mercoledì 13 gennaio 2021

Paperinik

Che a nessune venga negata la possibilità del riscatto. 
Che a nessuno venga in mente di imprigionare persone o personaggi con preconcetti e pregiudizi.
Paperino non è Paperino, o perlomeno non è solo Paperino.
Non è solo uno scansafatiche, non è un fannullone, non è un nervoso, irrequieto, irascibile papero che non si impegna.
Che non si dica più che preferisce scagliare a terra un videoregistratore, piuttosto che con santa pazienza, leggere le istruzioni.
Paperinik non è solo una variazione sul tema.
E' un insegnamento. Un monito. E anche una speranza.
Nato in Italia nel 1969, da un'idea di Elisa Penna. Elaborato da Guido Martina, uno dei grandi storici sceneggiatori di casa Disney in Italia.
A differenza di Super Pippo (invenzione USA, supereroe a tempo grazie alle arachidi)... Paperinik la mascherina ce l'ha, anche perché la sua divisa da supereroe assomiglia a quella di Batman.
Per quanto riguarda il resto, invece, è chiaro che il punto più vicino è Diabolik.
Con due differenze sostanziali: intanto non ha Eva Kant al suo fianco; inoltre tutta l'attrezzature di cui dispone, dalle maschere alla sua 313 modificata, è opera di Archimede.
Ma questo non vuol dire affatto che Paperino non ci metta del suo. Anzi.
E non solo nell'inventare una sua nuova identità, ma anche nello escogitare i suoi piani e soprattutto le finalità dei suoi gesti.
Paperinik è un supereroe morale: vuole innanzitutto salvaguardare la reputazione di Paperino, che, forse, anzi probabilmente, non è affatto uno scansafatiche e un fannullone.
Paperinik dimostra così che Paperino è così per scelta e non solo per una sua funzione simbolica, ma perché deve concretamente opporsi ai modelli vincenti di un mondo che, evidentemente anche a Paperopoli non funzionano come dovrebbero.
 

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