venerdì 29 dicembre 2017

Topolino

Peggio di Mc Donald, Peggio di Zio Sam, In tutto il globo, non si può prescindere dal conoscere il più famoso dei personaggi Disney... ne ho parlato in passato QUI ed oggi ci ritorno con questo libro (edito da L'Espresso) che racconta la storia del nostro eroe e delle sue origini... Potrà non piacere, potrà apparire Yankee, ma è divertente e geniale...
 

 
"Topolino esordisce nel 1928 nel cortometraggio Stamboat Willie, per poi divenire il topo più famoso del mondo, simbolo di onestà e coraggio.
Questo volume si apre con una memorabile avventura del Topolino anni trenta di Floyd Gottfredson Mickey è impegnato a disinfestare la casa dei fantasmi con Paperino e Pippo, e mentre loro tremano lui scopre le attività criminali che quella messinscena nasconde.
Le altre tre storie, più recenti e di scuola italiana, dimostrano come Topolino sia una maschera universale, capace di vivere in mondi e situazioni differenti: Romano Scarpa (su testi di Guido Martina) lo ritrae in un'avventura colma di suspense in cui fa rivivere alcuni grandi personaggi di Gottfredson, come Macchia Nera ed Eta Beta.
Giorgio Cavezzano lo ingaggia con tutta la banda Disney per una strepitosa rivisitazione di un film cult della storia del cinema in questo Casablanca, Topolino ha il ruolo che fu di Humprey Bogart e Minni quella di Ingrid Bergman; a Pippo tocca cantare As Time Goes By.
La fantapolitica domina la storia di Alessandro Sisti e Massimo De Vita: Gambadilegno trucca i risultati elettorali e diventa dittatore di Topolinia. Anzi, pardon: di Gamba City".

Orto Aperto

Aperto ad ogni novità: al mondo, un mondo di arte e cultura. Intrigante.
"Si può parlare d'arte senza montare in cattedra?
Si può illustrare un'opera celeberrima facendone scoprire aspetti nuovi e sorprendenti?
Tutto è possibile quando la voca è quella di Federico Zeri.
Ricercatore avventuroso e intelligente, rigorosamente non accademico, Zeri ci offre con Orto Aperto, una nuova raccolta di saggi in cui la sua eclettica e vasta cultura si trasforma in arma di fascino impareggiabile.
Nell'analisi di Zeri, appassionato itinerario dai capolavori dell'età classica a quelli di oggi, passato e presente si fondono in una visione quanto mai ampia e approfondita.
L'opera d'arte diventa un punto di contatto tra uomini e società diverse e lontane nel tempo.
Inoltre, forse grazie alla sua cultura, che supera i confini della storia e della critica d'arte, o forse grazie alla prontezza con cui lo sguardo sa cogliere ciò che davvero conta nella realtà, ma più di tutto per merito di una fulminea capacità di sintesi, Zeri raduna in queste pagine stimolanti riflessioni su argomenti disparati, anche su fatti per nulla imparentati con l'arte, nei quali, tuttavia, egli coglie un riverbero sufficiente per tornare al suo tema prediletto.
Orto Aperto è davvero un libro esemplare a ogni pagina offre stimoli alla riflessione e informazioni di prima mano.
Un libro stupendo non solo per gli appassionati di arte ma anche per chi è semplicemente attento al bello e al brutto della realtà che ci circonda".

mercoledì 27 dicembre 2017

Virgole per caso

Punto virgola due punti: Metà del libro é inutile per chi non parla inglese. La restante parte fa riflettere. Scaldarsi per la punteggiatura é snob.
Tuttavia, possiamo essere d'accordo con l'autrice, nell'affermare che, citando un giornalista: "la punteggiatura è un atto di cortesia volto ad aiutare i lettori a comprendere l'articolo senza difficoltà".

"Nella redazione de mitico New Yorker, il dissidio andava in scena ogni giorno.
Se il caporedattore scriveva che i colori della bandiera americana sono "rosso, bianco, e blu", il suo collaboratore ribatteva che si doveva scrivere "rosso, bianco e blu", d'un fiato, perché il peso di tutte quelle virgole avrebbe impedito alla bandiera perfino di sventolare.
Potevano litigare per ore per una virgola.
Uno le avrebbe infilate ovunque.
L'altro lo accusava di soffrire del "complesso cronico dell'inciso".
Di gustosi aneddoti (per una virgola contestata i protestanti non vanno in Purgatorio), enigmatici equivoci (Graham Green creò un irrisolvibile mistero sul suo testamento per una virgola aggiunta sul letto di morte), clamorosi errori (un punto alla rinfusa determinò la invasione del Transvaal) e divertenti, acute annotazioni, è pieno zeppo questo insolito pamphlet inglese sulla punteggiatura, che si è rapidamente trasformato nel più inaspettato e clamoroso dei best-seller, provocando recensioni entusiastiche e considerazioni sociologiche.
Stanca di rabbrividire leggendo testi in cui punti, virgole, due punti, punti e virgola e apostrofi erano messi a casaccio, Lynne Truss ha lanciato il suo grido di battaglia: tolleranza zero per gli errori di punteggiatura!
Scoprendo con stupore, nel pieno dell'era di Internet e degli sms, un insospettabile passione per gli eterni enigmi che una virgola può sollevare". 

