sabato 20 marzo 2021

La salute nella corsa


Da oltre dieci anni, La clinica del Running, fondata da Blaise Dubois è diventata un istituzione, a livello mondiale, nella gestione e nella prevenzione degli infortuni legati alla corsa.
E' il punto di riferimento di migliaia di professionisti della salute e della attività fisico formanti (e spesso trasformanti) da Blaise Dubois e da tutta la sua squadra.
La salute nella corsa propone una rigorosa sintesi delle conoscenze scientifiche in quest'ambito.
Una visione che mette in discussione le vecchie credenze, che non esita a cambiare le pratiche in voga e stravolgere le cattive abitudini.
Questo libro rappresenta uno strumento clinico con solide basi scientifiche ma accessibile a tutti.
E' un manuale di 496 pagine di conoscenze ricche e dettagliate, ottimo sia per gli specialisti che per il grande pubblico.
Un libro chiaro ed esaustivo, che Blaise ha scritto insieme al giornalista Frédéric Berg.
Un libro destinato a tutti, da chi vuole iniziare a correre fino al professionista.
Solo in anni recenti abbiamo assistito in Occidente, alla diffusione su larga scala della corsa come pratica sportiva, sebbene essa abbia rappresentato un'abilità indispensabile per l'evoluzione dell'uomo questo libro ci spiega che è possibile correre senza farsi male, che la corsa migliora la salute fisica e quella mentale.
Una cinquantina di esperti, di atleti, di ricercatori internazionali hanno contribuito ad arricchire questo manuale con le loro preziose indicazioni.
Correre significa vivere con una salute migliore. E significa anche vivere più intensamente.

Appassionato dalla corsa, che pratico ogni volta che mi è possibile, mi avvicino con curiosità a questo testo che, come altri, raccoglie e condensa la summa delle informazioni utili sulla attività sportiva per eccellenza... la corsa, azione connaturata alla natura umana, da sempre meccanismo per difendersi o attaccare e, con il crescente benessere delle nostre società, valvola di sfogo alla letargia, alle cattive abitudini e modo per stare in salute sino a tarda età..
Ne ho tratto molti spunti utili, la messa in discussione di argomenti che davo per noti (l'idratazione, lo stretching, i metodi di allenamento, i vari dolori e dolorini, la tipologia di scarpe ideale)... scandito dai vari argomenti ed intervallato da interessanti intervisti a big del settore, questo testo può dare veramente molto a chi ha voglia di ascoltare...

 

La cartografia e i sistemi informativi per il governo del territorio


Le Regioni e i Comuni sono stati chiamati a svolgere sempre più numerosi e complessi ruoli nel campo della gestione del territorio; e a questi compiti si è sempre più legata la necessità di dotarsi di strumenti conoscitivi utili ad attuare il controllo dei processi decisionali e della efficacia degli interventi.
In questo ambito si inseriscono anche i nuovi compiti di produzione cartografica (nel panorama assai articolati ma confuso) e il crescente interesse per l'acquisizione operativa di sistemi informativi da parte degli Enti Locali e di quanti operano a livello politico, amministrativo e tecnico nell'ambito della pianificazione territoriale e urbana.
A questa crescente richiesta di compiti gravosi non sempre ha corrisposto un'adeguata dotazione di risorse tecniche e strutturali, mentre le Regioni si trovano nelle condizioni di esercitare poteri molto penetranti e incisivi di non facile applicazione ma, anzi di natura assai complessa.
Col termine "complesso" si vuol fare riferimento alla complessità propria del "territorio" e della sua attività di governo.
Il territorio infatti è definito, nell'impostazione metodologica e culturale a cui si fa riferimento, un sistema reale che ha natura unitaria ma composta da elementi eterogenei che coesistono in un certo spazio: il territorio è dunque un sistema complesso e non può che essere complesso un sistema informativo che vuole essere la sua rappresentazione e il cui fine è essere strumento di governo.
Le più diverse discipline e campi di attività intercorrono nella definizione e realizzazione dei sistemi informativi territoriale e la specializzazione mono-disciplinare, così diffusa nella cultura moderna non offre un valido aiuto e supporto. (tratto dal libro)

Testo acquistato nell'ormai lontano 1988, in occasione della preparazione all'esame di Progettazione Architettonica 1. Allora si era ai primordi del riconoscimento dell'importanza dello studio del territorio e della rivalutazione di Topografia e digitalizzazione, oggi si sono fatti passi da gigante e grazie alla potenza dei computer, della rete, dei satelliti, permette conoscenze e progettazioni allora impensabili..
E' importante conoscere il territorio? Assolutamente si, è indispensabile. Ed è per questo che occorre conoscere gli strumenti che lo consentono... padroneggiarli e saperli leggere criticamente, per trarne i dati utili per fare urbanistica, progettazione, ecologia... agricoltura... insomma per vivere bene e meglio sul nostro Pianeta.

 

domenica 14 marzo 2021

L'ultimo Samurai


L'asse portante del film "L'ultimo Samurai" è certamente dato dall'incontro/scontro tra due culture che non si conoscono e sono tanto tanto diverse... ma non al punto da non saper riconoscere il valore reciproco... quello che accomuna l'americano Algreen, capitano del 7° cavalleggeri.. in preda all'alcool per sopportare le nefandezze compiute e il capo dei samurai Katsumoto, che in lui vede qualcosa... il resto è fatto da combattimenti, strategia, un mondo in cambiamento e un protagonista capace di prendersi tutto lo spazio possibile...
La conoscenza della cultura giapponese, la necessità di espiare le colpe nel genocidio indiano, la possibilità di avere una nuova vita... questo mix ben rappresentato tiene in piedi tutta la tensione del film.
Bello? Assolutamente si? Didascalico? Molto... forse lungo... però ne vale la pena. 

