sabato 19 febbraio 2022

In movimento

"Sono un uomo dal carattere veemente, con violenti entusiasmi ed estrema smodatezza in tutte le mie passioni" scriveva Oliver Sacks in un articolo apparso il 19 febbraio 2015 sul "New York Times", nel quale annunciava con brutale sobrietà di soffrire di un male incurabile. E' quindi inevitabile che "In movimento", la sua autobiografia, sia innanzitutto una rassegna di passioni, descritte con la lucidità dello scienziato e l'audacia dello psiconauta, con la schiettezza del diagnosta e il gusto per la digressione di un dotto seicentesco. E sarà un piacere, per i lettori di Sacks, sentirlo parlare di sé; dell'ossessione per le moto e il sollevamento pesi, della dipendenza dalle anfetamine, dal lacerante rapporto con il fratello schizofrenico e con la madre (il più profondo e forse, in un certo senso, il più vero della mia vita"), di quando disintegrò per l'ammirazione, unita alla frustrazione, un libro di Aleksandr Lurija, il fondatore della neuropsicologia e di quella "scienza romantica" a cui sarebbe sempre rimasto fedele. Alla fine, non si potrà evitare  di riconoscere che Oliver Sacks è stato il più romanzesco di tutti i personaggi romanzeschi di cui ha scritto. Soprattutto, questo resoconto di studi e amicizie, legami sentimentali e debiti intellettuali, abitudini e fissazioni é un'ulteriore riprova che per Sacks il "delicato empirismo di Goethe non era un semplice metodo di ricerca, ma uno stile di vita".

Ed eccomi, dopo tante letture del Dr. Sacks, ad indagare dell'uomo Sacks. In questo sono facilitato dall'averlo conosciuto nelle storie narrate, nel vedere riflessa la sua immagine nei suoi pazienti, cosicché, in un gioco di specchi, mi é facile scorgere e riconoscere, insieme agli episodi a me già noti, il suo punto di vista. La cosa divertente è che, tutto ciò appare come una storia già nota e narrata a più voci... vi è mai capitato? Soprattutto quando succede qualcosa in una piccola comunità, ogni narratore avrà una sua versione... anche in questo caso, ad esempio la crescita professionale dell'uomo "Sacks" è dettata da tappe e persone ben specifiche, da libri e da pazienti, perché ogni uomo non è mai un isola... al massimo una penisola... Finiamo per avere almeno due piani di lettura (di solito in un testo scritto bene ve ne sono molteplici), quello del vissuto, quello dell'appreso, quello della medicina e del suo mutare nel tempo... quello delle aspettative e quello dei risultati... 

Poi c'è il privato, ad esempio la motocicletta e l'amore per la libertà, oppure l'omosessualità, confessata, a tratti sbandierata, vissuta come una difficoltà ad esprimersi nel proprio essere con conseguenze nefaste: le droghe, l'alcool, l'autodistruzione, la mancanza di stima... oltre alla dichiarazione di castità (35 anni senza fare sesso) fatta...

il testo, bellissimo, si conclude con un piccolo paragrafo dedicato alla scrittura, grande passione dell'uomo/medico Sacks: "L'atto di scrivere quando funziona mi da un piacere e una gioia diversi da qualsiasi altra cosa. A prescindere dall'argomento che sto trattando, scrivere mi porta in un altrove in cui sono completamente assorbito, e dove dimentico pensieri distraenti, preoccupazioni, ansie e persino il trascorrere del tempo". Come non riconoscermi?

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