mercoledì 31 dicembre 2014

Star Trek - Into Darkness

La serie di Star Trek è talmente imponente, così profondamente radicata nella cultura pop degli ultimi trent'anni e certamente talmente nota che, ci si può permettere anche variazioni sul tema.
Certo vi sono delle condizioni imprescindibili!
Prospettiva n. 1 - Non conosco la saga (caso rarissimo), ne ho sentito parlare ma non mi frega nulla (caso raro), l'ho vista a volte ma non mi ha preso (caso strano).
In questi casi, la visione di questo nuovo film risulterà totalmente menomata, priva di una qualsiasi logica e legata al presente. Un buon film di azione e fantascienza ma senza capo ne coda.
Prospettiva n. 2 - Conosco la saga, non ne vado matto, quindi alla visione di questi episodi random rispondo con un "mi pare che andasse in quel modo" o, "ah si, Spok è quello con le orecchie a punta".
Diamine ci sta tutta, chiaramente, ma anche in questo caso, ci perdiamo la maggior parte della logica filmica e dell'eresia voluta da J.J. Abrams. Un vero peccato.
Prospettiva n. 3 - La saga per me è come la Bibbia. Ogni qualsiasi divergenza è una blasfemia. Guai a voi. Il film è comunque molto bello, certo lo vivrete male, molto male... I personaggi non ci assomigliano, la storia non andava così, accidenti che involuzione, gli effetti di fisica teorica (tanto studiati, discussi e confermati più volte non tornano più) e non aggiungo altro.
Prospettiva n. 4 - Conosco la saga, mi è piaciuta, e anzi trovo coraggioso provare altre strade. A dimostrazione che Star Trek è ancora viva e vegeta e permette variazioni sul tema. Ecco io provo a viverla così, senza farmi tante menate ma cercando di capire dove è cambiata e se le modifiche mi piacciono. Può darsi, cari amanti de "L'ira di Khan" in versione originale, che l'idea del presente episodio vi faccia venire qualche mal di pancia.
Unico neo è il nuovo Khan, secondo me poco attinente, niente di personale con Benedict Cumberbatch, ma non è roba per lui.
Nel complesso un ottimo film, effetti speciali ben spesi e trama interessante. Attendo il seguito!
 

sabato 27 dicembre 2014

il Re Scorpione - il film

 
Film del 2002, parte dal successo de "La Mummia il ritorno" per realizzare un episodio tutto suo che poi visto il successo ha dato luogo al seguito 2 e 3.
Il solito despota che vuole distruggere e sottomettere tutti i popoli conosciuti, al suo fianco un indovina che lo rende invincibile. Ma sino a quando? L'incontro-scontro con il futuro Re Scorpione, il muscolare Dwayne The Rock Johnson (wrestler, attore e culturista) lo porterà alla rovina.
Riprende la velocità, il divertimento e il repentino cambio di scene de "La Mummia" realizzando una serie di record che superarono il film da cui prende origine.

Ottima la presenza del mai abbastanza compianto Michael Clarke Duncan nel ruolo di Balthazar il capotribù che pur titubante finisce per unirsi alle forze del Re Scorpione e contribuisce alla vittoria. Un film d'azione come non se ne vedono spesso.

Scrubs - Prima Stagione

Finalmente ho terminato la prima stagione di Scrubs. O meglio peccato! perché mi piace e quindi parto subito a vedere la seconda. Trasmessa nel 2001 in USA e sbarcata nel 2003 in Italia, grazie ad internet ora posso godermela.
Spassosissima. Primo perché fa il verso alle tante (troppe) serie televisive che hanno come punto di forza un ospedale o meglio ancora un pronto soccorso. Mentre qui si lavora su tempi lunghi e nel reparto della noia... la medicina.
Secondo perché se la comicità è la ripetizione di un evento, cambiandone solo pochi dettagli ovvero l'evento a "tormentone" ecco, Scrubs è proprio questo.
Le peripezie di J.D. Dorian e dei suoi amici di stanza e d'ospedale. Le mille sfaccettature di un ambiente crudele ma capace di affetto dalle persone meno credibili. Le torture dell'inserviente (che non ha un nome...) che sanno di bullismo d'altri tempi.
E poi la morte, continuamente in agguato, ma anche accettata come momento di riflessione sui singoli destini. Piacevole.

