Vi ricordate il motivetto che accompagnava la canzone di Luca Carboni, quella di "Ci stiamo sbagliando ragazzi"... "e intanto Dustin Hoffman non sbaglia un film"? Ecco, parafrasando la parafrasi... e intanto Clint Easwood non sbaglia un film... Sia che lo faccia da regista, da attore o da entrambe le cose.. non ne sbaglia uno.
Prendiamo ad esempio questo "Gran Torino", che prende il nome dal modello di Ford del 1972, auto a cui, Walt Kowalski, oramai anziano reduce della guerra in Corea, è particolarmente legato... così come alle sue poche cose, alle sue passioni di una vita... cose a cui si aggrappa come una cozza, dopo la morte della moglie.
Peccato che il mondo non sia più lo stesso e circondato da un cambiamento che non riesce più ad allontanare (emblematica è l'invasione del suo giardino da parte di una gang in lite)... ad una gioventù che lui odia (e ne è ricambiato), agli stranieri che maledice (e da cui riceve contumelie), da un prete che lo vorrebbe redimere... (senza grande esito)...
Ma, e qui sta la maestria di Clint, anche i cattivi hanno un cuore... e sanno scoprire che dietro i pregiudizi, ci sono persone che nella loro diversità sono molto più vicine a noi dei nostri parenti (vedi i dialoghi stizziti con figli e nipoti)... e sarà proprio quando tutto il suo nuovo mondo è stato capito ed amato che Kowalski dovrà fare una scelta... inaspettata... che cambierà la vita di molte persone.
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