giovedì 26 dicembre 2013

Battle of the Damned - il film

Metti una parte di città chiusa perché infetta! Chiudici dentro Zombie e robot impazziti.
Metti una missione per recuperare la figlia di non si sa bene chi. Ma comunque pieno di soldi.
Manda in missione Dolph Lundgren (che ha un gran passato ma molti anni sulla coscienza) nel ruolo del macho duro e incorruttibile.
Se accetti il fatto che è un B-Movie ed anche molto trash, ti puoi veramente divertire.
Zombie facinorosi e citrulli, robottoni impazziti che si autoriparano, il grande Lundgren imbolsito e con gli occhiali per superare problemi di vista, perché lamentarsi ? Buona visione :)


Hunger Games - il film

Il filone post - apocalittico nell'America odierna parte da lontano.
Hunger Games non fa eccezione: la nazione di Panem, è formata dalla ricca Capitol City e da tredici distretti circostanti di cui dodici abitati e uno completamente distrutto. In parte per punizione, in parte per controllare la rabbia e l'antico odio ogni anno vengono scelti due partecipanti per ogni distretto a quello che tutti chiamano Hunger Games.
Una sfida mortale ove vi è un solo sopravvissuto. E così pare andare nel nostro film, se non che Katniss del distretto 12 diviene ben presto beniamina per molti ma invisa ai potenti che vedono in lei  un simbolo  per la rivolta che come una scintilla potrebbe far crollare il sistema di dominio creato a favore di Capitol City ed i suoi abitanti.
Che dire: Dividi et impera! il rito come meccanismo di gestione delle frustrazioni e dell'odio; il richiamo ad archetipi e meccanismi della storia della fantascienza (si vedano i soldati in bianco); le scene dimesse ove appare quasi un ritorno al Nazismo e una sorta di Pogrom contro gli ebrei; la sfida mortale nel bosco.
Gli elementi per la riuscita del film ci sono tutti, compresi ottimi personaggi. Interessante.

i libri del 2013


A pochi giorni dalla fine dell'anno è tempo di fare un bilancio dell'attività di lettura del 2013.
Tanti i libri letti, tanti quelli che mi hanno lasciato qualcosa, alcuni poi mi hanno decisamente deluso ma solo perché avrei voluto di più dallo scrittore.
Veniamo ai numeri: 91 libri, 19.986 pagine il tutto riportato sul mio piccolo spazio in aNobii.

Provo a dare una classifica dei migliori dieci e a motivarli:

1) Vita e Destino - Vasilij Grossman 
Ineguagliabile! Alcune parti sono di una profondità unica.

2) La Torre - Uwe Tellkamp
La sensazione di paura per l'oppressione e il tentativo di resistere al regime fallimentare instaurato dal comunismo nella ex DDR sono descritti in modo barocco e completo. Fantastico.

3) Trilobiti - Pancacke Brecee D'J
Scritto divinamente. Breve ma toccante.

4) Anatomia di un istante - Javier Cercas
E' una vera anatomia delle persone coinvolte nel tentativo di colpo di stato nella Spagna post - franchista. Si riesce a cogliere il pensiero di ogni singolo personaggio e ogni cambio di umore. Ottimo.

5) No pasaran! - Vittorio Giardino
Racconta di più della guerra civile spagnola questo fumetto di mille romanzi.

6) Per chi suona la campana - Ernest Hemingway
Ecco, l'eccezione che conferma la regola. Questo romanzo è il sunto della tragedia spagnola.

7) il sentiero dei nidi di ragno - Italo Calvino
Italo Calvino racconta la Resistenza vista con gli occhi di un bambino. E ci riesce benissimo.

8) Butcher's Crossing - John Williams
Romanzo di iniziazione. La caccia al bisonte è una scusa per raccontare l'animo umano.

9) Bacci Pagano, una storia di carruggi - Bruno Morchio
Scritto al presente, bel romanzo ambientato a Genova.

10) Correre - Jean Echenoz - a pari merito con Mar del Plata di Claudio Fava. Entrambi i racconti riguardano lo sport.
Nel 1946 in piena guerra fredda Emil Zàtopek stupirà il mondo con la sua falcata strana e vincente. 
Mar del Plata è una storia di sport certo, ma soprattutto di coraggio e di grande umanità.