Amos Oz - Giuda

 
"Non siamo nati per amare più di una manciata di persone. L'amore è una faccenda intima strana e piena di contraddizioni, visto che non di rado amiamo qualcuno solo perché amiamo noi stessi, per egoismo, avidità, desiderio fisico, brama di dominare l'oggetto d'amore e asservirlo; o al contrario, per desiderio di asservirci e essere dominati dal nostro amante, e in fondo l'amore assomiglia moltissimo all'odio e gli è più prossimo di quanto non si pensi normalmente. Ecco, ad esempio, quanto ami o odi qualcuno, in entrambi i casi muori continuamente dalla voglia di sapere dove sia, con chi si trova in quel momento, se sta bene o male, che cosa fa, che cosa pensa, di cosa ha paura".
Tre persone si estraniano dal mondo, ognuno con i suoi motivi, chiusi tra le quattro mura di un vecchio edificio. Stanno tradendo qualcuno o qualcosa? O solo sé stessi? E se invece la loro scelta coraggiosa di stare lontani da tutto e tutti fosse la scelta più coraggiosa?
E Giuda? in un parallelo che si dipana capitolo dopo capitolo, rileggiamo una diversa interpretazione di questo misterioso uomo, che per tutti tradì Gesù, ma che per l'autore era il primo ed unico cristiano, che eseguì gli ordini del Messia e di fronte alla sua morte, al fallimento, si uccise.


venerdì 26 dicembre 2014

World War Z

Una serie di episodi ruotano intorno alla storia narrata, ed ognuno di essi ha una sua finalità, vuole dirci qualcosa.
L'incomprensione degli uomini di fronte al pericolo: l'assalto al supermercato e la violenza che ne segue.
L'impossibilità di comunicare: il muro di Israele, aumentato in modo esponenziale in proporzione alle paure.
Il malato che non viene sfiorato dagli zombie: una sorta di vendetta postuma della sofferenza e di chi viene guardato con sospetto perché diverso e ritenuto contagioso.
La famiglia del protagonista, presto allontanata dal luogo sicuro perché non più utili allo scopo.
Finisce, come al solito, che i veri zombie sono gli umani e allora dobbiamo rifare completamente i conti con la realtà.
Fatte queste premesse, il film è piacevole, ha grinta, scorre senza fronzoli e ci fa gustare senza fronzoli 2 ore di sparacchiamenti, fughe, disastri aerei, battaglie e dispiego di risorse in puro stile Hollywoodiano.
Dopo aver reso piacevole Dracula e giustificata la sua sete di sangue, ci rimangono solo gli zombie e qualche antica leggenda sumera per farci paura. Vediamo di accontentarci.

Grand Budapest Hotel

Non credo vi sia una sola scena di questo film che sia stata girata in esterno.
Fatta la dovuta premessa, non si può rimanere affascinati di fronte a questo film che sa molto di dolce da pasticceria (il colore delle scatole di dolci Mendl's come il color confetto dell'albergo) ma che racconta una vicenda triste in un luogo triste.
Intrigante la serie di flashback che ci riportano indietro nel tempo.
Scopriamo che oggi vi è il ricordo di uno scrittore, che poi ci appare negli anno '80 e ci riporta negli anni '30 con il racconto.
Ed è un racconto di un Europa che certo non esiste più ma che ha conservato sotto altra forma e voce gli antichi tratti di ostilità e pregiudizio.
Bellissima e rocambolesca la fuga dal carcere e la solidarietà tra concierge dei vari Hotel che collaborano per permettere a Monsieur Gustave di difendersi da un torto.
Fantastica Madame D. - alias Tilda Swinton - che pur da morta riempie la scena per tutto il film.
Anche in carcere troviamo persone buone - seppur paurosamente solo apparenza pericolose - e incredibilmente acculturate, mentre fuori i delinquenti, siano essi ricchi sfaccendati o militari in divisa nazista, proliferano indisturbati.
Assolutamente da vedere.

