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giovedì 28 dicembre 2023

The Batman


Ci sarà sempre un Batman a cercare di porre rimedio ai torti subiti, non importa se è una città sfigata come Gotham dove, guarda caso, piove sempre, i malvagi girano imperterriti, rispettati come Dei (mi sembra assomigli a qualcosa di già visto) e le strade sono tutto meno che sicure.
Aggiungi la brutta scoperta che il padre non è poi quello stinco di santo per cui abbiamo dedicato la nostra vita alla vendetta e redenzione... ed ecco che il film è fatto... con tutti i limiti del caso, ovvio.
Nel complesso, derivando da un fumetto, la trama regge e gli attori sono piacevoli nella loro apparente follia, il finale latita e oltre due ore di visione sono davvero troppo per una trama che riprende un Edipo un poco stantio e privo di vervè.

domenica 26 febbraio 2023

Zerocalcare - No sleep till Shengal


Il viaggio raccontato in questo libro ha avuto luogo tra la primavera e l'estate del 2021. Da allora due spinte contrapposte hanno viaggiato in parallelo. Da una parte l'autonomia si è ulteriormente strutturata per rispondere alle necessità della popolazione, nel quadro più ampio dell'organizzazione di una società più equa ed egalitaria.
Dall'altra, gli attacchi a quest'esperienza si sono moltiplicati su tutti i fronti.
I droni turchi hanno intensificato i bombardamenti contro obiettivi civili e contro personalità riconosciute dall'Amministrazione Autonoma.
Alcune delle persone disegnate in questo libro sono state uccise. Le operazioni militari dell'esercito turco contro la guerriglia sulle montagne irachene rappresentano la prima tappa necessaria e propedeutica alla invasione di Shengal e del Rojava.
Sul fronte interno, anche i Peshmerga del Kurdistan iracheno hanno tentato di rioccupare posizioni di quel territorio, finora senza successo.
Nei giorni in cui questo libro viene ultimato, tra giugno e luglio 2022, si è consumato quello che è stato definito l'ennesimo tradimento occidentale ai danni del popolo curdo. Non sono però mai stato troppo convinto dell'uso del termine "tradimento", che lascia intendere un vincolo di fiducia che in verità mi pare non ci sia mai stato...
E infatti per avere l'assenso del premier turco Erdogan all'entrata nella Nato di Svezia e Finlandia, é stata accettata una sere di condizioni che, al di là della loro applicazione immediata, sembrano essere la premessa e un via libera all'occupazione su vasta scala del Rojava nel Nord della Siria da parte della Turchia, nel tentativo di spazzare via l'esperienza del Confederalismo Democratico e di riportare indietro le lancette della Storia....

Vita difficile quella dei "comici", dei "fumettari"... costretti a svolgere il ruolo che a loro non compete... far riflettere con strumenti che dovrebbero appartenere a ben altro ambiente... eppure, poi riuscire a dimostrare di riuscirci perfettamente. Uno di questi è certamente Zerocalcare, nome d'arte dell'arezzano Michele Rech, oramai famosissimo ai più per la sua capacità di rappresentare - e far ridere - su sentimenti altrimenti scomodi... la guerra in Medio Oriente ed il dramma delle minoranze stritolate tra Stati autoritari è uno di questi.

 

martedì 29 novembre 2022

A figura intera


Milo Manara racconta se stesso.
La propria arte e la propria vita, l'infanzia e la gioventù, l'amore per il disegno e il travolgente incontro con il fumetto, la gavetta nei tascabili sexy, il sessantotto, gli insegnamenti e l'amicizia con Hugo Pratt, il "Maestro".
E l'affermazione come Autore ammirato in tutto il mondo, specialmente grazie alla raffigurazione di un corpo femminile entrata nell'immaginario collettivo.
Una storia in cui il fumetto incontra anche il cinema, in particolare quello di Federico Fellini, con il quale Milo Manara realizza storie e condivide progetti e sogni.
La confessione sincera e appassionata di un autore che sa essere testimone del proprio tempo, accompagnata da vignette, bozzetti, manifesti e fotografie.
Un'autobiografia che soddisfa la mente e lo sguardo.

Al netto dell'incredibile grafica dei disegni di Milo Manara, la sua biografia é godibilissima e racconta la nostra società negli ultimi 50 anni... l'incontro con personaggi incredibili, come Hugo Pratt, Fellini, Pazienza ed altri arricchisce la storia con gustosi episodi. Davvero piacevole.