Calendario - Cattabiani

Lo scorrere del tempo: prospetto delle festività con il richiamo alle celebrazioni del passato, ma temo che il temperamento da baciapile dell'autore ne abbia impedito la realizzazione...
 
 

"Ogni calendario riflette la storia, le tradizioni, la religione di un popolo: sul filo dei giorni si snodano infatti miti e leggende, riti e usanze, spesso frutto di tradizioni millenarie.
Lo confermano, in Occidente, molte ricorrenze, la Festa di San Giovanni, per esempio, il 24 Giugno, con il suo corteo di balli, canti, pratiche magiche e purificatorie, la "follia doverosa" del Carnevale e del Capodanno, l'atmosfera euforica dei giorni del solstizio invernale, il Natale e l'Epifania.
Persino i cibi preparati in tali occasioni tengono conto di usanze antichissime, dalle "ossa dei morti" del 2 novembre alle uova pasquali, al panettone natalizio.
In questo libro Alfredo Cattabiani ripercorre il nostro calendario per ricostruire l'origine, il significato e la funzione delle nostre feste religiose e profane.
E lo fa seguendo il ciclo del Sole, dalla sua rinascita simbolica al solstizio di inverno fino al suo declinare nello autunno: un percorso scandito dalle grandi ricorrenze che segnano i diversi periodi dell'anno e da memorie di santi che hanno un importante funzione calendariale, da San Nicola a Santa Lucia e Sant'Antonio Abate, da San Giorgio a San Giovanni Battista, da Sant'Anna a San Michele e San Martino.
Ogni lettore può partecipare al viaggio servendosi di una modernissima mappa, il calendario, che in origine era il libro dei crediti (Kalendarium) dei banchieri e dei prestatori di denaro, così detto perché alle Kalendae, ovvero al primo giorno del mese, si dovevano pagare gli interessi.
Quello proposto in queste pagine non è però solo un percorso storico-simbolico e folkloristico, ma anche un "viaggio celeste", perché alle radici del calendario vi è una visione astro-logica basata sull'osservazione delle stelle e dei pianeti specie del Sole e della Luna, e molte feste cristiane in particolare il Natale e la Pasqua sono collegate ai Solstizi e agli Equinozi".
 

martedì 26 dicembre 2017

L'talia e i suoi invasori

Come l'orso sul miele:   Questo vuole raccontare il libro, volendo intendere la debolezza insita nel nostro piccolo stivale.


"Con il termine generale "invasori", usato in modo estensivo e per un arco cronologico che va dalla fine del mondo antico alla formazione dello stato nazionale, questo libro fa riferimento a esperienze e vicende molto diverse che si sono svolte nella nostra penisola.
Violente e distruttive invasioni di popolazioni provenienti da lontane aree geografiche, insediamenti di principi stranieri, aggregazione di Stati della penisola e monarchie composite aventi il loro centro di potere e di interessi in altri Paesi, movimento di studenti e intellettuali verso i grandi centri medievali e rinascimentali della nostra cultura, formazione di comunità di profughi politici e di vittime delle persecuzioni religiose e razziali.
Il racconto di Arnaldi che é scorrevole, incisivo e sgombro dai luoghi comuni come si addice ad un'opera di alta sintesi, propone una riflessione complessiva sull'influenza che le "invasioni" hanno avuto nella storia di Italia.
E' sorprendente che, attraverso un intreccio così fitto di fattori eterogenei e contrastanti, si sia formata una fisionomia dell'Italia con ben definiti caratteri propri e originali.
Indubbiamente, una storia così complessa e tormentata ha favorito incomprensioni di vario genere.
Ma la finale e liberatoria creazione dello Stato Nazionale, nel 1861, non si spiegherebbe senza la forza di una identità profonda e sostanziale, acquisita e maturata nel corso dei secoli".
 

La Storia dell'arte raccontata da Gombrich

La continua evoluzione dell'arte.


la a minuscola).
Lo scorrere dei periodi storici e stilistici segue con chiarezza di contenuti e di immagini, peccato che la mia edizione riportasse immagini in bianco e nero e di piccole dimensioni.  