venerdì 19 dicembre 2014

Le origini del male - il film

Cominciamo dal battage pubblicitario: è una storia vera, questa volta è tutto vero!
Al termine del film ci vengono fatte vedere persino le foto dei veri protagonisti.
Tratto da una storia vera (ecco l'inganno, tratto)...
E così assistiamo a questo film che, senza esagerare con gli effetti speciali, ci racconta una allegra storiella di come un indemoniata venga scambiata per pazza salvo poi ripensarci (troppo tardi)...
Noi siamo convinti che sia vero e quindi prendiamo per buona la storia, la trama, i personaggi, ogni sfumatura... e invece...
Tratto da una storia vera significa che: se durante una cena uno parla di fantasmi e io ci faccio un film su quell'evento facendo uscire sul serio i fantasmi, di vero c'é stata solo la cena... rendo l'idea?
Così arrivati in fondo al film e ingannati ancora con le foto dei veri protagonisti (attori vestiti con abiti d'epoca e foto invecchiate) ci incazziamo mica male... Per favore di queste boiate non fatene più. 
Non è il modo di fare cinema, non è il modo di fare informazione, non sono horror, sono prese in giro. Punto!

Un antropologo su Marte - Oliver Sacks

Per nulla semplice inquadrare questo testo. Oliver Sacks (neurologo, scrittore e chimico inglese) ci parla dei suoi pazienti e della difficoltà di essere medico quando il male che devi curare è invisibile.
Diviso in 7 storie, affronta il male da più punti di vista.
E così vediamo passare persone che soffrono di autismo, del morbo di Tourette, che hanno delle fisse, che sono diventate daltoniche (o peggio) che erano cieche e tornano a vedere (o forse no) che sono malate e oltre a saperlo provano ad opporvisi in ogni modo.
Assistiamo al dolore ma anche alla genialità, alla speranza ed alla voglia di farla finita. Quasi un pianeta (Marte) che non riusciamo ad esplorare.
Nulla di più complicato direte voi. Si, ma talmente ben raccontate queste storie, così ben descritte da diventare quasi un romanzo, da farci apprezzare una scienza ed una branchia della medicina di una difficoltà incredibile.
Quale campo minato è il cervello eppure quale spettacolare capacità ha di adattarsi e cercare di rispondere alla difficoltà! Ne consiglio la lettura a tutti coloro vogliano rendersi conto di come "ragiona" il nostro più corpo.

James Maddock

 
Metti una sera a Cantù, al locale "All'una e trentacinque circa" ad ascoltare James Maddock. Filano via una dopo l'altra le sue canzoni, accompagnato da Alex Valle (chitarra, mandolino e non solo). Che dire? Un grande spettacolo, molto intimo, grande attenzione e partecipazione da parte del pubblico in sala. Acustica perfetta. Una chitarra ed una voce che sanno lasciare il segno. 
 

 



lunedì 15 dicembre 2014

Maisons du Monde una gita

Gita a Maisons du Monde. Bello perdersi nelle mille interpretazioni del vivere la casa. Belli i ninnoli e gli arredi proposti. Meno belli i prezzi decisamente elevati. Guardare non costa niente e così mi diverto un sacco. Speriamo che tante belle cose trovino riscontro economico più consono all'attuale crisi dei consumi ed alle vuote tasche degli italici utenti...
 




domenica 14 dicembre 2014

Fateci caso

Fateci caso: appena un opinionista pubblica un articolo a seguire si apre un dibattito. E fin qui nulla di strano, ma ripeto fateci caso, alla terza opinione tutto vira in rissa.
Irrimediabile, deleteria, inutile, scazzante, rissa.
Se l'opinionista solleva un dibattito sui rimedi per uscire dalla crisi, ci sarà sempre qualcuno che proporrà di tagliare la testa, le mani, il ciccio a qualcun altro e peggio comincerà ad insultare gli altri partecipanti al dibattito stesso.
E allora vai di "ladro", "furbo" tu voti per quello, fascista e comunista, sei del PD, voti 5 Stelle eccetera eccetera.
Bagarre da cui ovviamente non solo non si salva nessuno, ma peggio nel polverone più totale finisce la stessa possibilità di trarne un punto di vista e una benché minima idea.
Motivo? Abbiamo perso la capacità di argomentare, smarrito la serenità di dare un giudizio alle cose e non alle persone; abbiamo una tale frustrazione e odio per le opinioni altrui che ne desideriamo le peggio cose...
Altra ottima ragione per non partecipare ad alcun scambio di opinioni. Ci ho provato qualche volta e il risultato è stata una sfilza di insulti gratuiti... se avessi replicato oggi sarei morto.