 

lunedì 17 gennaio 2022

The House

Tre racconti, che molto ma molto si avvicinano al genere Horror.. ed anche se i protagonisti sono pupazzi... persone nel primo episodio, topi nel secondo e gatti nel terzo, la paura si sente eccome... la casa, perché sempre lei è la protagonista, fa spavento con una serie di rimandi e richiami... con blatte che sono quasi sempre presenti... con rumori sinistri... dal patto satanico del primo episodio, alla trasformazione del protagonista nel secondo (una regressione a bestia che fatichiamo a comprendere, avendo oramai assimilato il topo ad essere umano)... alla incombente alluvione nel terzo..
I lavoro è pregevole, anche se, a mio giudizio, il primo episodio è quello che maggiormente inquieta vedendo la nascita dell'abitazione e scorgendone il maleficio che ne alberga le fondamenta... Ottimo esempio di animazione... non è la Pixar e non sono le solite fatine ghiacciate tipo Findus.

martedì 4 gennaio 2022

Joker


E' politica degli ultimi anni, quella di dare una forma, un volto ed una storia ai "cattivi" di turno.
Antagonisti e facce speculari dei supereroi buoni, i cattivi svolgono un ruolo fondamentale, quello di voler portare il caos, il disordine, l'anarchia o un nuovo ordine... Il cattivo di turno, il Joker, cerca il riscatto ad un'infanzia di dolore, abbandono, abusi e cosa brutte brutte brutte...
Assistiamo così, in questo crudo ma bellissimo film, alla genesi di Joker, l'uomo che, desideroso di far ridere il prossimo, si accorge che la società non solo lo rifiuta, ma se deve ridere, lo fa a spese sue, del suo desiderio... finiamo quasi (dico quasi) per immedesimarci nella sua metamorfosi... e anche se non ne apprezziamo il finale, dobbiamo parteggiare per questo povero personaggio, che diviene lupo tra i lupi... Batman, che a causa della morte dei genitori, diventerà il paladino dei poveretti, in fondo è l'altra faccia di una stessa medaglia... quella di un mondo che vivrebbe benissimo senza entrambi... meditate gente, meditate...

 

mercoledì 13 gennaio 2021

Paperinik

Che a nessune venga negata la possibilità del riscatto. 
Che a nessuno venga in mente di imprigionare persone o personaggi con preconcetti e pregiudizi.
Paperino non è Paperino, o perlomeno non è solo Paperino.
Non è solo uno scansafatiche, non è un fannullone, non è un nervoso, irrequieto, irascibile papero che non si impegna.
Che non si dica più che preferisce scagliare a terra un videoregistratore, piuttosto che con santa pazienza, leggere le istruzioni.
Paperinik non è solo una variazione sul tema.
E' un insegnamento. Un monito. E anche una speranza.
Nato in Italia nel 1969, da un'idea di Elisa Penna. Elaborato da Guido Martina, uno dei grandi storici sceneggiatori di casa Disney in Italia.
A differenza di Super Pippo (invenzione USA, supereroe a tempo grazie alle arachidi)... Paperinik la mascherina ce l'ha, anche perché la sua divisa da supereroe assomiglia a quella di Batman.
Per quanto riguarda il resto, invece, è chiaro che il punto più vicino è Diabolik.
Con due differenze sostanziali: intanto non ha Eva Kant al suo fianco; inoltre tutta l'attrezzature di cui dispone, dalle maschere alla sua 313 modificata, è opera di Archimede.
Ma questo non vuol dire affatto che Paperino non ci metta del suo. Anzi.
E non solo nell'inventare una sua nuova identità, ma anche nello escogitare i suoi piani e soprattutto le finalità dei suoi gesti.
Paperinik è un supereroe morale: vuole innanzitutto salvaguardare la reputazione di Paperino, che, forse, anzi probabilmente, non è affatto uno scansafatiche e un fannullone.
Paperinik dimostra così che Paperino è così per scelta e non solo per una sua funzione simbolica, ma perché deve concretamente opporsi ai modelli vincenti di un mondo che, evidentemente anche a Paperopoli non funzionano come dovrebbero.
 