 
"Questo libro è rivolto a tutti coloro che sentono la necessità di un primo orientamento nel mondo singolare e affascinante dell'arte.
Vuole mostrare al principiante il panorama generale senza confonderlo con i particolari; spero di metterlo in grado di far fronte senza smarrirsi all'abbondanza di nomi, periodi e stili.
Tranne la decisione di limitare il numero dei termini tecnici, scrivendo questo libro ho tentato di seguire un certo numero di regole:
La prima di queste regole é stata quella di non parlare di opere che non potessi mostrare nelle illustrazioni.
La seconda regola è stata quella di limitarmi ad autentiche opere d'arte, eliminando tutto quanto fosse solo interessante come esempio di gusto o di moda.
La terza regola richiedeva anch'essa un lieve sacrificio. Mi impegnai a respingere ogni tentazione di originalità nella mia scelta, affinché capolavori conosciutissimi non fossero esclusi per far posto alle mie predilezioni personali.
Una regola ancora ho seguito in questo spinoso compito selettivo: nel dubbio ho preferito sempre discutere un'opera vista nell'originale piuttosto di quella che mi era nota solo attraverso fotografie.
La mia ultima regola é stata, inoltre, quella di non attenermi ad alcuna norma assoluta, ma di derogare a volte da quelle che mi ero proposto, lasciando al lettore il divertimento di scoprirmi in contraddizione.
Non possiamo sperare di comprendere un opera d'arte se non siamo in grado di immedesimarci in quel sentimento di liberazione e di trionfo che l'artista deve aver provato di fronte all'opera compiuta". (Liberamente tratto dalla prefazione).
 
 
 

lunedì 25 dicembre 2017

Punta Larescia

 
E arrivò anche il Natale e l'ultima uscita dell'anno... Questa volta si va in Svizzera, sulla Punta Larescia... il gruppone si infittisce e saremo parecchi a salirci... oltre a quelli che troveremo sulla cima!
Tracciato di tutto relax, comincia dal parcheggio dell'auto, messa in un angolo della strada cantonale e risale una pista per motoslitte su facile pendio, sino al rifugio... con diverse divagazioni nel bosco su piste sempre ben evidenti.
Dopo poco il panorama si apre, si intravedono radure e baite ben tenute (siamo in Svizzera) e arriva il sole a crogiolarci...

Che cime spettacolari! e che voglia di salirle tutte....
Baita da riccastri...
e Baite da meno ricchi...
L'Adula...
bellissimi canali di risalita... facili e divertenti...
il panorama è sempre più ampio....
Beppe in azione...
altro bellissimo canale, rocce e neve...
eccolo laggiù... il nido d'aquila....
ci avviciniamo e il cubo argento mi incuriosisce ed attrae!

 
Ed eccoci all'interno... ottimo riparo per cambiarsi, scaldarsi e rifocillarsi... godendosi il panorama da un punto di vista insolito...
Ben presto lo spazio si riempie... e ci pigiamo per bene!
Alla fine si esce per far posto agli altri e per riprendere il percorso... si va al rifugio!
Eccoci pronti a scendere...
Giro ad anello, anche per godersi ulteriori bellissimi scorci...
e via sino alla nostra tappa più bassa, dove nutrirci e poi verso casa! Auguri a tutti!!!
 

La via incantata

Un gran bel libro! Bravo Marco Albino Ferrari, nel mescolare abilmente le carte... la vita di Giacomo Bove, il sentiero Bove, il racconto di una certa Italia (quella di Salgari e De Amicis), la ricerca delle informazioni per costruire il libro, quelle per preparare la traversata della Val Grande, quella per raccontare come la Riserva é nata...
Non è facile, quando si scrive un libro, come quando si prepara un buon piatto in cucina... non bastano gli ingredienti... bisogna saperli mettere al momento giusto, curare la cottura, aggiungere o togliere al momento opportuno! e poi la presentazione... In questo caso, pur riprendendo tante informazioni già note, quello che ne esce, non è una pietanza riscaldata.
Perché una cosa va detta: se gli Americani del Nord, hanno West e ci hanno costruito il mito, noi abbiamo le Alpi, che non sono da meno.
 
"Perché fuggiamo dalla civiltà per scegliere la solitudine, la semplicità di una vita nei boschi o fra le montagne?
E' a questa domanda che vuole dare risposte Marco Albino Ferrari, mettendosi in ascolto del suo desiderio per i grandi spazi naturali, per un silenzio lontanissimo dal nostro tempo.
L'avventura che vive e racconta in queste pagine cariche di emozione si svolge a pochi passi dalle nostre città, in Val Grande, fra Piemonte e Lago Maggiore, luogo insidioso, ostile, popolato dai fantasmi di una società pastorale svanita fra rocce e tronchi.
Sul sentiero Bove, prima alta via storica d'Italia dedicata all'esploratore Giacomo Bove, l'autore muove i suoi passi e la sua narrazione: un'escursione impegnativa e ormai quasi dimenticata in un teatro della "potenza della natura che riprende ogni cosa".
Come Bove, durante le sue esplorazioni bloccato nello stesso biancore artico che aveva ossessionato Edgard Allan Poe, Ferrari nella natura selvaggia cerca l'ignoto, la paura di smarrirsi e la nostalgia di quel timore una volta recuperata la sicurezza.
E ricostruendo la vicenda di Bove (morto suicida a 35 anni) l'autore incrocia figure inattese: Emilio Salgari, il comandante Nordenskiold, Edmondo De Amicis, il naturalista Mario Pavan.
Storie di isolamento, di una prigionia degli elementi che fanno riscoprire una libertà più profonda, perché sulla via incantata si basta a sé stessi".


domenica 24 dicembre 2017

Se non ora, quando?

