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mercoledì 1 novembre 2023

L'uomo invisibile


Partiamo dal punto debole del film. Il titolo! Averlo intitolato "L'uomo invisibile" ne ha tolto un buon 50% della suspence... ci ha già detto dove andremo a parare... ci ha insomma fatto leggere la terza di copertina o (una volta sarebbe accaduto) ci ha fatto sentire i commenti di chi usciva dal cinema al nostro ingresso.
Amen.
Detto questo, il film è davvero ben fatto, intelligente nelle rappresentazioni di questo stalker invisibile, acuto nel "non" rappresentarlo, geniale nel tragitto che ci porta al "non scontato" finale.
Di film con protagonisti uomini invisibili il cinema ne ha già proposti molti in passato... questo scuote il genere e ci fa davvero spaventare... con una protagonista brava, combattiva e piena di risorse... nonostante tutto.

 

giovedì 26 agosto 2021

No sudden move

Scatole cinesi... aprendone una ne troviamo un'altra... ma questa non è sufficiente a trovare il bandolo della matassa... partiamo da qui per trovare un filo logico a questa divertente commedia ambientata nella Detroit del 1955... dove scopriremo che l'industria dell'auto la fa da padrona e dove gli squali non solo mangiano tutto e tutti, ma alla fine ottengono ciò che vogliono senza alcuno sforzo...
Alcuni criminali di mezza tacca vengono assoldati per quello che appare un lavoro facile facile... tenere sotto sequestro una famiglia mentre uno di loro accompagna un funzionario che lavora per una casa automobilistica a recuperare un documento... ma le cose ovviamente non vanno come dovrebbero e pesci sempre più grossi si aggirano intorno alla preda... 
Interessante spaccato di una società ove ognuno ha qualcosa da perdere, un passato per nulla semplice, un futuro incerto e la terribile necessità di stare a galla o di tentare il colpo... ognuno poi lo fa a spese dell'altro... e mentre i pesci piccoli, come i capponi di Renzo, si beccano senza portare a casa nulla, i grandi fanno affari senza sporcarsi... molto bello!
 

mercoledì 24 febbraio 2021

Anatomia di un omicidio


Più che il film, ottimo, suggerisco di appassionarsi al dibattito processuale da un lato e alla dinamica, chiaramente ironica, sorniona, cinica per certi versi...
Furbo avvocato difende un militare colpevole di omicidio... raptus passionale oppure omicidio a sangue freddo? Ma poi, perché la moglie del militare, che ha subito violenza e che, dovrebbe essere la causa scatenante dell'evento, viene prima trascurata e poi si cerca di trasformarla in una poco di buono... e la sua violenza? E' evidente che siamo in un altro mondo... ove ad esempio non viene dato spazio alle persone di colore, alle donne non è permesso avere sentimenti... sono al massimo proprietà personali.
Poi ovviamente c'è l'umorismo, quello dispiegato a piene mani durante la vicenda processuale e quello che chiude con una battuta il film... Difeso il colpevole, dietro ad un "impeto irrefrenabile", al momento di incassare la parcella l'avvocato trova (spoiler) la casa del militare vuota e un biglietto... "preso da un impeto irrefrenabile me ne sono andato".... mica male!

venerdì 6 ottobre 2017

Cane mangia cane


 
Di Nicolas Cage e della sua mania di imbarcarsi in penosi film, vuoi per soldi, vuoi per dar segni di vita,  avevo già scritto più volte, questa volta si appoggia al buon Willm Dafoe, sempre più secco e sempre più sconvolto... che però ha il pregio di impersonare un personaggio tanto sbranato e allucinato.... da assomigliargli di brutto!
Tre criminali, appena usciti di prigione, dopo un primo colpo fortunato (il cui bottino viene bellamente sciupato in droghe e prostitute da cui loro scappano e nemmeno riescono a godersi) si lanciano in quello che dovrebbe essere il colpo della loro  vita... 750.000 dollari da diversi da buoni amici... tutti uniti, tutti insieme sino alla vittoria o la morte (almeno questo a parole è il loro intendimento)... ma come al solito, le ciambelle non riescono con il buco... e così dopo aver toppato completamente il rapimento, uccidendo chi avrebbe dovuto pagare il riscatto... e dopo aver ucciso uno dei tre, i due residui Troy (Cage) e Mad Dog (Dafoe) si incasinano la vita, anzi letteralmente la perdono... insomma, un film che ha qualche spunto originale... tipo la scena lisergica con cui conosciamo Dafoe, la strage perpetrata dallo stesso... oltre alle vicende carcerarie dei tre, che più prosegue la vicenda e meno appaiono credibili... se non come disperati privi di scrupoli ma anche di un possibile futuro...
 