lunedì 4 gennaio 2021

Mister No


Con Jerry Drake detto Mister No il fumetto popolare italiano apre gli occhi e improvvisamente scopre la realtà.
Dal dopoguerra era stato solo immaginazione, fiaba, sogno.
E aveva prediletto i leggendari territori del West, dove gli spazi aperti sono sconfinati e offrono l'avventure a portata di mano: luoghi da favola, immaginati (più che visti) attraverso i film, e in cui si potevano trovare il lupo cattivo, l'orco, il cacciatore buono, il gatto con gli stivali, la strega ammaliatrice e tanti altri, camuffati nei vari personaggi del genere.
L'irruzione della realtà nel western cinematografico, il ribaltamento dei ruoli buono/cattivo fra indiani e cowboy, ne hanno decretato la crisi definitiva.
Mister No nasce per portarci in posti diversi del mondo, e per parlarci della vita, della particolarità, delle manie dei loro abitanti.
Certo, non tutto è documentario, ci mancherebbe: l'avventura chiede sempre la possibilità di staccare i piedi dal suolo.
Mister No è un pilota di aerei: con lui il fumetto scende sulla terra rimanendo a mezz'aria, per guardare il terreno della realtà dalle nuvole dell'avventura.
Ma la sensazione é che Sergio Bonelli/Guido Nolitta non si diventa tanto nei momenti d'azione, quanto nel raccontarci situazioni di vita di cui è stato diretto testimone.
E che parlano di un mondo che sta scomparendo.
Mister No vive a Manaus, città del Nord del Brasile, negli anni cinquanta.
In quegli anni tutto era possibile: la guerra tribale, la spedizione scomparsa, le rovine nascoste, il tesoro perduto.
Ci si spostava soltanto a piedi, in canoa o in aereo.
Parola di Sergio Bonelli che dal 1969 ha girato avventurosamente l'Amazzonia.

 

sabato 2 gennaio 2021

Clyde Fans

Sono passati venticinque o trent'anni dalla prima volta che ho guardato nella vetrina buia dello stabile della Clyde Fans, all'angolo tra King Street e Sherbourne Street.
Si, quell'attività commerciale è veramente esistita.
Era vecchia e aveva chiuso i battenti.
All'epoca, aveva una di quelle vetrine che c'erano a Toronto, davanti alla quale si passava senza fare attenzione.
All'interno non c'era molto da vedere: un soffitto di stagno, una scrivania, un paio di telefoni a disco, due ritratti incorniciati erano appesi alla parete posteriore.
Proprio non ricordo il momento preciso in cui quei due ritratti hanno assunto una loro vita romanzesca.
Quello che avevo scoperto là dentro, e che alla fine ha sostenuto il mio interesse durante questo lungo progetto era tutto un universo.
Un piccolo mondo tranquillo, malinconico magari, ma che mi affascinava perché mi sembrava separato dalla attività frenetica del "nostro" mondo.
Un luogo interiore dove sembrava che il tempo andasse più lento.
Quando ho cominciato il libro ero convinto che fosse una normalissima storia di vita quotidiana, ma quando l'ho finito ho scoperto che riguardava il significato mistico delle cose.
La creatività è piena di sorprese.
Non ci ho lavorato sopra per vent'anni di filato.
Certo che no. L'ho fatto a spizzichi e bocconi, mentre contemplavo altri progetti, altri libri.
Nel frattempo Clyde Fans procedeva a rilento, anno dopo anno.
Oltre al ritardo, la grande sorpresa é che la storia è cambiata molto poco in questi due decenni. Si conclude con le battute pensate nel 1997.
Ora affrontiamo la questione più evidente ovvero i disegni: dal punto di vista visivo i primi capitoli sono diversi da quelli successivi. Lo stile cambia con il tempo, è inevitabile.
E così ora è finito.
Sono contento di avergli "dato la libertà".
Mi sento come Sisifo, come se avessi trovato il sistema per tenere il masso fermo in cima alla montagna. Provo un nuovo affetto per questo libro. (liberamente tratto dal libro).

Ho faticato non poco a leggere (colpa della grafica e dei caratteri minuscoli) tutti i singoli testi, a dare una continuità alla storia, forse perché legato all'idea che fumetto = immediatezza di lettura.
Non è questo il caso. Il senso va colto, insieme ai due protagonisti, mentre si aggirano tra stanze, corridoi, solai e cantine... mentre i ricordi aleggiano in ogni oggetto, persone ed episodi appartenenti al passato.
Indeciso sino all'ultimo nel cogliere la chiave di lettura, ho deciso di seguirne più d'uno, senza privilegiare nulla... certo al primo posto ho trovato l'attaccamento alla propria professione... non esiste una vita in quanto tale, esiste una percezione della stessa come propaggine e logica conseguenza del lavoro svolto, dell'azienda, del progresso (come direbbe Weber) quale motivo di esistenza stessa... segue poi il rincorrere ai ricordi, ma in particolar modo all'autoindulgenza... quella necessaria a giustificare i fallimenti, i pessimi comportamenti, le rinunce, il "sarebbe potuto andare in un altro modo"... poi vi è la claustrofobica ma rassicurante passeggiata nell'edificio, che col passare del tempo diviene sempre più simile ad un organismo... una sorta di tubo digerente, una cuccia, un intestino, una certezza rispetto al tempo esterno, rispetto alla vacuità del progredire del mondo tutto... in questo mondo interiore si dibattono i protagonisti... un quasi utero materno in cui combattere l'eterna battaglia tra il desiderio di crescere e diventare adulti e quello di restare eterni bambini... le scene, precedute dall'anno di accadimento degli eventi stessi, ci presentano l'inesorabile scorrere del tempo, il divenire vecchi, che però può, a volte, rappresentare il cambiamento... di prospettiva, di idee, di visione di se stessi prima di tutto. Un racconto certamente adulto... che i singoli fotogrammi ci regalano, in tutta la sua cruda realtà.