The Rock - il film

E così ci confrontiamo con "The Rock", film del 1996 e diretto da Michael Bay con un cast di tutto rispetto: Nicolas Cage, Sean Connery, Ed Harris, David Morse e via discorrendo.
Un generale offeso per il comportamento scorretto, tenuto dal suo Paese nei confronti dei marines usati per missioni segrete, decide di usare Alcatraz come base per minacciare il lancio di missili armati con gas mortale.
Contro di lui e i suoi uomini, viene inviata una squadra improbabile, formata dal Dottor Goodspeed (Cage) chimico, Patrick Mason (Connery) spia britannica appena liberata da una prigione americana e marines che però muoiono quasi subito, lasciando campo libero ai nostri due.
Metà del film racconta in parallelo la presa di Alcatraz e la creazione della squadra che deve liberarla (notevole l'inseguimento in auto del riottoso Mason) la seconda parte è un continuo combattimento per evitare il lancio dei missili e rintuzzare gli attacchi reciproci.
Ben congegnato e con molti colpi di scena, benché permeato dei soliti luoghi comuni (marines che agiscono come automi, i buoni che sembrano inservienti del Mulino Bianco) non dà tregua e si giunge al termine della vicenda evitando la minaccia. Boom!

Dolci di Bianca

Altra serie di dolci prodotti da Bianca e in co-produzione famigliare :)
 




S.M. Maggiore - mercatini

Partiamo dal principio: a questo mercatino ci manca lo spazio fisico. Se tu costringi 200 bancarelle in un budello ove ce ne stanno la metà e dove il transito dei pedoni è inferiore ad una pista ciclabile, poi non devi lagnarti se 30.000 persone si trovano a tentare di essere trascinate da una parte all'altra del paese senza riuscire a capire né dove ci si trovi né cosa venga esposto.
 
Ecco quel che è successo: domenica mattina, si decide di andare in montagna dai miei e cammin facendo, nota la presenza concomitante del mercatino natalizio di Santa Maria Maggiore, li ci si reca. E' il più grande del Piemonte, qualcosa vorrà ben dire.
Già dall'uscita di Domodossola la coda di auto si ingrossa, con un serpentone a passo d'uomo che risale la Val Vigezzo. Pur prendendo viuzze laterali, ci ritroviamo all'inizio della predetta valle nel gruppone in salita... Arriviamo al parcheggio e con agile guizzo troviamo un posto libero, subito veniamo assaliti da un imbecille che teme noi si scappi senza pagare i 3 euro di sosta... Dopo una breve ma intensa lite e pagato il dovuto (a cui non intendevamo sottrarci, sia chiaro) ci incamminiamo.
 
Una bolgia senza pari ci attende, un carnaio umano che mentre procede, cerca di capire in quale girone infernale si è cacciato. Si aggiunga che, una volta infilatisi nel budello, non vi è modo di uscirne, impossibile anche solo voltarsi.
 
 Anche i cani si guardano intorno sbigottiti, e non aggiungo altro.

A confermare l'inferno ecco il fuoco.

domenica 30 novembre 2014

Maleficent

Mettiamola così: gira che ti rigira, gli uomini escono distrutti da questa rilettura di una delle più antiche e amate fiabe di tutti i tempi: "La Bella Addormentata".
Una lettura fatta dal punto di vista della strega cattiva, che poi cattiva non è, o meglio non era, sino a che un uomo non la inganna e le toglie le ali.
Ma si sa, i cattivi loro malgrado hanno una punta di bontà imprescindibile, che spunta fuori quando meno te l'aspetti e che ci fa ben sperare nel doveroso finale.
Finale che non è un "e vissero tutti felici e contenti", si perché solo alcuni vissero e solo alcuni altri furono infine felici e contenti.
Non gli uomini, non il principe azzurro, buttato fuori in malo modo dalla porta dopo aver maldestramente dimostrato l'assenza di amore (e che amore poteva essere se non quello falso falsissimo delle fiabe?) necessario a risvegliare con un bacio Aurora!
Begli effetti speciali, richiami ecologici e pseudo pagani, a tratti si va oltre, alla fine si piega sul "solo l'amore di mamma può salvarci" e via di questo passo.
Re Stefano un violento, folle, infingardo e approfittatore, le fate una massa di cretine, Aurora buona per decreto e tonta quanto basta. Solo Malefica si salva e piega il film a suo favore, e noi pur tra mille distinguo e spiazzati dalla rilettura della fiaba, non possiamo che stare dalla sua parte. Amen.
 