martedì 12 settembre 2017

La ragazza del treno

Tate Taylor dirige un film con Emily Blunt, Haley Bennett, Rebecca Ferguson, Justin Theroux e Luke Evans... un'autentica parata di stelle...
Emily Blunt è la bravissima protagonista di questo thriller, ove ciò che appare è frutto di realtà e immaginazione, di visioni parziali e di molta immaginazione... salti nel tempo e reazioni frustrate, ricordi confusi e memorie altrui... Perché Paula, (la nostra Emily) si stordisce di alcool per sopravvivere al suo naufragio sentimentale, ed al fatto che ha sotto gli occhi tutti i giorni, il suo ex marito, la sua nuova compagna e la loro figlia... questo disastro, muta in qualcosa d'altro, quando lei si accorge che qualcosa nel rapporto della nuova coppia, non funziona.... speranze, inquietudine, voglia di verità e di riscatto, si mescolano al punto da divenire un cocktail terribile che manderà all'aria le poche certezze di ciascuno.
Ma dove sta la verità? dove il mistero? cosa realmente sta accadendo?
A partire dalle immagini che scorrono osservando dal treno le case che si affacciano sulla baia, e poi dalle visioni oniriche dettate dall'alcool, ed infine dai flashback che indietro nel tempo, raccontano in diversi modi le vicende accadute...
Ed è grazie alle donne del film, che la storia si fa più forte... un bisogno di affetto, di protezione, di amore.. che gli uomini sfruttano a dovere per ricavarne vantaggi senza alcuna remora per morti e feriti lasciati alle spalle...
Bello, elegante, intrigante, sexy, poliziesco ... ben girato... che altro aggiungere? Luke Evans! Vestiti!!!


 

sabato 9 settembre 2017

Nobody


Nell'anonima cittadina di Scarborough, località marina nello Yorkshire si nasconde qualcosa di brutale, i pochi residenti si guardano tra loro, tutti si conoscono eppure tutti hanno i loro piccoli segreti... nascosti nel passato ed ora pronti a riaffiorare... e quando la morte colpisce non una, ma due volte e senza un vero collegamento... o forse si... diventa evidente che, è necessario scavare in quel passato per venirne a capo...
E allora l’ispettrice Valerie Armond incaricata delle indagini fa la conoscenza con una storia...  una vecchia storia volutamente dimenticata, occultata da tutti.

 Nel 1940 in piena II Guerra Mondiale “una piccola ragazzina era arrivata alla fattoria dei Beckett nel corso delle operazioni di evacuazione dei bambini nelle campagne” per sfuggire ai bombardamenti nazisti. L’undicenne Fiona “che indossava un abito estivo troppo leggero e reggeva una valigia di cartone, e un bambino di circa otto anni dai calzoncini irrigiditi dalla sporcizia e con un pullover di lana simile a un sacco… ”. Brian Somerville era il nome del piccolo orfano ritardato che non proferiva parola, chiamato con odio e disprezzo Nobody, deriso e maltrattato da tutti. Nobody “l’altro bambino” era in seguito scomparso all’improvviso, volatilizzato. C’è forse un nesso tra questa antica e tragica storia e gli omicidi?

Ma chi è l'assassino?  L’autrice riesce a far vivere i suoi personaggi, a renderli umani, veri con le loro paure, segreti, amori, forze e debolezze; spesso i delitti diventano secondari... la trama sposta la nostra attenzione, lasciando così più spazio alle caratterizzazioni individuali, per imparare a conoscere gli indiziati anche attraverso le indagini della polizia.

Mantenendo la tensione, sino alla fine cerchiamo di trovare l’omicida, e anche quando tutto fa pensare ad uno dei protagonisti e si è certi di averlo trovato ci si dovrà ricredere: tutti  sono allo stesso tempo colpevoli e innocenti.
Questo romanzo è un viaggio nella psiche umana, nell’egoismo più totale, alla fine è solo dando identità a “Nobody” che si potrà capire molto di più che il semplice nome di un assassino e comprendere il male fatto, prima o poi viene a galla...

 

sabato 24 giugno 2017

Frozen

Adam Green dirige questo ottimo film... della serie l'inconveniente è dietro l'angolo e... "una serie di sfortunate coincidenze, portano alla morte o almeno alla tragedia"...
Partiamo dalla trama: decisi a sciare senza spendere troppo, tre sciatori (due amici di lunga data e la fidanzata di uno dei due) finiscono per rimanere bloccati su una seggiovia e dover scegliere tra la morte per congelamento e una lontana, difficile possibilità di salvezza...
E' tipico dei racconti di paura, che vi sia un prima, un durante ed un dopo.
Il prima è dato dal farci conoscere i nostri tre... non è che corra tutto questo buon sangue... i due amici sentono la ragazza come un'intrusa nella loro vecchia intesa, lei si sente esclusa, nessuno però vuole rovinare il fragile equilibrio in virtù del solito antico gioco del detto e non detto...
il durante nasce nel momento in cui, non paghi della giornata sulle nevi, i tre superano il divieto (dettato dall'arrivo del cattivo tempo) di salire sull'impianto e si trovano bloccati ad un'altezza improbabile e lontani da tutto e tutti, per un'intera settimana...
 