 

sabato 19 dicembre 2020

il Collezionista

Antica quanto l'umanità stessa, la smania di raccogliere e accumulare nel tempo ogni categoria di oggetti da quelli più preziosi e ricercati, come nelle collezioni di porcellane cinesi e inestimabili manoscritti fino alla paccottiglia industriale prodotta in serie.
Verso tutt'altro genere di articoli muove, invece, l'ostinata e inarrestabile ricerca del Collezionista.
Unico personaggio seriale a cui la matita di Sergio Toppi abbia dato vita.
Gli "oggetti vissuti, protagonisti di storie" che il Collezionista insegue da una regione all'altra del Globo, si dimostrano prima di tutto essere delle soglie, degli accessi per le innumerevoli vite e narrazioni che gli sciamani evocano intorno, incastonate a loro volta nel racconto diretto delle peripezie, sul modello del romanzo e del cinema d'avventura, legate al loro ritrovamento, in un raffinato gioco di scatole cinesi.
Una pipa rituale indiana capace di mostrare il futuro, la lacrima cristallizzata di Tamerlano, o, ancora, lo scettro magico del leggendario sovrano Muiredeagh, artefatti la cui assoluta centralità è segnalata già dal fatto di costituire il titolo di ognuno dei cinque episodi che compongono il ciclo de il Collezionista oltre a raccontare le loro storia e le storie dei grandi uomini a cui sono appartenuti, finiscono per essere depositari della grande narrazione di interi popoli e nazioni, che va ad intrecciarsi con la vicenda - più limitata ma dai toni altrettanto epici del loro recupero.
Storia ed Epos nell'opera di Toppi si confondono combinandosi continuamente.
Un aspetto, in fondo, che è possibile riscontrare con le dovute differenze anche nei lavori di Hugo Pratt, su uno sfondo che richiama il selvaggio West, anche nell'abbigliamento del nostro...





 

martedì 15 dicembre 2020

Mister No


 Un'edizione alternativa di Mister No? Caspita! Abituati a tutte le variabili proposte dal principale fumetto di casa Bonelli (Tex) rimango meravigliato dallo scoprire questo colorato e piacevole racconto in grande formato, dello scanzonato anti-eroe Jerry Drake.
Forse perché l'Amazzonia ha meno appeal del West? Forse perché manca nel Sud del mondo una retorica filmica e narrativa (puntellata dalle Major della pellicola) capace di creare immaginario...
Tant'é!
Ma eccoci qui a fare i conti con questo piccolo racconto: un Mister No in preda ai suoi incubi, senza lavoro, alla ricerca di una novità che gli permetta di uscire dalla noia e dal passare il tempo nelle bettole... gli vengono incontro nuovi amici: lo Zar, vecchi amici: Esse Esse, una donna sconosciuta... avventure, qualche scazzottatura, le solite ingiustizie nei confronti dei soliti indios che hanno la sola colpa di esistere e occupare spazi ricchi di materie prime...
Una storia che scorre su più piani temporali, ben legati tra loro e capaci di fondersi in un movimento lineare accattivante.
Ma può l'inferno verde (Green Hell) così ben narrato anche dalla cinematografia (poca) degli ultimi 50 anni (e senza escludere i B Movie da Anaconda o giù di lì) avere ancora qualcosa da dire?
Ovviamente questo lo lascio decidere ad ogni lettore. Io mi limito ad apprezzare il bel tratto, i colori, la profondità dei personaggi, il coraggio di certe sfumature (il sesso, la violenza) che non si trovano nell'anaffettivo Tex...
Jerry Drake e il suo piper volano ancora sulla (sempre più minacciata) foresta e forse questo è un buon segno.

martedì 1 dicembre 2020

il buio colpisce ancora


Se vi piacciono i film, magari avete una predilezione per quelli di fantascienza, se poi ci aggiungete la facilità del fumetto... ecco, con Ortolani avete fatto Tombola! Ogni pagina una risata, uno spasso... a patto di conoscere un minimo di recente filmografia, di accettare il dileggio, di non prendere troppo sul serio i mostri sacri del mondo di celluloide (non che ci voglia sta fatica)... Insomma preparatevi a qualche ora di buon umore, di sano auto ironia, di battute taglienti e per nulla buoniste.... Ma, credetemi, ne vale davvero la pena!