Abituati al Levi narratore di fatti realmente avvenuti, alle terribili storie da lui vissute, facciamo fatica (ma solo per un istante) ad immaginarci un Levi narratore di romanzi... Qualcuno storcerà il naso! Ma come? Sfrutta la fama, raggiunta narrando eventi così drammatici, per far pubblicità ad un romanzo? Per inventarsi un lavoro magari remunerativo? Chi conosce Primo Levi, chi lo ha letto e capito, sa che non è così e non lo è mai stato. Levi fa di ogni racconto, scuola di vita... in modo lieve, come è nella sua persona, donandoci vera poesia. Leggere per credere.
 


Con questo romanzo - epopea, Primo Levi ci dà un quadro nuovo dell'Ebraismo dell'Europa Orientale, presentato non più nelle realtà delle piccole città - ghetto galiziane o russe, ma in quella epica, in parte ancora ignota, delle brigate partigiane durante la seconda guerra mondiale e delle loro lotte, spesso d'avanguardia, spesso su due fronti, per la conquista di una patria, di una dignità e identità sino allora negate.
Nelle avventure di una di queste bande si combinano fra loro i lineamenti di quanti, russi, polacchi e al tempo stesso ebrei, ebbero nella guerra partigiana la drammatica occasione di ricostruire se stessi, di riscattarsi, di affermarsi.
Nella neve e nel fango avevamo trovato una libertà nuova, sconosciuta con uomini amici e nemici, con la natura e con l'azione; se non ora, quando avrebbero potuto agire da protagonisti?
Nelle paludi impenetrabili e nei deserti di neve della pianura russa si spostano personaggi competitivi ma stretti fra loro da vincoli fraterni, da affetti e da passioni civili e selvaggi, mossi da bibliche certezze e insieme autoironici, disperati da Dio.
Il loro itinerario parte dalle foreste della Russia Bianca e, attraverso incontri, separazioni, battaglie, si snoda in un intrico di avventure attraverso la Polonia e la Germania, fino alle vie della vecchia Milano, in una terra finalmente ospitale.
Venato di comicità sottile, mai incline a compiaciute descrizioni pur nell'affrontare talvolta situazioni cruente, Se non ora quando? è il primo romanzo a pieno tiolo di Levi".


La Tregua

Esistono molti modi per narrare un'Anabasi, un ritorno a casa. L'abbiamo scoperto con il testo principe, scritto da Senofonte, lo ritroviamo oggi con il testo di Levi che segue "Se questo è un uomo". E' evidente, ancora una volta, come i ritorni siano odissee terribili, che portino ad un esame dell'animo umano, perché è la sconfitta che ci interroga, è il ritorno a casa che ci pone di fronte alla nostra vita... cosicché anche i piccoli episodi divengono momento di riflessione.
 
"Sono nato a Torino nel 1919, da una famiglia moderatamente agiata di ebrei piemontesi.
Esistono molti modi diversi di essere ebrei: dalla piena osservanza delle regole religiose e delle tradizioni, fino alla indifferenza totale e alla accettazione del modo di pensare e di vivere della maggioranza.
Per me, essere ebreo significava qualcosa di vago, non propriamente un problema: significava una tranquilla consapevolezza della antichissima storia del mio popolo, una sorta di incredulità benevola di fronte alla religione, una tendenza spiccata verso il mondo dei libri e delle discussioni astratte. Per tutto il resto non mi sentivo diverso dai miei amici e condiscepoli cristiani, e mi sentivo a mio agio in loro compagnia.
Nel 1938 furono proclamate le leggi razziali in Italia.
Non erano provvedimenti gravi come quelli in Germania, tuttavia separavano gli ebrei dal resto della popolazione, riaccendendo i ricordi tristi dei ghetti.
Alla caduta del fascismo nel 1943 salii in montagna e i aggregai al movimento GIUSTIZIA E LIBERTA'... venni catturato.. Nel febbraio 1944 venni consegnato nelle mani dei tedeschi.
L'odio contro gli ebrei aveva trovato in Hitler il suo profeta e banditore e lui milioni di collaboratori obbedienti e volenterosi.
Iniziò il programma di sterminio nazista.
Si costruirono impianti speciali, nuove macchine della morte capaci di sterminare migliaia di creature umane in un'ora con gas tossici come si fa con i topi nelle stive.
Dopo Se questo è un uomo, libro scritto senza sforzo e senza problemi con l'impressione che quelle cose si scrivessero da sole.
Dopo quel libro, quell'esperienza così estranea al mondo del mio lavoro quotidiano, l'esperienza dello scrivere, del creare dal nulla, del cercare la parola giusta.... Avevo ancora molte cose da narrare: non più cose tremende, fatali e necessarie, ma avventure allegre e tristi, paesi sterminati e strani, imprese furfantesche dei miei innumerevoli compagni di viaggio, il vortice multicolore e affascinante dell'Europa del dopoguerra, ubriaca di libertà e insieme inquieta nel terrore di una nuova guerra.
Sono questi gli argomenti di La Tregua, il libro del lungo viaggio di ritorno.
Credo si distingua agevolmente che esso è stato scritto da un uomo diverso: più vecchio di 15 anni, più pacato e tranquillo".