Mar del Plata

La prima volta che andai in Argentina quasi trent'anni fa, la memoria di molte cose era ancora intatta.
Cose accadute laggiù, a Buenos Aires, dove la storia si era fermata su quell'elenco interminabile di nomi cancellati dalla vita e dal lutto, Desaparecidos ammazzati senza nemmeno il diritto di portarsi la propria morte addosso.
E cose accadute quaggiù, in Italia, dove un'altra guerra e un altro nemico che non facevano prigionieri s'erano portati via assieme a tanti altri, anche mio padre.
Mi era sembrato un viaggio necessario, istruttivo: imparare che nessun luogo è il centro del mondo.
Si moriva in Argentina come in Sicilia perché una banda di carogne regolava in questo modo i propri conti con i dissidenti.
Pensarla storta, fuori dal coro, era un peccato imperdonabile.
A Buenos Aires come a Catania.
Negli anni ho imparato a raccontare quei morti con le parole dei vivi (le madri di Plaza De Mayo, le vedove di via D'Amelio) ho provato a immaginare com'erano vissuti e perché avevano fatto quello che scelsero di fare.
Non serviva a consolazione, ma a capire che dietro quelle violenze non c'era la fatalità ma pensieri malati, il cupo senso del potere, l'avidità di pochi, il loro desiderio di impunità.
In questo Videla e Santapaola si rassomigliano.
E si rassomigliano i loro morti.
La storia della squadra di rugby di Mar del Plata mi venne incontro, anni dopo, quasi per caso. In uno dei miei viaggi in Argentina lessi gli articoli di un giornalista di razza, Gustavo Veiga, che aveva ritrovato l'ultimo superstite di quella squadra.
Essere gli ultimi, sopravvivere al male, é sempre un peso insopportabile, il segno di una colpa che non esiste ma che ti covi dentro come un'ulcera.
Succedeva anche agli scampati dai lager, successe anche ai superstiti della mattanza argentina.
Per questo la storia di quella squadra di rugby, annientata dal capriccio e dal livore dei militari, era rimasta così a lungo ignota, conservata, al riparo.
Qual giornalista ebbe il merito di riportarla alla luce.
Fu allora che cominciai a cercare anch'io, a ricompilare senza fretta luoghi e memorie.
Fino a questo libro. Che non vuole raccontare i fatti: ho preferito immaginare i pensieri e i gesti di quei ragazzi che scelsero di restare e di morire.
Ho provato a riannodare i fili invisibili che legano vite lontane tra loro i giovani agenti di Paolo Borsellino che rinunciano alle ferie per far da scorta al loro giudice, i giovani rugbisti di Mar del Plata che rinunciano a trovare rifugio in Francia pur di giocare fino in fondo il loro campionato…
Il nome di Raoul, il sopravvissuto, l'ho conservato.
Gli altri, carnefici e vittime, li ho ribattezzati: mi piaceva pensare che ognuno di loro avrebbe portato con sé , in questo libro, qualcosa in più del proprio nome, qualcosa in più della propria morte.
Perché alla fine poco importa che quei ragazzi fossero argentini o siciliani.
Importa come vissero. E come seppero dire di no. (tratto dal libro).
 
 

Un intera squadra di rugby annientata dal regime dell'Argentina di Videla. Per un puntiglio, per una questione di principio, per dimostrare che gli uomini esistono ancora. Anche se hanno solo 17 anni e non prendono  posizione politica alcuna.
Questa la trama del libro di Claudio Fava e non è un caso che sia proprio lui a firmare questo romanzo che pur arrivando dall'altra parte del mondo (come Papa Francesco) ci riguarda da vicino, a ricordo della feroce mattanza della mafia e del giogo che opprime il sud Italia.
Si legge in un fiato, non fa sconti e non vuole impietosire. Bellissimo.

mercoledì 25 dicembre 2013

Lo spirito di Natale

Gli altri anni era diverso.
Il mattino di Natale tutto iniziava presto. Alle 6 le bimbe erano già sveglie e picchiavano alla porta per lanciarsi in sala all'apertura del pacchetto.
Ma un giorno capiscono che non ci sarà più Babbo Natale, e qualcuno dirà è giusto che sia così.
Anche io lo credo, ben venga l'aver faticato per vederle crescere e farsi strada nella vita… eppure.
Eppure resta l'amaro in bocca, di qualcosa che non torna più. Quella ventata di ingenuità, di stupore, di sorpresa. Il mistero del Natale (che piccolo mistero poi) che oggi non c'é più.
Ecco, lo spirito di Natale: lo sguardo stupito di un bimbo che guarda il mondo e lo stupore ingenuo di fronte ad un mistero che si ripete.

