domenica 27 marzo 2022

Un Re non muore


In una delle definizioni più celebri e precise riferite agli scacchi, il campione del mondo Garry Kasparov definì il gioco delle sessantaquattro case "lo sport più violento che esista", mirato alla distruzione mentale dell'avversario.
Per Anatolij Karpov, che con Kasparov diede vita a un'interminabile contesa per il titolo di migliore al mondo, gli scacchi sono una combinazione di arte, scienza e sport.
E non è certo un caso se Marchel Duchamp ne rimase colpito al punto di abbandonare una carriera di artista acclamato e rivoluzionario per dedicarsi agli scacchi a tempo pieno, sfidando tra gli altri Salvador Dalì, la scrittrice Eve Babitz e il compositore John Cage.
Del resto, chiunque abbia provato il piacere tattile di spostare un pezzo sulla scacchiera se che gli scacchi sono molto di più di un semplice passatempo.
Per Ivano Porpora, romanziere e insegnante di scrittura, gli scacchi non sono solo una passione folgorante, ma un filtro attraverso cui leggere la realtà.
Il matto affogato, il gambetto, l'apertura spagnola e le sue varianti diventano un simbolo, ogni strategia una metafora, ogni scelta un bivio cruciale verso l'unico destino possibile di una partita: l'ultima mossa fatale.
Dal trionfo più glorioso alla disfatta più epica, ogni partita é una narrazione a sé stante, frutto dell'unione  e dello scontro di due personalità uniche capaci di trasformare la fitta trama di combinazioni in un'opera.
Le imprese dei grandi scacchisti, le combinazioni di Tal' e le intuizioni di Fischer o Capablanca assomigliano ai versi dell'Achmatova o di Brodskij ai racconti di Salamov, alle inquadrature di Herzog.
Come i grandi artisti possono far risuonare la propria opera nel quotidiano, così il gioco degli scacchi si propaga al di là dell'ossessiva combinazione di case bianche e nere, parlandoci del possibile e dell'infinito, della nostalgia e del coraggio, ma soprattutto del nostro bisogno di provare a interpretare la realtà.

Metafore e paragoni tra vita, letteratura e il gioco degli scacchi... "Fin da quando riuscirai a far credere che le mosse che fai nella vita sono parti di un pensiero pianificato, e non colpi oscuri e speranzosi di qui e di là confidando nella mano di Dio, nel destino, nella fortuna del principiante - non nel merito, no"...

Certo è che, appena prendi confidenza con il gioco, molti sono i paragoni nella caccia al Re che, appaiono sulla scacchiera e ti fanno ricordare la vita di ogni giorno... questo testo prova a descriverlo, anche se sempre non riesce come vorrebbe.

 

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