giovedì 21 dicembre 2017

il Partigiano Johnny

il Partigiano Beppe: Non vi è dubbio alcuno nel riconoscere l'autobiografia nel romanzo cardine della Resistenza. il Partigiano Johnny ha il coraggio di descrivere in modo a tratti picaresco come si sentivano gli uomini di quel sciagurato periodo. Le scelte di chi decise di stare dall'una o dall'altra parte e le motivazioni - a volte profonde altre futili. bellissime e avventurose le pagine che descrivono la fuga dai rastrellamenti e il vivere in montagna durante l'inverno. Un fantastico romanzo.

Di Fenoglio ho già raccontato qualcosa in Una Questione privata, I ventitré giorni della città di Alba e durante la visita di Alba.


 
 "Il Partigiano Johnny è riconosciuto come il più originale e antiretorico romanzo italiano sulla Resistenza.
La storia è quella del giovane studente Johnny, cresciuto nel mito della letteratura e del mondo inglese, che dopo l'8 settembre decide di rompere con la propria vita e di andare in collina a combattere con i partigiani.
Una storia simile a quella di molti altri giovani e di molti altri libri scritti sullo stesso argomento.
Ma Fenoglio riesce a dare alle avventure e alle passioni di Johnny una dimensione esistenziale ben più profonda e generale.
Come ha scritto Dante Isella nel saggio che accompagna questa edizione, "il romanzo di Fenoglio è come il Moby Dick nella letteratura marinara. La sua dimensione etica dilata lo spazio e il tempo dell'azione oltre le loro misure reali", grazie anche a una continua invenzione linguistica".
 
 

il Mugnaio Urlante

Un ululato vi sommergerà: a ululare, sconvolgendo i vicini - e i cani dei medesimi. Quanto basta per farlo rinchiudere in manicomio nonostante le sue evidentissime prove di buon senso e capacità logiche - Kunneri è piuttosto uno stralunato alla Benigni - e l'altrettanto evidente prova di folle malvagità da parte del circondariato. Questo il mio commento fatto a suo tempo su Anobii  a questa fantastica terza fatica di Arto Paasilinna. Di quel che accade dopo é giusto tacere, ma chi conosce lo scrittore sa che ne succederanno di tutti i colori.
 

"Se la normalità, la mediocrità, la rinuncia ai sogni, l'accettazione di imposizioni e compromessi che tutti i protagonisti di Paasilinna rifuggono, Gunnar Huttunen è l'incarnazione stessa di quella fuga: spinta alle estreme conseguenze.
Quando compare, con il suo aspetto di gigantesco trampoliere, nel villaggio sperduto nelle foreste del Nord della Lapponia e decide di comprare e rimettere in funzione il vecchio mulino delle Rapide della Foce, i contadini del vicinato ridono di lui, prendendolo per pazzo.
Chi mai potrebbe lanciarsi in un progetto tanto assurdo e smisurato, se non un folle?
E anche se dovranno loro malgrado arrendersi all'evidenza dell'impresa riuscita, quello stravagante individuo dagli entusiasmi travolgenti, capace di incantare per serate intere i giovani del paese con le sue imitazioni di animali e uomini e i suoi numeri da circo, venuto a turbare con la sua indomita vitalità gli equilibri della ristretta comunità, rivela un difetto che li conforta nella loro diagnosi precoce: nei momenti di tristezza, Gunnar ulula.
Sono appunto le notti passate in bianco per via dei suoi ululati a fornire ai compaesani l'alibi per mettere in pratica quell'unica liberatoria idea che hanno maturato: rinchiudere in manicomio l'imprevedibile disturbatore.
E' con la complicità di altri più o meno "fuorilegge", il portalettere Piltisjavi, distillatore clandestino di grappa, la vecchia guardia municipale Portimo e la tenera e adorata consulente orticola Sanelma Kay Ramo, che il mugnaio braccato si rifugia nei boschi, eremita innamorato e pieno di risorse, che si batte con tutto sé stesso per difendere la propria libertà.
Sotto il ritmo avvincente e lo humour esilarante delle avventure, Paasilinna sa far vivere la natura, raccontare un delicato amore, nascondere la sua satira corrosiva alla reale follia della società, al cinismo, all'ipocrisia, all'indifferenza di cui sono malati i "normali", sa creare degli indimenticabili "puri di cuore" che, forse, salveranno il mondo".

