Al Museo Mozzetti di Oleggio, mi imbatto in questo inconsueto simulacro e chieste le informazioni del caso, scopro una storia che appartiene si al passato, ma che tutti ci riguarda. La storia è quella del Drago di Oleggio e delle Rogazioni.
E' dell'Ottocento questo buffo draghetto in latta, con testa, zampe, ali e coda mobili. Sorretto da un bastone, di colore verde scuro a macchie ed occhi e fauci bianche, incuriosisce per l'aspetto e per l'uso.
La figura del Drago, si inserisce infatti nella moltitudine rappresentativa del Maligno e nello specifico nel mostro da domare per rendere fertile la terra. Così, le Rogazioni (le richieste) erano momento di preghiera che si rifà a miti della fertilità più antichi del Cristianesimo.
Il Drago partiva per i vari percorsi precedendo tutti, persino il prete officiante e si presentava con testa, ali, coda, zampe e ali alzate... ad ogni stazione, lette le preghiere (o rogazioni di rito) il drago perdeva una parte, si abbassavano le zampe e via così, sino al suo ritorno in paese, ove sconfitto e dietro alla croce doveva essere di buon auspicio per il raccolto. il rito si svolgeva indicativamente il 25 Aprile e poi prima della Pasqua... Se ne perse l'uso negli anni 30 del Novecento per il venir meno della partecipazione della cittadinanza all'evento.
Per questo suscita stupore e curiosità, oggi, vederlo abbandonato in un angolo del Museo, senza più la sua funzione... chissà quanti racconti a spaventare i bambini (e un poco anche gli adulti)... che se ne faceva una volta....
Particolare della testa.
Le ali. Particolare.
Immagini tratte dal 3° Quaderno del Museo d'Arte Religiosa "Padre Augusto Mozzetti" di Oleggio.
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