giovedì 16 febbraio 2017

Arrival

Siamo di fronte ad un film di fantascienza? Parrebbe di si. Certo molto ma molto diverso dal solito.
Intanto non vi è l'adrenalinica necessità di spingere le azioni al massimo, di mostrare scoppi e incomprensioni, paure ed eroismi, amici e nemici....
E' un film lento lento, ove il messaggio che si vuole veicolare risiede tutto nel linguaggio. Nella nostra forma di linguaggio e in quelle degli altri.
E' un paradigma della nostra società e della difficoltà nel comunicare.
Se comunicare vuol dire ascoltare; l'ascolto presuppone la comprensione dell'altro, in ogni suo aspetto, idea, forma, azione, pensiero, speranza.
E' ciò che accade tra umani che, frequentando società diverse, hanno scale di valori a volte nemmeno confrontabili, se non con grande sforzo e volontà di accogliere le differenze con curiosità e rispetto.
Figuriamoci un alieno, con scale di valori, riferimenti societari, alimentazione, strutture sociali, tradizioni e infine scrittura e linguaggio ignoti.
Da dove si parte? E cosa è progresso e cosa no? Questo racconta questo slow-film... a volte molto slow, a volte poco o per nulla intuitivo. Comunque interessante e pedagogico.

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