La peste nella storia


La storia dei virus, quella della medicina, quella dei tentativi (spesso falliti) di contenere le pandemie. Questo è il testo di Mc Neill e non solo! Come le malattie hanno cambiato la storia, hanno determinato la fine o la sopravvivenza di un popolo e di una civiltà (si pensi ai popoli americani prima di Colombo. Ed infine il collegamento tra malattia e diffusione, colta solo con grande fatica e base dei successi che hanno permesso all'umanità di progredire.
 
"Malattie come la peste, la sifilide, il colera, il vaiolo la malaria, hanno sterminato l'umanità per millenni.
La peste decimò l'esercito ateniese durante le guerre del Peloponneso; le epidemie hanno per secoli condizionato la storia della Cina; le pestilenze importate dalle lontane zone di confine furono componenti fondamentali del declino dell'Impero Romano; la peste nera fu un flagello di estensione europea nel XIV secolo, mentre il vaiolo nel Cinquecento, costituì l'arma decisiva che permise a Cortés e al suo piccolo esercito di soli seicento uomini di sottomettere un impero di milioni di persone; l'epidemia influenzale del 1918 mieté più vittime della stessa Guerra Mondiale.
William Mc Neill in questa sua densa ricerca porta alla luce e analizza una ricca messe di dati e di testimonianze sul ruolo delle epidemie e delle pestilenze nella storia delle civiltà, mostrando come la loro diffusione abbia influito sulle vicende dell'umanità di ogni tempo".

mercoledì 20 dicembre 2017

Hesse - Racconti

Un Hermann Hesse più intimo. Racconti che si dispiegano per oltre cinquant'anni di vita. Piacevoli resoconti del quotidiano che completano i grandi romanzi di un grande premio Nobel.
 

"E' sempre il paesaggio dell'interiorità, al di là del netto risalto autobiografico di parecchi racconti, osserva Ferruccio Masini nella sua introduzione a questa raccolta, a costruire la linea di fondo di una scrittura che svaria dal quadretto di genere, dal gusto dei ritratti di sapore vagamente impressionista, alla sapienza di percezioni pittoriche dei mutamenti e delle estasi stagionali, dal registro ironico con cui vengono padroneggiati scorci di dialogo e pause di meditazione.
La vasta gamma espressiva e tematica dello scrittore tedesco ha modo, infatti, di dispiegarsi in questi suoi racconti, forma letteraria alla quale si è dedicato a lungo e con perseveranza.
La raccolta che presenta in tutto ventitré racconti, è divisa in due parti.
La prima copre l'arco di tempo che va dal 1919 al 1935 e comprende racconti quali Dentro e Fuori (scritto nel decisivo anno 1919) e la Lezione interrotta (fortemente autobiografico).
La seconda parte, che interessa gli anni dal 1900 al 1909, riporta tra gli altri il pittore di Brahm (tra le pieghe di un infelice amore è rappresentato l'arco di un esistenza di artista) e Dal carteggio di un poeta (viva invenzione di salace umorismo)".


I sommersi e i salvati

"Se comprendere è impossibile, conoscere è necessario, perché ciò che è accaduto può ritornare, le coscienze possono nuovamente essere sedotte ed oscurate: anche le nostre". Primo Levi
 

A differenza di "Se questo è un uomo", in questo testo - l'ultimo, prima della prematura fine - Levi affronta i tanti perché... va cioè oltre il semplice narrare (peraltro con una prosa eccelsa) andando a toccare nervi ancora scoperti... perché qualcuno è morto e qualcuno no? perché non vi fu ribellione? come funzionava realmente un tale sistema gerarchico, basato sul male? tutte domande che necessitavano di una risposta... e che questo testo riesce a dare, o almeno a far intuire.
 
"Quali sono le strutture gerarchiche di un sistema autoritario e quali le tecniche per annientare la personalità di un individuo?
Quali rapporti si creano tra oppressori e oppressi?
Chi sono gli essere che abitano la "zona grigia" della collaborazione?
Come si costruisce un mostro?
Era possibile capire dall'interno la logica della macchina dello sterminio?
Era possibile capire dall'interno la logica della macchina dello sterminio?
Era possibile ribellarsi?
E ancora: come funziona la memoria di un'esperienza estrema?
Le risposte dell'autore di "Se questo è un uomo" nel suo ultimo e per certi versi più importante libro sui lager nazisti.
Un saggio imprescindibile per capire il Novecento e ricostruire un'antropologia dell'uomo contemporaneo".

Ciaspolata all'Alpe Solcio

 
Che dire? La fine dell'anno si avvicina e una capatina in montagna è d'obbligo. Se non altro per provare le ciaspole, il fiato e sgranchire le ossa...
Capita così che una mattinata di dicembre, consenta di unire l'utile al dilettevole e di ricavare una breve tregua al can can quotidiano, riassaporando tempi e modi più consoni alla mia natura.
Fuggo, scappo, mi rifugio nei miei pensieri... mentre salgo su questa lunga e lieve strada, che non prevede difficoltà o pericoli di sorta... ma solo una buona gamba e voglia di respirare aria buona.
 