Qui ovviamente, sta tutta la maestria del regista... quello di trasformare una staticità mortale, in un susseguirsi di tensione e sospensione... la presa di coscienza, lenta ma costante, che non vi sarà nessuno che viene a salvarti, il cedere al gelo, le recriminazioni, i tentativi più o meno eroici, più o meno folli ed inutili...
Chi non è andato sulla seggiovia? Chi non ha avuto freddo? Chi non teme la notte in mezzo ai boschi? Chi non ha paura dei lupi? e dell'altezza? e della promiscuità quando si deve fare pipì?
Piccoli dettagli si vanno a sommare, rendendo tutto sempre più difficile... sino al colpo di scena.. uno dei tre si lancia, sperando nella neve... ma sbaglia il colpo e si spezza le gambe. la morte arriverà a causa dei lupi. il secondo decide di percorrere via cavo il tratto che lo separa dal pilastro... riesce a scendere e prova a giungere sino a valle... ma, come scopriremo dopo, non va lontano.
La terza, cade insieme a parte dell'impianto, e questo ne attutisce il colpo, permettendole una terribile e lunga discesa a valle e la conseguente salvezza... ad un costo ovviamente molto alto.
 
il dopo: la capacità di far riflettere nel film è data dall'analisi dell'animo umano. Da una prima fase in cui, tutto andrà bene, dobbiamo solo aver pazienza, alla presa d'atto che non c'è possibilità di aiuto esterno, alla visione della morte, alle recriminazioni, alla riappacificazione, all'esito finale...
 
Restano ahimè alcuni (perdonabili) errori o esagerazioni.
I lupi sono animali notturni, ma soprattutto non frequentano impianti sciistici... i gestori li avrebbero già riempiti di piombo alla prima comparsata...
La cattiva gestione dell'impianto non è possibile, perché la legge impone a monte ed a valle una presenza sino a chiusura impianti... si ferma tutto quando il numero dichiarato vuoto è stato visionato da quello che sta a monte... questi passaggi concitati, necessari per giustificare l'abbandono dei tre sventurati, sono una forzatura cinematografica, che noi ovviamente fingiamo di accettare volentieri in ossequio alla trama.
Ottimi i trucchi legati all'azione del ghiaccio, meglio di quelli causati dalla caduta e dai lupi... i quali satolli, lasciano scappare l'ultima sopravvissuta e noi siamo felici per lei... anche se l'avventura ci ha provato mica male.

sabato 20 ottobre 2012

Ragni senza ossa

 
Quando dalle acque tranquille di un lago del Québec affiora un involucro di plastica contenente resti umani, il compito di identificarli spetta a Temperance Brennan.
Un lavoro di routine, per la brillante antropologa forense.
Ma l'immagine di quel corpo tumefatto la inseguirà per giorni, per chilometri.
L'uomo, ritrovato con indosso reggiseno e slip rosa, é morto per asfissia associata ad attività autoerotica: peccato che John Charles Lovery risulti essere già morto nel lontano 1968, mentre prestava servizio nell'inferno del Vietnam.
Dove la sua passione per i ragni gli era valsa il soprannome di Spider.
A chi appartengono, allora, le spoglie restituite quarant'anni prima alla famiglia Lovery e sepolte nel North Carolina?
L'indagine sulle ossa senza nome porta Tempe da Montréal alle bianche spiagge delle Hawaii, dove ha sede il JPAC, l'ente responsabile della identificazione dei cittadini americani morti in guerra.
Nei laboratori hawaiani la vera storia di Lowery assume i contorni di uno scandalo che rischia di infangare per sempre la sua reputazione di soldato e di uomo.
E di portare alla luce una trama segreta di sparizioni e identità violate che ancora oggi qualcuno é disposto a coprire a prezzo del sangue.
Kathy Reichs si conferma regina della suspense con un thriller perfetto dove ogni pagina scorre al ritmo febbrile della paura. (tratto dal libro).
 

Andare oltre l'apparenza può giocare brutti scherzi. Anche perché la verità a volte (anzi spesso) non la vogliamo proprio sentire. Questo succede alla nostra eroina Temperance Brennan, in questa missione alle Hawaii ove chi dovrebbe essere non é, anzi, in un continuo svelarsi il mistero si infittisce. Sino alla risoluzione di tutti i legittimi dubbi del lettore. O forse no.
E' il mio secondo libro della Kathy Reichs e, benché meno intrigante del precedente (Duecentosei ossa) l'ho divorato in pochi giorni.

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