domenica 22 dicembre 2013

Riddick 3

Può il terzo episodio di una saga risultare convincente e superare la novità dei due precedenti?
Se nel primo gioca indubbiamente la particolarità degli spazi, la luce del deserto e il passaggio al buio utile a scatenare le peggiori paure, se nel secondo episodio il male si materializza nei Necromonger e nella loro spietata sete di potere, come può il terzo episodio scuotere lo spettatore?
Mescolando il primo ed il secondo, certamente! Giocando il ruolo del dannato che, tradito dai Necromonger, deve sopravvivere su un pianeta sconosciuto, inospitale e feroce. Ritornare alle origini per combattere con mostri ancora peggiori dei primi, alleandosi con un feroce lupo (?) giocando d'astuzia contro i cacciatori di taglie, unendo umorismo e ferocia.
Un ottimo terzo episodio, ove si ride e si insegue il nostro sul filo dell'avventura.

Shadowhunters - Città di ossa

Film del 2013 diretto da Harald Zwart.
Riprende l'omonimo romanzo fantasy e la serie di episodi di indirizzo televisivo.
Sotto la città vive un mondo ove creature fantastiche si scontrano con demoni, vampiri, licantropi e dove la magia la fa da padrona.
Un'umana scopre a sue spese cosa significhi essere legata ad entrambi questi mondi.
Lungo oltre due ore, riesce anche senza eccellere a non annoiare con una storia seppur semplice e intuibile non cade in basso come analoghi prodotti.
Ottima la tensione, che si perde nello scontro finale, quando a disvelarsi sono i vari abitanti del sottosuolo, con le loro peculiarità e in fondo le loro paure.

venerdì 20 dicembre 2013

Red 2 il film

Che dire? Strepitoso!
Anche il questo caso, il secondo episodio non ha nulla da invidiare al primo!
Frank Moses (Bruce) si è accasato con Sarah e cerca di condurre una vita normale, ma Marvin (Malkovich) lo perseguita, cercando di convincerlo a tornare in scena.
Accade l'imprevedibile e i nostri eroi torneranno a riunirsi per sventare un folle disegno terroristico, viaggiando molto (Londra, Mosca, Parigi) e combinandone di tutti i colori.
Non ultimo e veramente esilarante, l'incontro con lo scienziato pazzo Bailey (Hopkins) rinchiuso nella torre di Londra e in grado di far esplodere un ordigno atomico.
Che altro aggiungere? il sequel al primo Red del 2010 è un autentica garanzia.

Cattivissimo me 2

Chi l'ha detto che il secondo episodio non sia migliore del primo?
Se siete a caccia di certezze, Cattivissimo me 2 non vi deluderà. Gru è diventato un buono ma non per questo riesce a stare alla larga dai guai. E per non guastarvi il finale vi dico solo che entra in gioco una donna! 
La parte del leone la fanno certamente i Minion, che rapiti da un misterioso personaggio, vengono mutati (sul genere dell'Isola del Dr. Moreau) in pericolosi mostri.
La morale? C'è anche quella! quindi guardatelo...

L'ora incerta

"L'ora incerta tra il cane e il lupo" è un romanzo di Hans Tuzzi.
Ambientato nel 1985, dopo l'abbondante nevicata che fermò il laborioso nord Italia, mette in campo il commissario Melis e la sua squadra.
Avrei dovuto capirlo dal titolo che c'era il trucco: incerta è la trama, che stenta a decollare, incerti i personaggi, laboriose, colte, ma spesso inutili le digressioni (alla Katy Reichs per intenderci), non coglie nel segno, non appassiona e finisce per perdersi.
Finito in pochi giorni. Forse non avevo digerito la pasta con i funghi. 

sabato 14 dicembre 2013

Io speriamo che me la cavo

Uscito alcuni anni or sono. Ai tempi internet non c'era.
Pubblicizzato tramite alcune comparsate al "Maurizio Costanzo Show". Ebbe un immediato successo per i divertentissimi testi che riprendevano le sgarrupate avventure dei bambini di Arzano.
A rileggerli oggi più che sorridere, fanno quasi piangere. 
Più di tante indagini Censis, di tanti calcoli Istat, di tante inchieste della magistratura, quello descritto è lo sfacelo del Meridione, visto dal basso. E non è un bello spettacolo.

la prima ciaspolata






Acquistate le ciaspole non ho resistito. Anche solo un paio d'ore, eccomi sulle nevi del Sempione. Bello? Dannatamente freddo! Ma che sensazioni!!!

Ultra