 

Stranger Things - Sei


 Siamo nel 1978. L'America è in piena Guerra Fredda e sta esplorando nuove e pericolose frontiere scientifiche. Fino a dove si spingerà il Dr. Brenner, capo del progetto secretato MK ULTRA, per ottenere il potere che tanto desidera?
Francine sarebbe una semplice teenager degli anni Settanta, ma i poteri psichici che possiede le impediscono di vivere la sua vita.
Invece di scatenarsi sulla pista da ballo con gli amici, infatti, è costretta a patire indegni esperimenti nei laboratori di Hawkins, costantemente sorvegliata dal Dr. Brenner e dal suo staff.
Francine si sente sfruttata, capisce che stanno cercando di trasformarla in un'arma e lo sforzo a cui la sottopongono fa nascere in lei una visione oscura del futuro, che ora vuole cambiare.

Scritto da Jody Houser e illustrato da Edgar Salazar e Keith Champagne, con colori Marissa Louise, questa eccezionale storia a fumetti ci racconta i fatti che hanno preceduto gli avvenimenti della serie Netflix Stranger Things, gettando ombre inquietanti anche sulle prossime stagioni. (tratto dal libro).

sabato 28 novembre 2020

Perlasca

Perché l'ha fatto, è la domanda che Enrico Deaglio, autore del primo libro che racconta la sua vicenda (la Banalità del Bene - Feltrinelli), fece a mio padre in una lunga intervista.
La risposta fu semplice, e la troverete anche dentro questo volume, che narra una storia affascinante e incredibile allo stesso tempo, quella di Giorgio Perlasca.
La storia di un uomo qualunque, un commerciante di bestiame senza potere, ma dotato di grande fantasia e umanità, che si inventa un ruolo non suo, quello di diplomatico spagnolo, lui che non era né diplomatico né spagnolo, e in questa maniera riesce a salvare da morte sicura migliaia di ungheresi di religione ebraica.
Un uomo che, tornato a casa, non vende la sua storia per cercare di ottenere qualcosa in cambio, in un periodo storico in cui troppe persone lo fecero o vollero apparire quello che non erano saltando sul carro dei vincitori.
Un uomo che, per quasi quarantacinque anni, mantiene un silenzio pressoché assoluto, in famiglia e all'esterno, su quello che fece a Budapest fra il 1944 e il 1945.
Il destino però decise diversamente, perché questa storia visse sempre nel cuore delle persone che lui aveva salvato e fu proprio grazie a loro che non venne dispersa.
Dopo la sua riscoperta mi sono chiesto perché questa vicenda non era mai uscita, anche se molti, in Italia, sapevano che Jorge Perlasca non era spagnolo ma italiano; anche se il Governo Italiano aveva in mano dall'ottobre del 1945 un suo memoriale, ove descriveva giorno per giorno quello che era accaduto.
Certo le sue origini politiche mai rinnegate non hanno sicuramente aiutato... Giorgio Perlasca divenne infine Giusto fra le Nazioni, ed un albero trova posto nel giardino dei Giusti a Gerusalemme. (tratto dal libro)

Chi pensa che il fumetto sia distrazione dovrebbe leggere questo fumetto. Una storia vera che racconta il coraggio di un singolo uomo di fronte agli eventi della Storia. Un uomo capace di sovvertire gli eventi tragici che portarono alla morte di milioni di persone... una goccia nel mare, diranno molti... ma una goccia in grado di fare la differenza... un coraggio senza pari, in un momento in cui la vita finiva per non valere nulla e girarsi dall'altra parte significava salvarsi o non compromettersi.... Mi ha colpito sino alle lacrime. 
 

domenica 8 novembre 2020

Grass Kings

Ecco finalmente un bel libro. Un fumetto intriso di storia americana di oggi. Ove la storia di ciascuno si mescola agli altri e trova forma. Ove le singolarità fanno insieme per resistere alle intemperie di una società malsana e che, complice la sfortuna, l'incapacità, la paura, li ha colpiti duramente.
E poi il mistero... il serial killer... la scomparsa di persone, gli odi e i rancori personali che esplodono... e tutto questo con una grafica impeccabile... super!

