domenica 23 agosto 2020

Spia contro Spia

"Mi fermai ad un tavolo dove si giocava al Baccarà. Tra i giocatori riconobbi una delle mie bète noire, un lituano dall'asspetto insignificante ma molto ricco, di nome Bloch, particolarmente spavaldo.
Non so cosa diavolo mi prese, forse fu il fatto che c'era Fleming alle mie spalle, ma quando Bloch proclamò "Banque Ouverte!" annunciai con il tono più freddo e distaccato: cinquantamila dollari". 
Erano soldi che servivano a finanziare un'operazione. 
Verosimilmente fu questo stile, questo suo modo di fare la spia (e che spia: uno dei più celebri agenti doppi del Novecento) che convinse Ian Fleming a costruire il suo James Bond sul modello vivente di Popov.
Nome in codice Triciclo, Dusko Popov è un bon vivant, bello e ricco, intellettuale serbo che studia a Friburgo.
Uno di quelli che si illudevano di seppellire Hitler con una risata, finirà nelle mani della Gestapo da cui si salva a stento.
Riparato a Belgrado, tempo dopo, un ufficiale dell'Abwehr, il controspionaggio tedesco, lo nota e gli propone il reclutamento - lui è fermamente anti nazista ma la prospettiva lo tenta.
Così accetta l'arruolamento, prendendo però subito contatto con l'Mi6 inglese.
E qui comincia la vita da spia raccontata in questo libro: in giro per il mondo, sempre sul filo del rasoio e sempre amando le donne, doppiogiochista ma leale fino alla fine con gli amici.
Una carriera con almeno un paio di grandi colpi che hanno inciso nella guerra.
"Un classico dello spionaggio" ha detto Graham Greene di "Spia contro spia", perché davvero sembra la trama di un perfetto romanzo di spionaggio
Dusko sa scrivere: gaio, sapiente nel creare la tensione, ironico". (tratto dal libro).

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