lunedì 4 gennaio 2021

Mister No


Con Jerry Drake detto Mister No il fumetto popolare italiano apre gli occhi e improvvisamente scopre la realtà.
Dal dopoguerra era stato solo immaginazione, fiaba, sogno.
E aveva prediletto i leggendari territori del West, dove gli spazi aperti sono sconfinati e offrono l'avventure a portata di mano: luoghi da favola, immaginati (più che visti) attraverso i film, e in cui si potevano trovare il lupo cattivo, l'orco, il cacciatore buono, il gatto con gli stivali, la strega ammaliatrice e tanti altri, camuffati nei vari personaggi del genere.
L'irruzione della realtà nel western cinematografico, il ribaltamento dei ruoli buono/cattivo fra indiani e cowboy, ne hanno decretato la crisi definitiva.
Mister No nasce per portarci in posti diversi del mondo, e per parlarci della vita, della particolarità, delle manie dei loro abitanti.
Certo, non tutto è documentario, ci mancherebbe: l'avventura chiede sempre la possibilità di staccare i piedi dal suolo.
Mister No è un pilota di aerei: con lui il fumetto scende sulla terra rimanendo a mezz'aria, per guardare il terreno della realtà dalle nuvole dell'avventura.
Ma la sensazione é che Sergio Bonelli/Guido Nolitta non si diventa tanto nei momenti d'azione, quanto nel raccontarci situazioni di vita di cui è stato diretto testimone.
E che parlano di un mondo che sta scomparendo.
Mister No vive a Manaus, città del Nord del Brasile, negli anni cinquanta.
In quegli anni tutto era possibile: la guerra tribale, la spedizione scomparsa, le rovine nascoste, il tesoro perduto.
Ci si spostava soltanto a piedi, in canoa o in aereo.
Parola di Sergio Bonelli che dal 1969 ha girato avventurosamente l'Amazzonia.

 

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