"Il Regno della Prateria è una strana, inquietante enclave della profonda provincia rurale americana alla apparenza si tratta semplicemente di uno squallido campo caravan sulla riva di un lago nei pressi di Cargill City.
Qualcuno dice che ci abiti un serial  killer.
Ma in realtà è una sorta di terra promessa per ogni specie di disperati e derelitti.
E soprattutto é il regno dei tre Grass Kings, i re della Prateria, tre fratelli in lotta da tempo con le istituzioni locali e soprattutto con lo sceriffo di Cargill, Humbert.
Il più anziano è Bruce: ex sceriffo della città di Raven, passa le giornate a pattugliare il regno, ne è diventato la polizia non ufficiale.
Robert, suo fratello minore, è il vero sovrano, ma è anche il più solo e infelice: qualche anno prima la figlia Rose è scomparsa nei pressi del lago, e di lì a poco anche della moglie si è persa ogni traccia.
Infine c'é Ashur, il fratello più giovane, appena un ragazzo.
E poi c'é Maria: è emersa un giorno dal lago, davanti alla porta di Robert, in cerca di rifugio.
Lui l'ha accolta, l'ha accudita fino a che Maria non ha recuperato le forze, nell'illusione che quella giovane donna misteriosa possa essere la figlia perduta.
Ma forse la sua decisione porterà alla rovina quel misero regno" (tratto dal libro).

domenica 25 ottobre 2020

Tex - I tre fratelli Bill


Perché? Perché ci sono cascato ancora? Perché mi sono lasciato ingannare dalla mia passione e come un innamorato deluso ma mai domo, ritorno alle origini sperando... sperando cosa? un bel niente, anzi peggio! La prima impressione è che in casa Bonelli si sia a corto di idee... La seconda è che chi scrive i dialoghi abbia avuto un ictus, la terza è che se, per tenere in piedi (parola grossa) oltre 276 pagine di narrazione, si sia costretti a dar fondo a tutti i topoi  possibili ed immaginabili (la grotta, il ranch chiuso tra le rocce, il corso d'acqua navigabile ma con il trucco, gli stessi tre Bill con la loro lacrimevole storia (quello cattivo, quello spaccamontagne, quello rubacuori) ma che è? Na favola?
Farli incontrare con Tex e i suoi poi... cercando una labile scusa per tenere in piedi una trama ballerina e quanto mai incredibile nella sua impossibilità... scusate signori ma questo fumetto andrebbe venduto come le sigarette... con la scritta "nuoce gravemente alla salute mentale"... va bene affidarsi alla fantasia, all'ignoto, all'imprevisto... ma qui non vi è nulla di tutto questo... e anche dove si cerca di affondare a piene mani nell'immaginario della Frontiera, eh cari miei... ne viene fuori un paciocco..

"Nel leggendario mondo del West, non quello reale, bensì quello della fantasia, erano molti gli eroi che cavalcavano sotto le stelle. 
Oggigiorno per fortuna, restano ancora saldi in sella Tex e i suoi pards, ma alcuni decenni or sono si sarebbero trovati in nutrita compagnia, sia nelle edicole che al cinema e in TV.... ma dove sono i cowboy di una volta? 
Beh, se potessimo, con la Delorean di "Ritorno al Futuro", ritrovarci insieme negli anni Cinquanta del secolo scorso scopriremmo che molti di quegli eroi del passato erano nati dalla penna di Gianluigi Bonelli.
Due di loro, El KId e Yumakid, sono stati onorati di una riedizione nel nostro "Avventura Magazine"; si noti che il nomignolo kid (ragazzo) andasse all'epoca molto di moda, tanto che un ennesimo KId lo troverete tra le pagine di questo volume, il minore dei fratelli Bill.
Già, ai fratelli Bill, strepitosa famiglia di avventurieri ideata da Bonelli abbiamo voluto dedicare un diverso tipo di omaggio, facendoli addirittura rivivere in un'avventura tutta nuova, in compagnia degli altri loro "fratelli di carta" Tex e Carson.
I vulcanici Black, Sam e Kid furono pensati da Bonelli come una versione letteraria di tre famosi attori western, i primi due ispirati a classici eroi di John Ford, ossia John Carradine, il giocatore di "Ombre Rosse.. e Victor MacLen il ruvido sergente Quincannon de "I cavalieri del Nordovest" e il terzo al giovane, tormentato e moderno divo del "Fiume Rosso" di Howard Hawks. Costituiscono quindi una romantica "summa" del West che non c'é più.... insomma i tre fratelli Bill sono tornati e cavalcano ancora con noi" (tratto dal libro).