Eccoci così sul tracciato che da Maulone porta all'Alpe Solcio... Un'autentica autostrada, con tantissima gente che la risale... addirittura un gruppo di Babbo Natale (oltre 15) che, anche per via della stazza, arranca sul percorso innevato....
Salgo tenendo un buon passo e senza però esagerare... godendomi l'ambiente, il sole caldo, il vento che porta fiocchi di neve... un piacere per l'animo... così raggiungo la mia meta... una tazza di the... un veloce panino e via si ridiscende... per tornare al quotidiano... con il cuore colmo di immenso.






Patagonia Express

Racconti di una vita:  Ogni vita ha qualcosa da raccontare, figuriamoci quella vissuta da Sepulveda a dir poco avventurosa. I personaggi incontrati nel suo viaggio non sono da meno, e così la natura che li accompagna, anche quando è estrema come nel sud del Mondo. Bellissimo, toccante, commovente, divertente. Che altro aggiungere?
 
"il diario di viaggio di Sepùlveda in Patagonia e nella Terra del Fuoco: un libro in cui personaggi leggendari rivivono sullo sfondo di una natura indimenticabile.
Riflessioni, racconti, leggende e incontri che si intrecciano nel maestoso scenario del Sud del Mondo, dove l'avventura non solo è ancora possibile, ma è la dimensiona quotidiana del vivere".
 
La Patagonia, il Sud del Mondo, sono terre che hanno da sempre affascinato l'europeo in cerca di avventura o in fuga dalla civiltà... al riguardo bellissimo sono i testi di Chatwin (Qui e Qui) così come un fumetto che consiglio a tutti i miei lettori (Qui). Luoghi lontanissimi ed isolati... Luoghi ove perdersi per sempre...

Grande Città Violenta

Pochi eroi é meglio di un eroe?  Riuscire a far ruotare intorno ad un distretto di polizia e più persone un racconto come questo é un ottima idea.
Non c'é dubbio che il detective Carella é quello che emerge come il principale interprete della storia. Tuttavia l'idea della squadra e delle storie che si inseguono ed intersecano tra loro é originale e piacevole al tempo stesso. Bello!
 
"A New York devi guardarti le spalle. Tutto può succedere in qualsiasi momento e in qualsiasi posto.
La città é grande, mostruosamente grande, e irriducibilmente violenta.
Mentre a Grover Park, a pochi isolati dall'87° distretto, viene ritrovato il cadavere di una graziosa ragazza, i telegiornali della notte riferiscono degli ultimi successi di Cookie Boy, un abilissimo topo d'appartamenti che firma ogni colpo con una scatola di biscotti al cioccolato.
I detective Carella e Brown si mettono al lavoro e scoprono che la ragazza del parco è una donna dall'insospettabile passato, mentre gli investigatori Meyer e Kling setacciano i banchi dei pegni di Isola, nella speranza di trovare una pista che li conduca a Cookie Boy.
Nessuno però sa che uno di loro  nel mirino di un uomo forse alla ricerca di una vendetta da tempo attesa.
Un romanzo di Mc Bain meravigliosamente imprevedibile, in una metropoli che non conosce regole".


martedì 19 dicembre 2017

il lupo della steppa

Poteva forse, Hermann Hesse, sottrarsi dall'indagare l'eterno dilemma, l'eterno scontro tra il bene e il male, l'eterna battaglia tra ragione e istinto? Certo che no! E infatti eccolo qui, "il lupo della steppa" a raccontarci del come in ognuno di noi alberghi questo dualismo e di come la nostra vita sia un tendere, ora da una parte ed ora dall'altra... e di come, a volte, la ragione soccomba a favore dell'istinto. Ma possiamo ragionevolmente soccombere? Leggete la storia di Harry Haller (che casualmente mutua le iniziali dell'autore... e capirete.
 

"Questo libro, la più audace opera di Hesse, è un atto di accusa contro il suo tempo, una critica della decadenza della civiltà occidentale e svolge, come nota Mittner, "con un procedimento quasi espressionistico il tema della lotta fra la bestialità e la santità di un'anima di eccezione", fra l'istinto e la ragione, la sensualità e lo spirito.
Hesse esemplifica questo contrasto nel destino del protagonista, Harry Haller, un intellettuale sulla cinquantina che riconosce nella sua individualità due modi di essere: da un lato l'uomo, cioè un mondo di pensieri, di sentimenti, di cultura, dall'altra il lupo, cioè un mondo di istinti selvaggi.
Ma non è vero che sui due versanti opposti si collochi tutto il bene e tutto il male, giacché le due anime racchiudono un'infinità di varianti nelle quali l'uomo nasconde in sé anche le meschinità piccolo - borghesi e il lupo la forza auto liberatrice degli impulsi primordiali.
Il rifiuto di Hesse della civiltà industriale e la riscoperta dei valori dello spirito, hanno consacrato il rinnovato successo fra i giovani del Lupo della Steppa riletto in una chiave nuova più che mai attuale".