Necropolis

E se tutto il percorso, compiuto dagli interpreti di Necropolis, non fosse altro che un viaggio allucinato a ritroso nella coscienza e nei suoi stati di percezione della realtà, che solo il sottosuolo, metafora del grembo materno può dare?
E tutto il girovagare, inoltrarsi, girare in tondo, perdersi e scoprire, null'altro che la metafora della vita e dei suoi errori, cui l'uomo deve in qualche modo rimediare?
Ancora una volta, un susseguirsi di riprese "telecamerine" o "telecameresche" trasformano la percezione della realtà in altro, in lontano e vicino, in terribile e morboso, e così la ricerca della pietra filosofale, capace di trasformare gli oggetti in oro, ma anche di garantire vita eterna, diventa pretesto per un triplice percorso: nella storia, nella percezione della realtà, nel proprio io e nei suoi incubi.
Non siamo in fondo tutti noi in viaggio nella caverna, grotta o cunicolo che è il vivere quotidiano?
E non siamo noi soli, di fronte agli altri ma prima di tutto di fronte a noi stessi?
La mia è una delle molte letture possibili in questo film che mescola storia e scienza, mito e realtà, sogno e incubo.
Si, un buon film e buone recitazioni ove non è scontato neppure il finale, anche se percepiamo che per salvarsi è necessario guardarsi dentro.

sabato 22 novembre 2014

il libro delle parabole - Per Olov Enquist

"E' dunque questo essere umani il senso stesso della vita?"
"Fuori soffia la tempesta, dell'estate chiude la porta, per chiedere e cercare è tardi ormai. Forse amo meno di un tempo, ma sempre più di quanto saprai mai". Tove Janbson.
 
Aveva promesso di non raccontarlo mai a nessuno, allora era solo un ragazzino, ma adesso, giunto sulla riva del fiume che ha già chiamato tanti amici all'altra sponda, incalzato dalle domande rimaste senza risposta, Enquist capisce che quella donna incontrata nell'estate del 1949 è il cuore del romanzo che non è mai riuscito a scrivere.
Un romanzo d'amore.
Che cos'é l'amore? Un estasi dello spirito e del corpo, quel corpo negato dalla fede severa della sua infanzia e la cui scoperta improvvisa é stata un'esperienza mistica, rivoluzionaria, l'inizio di una ricerca più alta e tormentata di libertà che lo ha accompagnato per tutta la vita, tra l'angoscia del peccato, il richiamo della perdizione e il fascino per quella ribellione assoluta che é la follia.
Di qui il bisogno di ritrovare i modelli che hanno "marchiato a fuoco" la sua esistenza e raccontarli in nove parabole, fulminanti, crude e senza veli come è concesso alla poesia biblica: il mistero del taccuino del padre mai conosciuto che conteneva solo versi d'amore, la zia eroica che in punto di morte ha osato rinnegare il Dio che non l'ha mai ascoltata, la bisnonna che per 34 anni ha scritto sui muri il suo dolore e che quanto le hanno tolto la penna ha continuato con un chiodo.
E quella sconosciuta gentile e sola che, nel lontano 1949 gli ha aperto le porte della sua stanza più intima dove i segreti proibiti dell'amore si intrecciano a quelli dell'immaginazione, convertendolo alla religione della vita e della scrittura. (tratto dal libro).
 