venerdì 17 luglio 2020

Hitler

Il 30 aprile 1945 Adolf Hitler si suicidava con un colpo di pistola.
Lasciava dietro di sé le macerie fumanti di una Berlino distrutta e il muto orrore negli occhi della popolazione del mondo intero, devastato da un conflitto senza precedenti.
Storici, strateghi militari e psicologi hanno cercato invano di comprendere la persona del Fuhrer che resta, ancora oggi, un mistero.
In questo Graphic Novel, il grande Mangaka Shigeru Mizuki si sofferma sulla figura dell'uomo più tristemente noto di tutti i tempi, firmando uno stupefacente lavoro biografico che segue a rapida e inesorabile scalata al potere di un visionario, esamina il carisma di un demagogo e riporta le astute manovre politiche di un Signore della guerra.
L'Hitler di queste pagine è invasato, collerico, con lo sguardo allucinato, capace di restare impassibile sul podio mentre tutt'intorno fischiano le pallottole del celebre putsch di Monaco, dotato di un inconfondibile timbro di voce che strega le folle e lacera il silenzio di un congresso gremitissimo.
Ma è anche un Hitler mai visto prima d'ora che fischietta sereno, si pavoneggia dentro un abito sartoriale, o sogna di diventare un "architetto artistico".
Un Hitler che piange, con la fronte imperlata di sudore e gli occhi sgranati, mentre dentro di lui si fa strada la consapevolezza del fallimento: il grande Reich é morto, la Germania ha perso la guerra.
Negli scorci di città europee tratteggiate con incredibile realismo, Mizuki innesta personaggi dai tratti sintetici e caricaturali, ma restituisce all'orrore dei corpi ammassati nei lager e nei campi di combattimento tutta la veridicità di un bianco e nero quasi fotografico, cupo e ricco di dettagli. (tratto dal libro).
 
Così come "Mouse" di Spigelman colpisce allo stomaco, molto più di mille storie vere, questo fumetto, nella sua apparente semplicità di tratto, raffigura mostri, esseri umani che esprimono nella loro goffaggine, bruttezza, deformità, la devastazione d'animo interna.
Una lotta senza esclusione di colpi per il potere, milioni di morti, per un sogno di un pazzo e di una banda di complici. Questo è l'Hitler di Mizuki… e tanto basta.

lunedì 24 febbraio 2020

La cavalcata del morto

Ed eccoci alla leggenda de "el hombre muerto": un cavaliere senza testa che nell'arroventata terra di confine fra il Texas meridionale e il Messico spaventa i pochi folli che ci si addentrano.
Non bastassero bande di Apaches e Comanches, rapinatori, razziatori di bestiame, trafficanti d'armi e di whisky, cacciatori bianchi di scalpi indiani… insomma, il rischio di lasciarci la pelle era altissimo, senza contare l'eventualità di venire sbranati dalle belve selvatiche, morsicati dai serpenti a sonagli, contagiati da qualche malattia infettiva, ridotti allo stremo dalla fame e dalla sete.
Lo spirito di un vaquero messicano?
Un fantasma, un demonio?
Nel 1850 questo essere si aggirava davvero nel Texas… e senza testa!
 
E, come non rammentare il più recente riassunto cinematografico de "il mistero di Sleepy Hollow" ove il fantasma di un soldato dell'Assia, privo di cranio (mozzato da un colpo di cannone) che tutte le notti si aggirava nel campo di battagli alla ricerca della sua testa, viene manipolato per uccidere e intimorire?
Insomma, come non accettare che, certi luoghi, non possono prescindere dal lugubre, dal mistero, dal terrore e dal soprannaturale?
In questo caso é dato a Tex e soci il compito di svelare il mistero e riportare razionalità in un "non luogo", quale è la frontiera… il come lo scopriremo leggendo il racconto.