 

sabato 6 marzo 2021

E li chiamano animali


Pochi giorni or sono ho accompagnato a morire Cindy. Non é retorica dire che qualcosina di me l'ha accompagnata nel paradiso degli animali... certamente l'affetto che mi ha donato in questi anni, la fedeltà, la compagnia silenziosa, le richieste gioiose. I mille bellissimi ricordi.
Un cane è come un bambino, è modellato dal padrone e ne modella a sua volta il comportamento... in uno scambio di dare e avere... mentre si addormentava e poi smetteva di respirare ho sentito un pezzetto di me andarsene... mi piace pensare che mi ha preceduto nel viaggio che ci riporta alla Terra... lì dove la ritroverò... ad aspettarmi con l'affetto di sempre... 

Bronson

Cosa è Bronson, se non la pura e semplice rappresentazione esagerata di sé stesso? E non è forse meglio essere primo in Gallia che secondo a Roma? E quindi Bronson eccelle in carcere (ma anche fuori) in quello che gli riesce meglio, la violenza in primis e l'esaltazione di sé stesso. Lo fa con il suo corpo, con l'arte, con la forza, con le botte anche quando conosce già l'esito della tenzone, botte, botte e prigione dura... L'involuzione di Bronson (magicamente interpretato da un muscolare Tom Hardy) verso il primitivo, verso la propria icona fatta di machismo, di forza, di anarchia assoluta contro il sistema è tale che i poliziotti, che pure sono tanti, menano e gli stanno intorno, appaiono come piccole comparse... come ad esempio, rapito il suo maestro d'arte in prigione, chiede musica per il suo rilascio... si, ma a modo suo... Geniale!




 

giovedì 4 marzo 2021

Blade Runner - Final Cut

La magia di Blade Runner sta tutta racchiusa in questi ultimi fotogrammi magicamente interpretati. L'androide che vuole vivere, per non disperdere nel nulla il suo vissuto, la sua esperienza, il suo aver visto è in tutto e per tutto uguale al suo omologo umano (noi) che posti di fronte alla morte non ne capiamo la logica... la rifuggiamo, dopo tanto vivere perché ci appare ingiusta. Perché morire dopo aver tanto imparato? dopo aver capito tante cose, tante esperienze, tante persone... perché? Forse solo perché l'unicità, la breve durata, la certezza della fine, ne fanno una cosa preziosa, unica e da rispettare. Blade Runner è questo. Oltre ad un film come se ne vedono pochi.
 

Punti di vista...


Ci sono le montagne, peraltro in una zona a me sconosciuta. Ci sono gli amici. La meteo è perfetta. Eppure qualcosa non torna... ma cosa? Risparmiandovi la descrizione del viaggio... lungo, lunghissimo... eccomi alla base della salita e, in attesa di capirlo comincio a salire... la temperatura è alta e, benché noi si sia orientati a Nord, non ho nemmeno bisogno dei guanti pesanti.
Comunque saliamo, prima su una stradina innevata, poi tra boschi ed infine tra rocce e neve sempre più alta... il panorama si allarga ed arriva il sole a donare un tiepido benessere... a colorare l'intorno...
Ben presto il gruppo si sfilaccia, ci sono i testa-bassa... quelli per i quali la cima è l'unica ragione di vita. Se fossimo in mare mi apparirebbero come una barca che si allontana mentre i naufraghi si aggrappano ai legni... e questo mi rappresentano alcuni dei partecipanti... veri naufraghi... qualcuno piange, qualcuno si impianta... e non va più né avanti, né indietro... qualcuno dei "forti" si lascia impietosire e torna indietro, qualche altro outsider va per perigliosi pendii, ad un certo punto, più che una comitiva, pare un esercito in rotta... un Anabasi da raccontare... diventa una cosa alla "si salvi chi può"... ecco, improvvisamente capisco cosa non va... ho sbagliato la visione delle cose... io sono totalmente in errore. Questa non è una gita collettiva, non è un gruppo di amici in montagna... è una somma di individualità che si muove... ognuno con i suoi pensieri, ognuno con idee diverse... ognuno a modo suo... cerca di raggiungere la meta... a qualcuno nemmeno nota... cerca un motivo qualsiasi per andare da qualche parte...
Mentre il pensiero divaga, ed il gruppo dilaga, mi avvicino alla cima, oramai chi c'é c'é, degli altri nessuna traccia... il telefono non consente risposte... ci si riferisce, si narra, siamo alla novella, alla leggenda... "ma tu li hai visti?"... "erano lì, tizio era la, sotto il pendio, dietro la cresta"... boh.... fortuna che non è una cosa seria... cominciano le recriminazioni... "ma gli avevo detto di andare qui e non la"... "ma perché non ha aspettato Tizio, ma perché Caio non capisce?"... già ma capire che cosa esattamente?
Raggiungo la vetta, i pochi eletti stanno già girando il dovuto safari fotografico necessario a riempire la pagina social... Facebook oggi donerà panorami immacolati... nel frattempo arranca qualcun altro... scendiamo... giù a rotta di collo per recuperare uomini ed onore... giù a rotta di collo, perché l'atto è compiuto, il coito raggiunto e insieme alla tristezza - post coitum omne animal - il pensiero che forse non tutto è andato come doveva andare... si costruiscono così le rispettive euristiche... quelle che consentono di cancellare il fondo di amarezza che una simile giornata può donare...
L'esito; raggiunta la base, è da manuale... le recriminazioni si sprecano, i distinguo, le variabili, le frecciate, i musi lunghi... c'é tutto. Meno quello che dovrebbe fare bella una giornata simile.











 

Manuale di co-programmazione