settimane nella Repubblica dell'Ovest, attraversare l'est fu impressionante.

Un tuffo nel passato, un'arretratezza incredibile. Non ci si capacitava. Come non pareva credibile che l'intero territorio fosse recintato e sorvegliato per evitare la fuga dei suoi abitanti.


Per questo ho voluto leggere questo libro. Un fiume in piena, contente odori, rumori, umori, desideri, pensieri, sogni e tanto ancora, di chi ha vissuto quel periodo, quello Stato, quel regime.
Riassumo una frase per spiegare l'intero testo che consiglio di leggere per la sua forza, come quell'Elba che fa da sfondo alle vicende degli abitanti di Dresda. "Abbiamo creduto che tutti gli uomini, in fondo, fossero buoni, che quando gli avessimo dato da mangiare a sufficienza, una casa, vestiti, allora non avrebbero dovuto più essere cattivi, non sarebbe più stato necessario. Un errore, e quale errore".


venerdì 8 novembre 2013

il Teggiolo

Prima che cali l'inverno e limiti i movimenti mi sono avventurato sulle mie cime. L'avevo pensata per quest'anno: il Teggiolo. E ci sono arrivato! Panorama incredibile. Tempo perfetto. Luce unica. Temperatura primaverile. Una giornata unica. Da ricordare.










domenica 3 novembre 2013

Elysium

Elysium, o dei Campi Elisi è un film del 2013. Nuovo nuovo.
La Terra è preda di un terribile degrado, governata da pochi ricchi, che l'hanno abbandonata per vivere su una stazione orbitante, dotata di ogni confort e di conoscenze mediche in grado di non farli mai morire.
I disperati rimasti al suolo, oltre ad ammalarsi, lavorano come schiavi per creare i robot che li controllano e rendere felici i terrestri che stanno in cielo.
Figlio dell'Obama Care, questo film rimarca una serie di stereotipi e di fobie tutte americane.
L'accesso ad un sistema sanitario gratuito e funzionante, la paura della malattia e della morte, le condizioni di lavoro e di vita disastrose, lo Stato dispotico e sorvegliante, i pochi ricchi che hanno tutto: questo è il continuo richiamo del film, che ottimo nella trama e negli effetti speciali, lascia noi europei in parte increduli, in parte meravigliati, per un mondo che non ci appartiene e che non riusciamo ad immaginare.
Emerge in tutta la sua tragicità il destino di un lumpen-proletariat (sottoproletariato) destinato alla rovina e che con le proprie mani produce lo strumento di potere che lo sottomette.

"Al grido di ammalati di tutto il mondo unitevi" di Marxiana memoria, il nostro "Adamo Primitivo" necessario in ogni film a stelle e strisce per sbrogliare la matassa, (e qui impersonato da un muscoloso ma dannatamente malato Matt Damon alias Max Da Costa) vede trasformarsi in fantasmagorici fuochi d'artificio il tentativo dei poveri di impossessarsi, grazie anche all'informatica (altro recente pallino degli Yankee) del benessere negato.

Jodie Foster e William Fichter riescono in maniera eccellente nel ruolo dei cattivi e vederli morire entrambi non ci rende più allegri ma neanche ci dispiace.
La morale? Teniamoci il nostro disprezzato servizio sanitario nazionale, facciamo la fila nelle nostre ASL, e la prossima volta che ci parlano di disservizio sanitario guardiamo in cielo: non vedendo Elysium tra le stelle potremo tirare un sospiro di sollievo.

Ultra