 
 
Un romanzo d'amore, il sottotitolo di questo "mémoire". E di amore si parla certamente, ma anche di sofferenza, di fede, di pazzia, di morte, di rimpianti, di speranza.
E' un autobiografia in terza persona. Un modo per guardarsi da fuori, senza sconti, senza giudizi.
Spesso si vira nell'immaginifico, nell'onirico, nel libero pensiero a cui con fatica il lettore deve arrendersi, attendere che il volo si interrompa e riprenda il filo degli eventi.
Nove Parabole, come Nove sono i fogli strappati dal diario del padre. Da chi? Non si sa, forse la madre, che non poteva accettare alcuni passaggi (forse poesie) descritti nel testo, tentando di bruciarlo e poi pentendosene solo parzialmente.
Una dietro l'altra scorrono le descrizioni di amori, spesso solo immaginati, in un caso vissuto sino in fondo e divenuto momento di aiuto e conforto per tutta la vita o sconforto per non averlo più rivissuto.
In un epoca in cui tutto sappiamo della meccanica sessuale, questo testo ci colpisce per la profondità dei sentimenti che accompagnano l'atto. Mai volgare anche quando descrive il rapporto.
Profondo e difficile, lisergico, folle, grondante speranza ma anche domande prive di una risposta.
Un amore talmente forte da farne blasfemia e paragonarlo a quello della Maddalena per Cristo.

mercoledì 19 novembre 2014

Dracula Untold








Mi piace pensare che il cinema sia fatto (soprattutto) per sognare.

Accostarsi diversamente a film come Dracula Untold sarebbe un’occasione sprecata per mettere il cervello in stand-by e godersi un sano giro sulla giostra della fantasia, quindi lasciate perdere velleità intellettuali e sparatevi quest’ora e mezza di sangue, amore e morte. Non necessariamente nell’ordine.

Chiariamo subito che di untold - non raccontato - c’è ben poco. Dracula è già stato proposto come personaggio storico, collocandone le vicende in un contesto che non lascia spazio a canini affilati, aglio e pipistrelli svolazzanti. Sono anche disponibili spiegazioni razionali di come sia nato il mito del vampiro. Se vi piace l’idea troverete parecchi libri sull’argomento.

Viceversa, se preferite sbavare su Luke Evans che tocca tutti i tasti dell’immaginario romantico/erotico femminile (e non solo, perché no?), lasciatevi trascinare da questo drammone che, se non brilla per originalità della storia, rifulge di colori ed ombre che strappano più di un sospiro.

E’ chiaro che siamo ancora nel genere “quant’è bello essere dannati”, ma evidentemente si tratta di un brivido proibito al quale l’umanità non riesce proprio a rinunciare.

Per rompere l’incantesimo, e sentirvi dei pirla, basta ricordare a voi stessi che girare solo di notte e succhiare sangue forse non è poi così esaltante come il cinema vuol farci credere.
Ma come reagireste se, mentre il sole tramonta su una moderna capitale europea, vi abbordasse Luke Evans – aridaie! – e, citando lo straziante verso di un’antica poesia d’amore, vi invitasse a bere qualcosa?

... e se poi non è un drink... che importa?



Questo post è un contributo di Ezia, ospite del mio Blog.

lunedì 17 novembre 2014

domenica 16 novembre 2014

Liberaci dal Male

Film del 2014, principale interprete Eric Bana, nel ruolo del poliziotto costretto a fare i conti con il Demonio. Di brutture è pieno il Mondo e di questo ne è ben consapevole Ralph Sarchie un poliziotto di N.Y. che a causa del lavoro ha sempre meno tempo da dedicare alla famiglia e affronta con durezza eccessiva i criminali che gli si parano davanti.
E' in una di queste uscite che incrocia qualcosa di strano, scritte sui muri, gente pazza (o posseduta) e un prete (strano pure lui) che gli si presenta e sostiene che Ralph abbia un dono: quello di riconoscere il male.
Horror particolare, che sa mescolare un ottimo poliziesco, scene d'azione, sangue e sudore necessari per fare il proprio dovere di sbirro e mettere in gabbia i cattivi e l'incontro con il Demonio, quello cattivo, quello che ha bisogno di un sano esorcismo per metterlo in gabbia.
Si aggiunga una famiglia da difendere e la necessità di affrontare le proprie debolezze ed il gioco è fatto.
Forse si dilunga sull'esorcismo, ma serve a far capire che, ancora una volta e manco servisse dirlo, mai scherzare con i demoni Assiro-Babilonesi, sono quelli della peggior specie.
 

venerdì 14 novembre 2014

Muffins Bianca


Oggi Bianca si è lanciata in una super creazione culinaria. Ecco il risultato !

