venerdì 29 gennaio 2021

Revolutionary Road

E' il 1955; i Wheeler sono una coppia middle class dei sobborghi benestanti di New York, che coltiva il proprio anticonformismo con velleità ingenua, quasi ignara della stessa ipocrisia; la loro esistenza scorre fra il treno dei pendolari, le cenette alcoliche con i vicini, le recite della filodrammatica locale, ma Frank e April si sentono destinati ad una vita creativa e di successo, probabilmente in Europa.
Nella storia della giovane famiglia in apparenza felice la tensione è nascosta ma crescente, il lieto fine impossibile, e l'inevitabile esplosione arriva con una potenza da dramma Shakespeariano. (tratto dal libro)

Vi è una forte componente autobiografica in questo importante testo della letteratura americana... certo vi è questo amore-odio per la famiglia, lo stesso odio per la borghesia ed i suoi valori, la tensione sempre sottotraccia, i fiumi di alcool, la sigaretta, il tradimento, le feroci liti tra due perfetti sconosciuti... ognuno a descrivere se stesso "E non riusciva nemmeno a dire se era irritato o contrito, se era il perdono che voleva o il potere di perdonare"....in cui l'altro è a seconda dei casi, utile per i propri scopi, silente spettatore della altrui esagerata autocelebrazione, o peggio "... il fatto che, seppure aveva pensato a lui, era stato soltanto come a un possibile ostacolo, la fonte di fastidiose obiezioni che avrebbero dovuto essere superate e spazzate via, se si voleva portare a buon fine la faccenda nel migliore dei modi. Era questo l'aspetto insopportabile della cosa...." così che vediamo i nostri protagonisti attaccarsi a qualsiasi elemento per sopravvivere, a sé stessi ed al legame con l'altro... "la capacità di misurare il tempo ci offre una quasi inesauribile fonte di consolazione..... le pagine nitide suddivise per giorni e fitte di annotazioni che gli stanno di fronte sono la prova che nulla d'imprevisto, nessuna calamità del caso o del fato possono sorprenderlo da quel momento alla fine del mese...".
Ci si trascina senza meta, aggrappandosi a sogni irrealizzabili... forse perché gli States sono questo... un sogno che ci permette di sopravvivere alla realtà.




 

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