domenica 16 febbraio 2020

La Giustizia di Tex - 2

Come tutti i fascicoli o volumi che raccolgono altre storie è un attimo ritrovarsi con un titolo in tutto e per tutto uguale ad un altro, anzi ad un'altra raccolta… con il risultato di non raccapezzarsi.
Ma si sa, con il nostro eroe siamo abituati ad ogni colpo di scena.. anche al doppione… stesso titolo vicenda diversa (per fortuna)… anche qui i parla di giustizia, di quella di Tex ovvio, che, come si dice dalle mie parti, è "tagliata giù con il pioletto"... ovvero può piacere oppure no, ma è quella che si manifesta di fronte ad una palese ingiustizia, sulla base però in un sentimento che non è sedimentato.. con tutti i rischi del caso.. è divertente leggere e pensare di giustizia, questa in particolare, dopo aver letto il Beccaria o vedere come si accapigliano i nostri politici per la prescrizione o sul terzo grado di giudizio… non sono dettagli da poco.. e se anche non ci interessiamo, ci riguarda..
Francamente preferisco l'attuale incompleta giustizia a quella di Tex, o dei suoi avversari.. non potendo attendere l'eroe di turno, mi appello ad un giusto processo.
La trama: un indiano viene accusato di un duplice efferato omicidio e... come si sa, nel West la giustizia a volte la si fa da sé.. con un bel linciaggio.
Ma interviene Tex che sventa lo scaldarsi eccessivo degli animi e indaga… scoprendo una verità sconvolgente… ma sotto gli occhi di tutti: avidità.

sabato 15 febbraio 2020

Le iene di Lamont

 
Non è la prima volta che Tex "scende in città"... lo ha fatto in altre occasioni, creando condizioni terribili, altre inquietanti, altre ancora esilaranti… sempre tuttavia, importando i suoi metodi, quelli che aprono tutte le porte e come minimo fanno alzare qualche sopracciglio nel civilizzato mondo urbano.
Qui sta il primo elemento straniante, quello in cui Tex e i suoi pards sono visti come un gruppo di zotici che senza alcun rispetto per le regole del bon ton si abbuffano di bistecche e patatine (annaffiate di birra), portano seco un indiano, divenuto oramai occasione di razzismo e curiosità (quindi si odiati, ma al tempo stesso rari al punto da esser guardati con una sorta di voyeurismo), alzano le mani ad ogni buona occasione (e vanno in galera per questo) e altrettanto facilmente estraggono le colt per riportare ordine e giustizia.
Prende però una lieve piega da legal-thriller questo "Le iene di Lamont", ove il cuore della vicenda è un'eredità maldestramente sottratta ad una bella ragazza, cosa oggetto di un brusio di malelingue e dicerie che però non si concretizza in azione alcuna.
Quale il risultato? Che il casuale passaggio di Tex smuove le acque al punto da agitare il "cold case" e riportare il caso di fronte ad un tribunale.
Senza per questo far venir meno gli ingredienti principali di ogni storia del nostro… scazzottate, agguati a suon di fucilate, pedinamenti, la solita cricca di furbi, (oggi si chiamerebbe cupola) i bovari ignoranti, le brave persone ignave e timorose di Dio… Amen!


martedì 12 marzo 2019

Comix 2019

 
il Comix, abituale appuntamento dedicato al fumetto, al cinema ed a tutto quanto ruota intorno ai miti giovanili (dell'attuale adultescenza, adulti ancora adolescenti) non si può non parlare, anzi, non si può intanto non andarci… almeno per rendersi conto che, i sogni proposti, derivano da idee e progetti che da oltre trent'anni sono presenti sulla scena e che di nuovo, di davvero nuovo, non c'é proprio nulla.
Non bastasse questa premessa, vi invito a girare per le bancarelle e per le scenografie ottimamente allestite, per scoprire: Star Wars, che la fa da padrona, Star Trek (troppo cervellotica e più in là nel tempo, troppo seria e compassata, quasi da sbadiglio), i Gremlins (ragazzi, minchia, i Gremlins), i virus della corporation Umbrella, Terminator, Predator, tutta la banda Marvel in gran spolvero… pochi Uomo Ragno (forse non fa ancora abbastanza caldo per la calzamaglia), Iron Man e dintorni, tantissimi Lego (oramai potrebbero farci la struttura che ospita la fiera con i Lego)… insomma, c'é tutto il vissuto dell'ultimo trentennio in questo voler rappresentare il futuro distopico… quindi parlerei oramai di passato distopico… bah.
Diviso in tre distinti padiglioni, va subito detto che, il primo è sicuramente il più interessante, dedicato ai beniamini sin qui descritti, più cose da vedere e acquistare… nel secondo entriamo nel serioso mondo del collezionismo, fumetti, carte, gadget, giochi, disegni, carino ma meno attrazioni… l'età media sale. Nel terzo ci sono … le giostre… uno spazio per cibare, spazio per giocare e qualche buco…
Si tratta di Miti, dei nostri miti. forse meno importanti di quelli del passato remoto… forse più Pop, ma pur sempre quelli che hanno forgiato sogni, tempo libero e immaginario delle ultime due generazioni… quindi, buttiamoci a pesce (anzi ad Aquaman) e godiamoci ogni singolo fotogramma.
 
















 

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