Joe Speedboat - Tommy Wieringa

"Il giovane Jeo Speedboat arriva come una meteora a sconvolgere la cittadina olandese di Lomark, intrappolata tra il lento scorrere del fiume e lo schermo antisuono dell'autostrada a confine con la Germania.
Eroe puro e solitario, outsider geniale, con quel nome assurdo che si è dato da sé, Joe è una vera forza centrifug da cui sorgono idee che mettono in movimento cose e persone, un concentrato di volontà e immaginazione che contagia presto i suoi nuovi amici.
Primo fra tutti Fransje, che in seguito ad un terribile incidente non può più muoversi né parlare, ma come un samurai che ha lasciato la spada per la penna, con il solo braccio che può usare scrive la cronaca delle favolose avventure in cui lo trascina Joe.
Moderni Huckelberry Finn e Tom Sawyer i due scuotono il letargico paesino con invenzioni di ogni sorta: bombe, macchine da corsa, addirittura un aeroplano per sorvolare un giardino e sbirciare una vicina naturista.
E insieme affronteranno il passaggio dal mondo degli dei e degli eroi dell'adolescenza a quello degli uomini.
Lieve e profondo, divertente e drammatico, appassionante romanzo di formazione che racconta il superamento dell'innocenza e incarna in Joe Speedboat la volontà di, la tensione verso, la ricerca delle risposte che forse ciascuno può trovare solo dentro di sé, nel tentativo di andare oltre il proprio destino, di osare essere dei sognatori". (tratto dal libro).


Se Lomark è il villaggio da cui tutti vogliono andarsene (e alcuni ci riescono) resta il fatto che, tutti vi abitano e ne hanno bisogno per legittimarsi con il resto del Mondo.
Succede così che i personaggi di questo bellissimo "romanzo di formazione" nel loro processo di crescita, pur tendendo all'evasione, fanno del loro spazio originario la base e lo sfondo per le loro avventure.
Si giunge così alla storia nella storia, quando Fransje, reso paralitico da un incidente, si aggrappa con le unghie e con i denti a Joe Speedboat, ragazzo iperattivo che renderà il piccolo villaggio vittima delle sue follie.
Le sue avventure finiranno nei diari di Lomark, scritti da Fransje e sarebbero destinati ai futuri lettori se non capitasse l'amore o qualcosa che ci assomiglia ad anticiparne i contenuti.
Si diventa grandi sfidando il prossimo a braccio di ferro (con l'unico braccio sano), si parte per l'Africa con una ruspa, si vede fuggire l'acquisito patrigno con una feluca che dall'Olanda arriverà in Egitto, si costruisce e si fa volare un aereo per vedere la vicina naturista (salvo poi restare delusi delle sue nudità).
E poi c'è l'amore o forse è altro, fa poca differenza, a Lomark con i suoi canali e il mutare delle stagioni, anche unirsi a qualcuno ha i suoi tempi e modi.
Fa ridere questo romanzo, ma fa anche riflettere e tocca punti di profonda verità. Perché l'uomo, da qualsiasi parte lo si osservi è sempre lo stesso dalla notte dei tempi.

martedì 11 novembre 2014

Ender's game

Eccoci a dare un giudizio su "Ender's Game", film di fantascienza del 2013.
Trasposizione cinematografica del libro "il gioco di Ender" di Orson Scott Card, scritto nel 1985.
In un lontano futuro, una società umana all'avanguardia deve fronteggiare un invasione aliena (o forse no) e nel dubbio si prepara alla guerra.
Per farlo utilizza giovani particolarmente dotati, con giochi di simulazione e clima da caserma.
L'ambientazione cambia di continuo, portando il nostro giovane Andrew Ender Wiggin a salire i gradini del comando, sino a comandare l'intera flotta spaziale umana.
Ma dove finisce il gioco e inizia la realtà? Lo scoprirà a sue spese, il buon Andrew, non prima di essersi scontrato con il colonnello Hyrum Graff alias Harrison Ford.
Non vi svelo il finale, che comunque non è per nulla scontato. Un ottimo film, ove anche certi cliché passano in secondo piano grazie alla scenografia ed all'impostazione generale della trama. Si rivede volentieri anche Be Kingsleyov ovvero il Comandante Mazer, vero idolo dei terrestri (e già interprete tra gli altri de il cattivone in Prince of Persia). Buona visione!

Ultra