lunedì 18 dicembre 2017

L'uomo romano

Mica facile parlare dell'Uomo Romano! E di quale Romano poi staremmo parlando? di Romolo e Remo? dei sette Re di Roma? Degli Orazi o dei Curiazi, di Giulio Cesare? di Caligola? di Vespasiano? di Pompeo? di mille e mille altri nomi, di mille epoche... e chi ci riesce! Allora, andiamo a leggere questo bellissimo libro, diretto e coordinato da un grande storico, Andrea Giardina. E scopriamo che l'uomo romano non è solo l'imperatore o il condottiero, ma il povero, il cittadino, il soldato, il sacerdote, lo schiavo e perché no? Anche il nemico, che di volta in volta si è scontrato con la potenza di Roma. Un impero che ha suscitato paura, odio, ma anche tanta ammirazione.
 

"Il politico e il cittadino, il soldato e il sacerdote, il contadino, lo schiavo il liberto, il mercante, l'artigiano, il povero, il bandito: figure di Roma delineate da autorevoli studiosi del mondo romano, coordinati da Andrea Giardina.
Dopo il successo de L'uomo Medievale a cura di Jacques Le Goff, de L'uomo del Rinascimento a cura di Eugenio Garin e dell' Uomo Egiziano a cura di Sergio Donadoni, questo nuovo volume sull'Uomo Romano traccia un grande affresco della società romana attraverso nuove prospettive.
Ricercare l'identità dell'uomo romano significa innanzitutto indagare nel labirinto della società più complessa che sia esistita prima della Rivoluzione Industriale.
Come in ogni labirinto, smarrirsi è facile, ma la ricerca serve a superare alcuni luoghi comuni e a verificare l'insospettata validità di altri.
Serve soprattutto a scoprire che, come in un gioco di mille specchi, il volto dell'uomo romano é cangiante quanto lo sono i punti di osservazione".


domenica 17 dicembre 2017

il giuoco delle perle di vetro

Ho deciso, per questo e per il precedente libro di Hesse, di usare come sfondo il paginone principale de "La Lettura". Perché? Semplicemente per evidenziare il legame tra due medium, il libro ed il giornale, fortemente legati, ancor più nell'era informatica, in modo indissolubile.
A maggior ragione, un inserto culturale settimanale... che parla di libri e di tutto ciò che ruota intorno ad essi... nonostante un asfittico mercato italiano... che vede un continuo calo dei lettori.... e poi, mi piaceva l'accostamento cromatico!
 

"Definito dallo stesso Hesse un Alterswerk, opera cioè della vecchiaia, sorta lentamente, quasi distillata goccia a goccia, dopo il riflettere e meditare di mesi e mesi per scrivere una riga.
Il Giuoco delle perle di vetro ha rappresentato per l'autore il modo di misurarsi col Nazismo e dargli una risposta.
L'elaborazione del romanzo ha significato per Hesse, "procurarsi una boccata di aria respirabile in mezzo al gas velenoso".
Scritto nel corso di dodici anni, dal 1931 al 1943, il libro consta di tre parti: l'introduzione del curatore, la vita di Josef Knecht, gli scritti da lui lasciati.
L'introduzione spiega l'origine, la storia e la funzione del Giuoco e rappresenta, secondo Hesse, la chiave per la comprensione del romanzo, scritto in più bozze.
Anche altri abbozzi e note sull'opera in generale - rimasti allo stato di frammenti - testimoniano l'intensità con cui Hesse aveva affrontato in quegli anni il problema del rapporto dell'intellettuale con la società nazista e i più pressanti problemi politici del suo tempo.
Il corpo centrale del romanzo espone in dodici capitoli la biografia di Josef Knecht futuro maestro del Giuoco, narrata da un amico che vive a Waldzell.
Alla biografia di Josef Knecht si collegano i suoi scritti, cioè le poesie composte fra i diciotto e i ventiquattro anni e le tre vite (Lebenslaufe), in cui egli immaginava di essersi reincarnato.
Il libro deve comprendere più esistenze dello stesso uomo che visse in epoche diverse sulla Terra o che crede di aver avuto queste esistenze.
Il mago della pioggia è ambientato in una comunità primitiva al tempo del matriarcato, circa 20.000 anni fa.
il confessore, leggenda ambientata nel periodo degli eremiti della Tebaide.
La terza vita - una vita indiana - ambientata nell'India induista;
La quarta vita ; impegnò molto Hesse, che si diede a studi particolari sul sorgere del pietismo, sentendosi quasi costretto a una "revisione del nostro retaggio religioso".
Lo scrittore però sentiva che l'opera però non gli riusciva e nell'Ottobre del '34 decise di sospendere la stesura della quarta vita.
Ci sono rimaste due redazioni, scritte l'una in terza e l'altra in prima persona, entrambe frammentarie che sono state pubblicate ne la prosa inedita nel 1965.

Ultra